Sono passati ormai 5 anni da quando la pandemia ci teneva tutti chiusi in casa e i ragazzi di Infuse Studio tiravano fuori dal cilindro il primo capitolo delle avventure della volpe. Un gioco controverso, perché diverso dal solito che puntava sull'impatto visivo invece che sull'azione vera e propria, cercando di offrire un gameplay rilassato e magico allo stesso tempo. Lo stesso si può dire per questo sequel che espande la mappa di gioco puntando tutte le sue carte migliori sull'esplorazione, in un mondo silenzioso, poco abitato, ma comunque minacciato dal solito cattivone di turno risvegliatosi per l'occasione.
Intorno a noi le rovine di vecchi insediamenti umani ma soprattutto tanto assordante silenzio, giustificato da un lato dall'ambientazione squisitamente nordica della storia, dall'altro dalla mancata presenza dell'uomo che, solitamente, ha la brutta abitudine di turbare gli equilibri della natura. Un'ambientazione calma e silenziosa quindi che richiama il capolavoro di animazione Flow, uscito al cinema poco tempo fa e, giustamente, premiato con un premio Oscar.
Una volta lanciato il gioco ci viene chiesto di personalizzare la nostra volpe, scegliendone aspetto, colore della pelliccia e perfino il nome. Una clip introduttiva poi ci racconta come lo sciamano Grimnir risvegliatosi dal suo lungo letargo abbia provato nuovamente a corrompere il mondo imprigionando i Guardiani Perduti, gli unici in grado di contrastarlo. Toccherà a noi, quindi, nel nostro lungo viaggio liberarli dal maleficio cercando, di fatto, di salvare baracca e burattini. Ad accompagnarci nella nostra impresa, questa volta, ci sarà un amico Corvo che, inizialmente, ci indicherà i vari comandi di gioco, più avanti, se riusciremo a potenziarlo al punto giusto sarà in grado di fornirci un aiuto ben più importante fino a sbloccarci abilità speciali vere e proprie.
Dovremo cominciare a muoverci, senza ricevere particolari indicazioni salvo l'obiettivo principale che è quello di liberare gli spiriti degli animali-totem delle varie tribù (di fatto i Guardiani Perduti sono proprio loro... -NdR) gironzolando per l'occasione nelle varie aree contrassegnate e appartenenti alla tribù dell'Orso, del Corvo, del Cervo, dell'Ariete e dei Lupi. Naturalmente passeremo da "casa nostra", l'Isola delle Volpi dove incontreremo parecchi nostri simili anche se, purtroppo, l'interazione con loro è ridotta ai minimi termini.
Potremo naturalmente muoverci (abbiamo usato come solito il controller Xbox su PC, perfettamente configurato), saltare con il tasto A e afferrare oggetti da riposizionare altrove con il tasto X. Con LB potremo correre e combinandolo con A potremo fare salti più poderosi. Questo almeno all'inizio: proseguendo nel gioco e investendo sulle varie rune trovate in giro potremo anche sbloccare nuove abilità che ci permetteranno di fare un doppio salto, planare, scattare in avanti e così via fino anche ad assumere una forma eterea per breve tempo. Buona parte delle volte saremo chiamati a risolvere semplici enigmi ambientali che di solito si basano sul prendere un oggetto da una parte e poggiarlo su una qualche particolare serratura, oppure appenderci a particolari interruttori per attivarli e così via, niente di veramente speciale.
Altre volte invece dovremo sfruttare proprio il paesaggio comprese alcune correnti ascensionali, piattaforme mobili e tutto ciò che ci può aiutare a raggiungere un determinato obiettivo solitamente indicato da una strana scia rossa luminosa presente nel cielo. Molto importanti sono le varie statue di Eona che fungono solitamente da checkpoint una volta attivate, ma anche le varie tane delle volpi all'interno delle quali potremo depositare tutte le gemme raccolte in giro che verranno perse in caso di nostra dipartita. In questo caso, in puro stile soulslike potremo tornare sul luogo del "misfatto" per recuperarne almeno una parte.
Le gemme trovate in giro potranno essere spese presso le Grotte dei Procioni per acquistare abilità interessanti per migliorare la nostra volpe. Proprio riguardo le abilità c'è un vero e proprio albero (accessibile dal menu di pausa), dove potremo incastonare dei particolari item raccolti con le missioni sia principali e secondarie, per sbloccare miglioramenti (principalmente sullo stato di salute fisica, ma anche spirituale) sia della volpe che del corvo nostro compagno d'avventura. Altra valuta di gioco sono particolari spiritelli da portare in giro e utili non solo per far progredire la nostra eroina quanto per portare avanti la storia del gioco.
Ci sono poi gli obelischi, da attivare risolvendo piccoli enigmi ambientali, che sbloccheranno nuove aree nella mappa di gioco. In qualunque momento comunque potremo spostare le rune incastonate sostituendole con altre che abbiamo trovato e modificando di fatto la nostra abilità per superare ad esempio qualche particolare area un po' più ostica. Il gioco comunque è abbastanza tirchio in quanto a informazioni e se aggiungiamo il contesto open world al tutto, purtroppo il trovarsi a gironzolare senza capire cosa fare è un rischio abbastanza tangibile, a maggior ragione se consideriamo che il più delle volte "troveremo la chiave prima della serratura".
