Frozenbyte abbandona le lande fantasy della serie Trine per abbracciare lo stealth con una produzione piu' seria e dark.
Il genere “stealth” è esploso quando sulla prima PlayStation è uscita la prima grande opera di Hideo Kojima, quel Metal Gear Solid che ha lasciato un segno indelebile sia di gioco che di emozioni (prima ancora c'era stato il capostipite della serie, uscito per MSX 2 nel 1987, che già presentava tutte le caratteristiche della categoria -NdCJ). I giochi si sono susseguiti e l'arte del nascondersi ha ispirato tanti sviluppatori, tra cui Ubisoft con la serie Splinter Cell, ma l'avanzamento tecnologico non è andato di pari passo con l'evoluzione del genere. Pur essendo molto apprezzato non sembra essere più sulla cresta dell'onda; vedasi proprio con l'uscita di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain che ha diviso non poco critica e giocatori.
Tornando in ambito più restrittivo a livello di produzione, questa piccola introduzione ci porta nel mondo di Shadwen, l'ultima opera dei finlandesi Frozenbyte, che dopo la serie Trine han voluto entrare proprio nel genere "furtivo" con l'ambizione di volerlo innovare.
Ce l'avranno fatta? Il potenziale c'è, ma è stato sfruttato? Continuate a leggere...
LA BAMBINA E L'ASSASSINA
In ogni videogioco che si rispetti, l'azione di gioco è sempre legata ad una storia, anche se appena accennata perché deve esserci un senso per ciò che si fa e dello scenario che si attraversa (non è sempre così: quale storia starebbe dietro a classici quali, per esempio, Football Manager, Spindizzy, The Sentinel, Tetris, Sim City, o di un qualsiasi rompicapo, oppure di un simulatore di volo o sportivo...? Senza voler arrivare a certe affermazioni alla John Carmack - "La storia in un videogioco è come la trama di un film pornografico. Sappiamo che c'è, ma non è poi così importante" -, l'importanza della storia dipende sempre dal tipo di gioco... -NdCJ)
La nuova fatica dello studio di Helsinki è ambientata sempre in un mondo fantasy, ma dal tono ben più serio e oscuro. Nella città di Rivendon una bambina di nome Lily sta cercando qualcosa da mangiare, spingendosi in periferia guidata dalla fame. Arrivata in un albero di mele, viene fermata da una guardia trovandosi in pericolo.
Nel frattempo Shadwen, un'assassina, sta cercando il Re nel suo castello, per arrivare alla resa dei conti. Prima di entrare in città dovrà prendere un progetto per il rampino da creare successivamente combinando gli oggetti richiesti, posti in quello che rimane delle case lì intorno. Una volta ottenuto dovrà usarlo per superare una parete rocciosa che si affaccia sul mare.
Una volta arrivata in città ripercorrerà, senza saperlo, i passi della bambina che incontrerà poco dopo. Trovandosi ad un bivio, l'assassina dovrà decidere se risparmiare la guardia o ucciderla. In base alla decisione presa, la storia avrà un percorso diverso nella relazione tra le due.
Attenzione: se si sceglie di risparmiare la guardia, dovremo stare attenti alla bambina, durante il corso dell'avventura, per non farle trovare nelle vicinanze persone da noi uccise, poiché il rapporto cambierà ricollegandosi alla seconda scelta dell'incontro.
UN GAMEPLAY DAL GRANDE POTENZIALE, MA...
Già! Dopo aver percorso i 15 livelli di gioco e arrivati ai titoli di coda, ci sentiamo rammaricati. Il perché è presto detto: tutto funziona bene. Lo sfruttamento dell'ambiente circostante è molto utile per cogliere di sorpresa le guardie con attacchi dall'alto, da dietro e sfruttando botti, barili, carri e quant'altro. Ma alla fine si fanno sempre le stesse cose: una ripetitività di fondo fin troppo marcata, che potrebbe non invogliare molti a concludere il gioco.
Shawden ha dalla sua parte ben 48 trofei, i quali si suddividono in 36 di Bronzo, 8 d'Argento, 3 d'Oro e il Platino.
Ottenerli tutti non sarà molto difficile, essendo legati al superamento dei livelli, o all'uccidere tutte le guardie, o al lasciarle vive. Inoltre alcuni di essi sono legati ai finali. Ci sarà bisogno di completare il gioco per una seconda volta, o ripetere lo stesso livello due volte per ripulirlo dalle guardie e passare inosservati.
Il titolo Frozenbyte viene venduto sul PlayStation Store al prezzo di €16,99, ottenuto attraverso una demo event svoltasi a fine febbraio. La versione PlayStation 4 è stata annunciata a quasi due settimane dall'uscita avvenuta lo scorso 17 maggio.
Per arrivare alla fine basta usare il coltello e le azioni descritte appena sopra. Gli scrigni, sparsi per i livelli, contenenti progetti per nuovi strumenti e gli oggetti per realizzarli diventano di contorno... non sono indispensabili! Quello che potremo utilizzare saranno bombe, trappole ed altro, che avrebbero ampliato non poco le meccaniche di gioco, ma purtroppo non sarà necessario farne uso. Il gameplay è limitato e non permette alcuno sfoggio di creatività al giocatore, se non appena accennato.
