Console PlayStation 4 - Copia originale del gioco - Una connessione a banda larga - un Account PlayStation Network - 43 GB di spazio libero su hard disk - Prezzo: €64,99 (versione scatolata), €59,99 (versione digitale)
I ragazzi di Guerrilla Games debuttano nel mondo dei free-roaming come meglio non potrebbero.
SIAMO ALLA FINE DELL'ENNESIMO SECOLO...
Siamo in un futuro molto remoto: in seguito a eventi ormai dimenticati, gli esseri umani sono regrediti ad una forma di vita tra il tribale e le antiche età dell’oro. Tra un insediamento e l’altro si estendono vasti spazi in cui la natura selvaggia si è riappropriata di ciò che le apparteneva, tramutando le antiche città e metropoli in cumuli di macerie e scheletri d’acciaio in cui abbondano piante, animali… e robot. Sì, perché la caduta dall’Uomo è stata in qualche modo legata all’ascesa delle Macchine, e sebbene le leggende della tribù Nora narrino che la macchina più potente (il Demone) sia stata sconfitta dalla Divina Madre, molti Robot, alcuni innocui ma molti assai pericolosi, si aggirano in branchi tra boschi e vallate.
L'EROINA EMARGINATA
In questo contesto conosciamo Aloy, una ragazza senza-madre e per questo emarginata dalla tribù Matriarcale dei Nora e affidata alle cure di un altro Emarginato, il possente Rost. All’inizio della vicenda potremo vedere Aloy addirittura in fasce, per poi vivere sottoforma di tutorial le prime fasi del suo addestramento alla caccia ed alla sopravvivenza: il suo sogno è infatti quello di partecipare alla Prova degli Audaci per essere riammessa nella tribù dei Nora e possibilmente di vincerla per ottenere in premio le risposte sulle sue origini. La ragazza non sa ancora che questa sarà solo la prima di una lunga serie di prove ed avventure che dovrà superare in un’epica vicenda che è appena agli inizi.
GUERRILLA IN FREE ROAMING
Horizon: Zero Dawn ha saputo calamitare le attenzioni di pubblico e critica sin dal suo primo annuncio in quel di Los Angeles, all’E3 2015: in effetti dopo aver definitivamente accantonato la saga di Killzone il talentuoso team di Guerrilla Games non aveva più dato notizia di sé e l’idea di un loro nuovo lavoro era pregna di aspettative. Quando poi sullo schermo è comparsa la grafica di gioco, con valli di natura selvaggia su cui razzolavano enormi macchine dall’aspetto animalesco, si è avuta la conferma che si sarebbe trattato di qualcosa di “grosso”.
All’epoca ancora non si poteva però essere certi dell’altro parametro particolarmente interessante del titolo, ossia il fatto che avrebbe presentato una struttura di gioco Open World. Per Guerrilla Games, che con Killzone sembravano essersi specializzati in FPS dalla struttura rail-guided, si trattava dunque di una nuova sfida di proporzioni notevoli.
IL MONDO DI ALOY
In HZD vestiremo dunque i panni di Aloy: la ragazza potrà correre e saltare, aggrappandosi talvolta ad appositi appigli o percorrendo in equilibrio cavi sospesi, nonché muoversi cautamente per evitare di farsi scorgere dai nemici, sfruttando all’occorrenza vari ostacoli o macchie di vegetazione per nascondersi alla vista. Inizialmente – ossia una volta superato il tutorial – la ragazza sarà armata unicamente di arco e lancia, ma ben presto potrà rimpinguare il proprio arsenale con altri armi come piazza-trappole, lancia-corde che possano immobilizzare il nemico, fionde che lancino rudimentali bombe eccetera.
Per ottenere questi oggetti, a meno di episodi di trama, sarà sufficiente recarsi presso gli appositi mercanti e scambiare con loro le spoglie di caccia: la valuta universalmente riconosciuta nel mondo è il “frammento di metallo”, ottenuto principalmente dall’abbattimento delle macchine, ma per acquistare (o barattare, se preferite) determinati oggetti dovrete anche fornire pezzi o componenti più rari ottenibili solo dalle spoglie di nemici più pericolosi. L’equipaggiamento, che si parli di armi, vestiti (armature) o sacche e faretre varie, potrà poi essere potenziato tramite il menù apposito, spendendo nuovamente risorse di vario genere: molto utile in questo senso sarà la caccia di animali comuni – conigli, volpi, cinghiali – la cui pelle, carne e ossa sarà indispensabile per molti upgrade.
Oltre alla progressione sull’equipaggiamento, la protagonista guadagnerà esperienza abbattendo nemici (di qualsiasi genere, non solo macchine: anche umani e animali garantiranno il loro premio) o completando missioni: ad ogni passaggio di livello vedrà incrementare la propria barra della vita e guadagnerà dei punti spendibili in un albero delle abilità. Tra queste citiamo varie forme di attacchi furtivi, la possibilità di utilizzare la “concentrazione” (slow motion) mentre si prende la mira con l’arco, fino ai miglioramenti dell’Override (di cui vi parleremo a breve).
