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Titolo del gioco:
Mexican Ninja - il provato della Demo
Anno di uscita:
2025
Genere:
Action / Beatem' up / Roguelite / Indie
Sviluppatore:
Madbricks
Produttore:
Amber Studio
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 10 (64-bit) - Processore: Dual Core 2.4 GHz - Memoria: 8 GB di RAM Scheda video: GeForce GTX 950, Radeon R7 360 o Intel HD Graphics 630 - DirectX: Versione 11 - Hard disk: 10 GB di spazio disponibile
Box
  • Un bel tornado rimette tutto a posto.
  • Il bestione &egrave; difficile, arrivarci anche peggio.
  • Bisogna menare velocemente anche usando qualche combo.
  • Ogni tanto il gioco ci propone qualche bivio, ma non ce n'&egrave; uno pi&ugrave; facile.
  • Se andremo avanti ci spetter&agrave; una ricompensa: scegliamola con saggezza.
  • I dialoghi spaziano tra l'inglese e lo spagnolo, in tema con tutto il resto.
  • Il maestro Mero Mero ci potr&agrave; far progredire nell'albero delle abilit&agrave;, ma vuole qualcosa in cambio.
  • Il panzone &egrave; pericoloso, ma molto lento. Non sar&agrave; difficile farlo fuori.
  • Lo stile grafico &egrave; sicuramente indovinato: non fa gridare al miracolo, ma fa la sua bella figura.
  • L'importante &egrave; muoversi continuamente, o non si va da nessuna parte.
  • Una bella custom la mettiamo?
  • Anche questa non &egrave; male.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 13-10-2025
Un ninja col sombrero? Questa ancora ci mancava!

La demo del nuovo gioco di Madbricks uscita in questi giorni su Steam è solo un assaggio per quello che promette di essere uno degli indie più strampalati di sempre: effettivamente stiamo parlando di due culture lontanissime, non solo a livello geografico, adesso fuse insieme in un mondo distopico tutto particolare. Il genere roguelite del gioco poi si presta perfettamente tanto alla moda del momento, giusto per fare un paio di citazioni Atomic Owl, Yasha: Legends of the Demon Blade, Shadow of the Orient, ma potremmo continuare data la chiara ispirazione a Dead Cells di tutto il gioco, quanto a un gioco semplice da iniziare ma difficilissimo da portare a termine.


Fatto sta che del roguelite Mexican Ninja incarna proprio l'essenza, non tanto per i livelli procedurali quanto per il livello di difficoltà esagerato che porta a provare e riprovare finché non si saranno accumulate abbastanza risorse, permettendoci di potenziarci e quindi proseguire. Se da un lato tutto sa di già trito e ritrito, però l'abbinamento insolito tra il potere della spada e quello della chitarra non solo strappa più di un sorriso, ma incuriosisce e anche tanto.

BENVENUTI A NUEVO TOKYO

Tutto il gioco come dicevamo punta su questo strano abbinamento, a partire dalla città di ambientazione del gioco (basta pensare allo stesso nome composto da una parola spagnola e l'altra orientale) fino ai cattivi di turno che nascono da un'alleanza tra i narcos e la yakuza formando i Narkuzas. Compito del nostro ninja sarà quello di far fuori tutti gli scagnozzi della nuova organizzazione criminale compresi i 5 capi (nella versione finale secondo quanto annunciato), demolendo di fatto chiunque abbia preso possesso della nostra città. Le fasi iniziali sono semplici, ma il gioco non vuole mai lanciarsi sul complicato dandoci a disposizione un attacco veloce (X sul controller, usato come sempre quello della Xbox Series X su PC), uno lento ma più potente (Y), un salto (A) e una schivata (o dash) con il tasto B. Poi i grilletti posteriori vengono adibiti alle abilità speciali, a patto di averne a disposizione. Durante la demo abbiamo potuto provare il gioco per circa un'ora, fondamentalmente fino al primo boss, abbastanza comunque per farci un'idea sul gameplay.

SI INIZIA DAI SANTUARI

I santuari che compaiono all'inizio (e ogni volta che tiriamo le cuoia), ormai una costante nei giochi di questo tipo, hanno la funzione di farci acquistare dei potenziamenti permanenti investendo i soldi guadagnati durante le nostre sessioni: non solo all'inizio saranno pressoché inutili, ma anche per le prime partite dato che ogni potenziamento costa un botto e passerà del tempo (e una quantità industriale di tentativi) prima che potremo permettercene uno. Il meccanismo è sempre lo stesso: giochiamo, raccattiamo risorse sfruttando i potenziamenti temporanei trovati in giro e cercando di andare più avanti possibile, finché non ci faranno fuori tornando nel santuario iniziale.


