Recensione X-Box One
Titolo del gioco:
Pillars of Eternity: Complete Edition
Anno di uscita:
2017
Genere:
RPG
Sviluppatore:
Obsidian Entertainment
Produttore:
Paradox Interactive
Distributore:
Halifax, 505 Games (versione fisica)
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo, no audio
Sito web:
Requisiti minimi:
Console Xbox One - 14,1 GB di spazio libero su disco - Prezzo €49,99
  •  Immagine inquietante, violenta...chissà cosa è successo in questo posto...
  •  I disegni dei fondali sono spesso sbalorditivi e il più delle volte realizzati a mano
  •  Magia buona e magia cattiva: il tutto ruota attorno a questo
  •  Il nostro gruppo è abbastanza assortito. Da queste scelte dipende il buon esito della missione.
  •  Siamo di fronte a un bivio...quale sarà la direzione giusta ?
  •  Nei combattimenti si affronta di tutto. "Switchare" da un personaggio all'altro può essere una buona tattica per avere la meglio
  •  Anche le scene all'interno sono ben realizzate. La grafica è forse un po' minimalista ma comunque pulita
  •  L'atmosfera di certe locazioni è davvero eccellente, trasmetta un certo senso di inquietudine
  •  I due DLC White March con i loro splendidi paesaggi innevati sono entrambi presenti in questa edizione
  •  Se cercate paesaggi suggestivi e sfondi favolosi, questo è il gioco che fa per voi
Redattore:  Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri                        Pubblicato il:  13/09/2017
Dopo due anni siamo pronti per ritornare nell'universo fantastico di Eora.
Lo sviluppo della versione originale di Pillars of Eternity uscito in prima battuta esclusivamente su PC è stato a dir poco travagliato, con un progetto che rischiava la cancellazione se non si fosse optato per una proficua campagna Kickstarter che valse al titolo di Obsidian il podio come secondo gioco più finanziato di sempre da una campagna di crowfunding (dopo Torment: Tides of Numenera della compagnia inXile Entertainment) (anch'esso con uno sviluppo lungo e difficile durato 4 anni. - NdNew_Neo).

Va detto comunque che se sono questi i giochi finanziati da un sacrificio monetario popolare, possiamo esserne più che contenti: al momento della sua uscita infatti Pillars of Eternity convinse giocatori e critica affermandosi a buon diritto come uno dei giochi più belli degli ultimi tempi nel suo genere. Ciò che emerse fu indubbiamente l'enorme lavoro in fase di stesura della sceneggiatura che stava dietro alla pubblicazione del gioco: un titolo che non attingeva da nessuna fonte per la realizzazione di un intero universo, generato integralmente dalla fantasia degli sviluppatori. Tutto il mondo presentato nel gioco infatti è stato creato per l'occasione, senza riferimenti cinematografici o fumettistici, con personaggi ottimamente caratterizzati, una bella e vasta storia e un combat system che rispecchia i canoni dei giochi RPG propriamente detti.

A distanza di due anni ci viene offerto un porting su console di un titolo inizialmente nato esclusivamente per l'interazione con tastiera e mouse che approda adesso in un mercato parecchio povero di giochi di questo tipo (ma che si sta riempiendo negli ultimi anni con l'interessante Wasteland 2: Director's Cut, dall'ottimo Divinity: Original Sin - Enhanced Edition e dagli ultimi arrivi in ordine di tempo di Victor Vran: Overkill Edition e dai due capitoli di "The Incredible Adventure of Van Helsing". NdNew_Neo). Diciamo fin da subito che chi ha giocato la versione PC a suo tempo difficilmente troverà interessante questa nuova versione che, pur essendo completa dei due contenuti aggiuntivi - The White March Parte I e II -, aggiustamenti e patch correttive, offre pochissime differenze rispetto la versione originale. Tutti gli altri invece hanno la possibilità di conoscere un universo fantastico, ottimamente realizzato e in grado di intrattenere il giocatore per tantissime ore.