L'UOMO (...OK, DONNA) E LA MACCHINA
Infine, Aloy potrà contare nella sua avventura sull’aiuto di un piccolo oggetto iper-tecnologico chiamato Focus, un visore olografico tramite cui potrà analizzare i nemici, evidenziarli, studiare i loro movimenti, seguire tracce, persino visualizzare i file dei predecessori quando vi si dovesse trovare accanto. L’uso del Focus sarà particolarmente importante negli scontri con le macchine: oltre a evidenziare i loro movimenti e permettere dunque di attaccarli furtivamente (tecnica che uccide sul colpo i nemici più piccoli, quelli ossia lunghi “solo” circa 3 metri), il database dell’apparecchio rivelerà anche eventuali resistenze o vulnerabilità delle varie parti del loro corpo. Un nemico, per esempio, potrebbe essere vulnerabile al fuoco, mentre un altro potrebbe trasportare sul dorso una tanica di liquido congelante che, se perforata, ne ritorcerebbe il contenuto contro.
Grazie al Focus, e dopo aver ottenuto un altro specifico oggetto, Aloy otterrà anche la capacità di effettuare il cosiddetto Override sulle macchine a cui riuscirà ad avvicinarsi furtivamente: si tratta sostanzialmente di una sorta di “hacking” che farà passare la macchine “dalla sua parte” permettendole di utilizzarle come cavalcatura o di scagliarle contro i loro stessi simili. Inizialmente l’Override sarà limitato ad alcuni esemplari, ma esplorando apposite strutture (che poi sono le fabbriche delle macchine) sarà possibile ottenere nuovi “registri”. Particolarmente importante sarà l’Override dei “Collilunghi”, enormi macchine vagamente rassomiglianti a giraffe che dalla loro altezza dominano il territorio permettendo ad Aloy di mapparlo.
LA REALIZZAZIONE TECNICA
L’impatto con la grafica di HZD è veramente eccellente: i vari video e trailer rilasciati negli ultimi due anni ci avevano dato l’impressione di un lavoro molto curato, ma solo una volta inserito il disco nel lettore abbiamo potuto apprezzare l’impressionante lavoro svolto da Guerrilla nei modelli e negli ambienti. L’emozione è un po’ scemata quando abbiamo assistito ai dialoghi, e con essi a pose pre-impostate che un po’ cozzavano con la dinamicità generale del gioco; quando poi però abbiamo avuto a che fare con fuoco, neve, pioggia battente, ciclo giorno-notte, fulmini ed altri effetti speciali, indubbiamente il lavoro ci ha pienamente convinto. Soprattutto, è encomiabile come il gioco mantenga sempre un aspetto pulitissimo e un frame-rate stabile.
Il gioco offre anche una notevole varietà d’ambientazione: inizialmente si potrebbe avere una sensazione di omogeneità aggirandosi tra le terre dei Nora, ma ben presto ci si renderà conto che tra vallate, montagne, fiumi e zone innevate la differenza è notevole. Quando poi ci si inoltra verso le terre dei Carja, fino alla città di Meridiana, o nelle rovine dei predecessori, o ancora nei “calderoni” ci si accorge che il lavoro dei grafici e dei mapper è veramente notevole.
Positivo anche il giudizio sul comparto audio: la colonna sonora è studiata per essere appena percettibile, o addirittura assente, nelle fasi di esplorazione libera del mondo, salvo poi palesarsi nelle situazioni di tensione o quando si scatenano i veri e propri combattimenti. I doppiaggi in Italiano sono per la maggior parte ottimi, soprattutto quando a parlare sono Aloy, Rost o altri personaggi principali; purtroppo il parlato non è sempre perfettamente sincronizzato col labiale, così non di rado si assiste all’effetto “ventriloquo”.
MI RICORDA QUALCOSA…
Come s’è detto, HZD segna il debutto di Guerrilla Games nel mondo dei titoli Open World: di conseguenza non è affatto strano che i papà di Killzone abbiano tratto ispirazione dalle saghe di maggiore successo. Fra tutte, una di quelle che a nostro avviso ha maggiormente influenzato gli sviluppatori è probabilmente Assassin’s Creed, e più specificamente i capitoli III e IV: le tecniche furtive di Aloy, l’immancabile parkour tra appigli e tronchi, l’utilizzo della caccia per ottenere risorse destinate al miglioramento dell’equipaggiamento, addirittura la necessità di arrampicarsi su punti elevati (i Collilunghi) per ottenere la mappatura del territorio strizzano non poco l’occhio alla produzione Ubisoft. La saga degli Assassini non è certamente l’unica, però: sempre in ambito Ubisoft non si può non trovare qualche parallelismo con Far Cry, così come la caccia era già presente in Red Dead Redemption di Rockstar; che dire poi dei combattimenti con le macchine più grosse dal sapore vagamente (ma solo vagamente) da Monster Hunter?
