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Titolo del gioco:
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Halo 3 ODST - Truppe d'Assalto Orbitali
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Anno di uscita:
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2009
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Genere:
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FPS
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Sviluppatore:
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Bungie Studios
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Produttore:
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Microsoft Game Studios
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Distributore:
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Microsoft Game Studios
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Multiplayer:
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Sì (on line - off line)
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Localizzazione:
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Completa (audio & video)
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Sito web:
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Requisiti minimi:
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Xbox 360, Abbonamento Xbox Live Gold (multiplayer on line), connessione internet ad alta velocità (multiplayer on line)
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Redattore: Marco 'Pux' Ferrari Pubblicato il: 30/10/2009 | | | La saga di Halo torna sulle scene con un gameplay inedito e nuovi protagonisti. Le Truppe d’Assalto Orbitali saranno all’altezza di Master Chief? | | La storia di Halo 3 ODST – Truppe d’Assalto Orbitali è particolare: inizialmente concepito come espansione di Halo 3 da distribuire esclusivamente attraverso il Marketplace di Xbox Live, nel corso dello sviluppo il progetto è assunto al rango di prodotto stand alone, venduto su supporto fisico come esponente di punta dell’offerta Xbox 360 per l’ultimo quarto del 2009. Effettivamente, il gioco introduce nella serie numerose novità e si presenta come qualcosa di più che un semplice DLC (Downloadable Content) rilasciato a supporto di un titolo molto amato. Resta da vedere se il lavoro svolto e le meccaniche introdotte, in unione al prezzo stabilito per la vendita, siano sufficienti a giustificare il pacchetto realizzato oppure se il titolo rimanga bloccato in un limbo di incompiutezza, a metà strada tra lo stato di “espansione interessante” e il rango di opera “tripla A” completa. Ma procediamo per gradi...
La Storia
La modalità single player di Halo 3 ODST – Truppe d’Assalto Orbitali pone il giocatore nei panni della Recluta, soldato senza volto e nome appartenente alle Truppe d’Assalto Orbitali (ODST), reparto scelto delle forze USNC in guerra contro i Covenant. La squadra in cui milita il Nostro si trova a bordo di un incrociatore spaziale in orbita sopra la Terra con un obiettivo ben preciso: abbordare un’astronave nemica e ottenerne il controllo combattendo di corridoio in corridoio fino alla completa eliminazione di tutti gli ostili. Il gioco si apre con il lancio delle forze terrestri verso il vascello alieno. Tutto sembra procedere come pianificato quando, ad un tratto, l’imprevisto: poco prima dell’impatto tra le capsule di arrembaggio e lo scafo nemico, l’astronave effettua un balzo nell’iperspazio e modifica con la potenza dei propulsori la traiettoria delle sonde di trasporto dirottandole verso la Terra. L’impatto con l’atmosfera terrestre ed il successivo atterraggio di fortuna fanno perdere i sensi al protagonista che si risveglia sei ore dopo a New Mombasa, futuristica capitale keniota già teatro degli eventi di Halo 3. Cronologicamente parlando, i fatti narrati hanno luogo prima di quelli vissuti da Master Chief e vedono la Recluta dedicarsi alla ricerca dei propri compagni di reparto. L’eroe esplora la città semidistrutta per ricostruire il destino toccato ai commilitoni ed eventualmente ricongiungersi con il resto della truppa. La scoperta di uno strumento abbandonato da un ODST innesca un flashback che mette il giocatore nei panni del proprietario dell’oggetto, ne mostra il destino e svela alcuni retroscena della storia. Giocando tutti i flashback, si ricompone il quadro degli eventi che hanno luogo nella città e si comprende il ruolo del gruppo di soldati nelle vicende in atto.
