La carriera della Stroboskop nel mondo dei videogiochi comincia nel 2015 con il loro primo titolo "Sylvio" che segue la storia di Juliette Waters, un'amante del paranormale che registra e riesce a capire i fantasmi. Viene ambientato nel 1971 nel Saginaw Park che è stato abbandonato dopo un incidente che uccise sia alcuni visitatori che alcuni impiegati del luogo. Sylvio 2 uscì due anni dopo il primo titolo e riprese la storia di Juliette all'interno di un Saginaw Park allagato dove l'unico modo per spostarsi tra isoletta ad isoletta (i luoghi più alti del parco che rimangono visibili in superficie) è attraverso una nave e anche qui dovremmo utilizzare le nostre apparecchiature audio per capire cosa dicono i fantasmi e scoprire di più sulla storia che avvolge questo luogo.
In Sylvio: Black Waters, invece, si cambia radicalmente ambientazione, si finisce nello spazio, su un pianeta extraterrestre buio e pericoloso. Durante questi anni, Sylvio ha subito tanti cambiamenti tra un titolo e l'altro. Sono state aggiunte cose nuove mentre altre sono state trascurate anche troppo fino a farle diventare addirittura inesistenti. Quale sarà la storia di questo nuovo pianeta? Siamo soli? Siamo in pericolo?
Quello che Sylvio: Black Waters vuole essere è un sequel dei primi due titoli, infatti ancora una volta prenderemo i panni di Juliette Waters, il problema è che si capisce veramente poco della vera storia di questo gioco: ci risvegliamo su un pianeta molto buio accanto ad un lago e intorno ci sono vari oggetti che ci suggeriscono che quello è il luogo di atterraggio di una missione spaziale perché ci sono un terminale ed una navicella accanto al lago e dietro tutto ciò si evincono le rovine di quello che sembra essere un castello di pietra. Disorientatissimi, iniziamo ad addentrarci in queste rovine e a seguire la voce di una donna finché non arriviamo ad una struttura abbastanza strana che ha una statua seduta a gambe incrociate che indossa un orologio arancione e una lavagna con affisse delle teste di pietra. La voce proviene dall'orologio ed è una voce robotica che ci dice di avere un nuovo messaggio ma non appena indossiamo l'orologio, ci mettiamo in contatto con un altro uomo che che si trova più o meno nella nostra stessa situazione.
Ci spiega che lui si chiama Lee e che quello dove siamo è un pianeta desolato nel quale lui è l'unico superstite, ci spiega anche che l'orologio che abbiamo al polso può decifrare la lingua degli spiriti e che se ci mettiamo all'interno di una zona con delle particelle bianche attorno avendo l'orologio equipaggiato, inizieremo la sequenza di traduzione e ci verrà segnato in un foglio così che possiamo ricordarcelo. Successivamente ci dice di andare nei "Polmoni" del pianeta seguendo le rotaie e poi la luce bianca. Dopo questa discussione troveremo una pistola, un'arma che funziona proprio come le altre negli altri titoli di Sylvio, ovvero buona per sconfiggere gli spiriti maligni. Andando sempre più avanti nel gioco, Lee ci spiegherà varie cose: che aveva un amico di nome George, che la causa della morte di tutti è stato un incendio e che l'unico modo per scappare da questo pianeta è trovare la combinazione da inserire nel terminale per avviare il lancio dell'astronave. Eppure Lee è uno sconosciuto, ci sarà davvero da fidarsi?
Quello che ha sempre distinto i titoli della saga Sylvio da altri videogiochi è il fatto che la storia la dobbiamo scoprire attraverso delle interazioni con dei fantasmi o meglio spiriti: attraverso la nostra attrezzatura fonica dobbiamo registrare i versi degli spiriti e decifrarli e questi verranno tradotte in delle frasi e una volta che avremo trovato tutte le frasi di un determinato discorso dovremo metterle nell'ordine corretto per poter scoprire quello che gli spiriti stanno cercando di dirci. Abbiamo la possibilità di trovare dei disegni a cui possono essere collegate delle canzoncine i cui versi possiamo scoprirli attraverso dei dispositivi sparsi per la mappa che hanno una manovella che, se girata, manderà in avanti il video con l'audio. Tuttavia per trovare i versi dobbiamo andare in 2x oppure in 0.5, andare indietro o avanti, insomma dobbiamo proprio analizzare con cura questo dispositivo. In questo pianeta apparentemente magico, le scale hanno l'abilità di cambiare la gravità e se ad esempio andiamo verso l'alto salendo una scala, potremmo ritrovarci ad essere sdraiati su questa scala e di aver cambiato la gravità di 90°, inoltre ci sono dei portali appositi fatti da delle cornici che si attivano se ci avviciniamo a loro.