Uno dei motivi è che le nostre azioni sono dettate dal tempo, come se fossimo all'interno di una pellicola. Se ci fermiamo vedremo lo schermo diventare quasi in bianco e nero e il tempo si bloccherà. Avremo la possibilità di far continuare il tempo tenendo premuto R1 o di riavvolgerlo premendo L1. Quest'ultima azione sarà fondamentale quando saremo individuati dalle guardie o se moriremo cadendo troppo in basso. In parole povere, non esiste il Game Over; basterà riavvolgere tornando al punto dell'errore e cambiare le azioni.
Lily, la bambina che è al nostro fianco, agirà automaticamente nascondendosi tra il fieno e i cespugli per non farsi vedere. Potremo guidarla se avremo aperto una strada per facilitarle la vita, ma a volte l'intelligenza artificiale la farà passare nel campo visivo delle guardie! Anche se questo stona un po', il ruolo della bambina funziona bene, come guida fondamentale per terminare il livello. Lily aiuta la nostra fida assassina aprendo le porte che richiedono due leve per concludere il livello o proseguire verso una nuova parte dello stesso.
La presenza degli oggetti dello scenario coi quali è possibile interagire per distrarre le guardie è ben implementata, grazie alla gestione della fisica, resa in modo eccellente. Frozenbyte ci ha abituati bene con un sapiente uso delle librerie Physx di nVidia fin dai tempi del primo Trine, anche nelle tre dimensioni.
L'intelligenza artificiale delle guardie è più che buona, ma non perfetta: se sentiranno rumori sospetti o se ci vedranno per un attimo indagheranno per trovarci allontanandosi anche di molto dalla loro posizione. Per converso abbiamo sperimentato che se facciamo rumore nelle loro vicinanze, delle volte non se ne accorgono; se poi ci troviamo dentro una balla di fieno o in un cespuglio saremo completamente immuni da loro, risultando introvabili anche a un palmo dal loro naso! Queste due ultime situazioni ci sono sembrate irrealistiche, ma non vogliamo certo sminuire una produzione indipendente che, nonostante i suoi limiti, non può certo contare su di un budget da tripla A. Aggiungiamo inoltre che se ci troviamo nascosti in una sporgenza e vediamo una guardia vicina non è possibile eliminarla buttandola di sotto. In un gioco stealth ciò sarebbe di prammatica.
UNA RIVENDON BELLA DA VEDERE
Nonostante i limiti di una meccanica di gioco la quale non concede una vera libertà di espressione al giocatore, Shadwen si fa notare sotto l'aspetto grafico, davvero curato e a tratti suggestivo. Il tutto gira fluidissimamente, a 60 fotogrammi al secondo in ogni circostanza con una grafica molto pulita che solo da vicino ci fa vedere delle texture buone, ma non certo eccellenti. Per essere una produzione indipendente Shadwen è un bel vedere che solo in parte scema in lontananza, dove si nota una povertà poligonale, ma per il resto lo scenario, così come le movenze e i dettagli della nostra assassina e delle guardie, è reso in maniera lodevole.
L'uso del rampino è facile, ma richiede un minimo di pratica e i movimenti di gioco dell'assassina non creano alcun problema al giocatore, offrendo una buona interattività con l'ambiente circostante.
La longevità si attesta dalle 4 alle 6 ore andando abbastanza spediti, che si estendono se si vuole ragionare di più, giocare a difficoltà hard, vedere tutti i finali e uccidendo o risparmiando le guardie.
Come nel caso di Trine 3, anche qui dobbiamo rammaricarci per un ottimo lavoro rimasto quasi a metà, anche se in questo caso il processo di sviluppo è completo in ogni sua parte ed il prezzo è tutto sommato buono. Uno stealth game dall'ottimo potenziale non sfruttato a dovere: come abbiamo visto, si può terminare senza utilizzare nessun progetto ed effettuando sempre le stesse azioni. Un vero peccato, perché Frozenbyte ha dimostrato di avere talento da vendere, ma anche di non aver raggiunto quella maturità che la metterebbe tra i migliori sviluppatori indipendenti in circolazione!
Modus Operandi: abbiamo potuto esplorare la città di Rivendon nei panni dell'assassina elimando o lasciando in vita le guardie e proteggendo la bambina grazie ad un codice PSN gentilmente fornitoci da Frozenbyte.
Shawden rappresenta la forza ed i limiti di Frozenbyte. Nonostante un impianto tecnico molto buono e fluido ed una fase stealth ben realizzata, il gioco si perde in una ripetitività di fondo che non permette al giocatore di usare gli strumenti ottenuti nel corso del gioco come meglio crede, non rendendoli importanti ai fini del gameplay.
Basterà usare l'attacco base e le stesse azioni per arrivare alla fine anche se s'imposta la difficoltà massima. Ciò potrebbe far annoiare una buona fetta d'utenza, nonostante un realizzazione tecnica più che valida per un titolo indipendente.
Valutate bene i pro e i contro prima di entrare nel mondo di Rivendon.