Il Gameplay
Le novità introdotte a livello di struttura narrativa, così come l’inedita scelta del protagonista, arricchiscono la modalità campagna del gioco e la rendono la più originale ed insolita tra quelle finora proposte dalla saga partorita da Bungie. Il fatto di non controllare un super guerriero modificato geneticamente ma un semplice essere umano pone delle limitazioni alle possibilità di movimento, offesa e resistenza al danno. A differenza di Master Chief, la Recluta e gli altri ODST non si spostano con movimenti accelerati, non saltano da altezze notevoli, possono impugnare solamente un’arma alla volta e la loro energia non si rigenera. Il risultato è un notevole cambiamento nel modo in cui si affronta il gioco: l’utente è portato ad assumere un atteggiamento più riflessivo, è spinto a cercare copertura e deve cogliere alla sprovvista il nemico. Per la prima volta appaiono in Halo caratteristiche distanti dal classico FPS, dal sapore strategico e assimilabili alle meccaniche dello stealth game: esiste addirittura la possibilità di raggiungere un nemico alle spalle ed eliminarlo in modo silenzioso. Anche la dotazione di armi con cui s’inizia l’avventura (una pistola e un fucile semi-automatico, entrambi equipaggiati con mirino di precisione e silenziatore) sottolinea questa impostazione e risulta funzionale all’immediata assunzione di un atteggiamento cauto e discreto. Questo particolare impianto si riflette sul level design del gioco: la città di New Mombasa offre portici, scale e anfratti di varia natura utili per trovare riparo e passare inosservati. Se a ciò aggiungiamo che parte della campagna single player si svolge di notte, appare chiaro che l’intento è quello di calare il giocatore in un ambiente dark intriso di mistero e votato all’indagine, nel pieno rispetto della tradizione noir di origine cinematografica. Mistero ed indagine introducono la seconda influenza a livello di gameplay presente in Halo 3 ODST – Truppe d’Assalto Orbitali: il legame con l’adventure, genere non a caso imparentato con lo stealth game. Il giocatore può esplorare con un discreto grado di libertà l’intera città teatro degli eventi e ha la possibilità di raggiungere i luoghi sensibili al progredire della trama senza l’obbligo di seguire un unico percorso prestabilito. Come dalla più classica tradizione del videogioco d’avventura, dedicare del tempo alla ricerca e all’esplorazione porta non solo alla scoperta di aspetti fondamentali al procedere del gioco ma anche a ricompense inattese e gradite che si traducono in equipaggiamenti bonus così come nella rivelazione di aspetti secondari della trama. Allo scopo di raccogliere informazioni provenienti dall’ambiente circostante, le Truppe d’Assalto Orbitali sono dotate di un apparato tecnologico installato nel casco da combattimento. Questo strumento include la possibilità di attivare una particolare modalità di visione chiamata Interfaccia Tattica che ricorda per implementazione ed utilizzo i visori di Metroid Prime. Alla pressione del tasto X il casco restituisce una visione luminosa e chiara in cui tutto appare definito. In questo modo è possibile esplorare con più precisione ed identificare rapidamente la categoria d’appartenenza degli elementi a schermo: i nemici sono contornati di rosso, i terminali informatici e gli apparati di comunicazione sono evidenziati in giallo, il blu è il colore utilizzato per identificare armi, munizioni e medikit. Le funzioni fornite da questo strumento non si fermano qui. Il sistema informatico in dotazione agli ODST consente di dialogare con l’intelligenza artificiale che controlla l’infrastruttura energetica e tecnologica di New Mombasa, gestisce l’aggiornamento della mappa dell’area di battaglia, mostra la posizione dei nemici e, previo allacciamento ad una specifica strumentazione, permette di ascoltare le comunicazioni effettuate dalla popolazione al momento dell’attacco alieno. Un altro esempio della virata verso lidi adventure impressa da Bungie al suo ultimo lavoro si trova proprio nella scoperta delle registrazioni audio-video dei dialoghi tra il tecnico responsabile dell’I.A. che controlla la città, sua figlia e l’intelligenza artificiale stessa. Si tratta di informazioni non indispensabili ma utili a caratterizzare il mondo di gioco e a creare atmosfera; per individuarle è necessario virare dal percorso principale e dedicarsi all’esplorazione; una volta entrati in possesso di un certo numero di comunicazioni, il gioco compensa questa attività fornendo la posizione dei depositi di armi e munizioni. Le scelte di game design fin qui presentate mostrano un episodio che si discosta nettamente dal franchise a cui appartiene: certe idee non si erano mai viste nella saga di Halo e sono tanto spiazzanti quanto gradite nel loro introdurre linfa vitale in una serie che si riteneva ancorata a determinati schemi. Ad ogni modo, i fan più oltranzisti non storcano il naso: nonostante le novità, Halo 3 ODST – Truppe d’Assalto Orbitali è fedele alla tradizione cui fa capo e sa soddisfare le esigenze degli appassionati di vecchia data. Se le fasi di gioco in cui si controlla la Recluta innovano e spiazzano, i flashback incentrati sugli altri combattenti presentano un gameplay più vicino ai canoni della serie, molto più “action” e adrenalinico: ritornano le sezioni a bordo dei veicoli, si partecipa a combattimenti a piedi in ambienti vasti e di ampio respiro, si compiono missioni incentrate sulla difesa di un palazzo assediato dal nemico e così via. Il risultato è quello di rendere queste sezioni di gioco sempre nuove e mai ripetitive garantendo al titolo un buon grado di varietà, esaltato dal contrasto tra flashback ed eventi presenti, tra azione ed esplorazione, tra ambientazione diurna dalle tinte solari e setting notturno dai tratti dark. Non si pensi però che il gioco viva di momenti distanti, esperienze incapaci di legarsi in un tutt’uno coeso, anzi. Uno dei principali meriti di Halo 3 ODST – Truppe d’Assalto Orbitali è proprio quello di integrare esperienze differenti e contrastanti in un insieme coerente, innovativo ma al contempo riconoscibile. Ci sono degli elementi tipici della serie Halo che servono da filo conduttore tra le differenti anime che compongono il gioco. Si prenda ad esempio il lavoro di implementazione e caratterizzazione delle armi o il generale senso di coinvolgimento e appagamento derivante dalla sfida implicata nelle sparatorie. Questi aspetti sono presenti in ognuna delle differenti fasi di gioco e sono tipici della tradizione della saga: ci sono armi più indicate agli scontri ravvicinati, altre efficaci sulle lunghe distanze, alcune con mirino o silenziatore, tutte sempre studiate per offrire un’esperienza appagante nello scontro a fuoco, anima del genere FPS a cui appartiene il titolo. Insomma, le idee ci sono e sono anche ben implementate, la campagna in singolo è intensa e coinvolge per tutte le sei ore necessarie a portarla a termine.
