Recensione PC
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Titolo del gioco:
Montezuma's Revenge - The 40th Anniversary Edition
Anno di uscita:
2025
Genere:
Platform
Sviluppatore:
Mission Critical Studios, Handcrafted Mystical Games, Normal Distribution
Produttore:
Eastasiasoft
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
No
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 10 (64bit) - Processore: Quad-core Intel or AMD processor, 2.5 GHz Memoria: 4 GB di RAM - ùScheda video: NVIDIA GeForce 960 GTX o AMD Radeon 7950 HD series card - DirectX: Versione 10 - Hard disk: 1 GB di spazio disponibile - Prezzo €17,99 (Standard Edition), €39,99 (Deluxe Edition - comprendente della Director's Cut del gioco originale), €19,99 (solo Director's Cut)
Box
  • Occhio a imbroccare bene la scala perch&eacute; cadendo si muore.
  • Quel fantasma al centro attiver&agrave; un bel po' di roba nascosta.
  • La Director's Cut ci presenta il gioco come &quot;mamma l'ha fatto&quot;.
  • E comunque si lascia ben giocare.
  • Occhio perch&eacute; scendendo dovremo fermarci e poi calibrare il salto, niente roba avventata.
  • Siamo nella schermata iniziale. Da qui comincia il tutto.
  • Possiamo andare sott'acqua ma solo per breve tempo.
  • E attenzione a quel coccodrillo ovviamente.
  • Quei rulli continuano a muoversi, sincronizzarsi non &egrave; semplice.
  • Ecco un boss, per niente facile da superare.
  • La key art ufficiale del gioco.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 23-01-2025
Entrare in una tomba azteca per trafugarne il tesoro? Fosse almeno facile!

Montezuma's Revenge - The 40th Anniversary Edition si propone come la riedizione moderna di un gioco che ha visto la luce nel lontano 1983, ben più di 40 anni fa. Quando parliamo di remake, però, dobbiamo sempre fare attenzione a cosa andiamo incontro: andare a ripescare un classico dell'epoca peraltro neanche troppo fortunato e riproporlo in chiave moderna non è impresa da poco fondamentalmente per ragioni di gameplay, ma anche e soprattutto perché negli anni trascorsi altri giochi hanno provveduto a portare avanti il genere.


Montezuma's Revenge, nella sua versione originale non era solo un gioco particolarmente difficile, ma anche uno dei precursori del genere platform con tutti i pro e i contro della questione: salti quasi impossibili da calibrare in modo corretto, niente mappe di gioco, danni da caduta e in generale uno sbilanciamento nella curva di difficoltà non da poco. Va detto anche che sono cambiati i videogiocatori, oggi meno avvezzi al trial and error e soprattutto alla difficoltà dei giochi di un tempo. Inoltre il gioco originale non ha avuto molta considerazione negli anni a seguire, con tante promesse di sequel mai mantenute se si eccettua Montezuma's Return edito nel 1996 e con l'inevitabile oblio dei giocatori almeno fino ad oggi. Peccato perché l'idea di trovare delle chiavi per aprire le giuste porte e la voglia di abbinare un platform a una componente esplorativa non erano concetti trascurabili e hanno finito negli anni a seguire per ispirare altri giochi che possono vantare una miglior fortuna.

SEMPRE UN MALEDETTO TESORO

L'idea alla base del gioco originale era semplice: l'esploratore Panama Joe si trova all'ingresso di una tomba azteca e, facendosi largo tra trappole, serpenti, rulli, fantasmi e amenità di ogni genere dovrà esplorare stanza dopo stanza l'intera tomba fino a giungerne alla base per trovare il tanto desiderato tesoro. Il nostro eroe può saltare, arrampicarsi o calarsi e soprattutto può scappare evitando i pericoli dal momento che solo trovando qualche spada in giro (molto rare) potrà passare all'offensiva attaccando i suoi nemici. Ogni stanza è rappresentata da una schermata statica, e quindi rappresenta una serie di enigmi o puzzle da risolvere per passare alla successiva. Non ci sono mappe di gioco, tutto alberga nella mente del giocatore che dovrà ricordarsi i vari ambienti e soprattutto i diversi pericoli.


Nella versione moderna del gioco possiamo scegliere il nostro esploratore tra Pedro e Rosita, ma è rimasto uguale l'inventario che potrà contenere al massimo cinque oggetti complessivi (tra spade, torce e chiavi) limitandoci e anche tanto durante la nostra esplorazione. Spesso infatti ci toccherà tornare indietro per andare ad aprire una determinata porta usando una certa chiave solo ed esclusivamente per liberare uno slot nello zaino. Va detto comunque che le poche armi presenti nel gioco sono quasi sempre "monouso" nel senso che potremo servircene solo per un colpo ma, la cosa più strana è che sono "monouso" anche i nemici e le trappole. Nel momento in cui qualcuno ci fa fuori, scomparirà dallo schermo per il tentativo successivo.

QUELLO CHE NON FORTIFICA DISTRUGGE

Tutto ciò che ci circonda è in grado di farci danno, anche e soprattutto noi stessi: il nostro esploratore, infatti, muore anche con piccole cadute così come ogni contatto con un ostacolo ci fa fuori immediatamente. Come dicevamo all'inizio il gioco è estremamente punitivo in questo senso. Tuttavia se in un gioco uscito più di 40 anni fa la cosa avrebbe potuto essere accettabile, nel 2024 ci si aspetta un meccanismo assolutamente diverso. La problematica inoltre risiede anche nel meccanismo di salto, sempre uguale che ci obbliga non solo a continui posizionamenti sulla rampa per evitare balzi troppo lunghi (e quindi superare il punto di atterraggio) ma anche a continue morti e nuovi tentativi anche per un problema di hitbox non proprio precisissime in fase di atterraggio. Questo ovviamente si complica con i salti combinati, soprattutto quando siamo su un rullo e dobbiamo saltare su un'altra rampa con il giusto tempismo.


