Il mondo dello sviluppo indipendente, sdoganato ormai da 15 anni, permette al giocatore una selezione non solo specifica ma talmente vasta da perdersi in un mare di scelte. Se da un lato c'è quel piacere dell'imbarazzo della scelta, dall'altro diventa difficile capire quale esperienza di gioco faccia realmente al caso nostro.
I generi e le tipologie di gioco si sono ampliate talmente tanto che senza una guida (umana o i siti specializzati) si rischia di prendere non poche cantonate. Gli store digitali più importanti mettono a disposizione offerte e guide per ogni gioco in vendita. Se si ha un po' di pazienza e spulciare la rete, le possibilità di errore diventano minime.
Proprio da questa introduzione andiamo ad esaminate un RPG vecchio stampo, proveniente da quel mondo a 16bit che tanto ha appassionato i giocatori che hanno vissuto gli anni '90. Stiamo parlando di Breath of Death VII, uscito oltre dieci anni fa su PC e Xbox LIVE. Ma attenzione, non parleremo dell'originale bensì del suo rifacimento completo uscito da una manciata di giorni... ovvero Breath of Death VII: The Beginning - Reanimated realizzato da Shadow Layer Games.
Andiamo a scoprirlo nella nostra recensione!
Ai tempi dei computer e console a 16bit, la storia non era così importante come lo è oggi. Oltre trent'anni fa era il gameplay a farla da padrone con le righe di testo a guidarci per non perderci nell'esplorazione e tra quest principali e secondarie. Proprio Breath of Death VII fa parte di questo tipo di esperienza guidando il giocatore tra dungeon e mondo di gioco con un'esplorazione non open world, ma decisamente a corridoio.
Breath of Death VII: The Beginning - Reanimated è il remake dell'originale opportunamente rifatto dal punto di vista grafico e di gameplay, migliorando la quality of life per dare più enfasi all'esperienza di gioco e magari toccare qualche cuore nostalgico (come il sottoscritto che ha vissuto quell'epoca. -NdR). Ovviamente non dobbiamo pretendere la qualità dei giorni nostri, ma invece amare quei limiti che tanti anni fa ci esaltavano visitando città parlando con gli NPC e affrontare oscuri dungeon fino a trovare un uscita, magari, in mezzo alle montagne.
Il remake di Breath of Death VII racconta di un mondo sorto dalle ceneri di una guerra mondiale che ha sterminato l'intera razza umana. Non c'è più vita sulla Terra, ma da essa ne è nata un'altra... ovvero quella dei non morti. Pian piano nuove creature come fantasmi, scheletri, vampiri e zombie stanno ripopolando un mondo vuoto e pieno di polvere. E se la “non vita” sta scorrendo normalmente, una minaccia malefica vuole dominare quel che resta di questo mondo. Per affrontare questo male oscuro, uno scheletro di nome Dem vuole tentare di combatterla facendo affidamento ad altri compagni che troverà lungo il suo cammino fino ad arrivare alla radice di tutto.
Non aspettiamoci nulla di speciale, ma un piccolo titolo indipendente in grado d'intrattenere per una manciata di ore. Proprio così... la durata dell'avventura si aggira tra le 4 e le 6 ore. Le città e i dungeon non sono a mondo aperto, ma a corridoio, quindi è difficile perdersi.
Come abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, Breath of Death VII: The Beginning - Reanimated si basa sull'esplorazione e i combattimenti sia nell'Overworld - il mondo esterno - che nei dungeon. I combattimenti sono a turni contro svariati tipi di mostri che appariranno sempre in maniera casuale. Quindi gli incontri casuali diverranno croce e delizia per chi ama o meno questo genere. Chi vuole esplorare senza continue interruzioni, allora potrebbe trovare alquanto fastidioso dover combattere dopo ogni tot di tempo. In un certo senso anche al sottoscritto, pur avendo giocato tanti RPG quasi trent'anni fa, ha dato un po' di fastidio ritrovarsi con i combattimenti casuali. Essendo parte integrante del gameplay e fondamentali per aumentare di livello, bisogna per forza di cose abituarsi. Comunque non sono così assidui, pensate che nell'interfaccia principale c'è un'opzione per combattere quando si vuole. Inoltre si potrà chiacchierare con il party per ricordarci l'obiettivo principale. Inoltre i personaggi non morti non si prendono mai sul serio, creando un'atmosfera piacevole e scherzosa.
