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Titolo del gioco:
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Superfrog
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Anno di uscita:
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1993
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Genere:
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Platform
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Sviluppatore:
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Team 17
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Produttore:
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Team 17
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Distributore:
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Multiplayer:
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Assente
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Localizzazione:
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No
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Sito web:
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Requisiti minimi:
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Amiga 500
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Redattore: Lorenzo 'TAD' Di Gaetano Pubblicato il: 13/04/2010 | | | Come Stanley Kubrick fece uno o due film per ogni genere, anche i Team17 hanno fatto uno o due titoli per ogni genere. Questo è il loro platform... | | Ok lo ammetto. Con il rischio di andare molto contro corrente, specialmente in qualità di amighista incallito, non ho mai amato i giochi del Team17.
Ho infatti sempre considerato i giochi del team inglese dei puri esercizi di programmazione, certamente ben riusciti ma senza particolare ispirazione. Uscito nel 1993 - il periodo della massima maturità videoludica dell'Amiga - Superfrog è un platform "accademico" di stampo classico che più classico non si può. C'è tutto ciò che ci si aspetta da un platform game, niente di più e niente di meno: personaggi carini, grafica curata, oggetti da raccogliere, trabocchetti, power-up e nemici da cui difendersi (aggiungerei le palle chiodate che penzolano dal soffitto, trampolini ed "aspiratori" di Action-Reflexiana memoria...gli spectrumisti capiranno NdBoZ). Anche la trama è da manuale, la strega cattiva e gelosa cattura la principessa trasformando il principe in una rana che, ovviamente, si lancia all'inseguimento per salvarla. Il tutto presentato da una simpaticissima introduzione animata realizzata dal noto disegnatore amighista Eric Schwartz, tutt'oggi in attività.
TECNICA Partiamo subito con l'aspetto audiovisivo, che non ha quasi mai deluso per quanto riguarda i giochi del Team17. Sicuramente i ragazzi inglesi sapevano programmare l'Amiga ma, a parte qualche brillante eccezione, lo hanno sempre fatto in modo piuttosto "conservativo"; in compenso Superfrog vanta un engine 2D solido e scritto con competenza. Lo scrolling è fluidissimo e velocissimo, a pieno schermo, forse uno dei più scattanti che si siano mai visti sull'amiga, ricorda molto quello di Sonic su Sega Genesis. I bob sono anch'essi fluidi e ben animati ma... Non fece certo gridare al miracolo e su Amiga si era già visto molto di meglio. Ricordiamoci che siamo nel 1993, l'anno in cui la Thalion con il suo Lionheart sconvolse tutti e fece capire di che cosa era capace l'Amiga e invece Superfrog non ha nemmeno un solo strato di parallasse, solo un unico statico fondale. Quello che offre, comunque, è una grafica ben disegnata e pulita, sicuramente gradevole. Tutti i personaggi sono animati in modo da farli sembrare dei piccoli cartoni animati e ciò dona al gioco un aspetto fanciullesco e rilassato. Anche dal lato sonoro, Allister Brimble ha sicuramente fatto di meglio, ma non c'è dubbio che le musiche di Superfrog siano ben fatte, mai stancanti e "giocose" al punto giusto. Gli effetti sonori sono un aspetto particolarmente riuscito, i campionamenti sono realizzati in modo cristallino e si legano bene con ciò che succede nel gioco: il boing delle molle, lo "slurp" di quando si beve la Lucozade (bevanda realmente esistente, uno dei primi casi di sponsorizzazione su un videogioco, su Amiga era già successo con Zool e i Chupa Chups) e i vari versi del protagonista sono simpatici. In definitiva, l'aspetto tecnico è sicuramente gradevole, ma senza particolari spunti di eccellenza, solo ben fatto e perfettamente funzionale.
IL GIOCO Come si diceva, Superfrog è un platform nella sua forma più classica e stereotipata: sei mondi da attraversare (la foresta, il castello, una specie di luna park pieno di insidie, un ambientazione egiziana, un livello glaciale e uno tecnologico); ogni ambientazione è composta da quattro quadri e per passare da un quadro all'altro bisognerà raccogliere un certo numero di monetine, raggiunto il quale si sbloccherà l'uscita. Disseminati nei vari livelli ci sono tanti power-up che potremo utilizzare: alcuni ci permetteranno di andare più veloce, altri ci renderanno invisibili per qualche tempo o ci forniranno una specie di "spararane" da usare per uccidere i nemici (ad es. le api del primo livello). Uno dei power-up più utili sono le ali che, durante un salto, premendo ripetutamente il tasto di fuoco permetteranno al nostro verde personaggio di planare dolcemente nell'aria e di raggiungere così piattaforme altrimenti non accessibili. La mitica bottiglia di Lucozade, infine, ci restituisce il livello di energia iniziale. Come ogni buon platform che si rispetti, anche in Superfrog è possibile saltare sui nemici per ucciderli, anche se ciò non è possibile su tutte le tipologie di nemico.
A volte ci capiterà di non riuscire a trovare altre monetine oltre a quelle disseminate per la mappa, in quel caso il restante quantitativo si troverà in luoghi nascosti, come per esempio alcune nuvole particolari. Tra un livello e l'altro c'è la possibilità di giocare con una slot machine per ottenere dei bonus.
Nonostante l'aspetto fanciullesco, Superfrog è tutt'altro che un gioco semplice. Già dal secondo mondo le cose iniziano a farsi spesso snervanti, i livelli sono disseminati di trappole e trabocchetti che bisognerà imparare a memoria, non è difficile infatti saltare su una molla per poi rendersi conto che in alto c'erano degli spuntoni assassini, o scendere uno scivolo a tutta velocità per poi finire dritti dritti addosso a un nemico posto alla fine della scivolata. Per fortuna, nelle opzioni è possibile selezionare il numero di vite che vogliamo avere durante il gioco, 3, 5 o 7 e, inoltre, potremo riprendere da dove ci eravamo fermati grazie a un ottimo sistema di password numeriche. Esiste anche un livello segreto, chiamato Project-F che è una sorta di shoot'em up alla Project-X (sempre dei Team 17) con protagonista il nostro simpatico ranocchio! |
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