Indiana Jones è sicuramente sinonimo di avventura: un bravo archeologo, docente universitario che decide di sporcarsi le mani per scendere in campo alla ricerca di reperti e manufatti sempre più rari e preziosi. È una personalità ben definita che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare nelle pellicole cinematografiche di grandissimo successo. Naturalmente ci riferiamo ai primi tre capitoli: "I predatori dell'Arca Perduta" uscito nel 1981, il prequel "Il tempio maledetto" del 1984 e il sequel "Indiana Jones e l'ultima crociata" del 1989 con un magistrale Sean Connery spalla perfetta dell'insostituibile Harrison Ford. In seguito sono venuti fuori altri due capitoli, "Il regno del teschio di cristallo" del 2008 e l'ultimo del 2023 "Il quadrante del destino".
Gli ultimi due capitoli però non hanno avuto il successo dei precedenti, principalmente per una sceneggiatura non all'altezza, ma anche per un'esagerazione sugli effetti speciali e sulle situazioni in genere (indimenticabile il frigorifero che resiste a un'esplosione atomica). Onestamente il buon vecchio Indy non si è mai preso troppo sul serio durante le sue avventure che spesso hanno mostrato anche tratti scanzonati e goliardici, ma c'è un limite a tutto e infatti i fan sfegatati dell'avventuroso archeologo hanno bocciato senza pietà gli ultimi due capitoli.
Dal punto di vista dei videogame invece si sono registrate diverse pubblicazioni: partendo da The temple of Doom del 1985, poi con The Last Crusade del 1989 (su licenza dopo il film) e passando per Fate of Atlantis del 1992 (versione avventura punta e clicca e action), fino a sconfinare nel mondo LEGO con un altro paio di titoli ma anche in questo caso si sono registrati tanti alti e bassi. Fatto sta che il tentativo di MachineGames era sembrato, in sede di presentazione, abbastanza azzardato: sia perché lo studio di sviluppo era conosciuto prevalentemente per la (fortunata) saga di Wolfenstein - New Order, Old Blood, The New Colossus e Youngblood - e quindi c'erano parecchi dubbi su come avrebbero affrontato una licenza così imponente, poi perché l'hype era veramente altissimo soprattutto da parte dei fan che si attendevano una storia "vecchio stile" che, fondamentalmente, si sostituisse al film che non è mai arrivato. È difficile descrivere l'insieme di caratteristiche che deve avere un buon film di Indiana Jones, bisogna vederne uno per rendersene conto: ad ogni modo, e per nostra fortuna, Indiana Jones e l'antico Cerchio ha centrato l'obiettivo, regalandoci come vedremo nella nostra recensione un'opera memorabile, sicuramente non perfetta, ma che tutti gli amanti dell'avventura e del buon vecchio Indy non dovranno assolutamente lasciarsi scappare.
Cronologicamente parlando ci troviamo nel 1937, quindi il nuovo gioco si frappone tra "I Predatori dell'arca perduta" e "l'Ultima Crociata". Una volta completata la mastodontica installazione (siamo sui 130 GB dei quali 30 solo per le texture in 4K e HDR) e dopo la lieta sorpresa nel sentire finalmente un gioco parlare in italiano (non solo nei sottotitoli), ci troviamo nella foresta che faceva da apertura alla trama del primo capitolo della serie. Fondamentalmente il tutto serve per farci prendere confidenza con la visuale in prima persona (ne parliamo più avanti) e con i comandi di gioco, ma dal punto di vista narrativo si tratta solo di un sogno con il nostro Indiana che si risveglia al Marshall College giusto in tempo per assistere ad un misterioso furto e dare il via a una nuova avventura.
Una volta smessi i panni del professore universitario e indossato il completo da archeologo rampante il nostro eroe è quindi pronto a mettersi in viaggio per toccare diverse terre (e ambientazioni) sul globo come le sale del Vaticano, le rovine di Sukhotai, Giza e perfino l'Himalaya. Fin da subito però trapela la vera essenza del gioco: misteri e storia antica come se piovessero, il tutto con racconti credibili e documenti da trovare in giro ancora più credibili tanto che raramente ne tralasceremo qualcuno: vorremo leggerli, studiarli e lasciarci immergere nell'atmosfera unica di una ricerca storica senza precedenti anche perché quasi nulla è lasciato al caso. Ogni nuova scoperta, ogni ritrovamento, promette di riportare alla luce un antico mistero e possibilmente un nuovo enigma a testimonianza di un lavoro titanico portato avanti dal team che ha scritto la storia.
