| |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Titolo del gioco:
|
Battlefield - Bad Company 2
|
|
Anno di uscita:
|
2010
|
|
Genere:
|
First Person Shooter
|
|
Sviluppatore:
|
Dice
|
|
Produttore:
|
EA
|
|
Distributore:
|
EA
|
|
Multiplayer:
|
Lan, Internet
|
|
Localizzazione:
|
Completa (audio & video)
|
|
Sito web:
|
|
|
Requisiti minimi:
|
CPU: dual core (dual core 2,6 GHz); SCHEDA VIDEO: nvidia 8800/ati pari prestazioni; SPAZIO SU HD: 10GB
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Redattore: Simone Maria '7ornado' Fumagalli Pubblicato il: 19/05/2010 | | | EA ci riporta sui campi di battaglia. Questa volta, anche su Pc, in cattiva compagnia... | | Dopo il primo capitolo, che ha visto la luce solo su console, EA porta anche su Pc Bad Company 2 (BC2 da ora), andando ad aggiungere un’altra tacca alla già lunga serie di Battlefield. Diciamo subito come stanno le cose: BC2 si distacca dalla simulazione di combattimento a squadre votata al multiplayer dei predecessori, per abbracciare uno stile decisamente più "caciarone" e Call of Duty - oriented. La mossa di EA è decisamente riuscita tanto che non si può parlare di un clone di titoli della concorrenza, dal momento che andiamo ben oltre. Vediamo insieme perché…
AL CINEMA? NO, A GARDALAND!
Così recitava uno spot di qualche anno fa del noto parco di divertimenti, riferendosi all’attrazione del cinema dinamico. Penso che alcuni di voi hanno già capito il perché di questa breve digressione. Come abbiamo detto poco fa, BC2 si rifà alla nota serie di Infinity Ward che per quanto riguarda il lato single player fa un copioso uso dello scripting degli eventi, che si innescano al compiere di certe azioni da parte nostra. L’abuso di questa tecnica ha portato al rendere l’esperienza di gioco ad essere guidata in modo tale che ha cominciato a farsi strada il termine cinema interattivo. Beh, qualunque sia la vostra idea di cinema interattivo, BC2 ci va molto, molto vicino. Dall’inizio alla fine, ed è questo il pregio che lo porta a superare la concorrenza, si ha proprio la sensazione di vivere una storia senza interruzione alcuna, senza missioni o quant’altro. Come se fosse un cinema d’azione alla John Rambo. Penso di aver reso l’idea…
È stata quindi abbandonata l’idea di spezzettare il gioco in capitoli o missioni. Volendo essere pignoli si può dire che ci siano anche qui, ma il tutto è orchestrato così bene, con le interruzioni video nei punti giusti e in quantità industriale, da conferire una linearità mai vista in nessun fps del genere bellico. Questo nonostante la trama non si sviluppi in un’unica ambientazione: si passa dall’Alaska al Sudamerica, dalle Ande alla foresta equatoriale, per finire in centri urbani e persino a bordo di un aereo . Il tutto, con condizioni climatiche variabili e con il passaggio dal giorno alla notte.
TORPILOQUIO? SI GRAZIE!
Ovviamente al rendere il gioco un’esperienza cinematografica non è il solo scripting di eventi concatenati, ma tutto un insieme di caratteristiche che, concorderete, appartengono ai già citati film d’azione. Componente fondamentale è dunque il parlato, i dialoghi. Per la prima volta giocando a un titolo dall’ambientazione militare, mi sono sentito davvero nei panni di un marine. Battute, modi di dire, atteggiamenti e imprecazioni richiamano tantissimo scene già viste in diverse pellicole, ma senza mai stancare o essere ripetitive. E le imprecazioni sono roba seria, niente roba per bambini, mannaggia, cavoli e vaffanbrodo… Per questo è stata inserita (penso puramente per questioni legislative, perché non avrebbe alcun senso altrimenti) l’opzione per disattivare questo tipo di turpiloquio. Caldamente sconsigliato ovviamente, perché il titolo perderebbe parte del suo appeal.
COMPLIMENTI, SIETE NELLE FORZE SPECIALI
Sempre per riallacciarsi al filone cinematografico dei “pochi eroi cattivi, inafferrabili e pronti a tutto”, nel gioco vestiremo i panni di uno dei 4 marmittoni che costituiscono una non meglio precisata unità di forze speciali degli Stati Uniti che opera sotto copertura. Ogni membro della squadra ha il suo ruolo e la sua personalità, che risalterà non poco dalle decine di filmati a cui assisteremo. Comunque, abbiamo detto che siamo nelle forze speciali, quindi vuol dire che sta succedendo qualcosa di grosso da qualche parte nel mondo. Una cosa così, sinceramente, non se la aspettava nessuno però…
Il tutto comincia parecchio tempo fa: 1944, mar del Giappone. Due unità di commando della marina statunitense tentano di fermare i piani dei giapponesi per la fabbricazione di una specie di ordigno atomico. Ovviamente qualcosa va storto e il tutto viene insabbiato. L’operazione aurora non è mai esistita, ma qualcuno ne dubita. Tra questi c’è un generale russo, che in un futuro non troppo lontano, scaglia l’armata rossa contro il mondo intero, arrivando a minacciare gli stessi Stati Uniti sul loro territorio. Il tutto perché è sicuro di riuscire a recuperare il prototipo dell’arma giapponese e fabbricarne una in modo tale da annientare il nemico di sempre. Per fermarlo c’è un team di 4 soldati. 4 contro tutti, nella più spettacolare caccia all’uomo mai giocata sinora . È abbastanza tutto questo per farvi venire l’acquolina in bocca?
