Il plot principale del gioco l'abbiamo visto e rivisto in tantissime produzioni fantascientifiche (compresa la bellissima serie Lost in Space). Una grossa multinazionale che si offre, a pagamento si intende, di esplorare nuovi mondi per stabilirvi nuove colonie e quindi permettere all'umanità di andare a vivere anche lontano dalla Terra. In realtà Revenge of the Savage Planet è il sequel di Journey of the Savage Planet (qui la nostra recensione) venuto alla luce 5 anni fa sempre ad opera di Alex Hutchinson in uno studio da lui fondato che però fu chiuso qualche anno dopo in seguito al fallimento del progetto Stadia.
Adesso il talentuoso Hutchinson ha fondato un nuovo studio, il Raccoon Logic e ci propone un sequel del titolo originale che comunque all'epoca riscosse un discreto successo. Varianti ammesse sono il cambio della visuale dalla prima persona alla terza e più pianeti da esplorare: adesso ce ne sono ben 4 più uno bonus (del quale vedremo solo una piccola parte) sbloccabile una volta completati gli altri. Siamo pronti quindi ad andare a curiosare in altri mondi?
La trama di gioco è molto semplice, del resto come dicevamo nel corso degli anni il tema è stato abbastanza inflazionato. Noi lavoriamo per la Alta Interglobal, la multinazionale che si occupa di esplorazione e colonizzazione nello spazio remoto e veniamo ibernati per ben 100 anni per recarci poi su Stellaris Prime con l'obiettivo di esplorare e mappare il pianeta. Una volta a destinazione però scopriamo, in un amaro risveglio, che siamo stati licenziati e abbandonati al nostro destino, persi nello spazio profondo, in un mondo inospitale e con la necessità di raccogliere i cocci per poter tornare a casa.
La nostra missione passerà quindi attraverso la possibilità di riuscire a ripartire, con la rabbia e il rancore verso l'Alta Interglobal che ci ha scaricati e il tutto velato da un alone di mistero su un fantomatico personaggio che non sappiamo ancora se amichevole o no. Per fortuna nei propositi di vendetta si incappa sempre in qualcuno che condivide il nostro astio, nella fattispecie un certo Martin Tweed ex-impiegato della Kindred Aerospace che è la società inglobata e fatta fuori da Alta Interglobal. Insomma tra intrighi, vendette e necessità di far luce su troppi misteri, ce n'è abbastanza per mettersi subito all'opera e venire fuori da una scomoda situazione.
Una volta a destinazione, con tanto di tribolazione durante l'atterraggio, potremo metterci in movimento cominciando a guardarci attorno. Ci verrà anche chiesto di impostare aspetto e voce dell'intelligenza artificiale con la quale dovremo relazionarci. Fin da subito cominceremo ad utilizzare lo scanner (con la crocetta direzionale del controller combinato con il dorsale RB, quello Xbox andrà benissimo) su flora e fauna locale, giusto per cominciare a raccogliere informazioni e capire chi o cosa abbiamo davanti. Obiettivo è quello di raccogliere le varie risorse presenti in giro da utilizzare poi nella stampante 3D, rimasta nei ruderi della capsula di atterraggio, per creare oggetti utili ad andare avanti. Inizialmente sarà quindi un avanti e indietro abbastanza guidato e soprattutto obbligato, salvo poi raggiungere la base operativa, chiamata modulo habitat che diventerà il nostro punto di riferimento per la restante parte dell'esplorazione. Questo continuo avanti e indietro, però, ci accompagnerà per tutta la durata dell'avventura.
Naturalmente ci troveremo davanti anche la strampalatissima fauna locale, costituita da stranissimi personaggi, che dietro a un aspetto pacioccoso nascondono di solito un certo grado di pericolosità. Inizialmente qualche calcio ben assestato ci risolverà più di un problema, ma andando avanti avremo bisogno di armi un pochino più efficaci a partire da una pistola utile soprattutto contro gli esseri volanti. Non ci soffermeremo a descrivere i vari oggetti necessari e realizzabili, perché sono strettamente legati e funzionali alla trama di gioco dal momento che ci serviranno comunque per poter andare avanti nella storia. Tutta l'avventura si basa quindi su missioni principali, mentre le secondarie constano soprattutto di alcune sfide di abilità utili per sbloccare ulteriori oggetti e potenziamenti.