IL MONDO DI EORA

All'inizio del gioco, come da consuetudine, affronteremo un piccolo prologo della storia buono per farci prendere confidenza con i comandi e, alla fine del quale, inizieranno subito i colpi di scena e gli affondi di una sceneggiatura molto articolata. Ci troviamo nella foresta di Dyr dove una terribile maledizione sta decimando la popolazione intervenendo sulle nascite che vedono venire alla luce bambini senz'anima. Il nostro protagonista, capitato lì praticamente per caso, scopre fin da subito di possedere un particolare potere magico che gli permette di indagare sulle vite passate di tutte le persone che incontra per la sua strada e di effettuare voli pindarici in altri tempi e altre epoche.

Fin da subito il gioco presenta la sua caratteristica fondamentale: una enorme mole di dialoghi utili per approfondire la caratterizzazione dei personaggi e anche per catapultarci anima e corpo all'interno di un mondo creato apposta per noi. I dialoghi comunque forniscono anche indizi utili per risolvere alcuni enigmi che ci vengono presentati, oltre a influenzare la crescita del personaggio principale. Come se non bastasse, alcune interessanti sequenze di intermezzo chiaramente ispirate ai book-game ci metteranno di fronte a delle scelte da affrontare in modi diversi a seconda delle statistiche del nostro personaggio e degli item che abbiamo collezionato nell'inventario. Durante le sequenze si apprezzano i disegni interamente realizzati a mano che accompagnano l'avventura anche con fondali di chiara ispirazione davvero belli da vedere.

Una volta iniziata la partita e scelto il livello di difficoltà poi modificabile durante il gioco eccetto che per il più difficile, la via dei dannati, si passa alla creazione del personaggio, durante la quale potremo modificare una quantità enorme di parametri dal sesso alle caratteristiche fisiche vere e proprie. Il passo successivo riguarda la scelta della razza: ce ne vengono presentate ben sei, umani, elfi, nani, Aumaua, Orlan e Deiformi. Mentre le prime tre sono abbastanza intuitive, nelle altre gli sviluppatori si sono proprio sbizzarriti: gli Aumaua sono dei giganti dalla pelle colorata, l'opposto degli Orlan mentre i Deiformi sono degli umani con mutazioni corporee che li dovrebbero avvicinare alle divinità. Di classi disponibili invece ce ne sono 11 e abbiamo anche in questo caso l'imbarazzo della scelta, a partire dai soliti guerrieri, maghi, monaci fino al cipher in grado di intervenire sulle anime dei nemici, al bardo utile in combattimento perché con il suo canto è in grado di potenziare i propri alleati e molte altre che lasciamo a voi il piacere di scoprire.

MA LE ARMI NON BASTANO

A fare la differenza sul campo quindi sono principalmente le abilità e i talenti speciali dal momento che sono proprio queste statistiche ad avere un ruolo determinante in battaglia. Tutti i personaggi possono equipaggiare qualsiasi tipo di arma, ma l'efficacia dell'utilizzo delle stesse dipenderà dalle caratteristiche individuali di ognuno, principalmente per le strategie di attacco e difesa. Non mancheranno gli step durante l'evoluzione dei nostri personaggi e nei quali potremo comunque acquisire nuovi talenti e nuove abilità per la nostra squadra. Questo doppio sistema di statistiche finisce poi per influenzare anche le azioni sul campo, intervenendo sulla capacità di muoversi furtivamente, di scassinare forzieri chiusi, di resistere in battaglia, interagire con l'ambiente e tantissimo altro.

Riguardo la vita di ogni personaggio sono due i parametri da tenere sotto stretta osservazione: la resistenza che è facile da consumare in battaglia ma altrettanto facile da recuperare alla fine degli scontri e la salute che scende più lentamente, ma può essere ripristinata nelle apposite taverne o spendendo uno dei fuochi da campo che possiamo portarci dietro. Sicuramente importanti sono le ricette trovate in giro che, a patto di trovare gli ingredienti necessari, ci permetteranno di generare incantesimi più o meno efficaci, così come le armi particolari da equipaggiare negli appositi slot rapidi da utilizzare in combattimento quando non sarà possibile accedere all'inventario.