Come dicevamo ci troviamo nel 1937 e chiunque sia appassionato di storia sa che quegli anni furono molto particolari, per la crescita e il rafforzamento del partito nazionalsocialista di Hitler in Germania e del fascismo in Italia: due movimenti che poi, una volta insieme, avrebbero dato il via alla devastazione che tutti conosciamo. Queste presenze sono perfettamente percettibili ovunque all'interno del gioco, basti pensare ai fascisti infiltratisi all'interno del Vaticano con la complicità di alcuni membri interni e pronti a guardarvi sempre con sospetto e a farvi fuori se vi vedono muovere fuori dagli spazi consentiti. A trapelare all'interno di quelle mura è lo spirito dittatoriale e oppressivo che cozza tremendamente con l'indole pacifica di suore e preti all'interno del Vaticano. Ovviamente misteri e Chiesa sono un connubio perfetto, lo stesso Dan Brown ci ha dedicato qualche romanzo, e quindi tutti i vari documenti trovati all'interno ci faranno muovere tra torri, i bastioni di Castel Sant'Angelo, la biblioteca Vaticana e tantissimo altro, il tutto elevato esponenzialmente per tutte le location che visiteremo.
Ottima anche la caratterizzazione di Emmerich Voss, un cattivo di tutto rispetto che "attinge" sia a Arnold Toth (i Predatori dell'arca perduta) che al cattivo colonnello Vogel (L'Ultima Crociata): Voss è cattivo, calcolatore e soprattutto determinato ad appropriarsi dei segreti del Cerchio (non vi diremo altro) per metterli a disposizione del Reich, sicuramente uno dei villain meglio riusciti negli ultimi anni in un videogame. Naturalmente poi ci sono tantissimi altri personaggi ognuno dei quali ottimamente caratterizzato in dialoghi, movenze e ovviamente voce, come l'infido cardinale Ventura, il simpaticissimo Antonio e soprattutto Gina Lombardi (interpretata dalla nostra Alessandra Mastronardi) alla quale è affidato il non semplice ruolo di comprimaria.
Il plot di Indiana Jones e l'antico Cerchio è centrato fondamentalmente sull'esplorazione, ma conta di fare presto leva sulla vostra curiosità. Oltre alla storia principale ci sono tantissime missioni secondarie, che si attivano se ci rechiamo nel luogo giusto oppure se recuperiamo il necessario documento o se ci capita di passare vicino a persone che dialogano... magari perché desiderano una fotografia di qualcuno, oppure perché hanno fame e vorrebbero dei cornetti e così via. Le azioni, oltre che a farci reperire documenti collezionabili di ogni tipo oppure la chiave per nuovi misteri, ci doneranno punti avventura che potranno essere investiti poi sui libri dai quali apprendere nuove abilità. Proprio i vari libri, quindi, potranno essere acquistati nei vari punti vendita in giro per gli scenari, investendo moneta conquistata con piccoli furtarelli (occhio a non farci scoprire!) oppure potremo trovarli in giro e lo stesso vale per determinati opuscoli sui quali sono segnati ad esempio i misteri di una determinata area. In quel caso ci basterà aprire la mappa per provare a trovarli (spesso sono comunque ben nascosti lo stesso).
I vari misteri spesso sono rappresentati da dei piccoli puzzle da risolvere comunque ben fatti e ci richiederanno ad esempio di trovare delle combinazioni su altri oggetti sparsi in giro oppure segnate su particolari documenti. Molto utile la fotocamera che acquisiremo da un certo momento in poi e che ci permetterà di immortalare particolari iscrizioni trovate in giro ma anche alcuni personaggi: la messa a fuoco non è comunque assolutamente semplice e bisognerà prenderci un po' la mano.