Sono ormai passati tantissimi anni da quando il Commodore 64 sfornava giochi a ripetizione danzando tra capolavori e ciofeche. Tutto, in assenza di internet, veniva raccontato dalla carta stampata, prevalentemente dalle riviste specializzate del settore. Il mitico Zzap! (qui il nostro speciale pubblicato tempo fa e qui invece una rivisitazione più recente) all'epoca spesso riproponeva recensioni tradotte dall'omonima rivista anglosassone, aggiungendo magari dei piccoli box con i commenti dei redattori italiani. In quel caso Head over Heels, convertito per Commodore dopo l'esordio per Amstrad e Spectrum, si beccò una medaglia d'oro con un punteggio stratosferico del 98%.
Per capire il fenomeno bisognava viverlo: il gioco concepito da Jon Ritman e Bernie Drummond presentava una visuale isometrica, ma con grafica rigorosamente monocromatica che tuttavia offriva un buon livello di dettaglio. Per il vecchio "biscottone" Commodore erano sicuramente usciti giochi più belli da vedere, ma il punto di forza di Head over Heels era proprio il gameplay: un puzzle/platform con due personaggi dotati di diverse caratteristiche che dovevano incontrarsi attraverso stanze piene di enigmi e di pericoli tutti da superare.
A distanza di tanti anni e passando anche per dei remake non ufficiali, Rusty Pixels e Ogre Games ci ripropongono una nuova versione di quel gioco in chiave riveduta e corretta perché si sa, la nostalgia non passa mai!
Il gioco vede in campo due personaggi simpaticissimi, fondamentalmente degli alieni con velate (neanche tanto) forme cinofile: Head (Headus Mouthion) è in grado di saltare abbastanza in alto, muoversi nelle canoniche 4 direzioni e sparare ciambelle congelanti ai nemici per tenerli bloccati sul posto, mentre Heels (Footus Underium) ha un salto più limitato ma si muove più velocemente e può spostare sullo schermo un oggetto alla volta. Una volta insieme i due possono piazzarsi l'uno sull'altro (Head over Heels) e acquisire poteri nuovi ancora più efficaci. Le varie stanze sono dotate naturalmente di trappole di ogni genere, improbabili nemici, rulli a scorrimento e tutto ciò che può farci fuori in un istante, spesso al semplice contatto. Non manca poi la necessità di far funzionare il cervello per capire come raggiungere una determinata leva, come saltare su quella piattaforma e così via.
Non ci sono mappe, dovremo ricordare da noi le stanze attraversate per non perderci fermo restando che avremo a che fare anche con la prospettiva isometrica che influenza (e non poco) la corretta esecuzione dei salti. L'obiettivo è quello di contrastare lo strapotere dell'impero di Blacktooth superando le varie stanze fino al teletrasporto e affrontare poi gli altri mondi. Nel gioco originale ce n'erano quattro: Penitentiary, Safari, Book World e Egyptus oltre alla sfida finale con Blacktooth per un totale di circa 300 stanze da visitare (numero sbalorditivo per quel tempo). Nella nuova versione, invece, le stanze (corridoi di transizione compresi) sono state portate a 540 ed è stato aggiunto il nuovo mondo Techtown.
Nella nuova versione del gioco sono state modificate un po' di cose: principalmente la grafica, non più monocromatica ma colorata mantenendo ovviamente la sua matrice in pixel art, semplice ma efficace. Rimangono pesci e conigli, i primi utili per creare punti di salvataggio (anche se per qualche strano motivo il gioco sul cloud di Steam non salva comunque, ma ci giungono notizie che stanno risolvendo), gli altri per power-up temporanei. In questa versione invece sono state aggiunte le galline: ce ne sono ben 32 nascoste per i vari livelli e alcune abbastanza difficili da provare. Le galline servono fondamentalmente per i completisti, ma anche per essere investite nel piccolo shop presente nel gioco che ci elargisce una vita extra o ciambelle in cambio di polli. Le ciambelle ovviamente serviranno per congelare i nemici sul posto (prerogativa di Head), ma così come la borsa trasporta-oggetti di Heels dovranno prima essere trovate... e non ce ne sono tantissime ovviamente. Inoltre dovrebbe esserci la possibilità di giocare sia la forma moderna che quella classica, ma al momento dei nostri test questa funzione non è stata ancora implementata. Utile invece la possibilità di modificare il livello di difficoltà che influisce non solo sui nemici presenti, ma anche sulla conformazione delle stanze (con più piattaforme, salti più facili e così via) oppure potremo modificare anche la velocità del gioco stesso.
Come ormai avrete intuito Head over Heels non è un gioco facile confermandosi vecchia scuola sotto ogni punto di vista. Andare avanti non sarà impresa semplice, figuratevi completare i vari mondi. Il gioco supporta pienamente il controller anche se vi consigliamo calorosamente di usare il d-pad e non lo stick analogico proprio per via della visuale isometrica. È un gioco estremamente punitivo: ogni minimo contatto con qualunque oggetto fa perdere una vita e certe volte saltare nel giusto tempo su una piattaforma che si muove all'impazzata (e con un pattern piuttosto lungo) è estremamente complicato. Il tasto select permette di "switchare" da un personaggio all'altro: dal momento che nostro obiettivo è fare incontrare i due è ovvio che dovremo dedicarci a entrambi. Sicuramente è necessario un po' di tempo per prendere confidenza con i controlli e con l'ambiente di gioco, poi le cose cominciano ad andare un po' meglio e si rivela la originale e geniale essenza di un gameplay che comunque fece storia al momento della sua uscita proprio per l'innovazione apportata al genere platform.
Head over Heels: Deluxe è chiaramente un gioco che punta all'effetto nostalgia, anche se l'idea di far conoscere ai giovanissimi di oggi i capolavori che hanno fatto storia del videogame è sicuramente apprezzabile. Parliamo di un gioco che fece scuola per gameplay e innovazione al suo tempo, ma che comunque risente degli anni che sono passati, soprattutto per l'alto livello di difficoltà. Se pensiamo però che ultimamente sta prendendo sempre più piede la tendenza di giochi più ostici da portare avanti, ne è testimonianza il boom dei metroidvania, allora il discorso può assumere una connotazione diversa.
Se è la sfida vera che andate cercando il nuovo remake degli alieni canini più strampalati della storia potrebbe fare al caso vostro. Tenete presente però che le innovazioni apportate all'originale sono poche, anche se ben implementate, e questo ovviamente interessa anche chi ha completato il gioco originale che adesso si trova con un intero mondo in più tutto da esplorare. La grafica è carina, la musica ricorda i vecchi chip sonori delle sale giochi di quel tempo, il gameplay è spartano e punitivo all'inverosimile. Potreste anche dargli una possibilità se volete affrontare una vera sfida, se invece appartenete alla platea di coloro che lo giocarono all'epoca allora potrebbe essere il momento giusto per far ingoiare tutti i denti (ogni riferimento è puramente intenzionale) al malvagio Blacktooth.
Modus Operandi:
abbiamo rigiocato a Head over Heels, dopo tanti anni, grazie a un codice fornitoci Plan of Attack.