Uno dei titoli indipendenti che ha colpito sia la stampa che i giocatori è stato Ruffy and the Riverside. Pensate di passeggiare liberamente per lo scenario e di cambiare le texture per risolvere enigmi, avere dei vantaggi, sconfiggere avversari, cambiare l'acqua in lava e viceversa e molto altro. Quest'idea originale amplia la libertà d'interazione sia per divertirsi che per sperimentare.
Sulla carta tale implementazione creata dagli sviluppatori di Zockrates Laboratories è davvero originale e dal grande potenziale. Ma in sostanza, una volta avuto il gioco sottomano, parte del suo fascino si perde poiché legato a precise esigenze di gameplay. Probabilmente si è dovuti a ridurre la libertà di questa funzione, denominata SWAP, per renderla maggiormente funzionale sia ai fini di gioco che di progressione. Ciò, dal nostro punto di vista, fa perdere quell'immedesimazione che avrebbe portato il gioco ad un livello più alto.
Nonostante questa piccola/grande delusione, la struttura di gioco e il gameplay sono ben realizzati e ci si diverte. Le cose da fare, tra quantità di enigmi e di collezionabili, sono davvero tante e per chi ama completare il gioco al 100% troverà pane per i suoi denti. Se applichiamo queste caratteristiche con una grafica che mischia il 3D de il 2D, Ruffy and the Riversade poteva essere un piccolo capolavoro.
Andiamo a scoprire più da vicino quest'opera indipendente nella nostra recensione!
La prima cosa che colpisce, nel bene e nel male, di Ruffy and the Riversade è la sua verbosità... secondo noi fin troppa! I personaggi principali, noi compresi, hanno molto da dire sia durante il gameplay che nell'evolversi della storia. Non essendo localizzato in italiano, si rischia di non capire parte dei numerosi dialoghi se non si conosce la lingua di Albione e le altre implementate. Dal nostro punto di vista questa struttura fin troppo da adventure tende a rallentare il gameplay che comunque permette di deviare (fino ad un certo punto) dalla storia principale.
Nei panni di Ruffy, un orso con il cappuccio, verremo “prescelti” per salvare il mondo di Riverside da una minaccia inavvertitamente richiamata da Sir Eddler, la nostra talpa mentore, amante (fin troppo!) delle gemme. Nel frattempo si impara la meccanica dello SWAP che permette di prendere una texture di un scenario come legno, metallo, acqua e altro e di applicarlo su un'altra texture. Le applicazioni sono molteplici non solo a fini estetici, ma di gameplay e di risoluzione dei numerosi puzzle/rompicapo presenti. Ad esempio potremo cambiare l'acqua in lava e viceversa, o magari trasformarla in una pianta rampicante per raggiungere un posto in alto utile ai fini del gioco. Più avanti lo SWAP ci tornerà utile anche per usare... il “magnetismo”.
Fin da subito, una volta usciti dalla città dove siamo cresciuti e dalla sua periferia, si presenta un mondo pieno di opportunità tra enigmi, corse, camminate su balle di fieno, sfide e raccogliere diversi tipi di collezionabili tra farfalle, dreamstone, gemme speciali ed esseri pacioccosi come gli Etoi - ben nascosti - che si dice abbiano contribuito alla creazione del mondo. Da questo punto di vista Ruffy and the Riverside è pieno zeppo di attività, ma come abbiamo spiegato prima, manca di quel mordente in grado di farlo spiccare tra le migliori produzioni indipendenti.
Il nemico con cui avremo a che fare sarà Groll, risvegliato come detto da Sir Eddler, il quale è un essere a forma di cubo davvero cattivo a capriccioso che si diverte a devastare Riversade distruggendo il nome che capeggia sulla collina della città. Proprio a causa di questo enorme danno, il nostro Ruffy dovrà non solo rimettere le cose a posto ma riattivare il potere dei marbles. Quello più importante sta proprio a Riverside, vicino proprio alle lettere buttate giù da Groll e che dovremo trovare girando in lungo e in largo il mondo di gioco al fine di riportare l'equilibrio.
In buona sostanza passeremo il tempo a correre e saltare per lo scenario, il quale è un piccolo open world in cui sono collegati biomi che si sbloccano una volta superato il rispettivo enigma all'interno di un luogo dimensionale chiamato Buriel City. Servirà un po' di materia grigia, poiché bisognerà giocare con lo SWAP comprendendo appieno il meccanismo per risolvere il relativo enigma per attivare il passaggio. Lo scopo di ogni bioma è quello di recuperare una delle lettere che formano la parola Riverside, dando nuovamente energia al marble principale.
Proprio sul potere dei marbles ruota la trama di gioco con contorni nella maggior parte del tempo scanzonati, ma in alcuni frangenti con un po' di tensione ma comunque leggera. Diciamo che il gioco non si prende sempre troppo sul serio. Dal nostro punto di vista il legarsi troppo alla trama e agli enigmi toglie quel pizzico di divertimento scanzonato, mettendo quasi in secondo piano lo SWAP che doveva essere il portabandiera del gioco. Chiariamoci, lo SWAP resta fondamentale ma sostanzialmente legato a precisi schemi di gioco limitandone la libertà di utilizzo.