In base a quanto detto risulta chiaro che durante il gioco potremo portare con noi un gruppo di personaggi, fino a un massimo di sei che potremo sbloccare durante l'avventura oppure creare nelle apposite taverne spendendo un corrispettivo in denaro. La creazione di una squadra varia e completa dal punto di vista di abilità e talenti diventa quindi fondamentale per proseguire più o meno agevolmente la nostra avventura. A differenza di altri titoli simili, la mappa di gioco parte da una zona immediatamente esplorabile per estendersi nelle quattro direzioni nei modi più disparati, completando alcune quest, spendendo crediti, oppure semplicemente esplorando, fino ad arrivare a una mappa enorme di oltre duecento locazioni disponibili, per non parlare di una roccaforte personale che si pone come alternativa alle varie taverne e che permette l'accesso a un ulteriore locazione formata da tantissimi livelli e dove si trova ogni ben di Dio. Va da se quindi che la longevità di Pillars of Eternity è enormemente alta, parlando di circa 60-80 ore di gioco e comunque dipendente dal percorso dell'avventura stessa. La quasi totalità delle quest può infatti essere affrontata in una miriade di modalità diverse, così come la quantità di collezionabili e storie da approfondire è veramente monumentale. La scelta tra l'uso della forza bruta oppure della nostra capacità di persuasione finisce con l'ingigantire la libertà del giocatore che si sente davvero scevro da ogni tipo di imposizione videoludica.


IL PORTING SU CONSOLE

In un gioco di questo tipo, la conversione per le console si scontra subito con l'interfaccia di gioco dal momento che l'adattamento al controller dei tanti comandi necessari per gestire un RPG non è affatto semplice. Come ormai ci hanno abituati, l'implementazione delle ghiere nei videogame e un ottimale uso dei tasti dorsali permette di risolvere parzialmente il problema. Il sistema di controllo infatti richiede un po' di tempo per poter essere padroneggiato al meglio e, anche se le battaglie possono essere messe in pausa (come tutto il gioco che può anche essere accelerato o rallentato) con un apposito tasto, nei momenti più concitati si possono incontrare delle difficoltà. È vero comunque che alla fine ci si abitua e si può andare avanti nella storia senza troppi problemi. I grilletti posteriori permettono ad esempio di "switchare" da un personaggio all'altro con una certa velocità mentre le levette analogiche ci aiutano a muoverci nelle ghiere dei comandi e del nostro inventario.

Tutto sommato il lavoro degli sviluppatori sul sistema di controllo risulta alla fine ben realizzato e funzionale. Niente, dicevamo, è stato ritoccato per il resto e questo può essere un bene, considerato che stiamo parlando di un ottimo prodotto in chiave originale, oppure un difetto, considerato che sono passati due anni e sarebbe stato lecito attendersi qualche miglioria sul comparto tecnico. L'aspetto grafico del gioco è rimasto pressoché immutato con le solite limitazioni del motore grafico Unity che ormai mostra i suoi anni anche se l'esaltazione di alcune locazioni ottimamente disegnate riesce ancora oggi a stupire il giocatore. Dalle paludi alle taverne, per non parlare delle cime innevate tipiche dei due DLC White March contenuti in questa complete edition, tutto è pregno d'atmosfera e di qualità, così come la definizione dei personaggi che resiste allo zoom senza eccessiva perdita di qualità. Buone anche le colonne sonore, perfettamente identiche alle già ottime controparti su PC così come l'idea di implementare nel gioco oltre ai già citati DLC anche tutte le patch e i miglioramenti conseguenti all'uscita con ritocchi al level cap, al bilanciamento di incantesimi e alla potenza dei personaggi in gioco e molto altro.