L'esperienza e il denaro si ottengono sconfiggendo i nemici. Ad ogni aumento di livello ci saranno due opzioni da scegliere che determineranno l'evoluzione di ogni membro del party. Questo permette un minimo di personalizzazione, ma non aspettatevi chissà cosa. Comunque tale scelta è ben accetta. Per migliorare l'equipaggiamento bisogna entrare nel negozio di armi e armature presente in ogni città che visiteremo. Spendendo la giusta cifra la forza di attacco e la difesa aumenteranno, così come i parametri principali di ogni personaggio. Se avete un buon intuito, capirete che si tratta di un RPG strutturalmente semplice dove si esplorano regioni e dungeon, si combatte, si cresce di livello, si potenzia l'equipaggiamento e così via fino alla fine.
Questo remake migliora le meccaniche dell'originale rendendolo più attuale e user friendly, snellendo il gameplay e aggiungendo qualche feature per renderlo rigiocabile per chi vuole sviscerarlo da cima a fondo.
Il lavoro svolto su Breath of Death VII: The Beginning - Reanimated è di buon livello, cambiando radicalmente l'aspetto tecnico e grafico, aggiungendo un pizzico di quality of life per renderlo più appetibile a quei nostalgici (come il sottoscritto. -NdR) che vogliono ripercorrere quel periodo storico del nostro media. Il gioco è disponibile su Steam dal 12 dicembre, e fino al 26 dicembre è possibile acquistarlo con il 25% sconto, praticamente al prezzo di un cappuccino e cornetto.
Il fatto della doppia scelta dopo ogni aumento di livello garantisce un pizzico di rigiocabilità. Ma è la modalità Dragonduck a dare una spinta in più nel rimettere mano al gioco dopo averlo concluso. Nei panni dello scheletro Dem esploreremo una nuova mappa piena di tesori, nemici e trappole. Dovremo fare attenzione ai Dragontrucks, demoni molto più feroci e pericolosi dei nemici comuni.
La parte che risalta maggiormente in questo rifacimento e senz'altro la colonna sonora. Realizzata da HyperDuck SoundWorks che ha curato la soundtrack di Cosmic Star Heroine e soprattutto di quel gioiello di Dust: An Elysian Tail. Le battaglie sono più piacevoli da ascoltare e l'esplorazione del mondo di gioco risulta più tranquilla e serena.
Breath of Death VII: The Beginning - Reanimated ha migliorato ogni aspetto dell'originale, ma resta comunque un RPG bidimensionale graficamente semplice. Quindi chi vuole un'esperienza tecnicamente appagante, dovrebbe guardare altrove. Chi invece vuole ripercorrere l'evoluzione del videogioco, allora farebbe bene a soffermarsi su un titolo come questo che comunque rappresenta una tappa importante. Giochi come Final Fantasy VII hanno percorso la strada degli incontri casuali, quindi tale passaggio - pur con i suoi contro - risulta fondamentale per capire come i videogiochi si sono evoluti adattandosi alle esigenze dei giocatori.
Se lo collochiamo nel posto che gli appartiene, un piccolo titolo indipendente che vuole intrattenere, allora questo remake acquista un suo valore. Ovvero quello di rappresentare un passaggio dell'evoluzione dei videogiochi, che piccoli sviluppatori indipendenti hanno voluto ripercorrere o dare omaggio, per chi è più giovane e non ha vissuto i tempi dei computer e console a 8 e 16bit.
In vendita a due spicci (per di più in offerta fino a Santo Stefano), potreste dargli una possibilità anche perché il lavoro migliore svolto è su quello musicale. La colonna sonora è nuova di pacca, realizzata dagli autori di Dust: an Elysian Tail, un titolo che vi consigliamo caldamente di giocare se ancora non lo avete fatto.
Modus Operandi:
Abbiamo giocato al remake di Breath of Death VII, esplorando e combattendo con Dem e i suoi compagni, grazie ad un codice datoci da PR Hound.