Sicuramente, ormai lo avrete capito, Spirit of the North 2 punta tantissimo sull'esplorazione: ne è testimonianza l'abitudine di celare gli ingressi ai vari santuari costringendo il giocatore a guardare bene in ogni angolo per evitare di perderseli. Come se non bastasse non ci sono viaggi rapidi, eccezione fatta per le tane delle volpi che possono comunicare tra loro ma che, il più delle volte sono discretamente lontane dal nostro obiettivo. Lo stesso vale per i checkpoint, pochi e mal distribuiti che in caso di dipartita ci costringeranno a un bel po' di strada "su zampe".
Tutto questo in un ambiente immerso nella natura e, purtroppo, molto poco popolato: una scelta che ci sta vista la posizione geografica delle terre visitate ma che comunque malgrado l'impatto grafico sia sicuramente d'effetto, contribuisce ad aggiungere monotonia e noia al gioco. Gli stessi scontri con i vari boss non sono certo all'insegna della adrenalina, limitandosi (e limitandoci) più alla soluzione intelligente che alla nostra abilità. Proprio tutto questo farebbe desiderare un aiuto maggiore dal gioco stesso almeno per guidarci su cosa fare in ogni momento della storia invece, il più delle volte, dobbiamo trovarci da soli anche l'obiettivo.
Qualche problematica viene fuori proprio dal sistema di controllo. Innanzitutto i salti possono essere comandati da noi, ma anche eseguiti in maniera automatica sfruttando dei triangolini azzurri che compaiono sulle varie sporgenze. In questo caso, premendo il pulsante A, la nostra volpe salterà automaticamente su quella sporgenza. Innanzitutto c'è disparità tra i due tipi di salti: a parità di distanza e di pressione, quello con il triangolino vedrà la nostra volpe giungere a destinazione, l'altro la vedrà precipitare nel baratro. Il problema maggiore, però, deriva dall'altro lato della medaglia del salto automatico che si attiva magari mentre vorremmo andare da tutt'altra parte (e magari non ci siamo accorti che era comparso il famigerato triangolino). Inoltre il più delle volte le sporgenze utilizzabili per scalare le varie rocce non sono evidenziate e ci toccherà provare comunque il salto nella speranza di avere imbroccato la decisione giusta.
Un altro problema riguarda la telecamera, che spesso si perde il centro dell'azione o altre volte focalizza al centro ad esempio la direzione di un salto con buona pace della nostra idea iniziale. Un'altra criticità riguarda la mappa di gioco, non presente in forma "mini" su schermo e che ci obbliga a visualizzarla dal menu di pausa con tanto di transizione in dissolvenza che rende la procedura più farraginosa del normale (anche perché alla mappa ricorreremo spesso e volentieri, sia per marcare le destinazioni che per capire dove siamo).
Dal punto di vista tecnico ci sono alti e bassi. Il comparto grafico è ben realizzato e, anche se i requisiti minimi richiedono una scheda RTX 2080, abbiamo potuto provarlo lo stesso su una GTX 1650: il compromesso ci ha visti sacrificare buona parte dei dettagli ma mantenendo però una buona fluidità delle animazioni, spingendo le texture a livello medio e giocando un po' sui tanti parametri previsti come assetto grafico. Questo è sicuramente segno di una buona ottimizzazione. L'altro lato della medaglia, purtroppo, presenta alcuni glitch e soprattutto compenetrazioni poligonali che ci hanno visto "incastrare" sullo scenario più di una volta. Le musiche di accompagnamento fanno il loro dovere, mantenendosi in linea di massima sul soft a giusto corredo di quelle immense lande desolate.
Sicuramente avremmo gradito molta più "vita" sulla mappa: ci sono interi territori dove non si incontra "anima viva" (nel senso proprio del termine... -NdR) e questo, aggiunto alla tantissima strada da percorrere correndo sulle nostre zampine, accresce quel senso di monotonia e di noia che finisce, immancabilmente, per trascinare il ritmo verso il lento-sonnolente. Inoltre più volte abbiamo posato i nostri oggetti in un punto salvo poi non ritrovarli più una volta girato l'angolo (il che ci ha costretti a cercarli in giro e non sempre li abbiamo ritrovati nella posizione originaria). Molto apprezzati i sottotitoli in italiano, ben tradotti, e per i quali non abbiamo notato strafalcioni di sorta.
Spirit of the North 2 è un gioco che punta tutto sulla magia, sull'atmosfera e sulla delicatezza della storia. Lo fa dandoci un intero mondo tutto da esplorare e da scoprire, con i suoi differenti biomi a caratterizzarne le varie aree. Peccato che il gioco stesso guidi poco il giocatore creando più volte quel senso di spaesamento e di incertezza sul da farsi, che è il rischio peggiore nei giochi open world. A creare qualche problema anche il sistema di controllo che dà la sensazione, coadiuvato da qualche incertezza della telecamera, di non avere mai la perfetta padronanza della situazione, soprattutto dei salti.
È un peccato anche perché la storia è molto bella e l'idea assolutamente valida, inoltre parliamo di un titolo indipendente, che quindi ha avuto risorse limitate per lo sviluppo. D'altro canto è un gioco che può appassionare e sicuramente divertire, a patto però di scendere a compromessi con i suoi difettucci, di munirsi di tanta pazienza e soprattutto di calarsi in un ritmo estremamente lento. A questo punto la scelta è sicuramente la vostra, magari dopo avere provato la demo.
Modus Operandi:
abbiamo gironzolato per il nord nei panni di una volpe, grazie a un codice fornitoci da Press Engine.