Anche se sembra strano a dirsi però, il gioco risente proprio dell'utilizzo della console stessa da parte degli utenti, con una distanza maggiore dal televisore/monitor rispetto al PC che finisce con il penalizzare la grafica e la definizione delle ambientazioni e soprattutto dei personaggi abbastanza piccoli con il risultato finale di perdersi buona parte del lavoro certosino fatto dai programmatori. Lo stesso si può dire per i caratteri su schermo che, anche se ingranditi rispetto alla versione originale, spesso risultano ancora piccoli per chi gioca su console a una certa distanza dallo schermo e soprattutto non dispone di una TV abbastanza grande, con il rischio di perdersi buona parte della narrazione del gioco. La traduzione in lingua italiana dei testi è comunque ben realizzata, senza sbavature e in grado di trasmettere appieno la tensione o la distensione dei dialoghi originali.

PER MOLTI MA NON PER TUTTI

In conclusione, parliamo di un prodotto che parte da alti livelli già nella sua stesura in originale. Un titolo che si conferma tra i migliori RPG usciti negli ultimi anni e in grado di divertire per parecchio tempo. Con una delle narrazioni più estese e complete viste in un videogioco, ci presenta una mole inesauribile di dialoghi, storie (principali e secondarie), approfondimenti che da un lato possono scoraggiare chi preferisce giochi più dinamici, dall'altro sono una manna dal cielo per gli appassionati di storie molto articolate; ad ogni modo parliamo di una caratteristica fondamentale del gioco che finisce con l'esaltare l'ottimo lavoro degli sviluppatori. Il tutto quindi ruota attorno a una storia che, lo ricordiamo, non si ispira a nessun'altra opera ma è creata interamente dagli sceneggiatori di Obsidian e che richiederà parecchio tempo per poter essere goduta nella sua complessità.

Il comparto tecnico in genere presenta poche varianti rispetto all'opera originale dal momento che il gioco è stato convertito su console così com'era, a parte naturalmente la doverosa modifica del sistema di controllo e l'integrazione dei due ottimi DLC e di tutte le correzioni delle quali abbiamo già parlato. Qualche piccolo bug è comunque presente, con sporadiche imprecisioni nel pathfinding (ma c'erano anche nella versione originale, con i nostri personaggi che a volte fanno a cazzotti con gli ostacoli presenti nello scenario) e qualche sporadico crash che comunque non compromette più di tanto la giocabilità del titolo, anche perché parliamo di piccole imperfezioni che possono essere corrette al volo con un prossimo update.

Proprio per le sue caratteristiche però Pillars of Eternity non può essere consigliato a chi lo ha già giocato nella versione PC che, in questa Complete Edition non troverebbe niente di nuovo. Per tutti gli altri invece il discorso cambia, naturalmente se fanno parte del target di utenti al quale si rivolge il gioco: appassionati di RPG o curiosi per il genere e quindi desiderosi di avvicinarsi a un mondo diverso dai soliti fps, platform, avventure e così via. Il mondo di Eora è affascinante, intrigante, bello da vivere e da godere in ogni sua forma. Partendo dal presupposto che ci sono tantissimi dialoghi tutti da leggere e approfondire, una storia complessa e articolata e un gameplay che richiede comunque un certo periodo di rodaggio, se tutto questo per voi non è un problema, dovreste aggiudicarvi il gioco senza pensarci due volte dal momento che siamo comunque di fronte a un capolavoro di programmazione.

Modus Operandi: abbiamo esplorato il mondo di Eora in versione console grazie ad un codice gentilmente fornitoci da Halifax.


Pillars of Eternity: Complete Edition è un RPG atipico, tanto per il gameplay che per il comparto narrativo. Ci viene offerto un intero universo che vale la pena conoscere e vivere grazie ad una ottima stesura da parte degli sceneggiatori e a un gameplay che, una volta presa confidenza con i comandi, si lascia giocare abbastanza agevolmente. Con una longevità lunghissima e con tantissime cose da scoprire rischiate seriamente di dire addio alla vostra vita sociale. Se lo avete giocato su PC lasciate perdere, altrimenti può essere questa l'occasione giusta per portare a casa uno degli RPG più belli mai usciti sul mercato. A meno che odiate proprio il genere, correte a procurarvene una copia. Non ve ne pentirete.
PRIMO IMPATTO
GRAFICA
SONORO
GIOCABILITA'
LONGEVITA'
GLOBALE