La risposta alla nostra domanda si chiama proprio Nikoderiko: The Magical World, nuova opera dei ciprioti VEA Games. Un platform che (basta lanciarlo per rendersene conto) attinge a piene mani da altri giochi dello stesso genere anche se, fortunatamente, lo fa dai "mostri sacri" del genere passati alla storia. All'interno di Nikoderiko troviamo un po' di Donkey Kong Country (qui la nostra storica recensione del primo capitolo), una spruzzata di Crash Bandicoot (qua la nostra recensione sul quarto capitolo) , un pizzico di Rayman e giusto giusto un po' di Sonic che non guasta mai. Naturalmente, proprio per completare l'opera c'è anche l'alternanza tra visuale in 2D (tipica dei vecchi platform anni 80/90 giusto per fare un esempio) e quella in 3D.
Effettivamente, se facciamo un salto indietro nel tempo, fino all'exploit dei giochi coin op (per i giovincelli erano le macchine da sala giochi), è proprio il genere platform a incarnare la vera e propria essenza del gioco arcade, rigorosamente in 2D a schermata fissa (tipo Bubble Bobble) oppure a scorrimento (e qua gli esempi si sprecano). Un genere che si è evoluto pian piano nel tempo aggiungendo sempre nuova linfa allo zoccolo di base che consisteva nello zompettare da una piattaforma all'altra facendo fuori i cattivi su schermo. Poi il 1994 va ricordato come una data storica: la Rare uscì su Super Nintendo con quella perla di Donkey Kong Country che fece impennare improvvisamente verso l'alto l'asticella di tutto il genere platform.
La storia è, come spesso accade, estremamente semplice. Niko e Luna sono due manguste che vivono beatamente su un'isola non meglio precisata, finché non scoprono una reliquia rubata dal cattivissimo (e grosso) Grimbald capo della Cobring Gems Company. Naturalmente bisognerà recuperare la reliquia facendo fuori tutta l'organizzazione dei Cobring attraverso 7 aree divise a loro volta in 5 livelli con tanto di boss finale ad ogni area. Se dalla presentazione iniziale sembra di assistere ai vaneggiamenti del Dr. Cortex (il vecchio "amicone" di Crash), la mappa dell'isola divisa in vari biomi ci richiama alla mente quella di Donkey Kong Country.
La struttura è abbastanza lineare: bisognerà avanzare di livello in livello fino all'immancabile boss finale, il tutto contornato ovviamente di aree e livelli nascosti tutti da scoprire. Una storia semplice, dicevamo, che serve esclusivamente da pretesto per scaraventarci in un coloratissimo mondo con nemici di ogni genere, piattaforme semovibili (o che scompaiono) e collezionabili (neanche tanti a dire il vero) da trovare sia per soddisfare le nostre manie da completisti ma soprattutto per accedere ad aree segrete quasi sempre a tempo dove ci verrà chiesto di far fuori tutti i nemici, di raccogliere tutte le gemme e così via.
Si nota subito la mancanza del doppio salto, caratteristica ormai presente in ogni platform di moderna concezione: abbiamo però la possibilità dopo un salto, di poter planare per raggiungere le piattaforme più lontane. Per far fuori i cattivi potremo saltargli sulla testa (alla super Mario per esempio) oppure utilizzare una scivolata: dipende ovviamente dalla corazza e dal tipo di nemico dato che ognuno può essere eliminato in un modo diverso. Poi c'è anche lo schianto a terra giusto per gradire e per avere ragione di quelli che si difendono frontalmente e dall'alto. Ovviamente c'è da fare i conti con le asperità del terreno tra zone scivolose, appuntite e tutto il "parco macchine" messo in campo da un platform moderno.
Sarà possibile anche utilizzare delle cavalcature per muoverci più in scioltezza, sfruttando ovviamente le caratteristiche del nostro mezzo di trasporto come gli attacchi speciali: oltre alla simpaticissima rana ci sono anche un cavalluccio marino, un dinosauro e un cinghiale per un totale di quattro cavalcature. Alcune sono ovviamente da sbloccare e le troveremo in giro o potremo comprarle dal mercante che incontreremo durante i livelli, un certo Rivar l'inventore con tanto di pappagallo al seguito. Dalla sezione tesoreria potremo accedere sia all'album dei collezionabili che alle stesse cavalcature. L'idea è, manco a dirlo, quella di Donkey Kong Country con una limitazione sull'uso di questi "animaletti" in determinate aree e non in tutto il gioco (e fondamentalmente è giusto così).
Assolutamente no! Troveremo i barili di TNT alla Donkey Kong Country ma anche i calabroni praticamente invulnerabili. Ci sono poi i funghi rimbalzanti alla Rayman e soprattutto ci sono i livelli (non tantissimi) a scorrimento verticale tipo Crash Bandicoot. Il pezzo forte è la miniera Cobring con un intero livello sui carrelli da miniera (che era uno dei pezzi forti del capolavoro della Rare). Non mancano (tanto per completare) le bellissime sessioni sott'acqua (anche queste ispirate indovinate a chi?) pienissime di nemici di ogni genere e di livelli nascosti. C'è anche la raccolta di singole lettere trovate su schermo che poi comporranno una parola donandoci una vita extra (questa è troppo semplice da citare).
Il gioco in sé non è particolarmente impegnativo, perfino alla modalità più difficile anche se, come genere insegna completarlo è un conto - ci vorranno circa 8 ore -, completarlo con tutti i collezionabili è impresa ardua ai limiti dell'ostico (certe aree segrete sono nascoste veramente bene). Non c'è neanche un vero e proprio game over, possiamo "morire" quante volte vogliamo prevalentemente in alcune sessioni che rappresentano un vero e proprio trial & error anche se non sono tantissime.
Dal punto di vista tecnico c'è poco da dire. La grafica è molto colorata, anche se non siamo ai livelli dei capisaldi del genere, fa il suo dovere facendosi apprezzare soprattutto nella diversità dei vari biomi. Molto ben disegnati anche i cattivi al limite del "carino e coccoloso" anche se tremendamente pericolosi. Buone anche le animazioni che non hanno manifestato segni di incertezza anche nelle fasi più concitate e tutto sommato buona anche la risposta dei comandi di gioco che solo raramente ci hanno fatto dubitare sui nostri salti. Uno dei pezzi forti è sicuramente la colonna sonora ad opera di David Wise che a suo tempo aveva musicato buona parte di Donkey Kong Country, ma il vero divertimento è garantito dalla modalità co-op in locale: giocato in due Nikoderiko: The Magical World diventa veramente spassosissimo (e purtroppo ancora più facile). Belli i boss di fine livello anche se la curva di difficoltà per superarli è leggermente altalenante (alcuni troppo facili altri particolarmente ostici).
Siamo di fronte a un gioco che copia a destra e a manca, questo è vero, ma lo fa con un certo stile tanto da indurci a parlare di tributo e non di plagio. Va anche detto che non c'è nessun cenno di innovazione per il genere, il sentore di già visto vi accompagnerà dall'inizio alla fine. Gli sviluppatori hanno cercato di prendere il meglio dagli altri giochi regalandoci un mix che non è certamente un capolavoro (in questo caso non è la somma che fa il totale) ma che comunque piace, diverte, e regala qualche ora di bell'intrattenimento. Vista da questa prospettiva l'opera di VEA Games merita la giusta considerazione da parte di tutti gli amanti del genere platform.
Modus Operandi:
abbiamo zompettato in Nikoderiko grazie a un codice fornitoci da White Label.