La prima arma che avremo a disposizione sarà una pistola che può essere utilizzata per eliminare gli spiriti cattivi in due modi: se avvistiamo una statua che può trasformarsi in uno spirito cattivo, ci basterà spararle una pietra e quella si frantumerà, invece se lo spirito si libera e ci inizia a seguire nella sua forma incorporea ci basterà spararlo con la modalità aria compressa, la seconda è un fucile e funziona esattamente allo stesso modo solo che può essere ricaricato con due bottiglie di aria compressa anziché una come la pistola. Queste bottiglie di aria compressa saranno sparse in giro per la mappa come le pietruzze che possono essere lanciate alle statue.
Nonostante la critica abbia accolto benissimo il primo capitolo, già con Sylvio 2 si è vista una discrepanza tra i giocatori: c'era chi apprezzava l'esperienza di gioco, chi invece la ripudiava per la storia troppo complessa oppure per la presenza massiccia di bug. Sylvio: Black Waters purtroppo non è molto meglio. Il gioco parte da un'ottima base: l'atmosfera, i suoni e la grafica rimangono abbastanza notevoli, si riesce a percepire appieno la solitudine di questo entroterra pieno di case che un tempo erano abitate da delle persone mentre adesso sono solo infestate da spiriti, alcuni maligni altri con una storia da raccontare. L'esperienza di gioco di invece è molto spoglia: si tratta di seguire un percorso illuminato, tirare fuori l'orologio quando vediamo le particelle degli spiriti parlanti e ascoltare le conversazioni che Juliette e Lee fanno ogni tanto durante l'esplorazione.
Il sistema di combattimento non esiste, al massimo spareremo a 3 o 4 spiriti maligni, dopo di che non ne vedremo mai più uno e anche qui è molto scialbo perché non c'è neanche un po' di dinamicità: vediamo un fantasma cattivo, spariamo, fine... oppure vediamo una statua che contiene lo spirito cattivo, le spariamo, fine... è troppo semplice e non è gratificante per niente. Il gioco finisce una volta che avremmo esplorato tutta la zona dei Polmoni e aver scoperto ogni singola frase degli spiriti per poter ricostruire la storia e scappare dal pianeta. Il problema è che nessuno ce lo impedisce, possiamo camminare indisturbati per ore e ore e nessuno apparirà a fermarci, il nostro più grande nemico al massimo può essere il nostro senso dell'orientamento, ma anche se dovessimo perderci il sentiero è segnato da delle lanterne che nel buio del pianeta risaltano tantissimo.
Purtroppo anche questo titolo è pieno di bug che lo rendono molto seccante da giocare, ad esempio che ogni tanto il personaggio si bugga in certi posti costringendoci a ricominciare dall'ultimo checkpoint, oppure ogni tanto se cambiamo schermata per qualsiasi motivo il gioco va in tilt totale, costringendoci a riavviarlo, inoltre spesso non salva i progressi. È ancora molto grezzo come titolo per essere messo in vendita, e anche se i vari bug fossero sistemati, rimarrebbe molto spoglio, pedissequo e anche noioso. Dopo aver visto il finale ci aspettiamo sicuramente un sequel e speriamo che la Stroboskop possa fare tesoro di queste critiche così da sviluppare un gioco nuovo e migliore.
Modus Operandi:
Abbiamo potuto esplorare questo pianeta, capire i messaggi degli spiriti e affrontare quelli cattivi grazie ad un codice gentilmente fornitoci dagli sviluppatori tramite Terminals.io.