L'incipit comunque è quello dei metroidvania sempre più di moda nei giorni nostri. Aree inaccessibili alle quali ritornare una volta acquisito il giusto potenziamento. Tutto sommato le fasi di combattimento non sono complicate, sia per il livello di difficoltà sicuramente abbordabile ma anche perché il gioco ci perdona deficit di mira così come del resto fa per il platforming vero e proprio. Non è richiesta la precisione assoluta nel saltare da una rampa all'altra. Gli stessi boss di fine livello sono superabilissimi pur nella loro spettacolarità (sulla quale preferiamo non dirvi assolutamente nulla... -NdR).
I potenziamenti sono assolutamente necessari per poter proseguire l'avventura, dal momento che certe sezioni saranno ovviamente inaccessibili in prima battuta: di conseguenza potenziare salto, resistenza e abilità di nuoto per il nostro omino si rivela assolutamente fondamentale. Alcuni potenziamenti, come sempre accade sono "più importanti" di altri anche se a lungo andare serviranno quasi tutti soprattutto per i maniaci del completismo. Infatti c'è la possibilità di tornare sui propri passi per andare ad esplorare un'area che prima ci era preclusa. Non manca anche un pizzico di crafting, a patto di raccogliere i vari oggetti utili disseminati in giro così come i tanti collezionabili che ci permetteranno di modificare l'aspetto (e soprattutto la tuta) del nostro protagonista oppure di arredare il modulo habitat. Tutto comunque avviene abbastanza in scioltezza e in maniera comunque guidata dalle stesse missioni, lasciando il free roaming vero e proprio alla nostra assoluta volontà oppure alla voglia di completismo.
I quattro pianeti da esplorare (più parte di un quinto come dicevamo prima) presentano, come è lecito attendersi diversi biomi: anche se non c'è nulla di innovativo dato che parliamo di deserto, foreste, lava e ghiaccio, a fare la differenza è la grande fantasia degli sviluppatori su flora e fauna che viaggiano a temperatura "strampalata stabile". Ogni personaggio infatti ci attacca in un modo molto particolare, insolito, tipico di un gioco che non ci pensa neanche un attimino a prendersi troppo sul serio. In linea di massima si andrà a colpi di scanner su ogni cosa solo nelle parti iniziali, poi ci si limiterà a muoversi cercando di scoprire "on site" cosa fa quel particolare strano alieno e come può rappresentare una minaccia per noi. A intervallare il tutto delle cutscenes in puro stile "fotorealismo" che di tanto in tanto hanno sbandato evidenziando qualche piccolo bug di ottimizzazione, come ad esempio filmati interrotti prima che potessimo leggerne il contenuto.
Naturalmente da un pianeta all'altro c'è anche un pizzico di ripetitività, ma in linea di massima il level design se la cava abbastanza bene. Dopo la metà dell'avventura c'è anche un percettibile calo di intensità, ma probabilmente è fisiologico anche questo: in realtà il gioco ha la giusta durata secondo noi. C'è anche una modalità co-op, sia locale (a schermo condiviso) che online: affrontare l'avventura insieme ad un partner può sicuramente essere divertente anche se, nell'autonomia di gioco, la modalità in multiplayer aggiunge molto ma molto poco.
Alla fine dei conti Revenge of the Savage Planet è un gioco molto carino che pur non eccellendo in nessuno dei suoi aspetti riesce a divertire se preso nel suo insieme. Buono il comparto grafico con uno stile molto "cartoonoso" e molto ben colorato: non c'è sicuramente da gridare al miracolo, ma i vari livelli sono piacevoli da vedere e non ci sono vere e proprie incertezze nelle animazioni. Magari c'è qualche ottimizzazione ancora da fare dal momento che abbiamo assistito a qualche glitch e a qualche fastidiosa compenetrazione poligonale, ma in linea di massima il tutto gira senza troppi intoppi. Buone le musiche di accompagnamento e il doppiaggio mentre sono sicuramente graditissimi i sottotitoli in italiano per i quali è saltato fuori qualche svarione ma nulla di importante.
Il gameplay è sicuramente attrattivo: le tre fasi tra esplorazione, platforming e combattimento si amalgamano abbastanza bene tra di loro riuscendo comunque nell'intendo di stimolare nel giocatore la curiosità a provare un'altra partita, soprattutto per esplorare proprio tutto e vedere come va a finire la storia. Non proprio abbordabilissimo il prezzo su Steam, anche se è compreso il primo capitolo nel pacchetto, questo è vero (non su console a quanto pare. -NdNew_Neo). Tuttavia siamo davanti a un gioco in grado di intrattenere e sicuramente divertire grazie anche all'umorismo presente in tutta la storia. Se amate questo genere potreste farci un pensierino.
Modus Operandi:
abbiamo giocato Revenge of the Savage Planet grazie ad un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite Press Engine.