L'interazione con lo scenario è più che discreta, non solo per la raccolta di monete ma anche per la risoluzione di enigmi e con alcuni minigiochi, come quello della corsa sulla balla di fieno. La scoperta di come aprire una certa porta o arrivare in un luogo che sembra inaccessibile da le sue soddisfazioni, ma a questo punto Ruffy and the Riversade non possiamo considerarlo un gioco per tutti, soprattutto per i più giovani poiché ha una struttura più da adventure che da platform. Le tante attività da fare al di fuori della storia principale non sono semplicissime, e probabilmente non tutti avranno la voglia e la pazienza di completarlo al 100% raccogliendo i suoi numerosi collezionabili.
Se dai primi trailer aveva colpito proprio per l'originalità di cambiare la conformazione dello scenario tramite lo SWAP, una volta messo mano alla versione completa la situazione è un po' diversa. L'opera di Zockrates Laboratories è ben fatta e realizzata, ma manca di mordente limitando la libertà e creatività dei giocatori non potendo utilizzare lo SWAP come si vorrebbe. L'accumulo di monete è legato ad esempio all'acquisto dei cappucci di Ruffy per poi potenziarli, tramite una slot machine in città, rendendo più forte la sua resistenza, di incrementare la sua energia vitale e “comprare” la vista di alcuni simboli da sfruttare in appositi luoghi dove ottenere le dreamstones tramite un uso più attento dello SWAP. Ci sono anche delle boss fight, ma sono relativamente semplici e messe lì quasi ad allungare il brodo.
Per chi desidera sfruttare la creatività è stata messa a disposizione una tela per disegnare liberamente gli scenari sfruttando varie opzioni per adattarsi in base alle propria abilità. Gli strumenti sono basici, ma permettono di realizzare comunque qualcosa.
Ruffy and the Riverside ha dalla sua 47 trofei compreso ovviamente l'ambito Platino. Per riuscire nell'impresa bisognerà non solo essere esperti nella tecnica dello SWAP, ma anche essere in grado di cavarsela con le tante attività, ottenere i numerosi collezionabili e altro che lasciamo a voi il piacere di scoprire.
Il gioco in sé non ha problemi sia tecnici che di gameplay, ma è la meccanica dello SWAP è stata (probabilmente) ridimensionata per adattarsi alle regole imposte dagli sviluppatori in fatto di trama e di modifica dello scenario. Ciò rende il gioco più un adventure che un platform, rendendo la fruibilità meno adatta ai più giovani, nonostante un aspetto grafico che dice ben altro, anche a causa della sua inattesa ed elevata verbosità.
Ricordiamo che, oltre che su PlayStation 5 dove lo abbiamo testato, Ruffy and the Riverside è disponibile anche su PC tramite Steam ed Epic Games Store, Xbox Series X|S e Nintendo Switch (e Nintendo Switch 2 tramite retrocompatibilità). Come abbiamo indicato nel corpo della recensione non è presente la localizzazione italiana, non ritenuta importante (dagli sviluppatori ovviamente... -NdIsg71) ai fini della sviluppo e della commercializzazione del gioco.
Dove Ruffy and the Riversade sicuramente spicca è nel comparto grafico. Il mondo di gioco è in 3D con una grafica non molto sofisticata, ma efficace e colorata, mentre i personaggi in alcuni parti dello scenario sono in 2D. L'effetto è abbastanza originale anche con un discreto livello artistico. Saltando tra piattaforme e svolazzando da altezze elevate, grazie all'ape amica Pip, l'anima da platform è presente ricordandoci i capostipiti del genere. Non mancano alcune escursioni nei platform 2D all'interno dello scenario stesso, per ottenere specifici collezionabili, sfruttando sempre lo SWAP per avere la meglio sui nemici e ostacoli.
Tecnicamente non sfrutta le caratteristiche delle console di attuale generazione (nel nostro caso PS5 oggetto della nostra prova), ma ha una sua precisa identità. Molto colorato e anche bello da vedere, oltre alla sua inaspettata verbosità il parlato è fatto da mugugni, risatine e altri rumori che possono diventare fastidiosi a lungo andare, visto che si ripetono sia durante o dialoghi che nell'esplorazione tra salti e altre attività. Dal punto di vista audio il gioco si difende bene, ma la colonna sonora non verrà di certo ricordata negli annali. Per completare la storia principale serviranno all'incirca tra le 8 e le 10 ore se si va abbastanza spediti. Se invece ci si dedica alle attività opzionali ed ai numerosi collezionabili potete tranquillamente raddoppiare il tempo di gioco.
Peccato per la mancanza della localizzazione italiana, nonostante le nove lingue presenti. Anche se l'inclusione delle lingue nel mondo dello sviluppo indipendente dipende da molteplici fattori, nel caso di Ruffy and the Riversade la lingua italiana non è stata ritenuta importante ai fini dello sviluppo.
Modus Operandi:
Abbiamo seguito le gesta di Ruffy e della sua amica Pip, sfruttando la meccanica dello SWAP all'interno di un mondo 3D e 2D, grazie ad un codice datoci dagli sviluppatori tramite Press Engine.