Un'azione che si ripeterà partita dopo partita finché non potremo acquistare un potenziamento più serio (e soprattutto che rimanga dopo la nostra morte) che ci consentirà di proseguire. Effettivamente i personaggi secondari che ci seguiranno nella nostra quest sono tutti abbastanza ispirati, come la Virgencita Nee-San che ci darà fin da subito un'abilità speciale da utilizzare con il tasto LT, ma anche il Mero Mero Sensei che invece di farà accedere all'albero delle abilità vero e proprio: a servire, però, saranno le tante monete che recupereremo facendo fuori i nostri avventori e distruggendo anche tutte le casse e gli oggetti che troviamo in giro.

A SUON DI MARIACHI

Non solo le ambientazioni grafiche, ma anche e soprattutto la colonna sonora ci accompagneranno a suon di musica messicana durante la nostra avventura. La visuale è isometrica in una sorta di 2.5D e lo stile grafico è abbastanza "cartoonoso", mantenendo comunque un discreto livello di dettaglio. Naturalmente l'azione è veloce e frenetica, anche perché i narkuzas ci attaccano a orda portando con loro sempre qualche combattente un pochino più "particolare", come il ciccione che ci prende a colpi di panza (per fortuna è abbastanza lento) nelle battute iniziali. È necessario quindi mantenersi continuamente in movimento possibilmente contando sul dash (mancano i blocchi) che tuttavia è dotato di un tempo di ricarica giusto per non abusarne più di tanto. Basta perdere il ritmo e soprattutto l'attenzione per un attimo per racimolare un sacco di legnate ed essere costretti a dover ricominciare. Nel momento in cui ci faranno fuori una carinissima animazione ci vedrà raccattati da un camion della spazzatura e dovremo ricominciare.


È sicuramente un gioco che punta sull'uso della levetta analogica del controller, abbiamo di fatto notato una certa scattosità usando il D-pad. Inoltre la telecamera non sta sempre sul pezzo: ci è capitato di imboccare strade secondarie sul percorso oppure di tornare indietro e la telecamera ha fatto fatica a seguirci, anche se stiamo parlando di un gioco dai percorsi abbastanza lineari.

LE PRIME IMPRESSIONI

Allo stato attuale il gioco si presenta molto interessante, anche se ci toccherà attendere il primo trimestre del 2026 per vedere l'opera completa. L'idea dell'ambientazione ibrida sicuramente attrae e piace: ci si rende contro che i due mondi (quello messicano e quello giapponese) alla fine della fiera non sono così lontani come potrebbero sembrare all'inizio. Molto gradito l'umorismo che pervade tutta l'avventura a partire dagli articoli sul giornale alle abilità speciali come la scorreggia verde che distrugge tutti i nemici attorno a noi (cosaaaa????? -NdNew_Neo), ma anche la stessa progressione chiamata "Way of the Donkey" (la via dell'asino).


L'azione di gioco ci è parsa abbastanza veloce e adrenalinica anche se, a nostro avviso, il livello di difficoltà è un po' calibrato troppo verso l'alto: va bene lo spirito "prova e riprova" di questo tipo di giochi ma un pizzichino di chances in più al giocatore andrebbero date (non osiamo pensare cosa ci sarà nei livelli più avanzati). I requisiti minimi richiesti lo rendono un gioco alla portata di tutti, inoltre l'ottimizzazione dal punto di vista delle animazioni è a buon punto: non abbiamo notato glitch e difetti grafici particolari. Al momento il gioco è localizzato solo in lingua inglese quindi non ci è dato sapere se verranno supportate altre lingue (e non sarebbe male, perché testi da leggere ce ne sono un bel po'). Onestamente non vediamo l'ora di poter provare qualcosina in più.

Modus Operandi:

abbiamo provato la demo di Mexican Ninja grazie a un codice gentilmente fornitoci da Critical Hit PR.

Mexican Ninja si presenta com un Indie molto interessante che riesce nell'impresa di mettere insieme due mondi completamente diversi, quello messicano e quello giapponese, dimostrandoci anche che le due culture possono benissimo coesistere. Tantissimo umorismo nel gioco che spazia dalle battute, ai personaggi secondari e perfino alle stesse abilità speciali strappandoci ben più di un sorriso durante la nostra avventura. Un'avventura che comunque si presenta (per l'ora di gioco che abbiamo potuto provare) molto difficile, costringendo a provare e riprovare finché non avremo raggranellato abbastanza da sbloccare le abilità permanenti. Un titolo intrigante, che si discosta dalla concorrenza soprattutto per l'ambientazione e che non vediamo l'ora di poter provare nella versione definitiva.
  • Ambientazione azzeccatissima
  • Umorismo a profusione
  • Diverte e intriga
  • Livello di difficoltà anche troppo elevato
  • Qualcosina da correggere a livello di telecamera
  • Al momento solo in lingua inglese