Naturalmente potremo procedere utilizzando i "continue" (a discapito del punteggio) ma esplorare le circa 100 stanze disponibili e poi superare anche i vari boss sarà un'impresa al limite dell'impossibile. A volte, poi, si ha l'impressione che bisogni sacrificare una vita per eliminare una dannata trappola mal posizionata (per quello che dicevamo sui nemici "monouso"). La verità è che se il giocatore vecchio stampo amante del genere troverà pane per i suoi denti, i giocatori moderni rischiano di abbandonare tutto dopo un paio di partite e senza pensarci neanche due volte.

E POI C'È IL DIRECTOR'S CUT

Acquistabile a parte - o inclusa nella versione Deluxe del gioco - c'è anche una versione estesa del gioco originale, estesa fino a 4 volte nella durata almeno. Il gioco originale presenta ovviamente i limiti di un prodotto ormai datatissimo nel tempo, eppure riesce a rendere l'idea meglio della versione remake. Questo a testimonianza del fatto che sicuramente si poteva fare molto meglio nella riscrittura del gioco. Inoltre gioco originale e remake differiscono non solo dal punto di vista grafico ma anche nel gameplay, nelle stanze e perfino nel modo di affrontare alcuni boss.


Gli appassionati del retrogaming sicuramente preferiranno la Director's Cut, soprattutto quelli che ci impazzivano (e non sono molti purtroppo) nei lontani anni '80. Unica limitazione è il prezzo: a parte il fatto che la Director's Cut costa più del remake (e possiamo anche capire il perché), per portarle a casa entrambe è richiesto un esborso non indifferente. La nuova versione del gioco propone un 2.5D rispetto al 2D del gioco originale anche se, onestamente, si poteva fare di meglio anche perché parliamo di un titolo che fa della sua semplicità visiva il suo punto di forza. Ad ogni modo apprezzabile la possibilità degli auto-salvataggi che ci riportano comunque all'ultima stanza visitata e carina l'idea dei fantasmi che mostrano per un breve periodo di tempo alcuni oggetti nascosti da raccogliere solo in modalità ectoplasmatica, mentre non fa impazzire il comparto sonoro che ci accompagna, con un discutibile doppiaggio, praticamente in ogni stanza. Sicuramente meglio la musichetta di accompagnamento. Inutile dire che il gioco è tradotto in 7 lingue ma non in italiano, non che ci sia molto da tradurre, però un po' di considerazione in più per il nostro paese non avrebbe di certo guastato.

CONCLUSIONI

Non era semplice andare a ripescare un gioco vecchissimo come Montezuma's Revenge (di fatto la vendetta di Montezuma con tantissime allusioni alle botte di dissenteria che colgono gli incauti visitatori dell'America Centrale) e adattarlo ai giorni nostri. Fondamentalmente è passato troppo tempo... e partiamo da una programmazione lontana anni luce dai platform più moderni. Proprio per questo era richiesta una riscrittura di un certo livello di tutta la modalità di gioco: purtroppo questo non è avvenuto e ci ritroviamo con un gioco graficamente più dettagliato (ma neanche tanto) che sbatte però contro gli stessi limiti di gameplay del gioco anni '80 perdendosi anche in alcune animazioni grossolane e carenti di frame. Stiamo parlando di un gioco molto punitivo, sia nella versione moderna che nella Director's Cut e che richiede quindi un'alta dose di pazienza ma che potrebbe piacere quindi agli amanti delle sfide hardcore. I giocatori moderni invece potrebbero stancarsi prima di subito e quindi ci sentiamo di consigliarlo solo dopo averlo provato e magari aspettando un calo del prezzo di vendita.

Modus Operandi:

Abbiamo affrontato le insidie del remake di Montezuma's Revenge grazie ad un codice datoci da Eastasiasoft.

Montezuma's Revenge - The 40th Anniversary Edition è un gioco che prova a mettere tanta carne sul fuoco, soprattutto con l'apprezzabile versione Director's Cut ma che finisce per il perdersi per le scarse innovazioni apportate a un gameplay che, purtroppo, è invecchiato abbastanza male. Carina l'idea del platforming associato all'esplorazione ma una scarsa calibrazione del salto, i danni da caduta e il livello di difficoltà lo rendono veramente arduo da completare. Gli appassionati dell'epoca e soprattutto delle sfide impossibili potrebbero cimentarvisi e anche volentieri, ma i giocatori più moderni difficilmente ne tollererebbero l'alto livello di difficoltà. Il nostro consiglio è di provarlo prima dell'acquisto per vedere se fa al caso vostro e, soprattutto, non tralasciate la Director's Cut a nostro avviso anche migliore di quella con grafica moderna.
  • Stiamo parlando del capostipite dei platform
  • Inizialmente incuriosisce
  • Gameplay con gli stessi limiti di 40 anni fa
  • Graficamente si poteva fare di meglio
  • È troppo troppo difficile
  • Non localizzato in italiano
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