IL MANUALE DEL BUON SOLDATO
Passiamo a qualcosa che ci interessa veramente da vicino: armi, munizioni, veicoli e chi più ne ha più ne metta. Il gioco mette sul piatto una buona varietà di armi, ognuna adatta in una particolare situazione, anche se raramente faremo a meno del versatile mitragliatore standard in dotazione fin dall’inizio: possibilità di utilizzare l’iron sight e lanciagranate come modalità di fuoco secondaria.
Con noi possiamo portare un’altra arma da fuoco, variabile a seconda delle situazioni: lanciarazzi, fucile di precisione, shotgun. Non abbiate paura se avete fatto la scelta sbagliata: nei momenti in cui servirà una particolare arma (quasi sempre il lanciarazzi, per risolvere situazioni piuttosto bollenti), vi verrà data la possibilità di recuperarlo. La cosa è piuttosto arcade, come il fatto di trovare casse di rifornimenti (con la possibilità di cambiare armi) spesso e volentieri lungo il percorso. Forse un po’ più di realismo non avrebbe guastato, ma è anche vero che questo non è e non vuole essere Operation flashpoint. Entriamo in combattimento. Un pregio del titolo è l’intelligenza artificiale dei nostri compagni: si muovono coprendosi l’un l’altro, fanno fuoco di copertura per permetterci di avanzare, cercano un riparo se vengono colti allo scoperto…insomma, sono soldati. Inoltre gli ordini del nostro sergente non sono per niente dati a caso, anzi, seguirli porterà a superare problemi e situazioni senza rischiare di lasciarci la pelle. Non si può dire esattamente la stessa cosa dei nemici, che spesso ci corrono incontro all’impazzata per essere falciati una frazione di secondo dopo. E si diversificano anche poco: bene o male sono sempre quei 4 o 5 modelli e dopo un po’ questa ripetitività si avverte notevolmente.
Parliamo di mezzi di trasporto. Spesso e volentieri ci sposteremo in elicottero e saremo addetti alla mitragliatrice, rivivendo scene di film come Full Metal Jacket. Quando saremo a terra potremo guidare jeep, quad e imbarcazioni o trovarci alla postazione del cannoniere. Ciliegina sulla torta è il momento in cui saremo al comando di un carro armato per prendere parte con una compagnia corazzata all’assalto di una cittadina in cui si è trincerato il nemico.
TECNICAMENTE PARLANDO
A BC2 non manca niente. Ottima trama, ottima caratterizzazione dei personaggi, ottimi dialoghi. E tutto è mosso da un motore grafico che magari non è il migliore dal punto di vista puramente visivo e degli effetti, ma per quanto riguarda la fisica diciamo che fa un passo avanti considerevole: ripari improvvisati che si sbriciolano sotto i colpi d’arma da fuoco, pareti che crollano con esplosioni di granate o cannoni di grosso calibro , edifici che vengono rasi al suolo dopo qualche minuto di scontri a fuoco pesanti. Tutto un altro modo di combattere. Che sarebbe davvero completo se ci fosse anche la possibilità di sporgersi dagli angoli: purtroppo ci è stata negata e secondo me è una mancanza imperdonabile.
Come già detto, non vuole essere un simulatore realistico: non ci sono kit di medicazione, questo è vero, ma ci vuole ben più di un colpo per mandarci a terra; la salute si ripristina restando “in attesa” e riparati. Curioso poi è il rischio di morire assiderati in un punto della vicenda. In questo caso il video anziché colorarsi di rosso sangue comincerà a gelare. Il sonoro è convincente, sia per quanto riguarda la riproduzione dei colpi delle diverse armi che per i suoni dell’ambiente che ci circonda. Altro punto a favore sono i modelli dei soldati della “cattiva compagnia”: in certe inquadrature ravvicinate sia durante il gioco che nelle sequenze animate mostrano un livello di dettaglio che definire realistico risulta un po’ stretto. Peccato che la stessa cura non è stata prestata ai modelli dei soldati nemici, in particolare alle animazioni e al ragdoll quando vengono abbattuti. Ma è mai esistito un gioco esente da difetti? |
|
|
|
|
| | |
|
|
|
|
|
|