Il Multiplayer
Come da tradizione, la proposta studiata da Bungie per il multiplayer è ricca ed articolata. Dei due dvd che compongono il pacchetto del gioco, uno è interamente dedicato all’offerta per più giocatori già disponibile per l’originale Halo 3: un totale di 24 mappe, di cui tre completamente inedite, l’inclusione dell’editor di livelli Forge e la presenza di tutte le modalità di gioco originali, non possono che accontentare gli appassionati del frag on line. Il secondo disco incluso nella confezione non si limita a contenere la campagna in singolo ma introduce anche una nuova modalità multiplayer, chiamata Sparatoria: in pratica il classico survival mode cooperativo in cui si deve resistere il più a lungo possibile contro ondate successive di avversari. Non siamo davanti a nulla di particolarmente originale ma bisogna ammettere che il tutto funziona molto bene. Sparatoria si gioca in compagnia di altri tre giocatori con cui si condivide un totale di sette vite all’esaurimento delle quali l’intero team perde la partita; le aree di gioco a disposizione per questa modalità sono undici e riprendono i luoghi dell’avventura single player con ambientazioni sia notturne che diurne. Durante la partita entrano in gioco diversi teschi che aumentano il livello di difficoltà applicando particolari regole alla sfida in corso: ce ne sono alcuni che potenziano le truppe Covenant, altri che impediscono di rigenerare la propria resistenza e così via. Pur basandosi su un sistema abusato, alcune scelte effettuate da Bungie rendono la modalità Sparatoria coinvolgente ed efficace: i classici teschi, già visti in altri episodi della serie, influiscono direttamente sull’approccio tattico alle partite e spingono i giocatori ad adottare nuove strategie man mano che sempre più effetti influenzano le regole di gioco; il set di vite condivise obbliga invece a collaborare attivamente con i membri del proprio team aiutando chi si trova in difficoltà. L’unico difetto che si rileva in questa modalità è l’obbligo di giocare unicamente con utenti appartenenti alla lista amici e non con chiunque, cosa da poco se si considera il livello di adrenalina e divertimento offerto.
Audio e Video
Dal punto di vista grafico, il gioco si difende bene: non siamo di fronte al meglio disponibile per Xbox 360, ma il lavoro di ottimizzazione svolto sul motore proprietario originariamente sviluppao per Halo 3 c’è e si vede. Il risultato è che Halo 3 ODST-Truppe d’Assalto Orbitali risulta essere l’episodio della serie dall’impatto visivo più convincente: le texture migliorate così come i nuovi effetti contribuiscono ad un look di tutto rispetto, anche se alcuni problemi che affliggevano Halo 3 (assenza di filtro anti-aliasing e modellazione dei volti di bassa qualità) continuano a farsi sentire. Nulla da dire per quel che riguarda la direzione artistica: in Bungie sono stati molto abili ad integrare lo stile visivo della serie con i nuovi elementi dark e il risultato è un ambiente notturno carico di atmosfera e suggestione. Il sonoro del gioco infine è ottimamente realizzato ed altrettanto ben implementato. Non è stato fatto l’errore di sottovalutare questo aspetto soprattutto in relazione all’importanza che nutrono in questo gioco il mood e l’atmosfera: proprio in virtù di musiche di qualità, il titolo riesce a trasmettere con efficacia il senso di mistero ed indagine che ne caratterizza l’esperienza. |
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