Forse la verità e semplicemente che, dopo tanti The Elder Scrolls, Assassin’s Creed, Just Cause, The Witcher, GTA e altri ancora il genere free roaming ha ormai sviluppato dei “capisaldi” a cui difficilmente può negarsi, e a cui in qualche modo si debbano appoggiare anche i neofiti del genere (basti pensare a Final Fantasy XV). Ad ogni modo Guerrilla è riuscita a dare al mondo di Aloy la sua impronta ben definita, e ciò è sicuramente un bene. Per fare un esempio, il Focus costituisce un ottimo metodo per fornire fisicamente alla protagonista un Hub, un traduttore di testi, un’interfaccia grafica, un database, un logbook e tanto altro in maniera credibile (e il fatto che lo trovi da bambina le dà il tempo di imparare ad usarlo prima del gioco vero e proprio): niente di nuovo alla luce del sole, ma perfettamente inserito nel contesto.
LA STORIA PROSEGUE
Come tutti i titoli free roaming, anche HZD può essere giocato “di corsa” bruciando letteralmente al galoppo le distanze che separano i punti-chiave della trama oppure assaporato passo dopo passo, esplorando ogni anfratto della natura in cerca di prede da cacciare, risorse da raccogliere e qualche segreto ben nascosto. A seconda dell’impostazione, portare a termine la vicenda potrà prendervi dalle 20 alle 50 ore: ovviamente nulla vi vieta di tenere un ritmo incalzante per buona parte della trama e poi “recuperare” le cose lasciante indietro sul finire o addirittura dopo aver visto i titoli di coda, ma in generale è probabilmente consigliabile un approccio ibrido, anche semplicemente per accumulare lungo strada l’esperienza necessaria per avere qualche punto-abilità in più, molto utile nelle fasi più avanzate.
Per quanto il mondo di gioco sia piuttosto vasto e, come s’è detto, anche vario, d’altro canto la vicenda rimane per la maggior parte trama-centrica: saranno presenti missioni secondarie, commissioni da svolgere per vari personaggi e alcune mini-trame parallele, ma rispetto ad altri titoli (uno su tutti Skyrim) tenderanno ad essere meno “invadenti” e più strettamente legate agli eventi che hanno comunque Aloy come protagonista. Non mancheranno comunque le eccezioni.
Per gestire l’avventura di Aloy, il sistema farà uso di salvataggi automatici in determinati checkpoint – per esempio al raggiungimento di una nuova locazione o al completamente di una missione – ma potrete anche salvare la partite presso gli appositi falò (un riferimento ai Dark Souls? -NdNew_Neo); questi ultimi serviranno anche da punto di destinazione per l’opzione di “viaggio rapido”, la quale però richiede la spesa di un apposito item. Se a questo si aggiunge che il gioco si ferma per caricare solo in questo frangente, sfruttando altrimenti il progressive-loading, va da sé che per molti spostamenti è preferibile l’utilizzo di una cavalcatura ottenute con l’Override.
CONCLUSIONI
Horizon: Zero Dawn è un gran gioco. Dal punto di vista tecnico offre una valida dimostrazione della “muscolatura” di PS4, e sotto il profilo del design testimonia la maturità di Guerrilla Games, dei quali non si potrà certamente più dire che “sono solo Killzone”. A monte, o accanto, a tutto questo c’è un mondo vivo e pulsante, un’ambientazione accattivante e originale con personaggi vivi e caratterizzati, una storia da scoprire e una protagonista da amare. Aloy non è solo l’eroina forte, emancipata e risoluta: nel guazzabuglio etnico e sociale del mondo (per fare qualche esempio i Nara sono matriarcali, i Carja un regno a successione maschile, ma in entrambi ci sono uomini e donne di valore) il fatto che sia “una donna” non è importante, e certamente non si fa strada grazie al suo aspetto fisico. Aloy è più l’incarnazione del fascino della scoperta e del desiderio dell’intero mondo di riscoprire le proprie radici e contemporaneamente di progredire… verso cosa? Questo lo lasciamo scoprire a voi: a noi non rimane altro che fare i complimenti agli sviluppatori.
Modus Operandi: siamo entrati nel mondo open world, di stampo free roaming, del nuovo titolo Guerrilla Games grazie ad una copia gentilmente mandataci da Sony Interactive Entertainment Italia.
I ragazzi di Guerrilla Games ci regalano un intero nuovo mondo da esplorare, vivo e pulsante, ricco di personaggi, di storia, di avventure e di mistero, e contemporaneamente una protagonista che incarna il desiderio di questo mondo di riscoprire le proprie radici ed evolversi verso un nuovo futuro. Il tutto in salsa distopica-postbellica, in parte steampunk, e con una realizzazione tecnica che mette alla frusta i muscoli di PS4. Che altro volete di più?