Recensione PC
Titolo del gioco:
Wulverblade
Anno di uscita:
2018
Genere:
Picchiaduro a scorrimento
Sviluppatore:
Fully Illustrated
Produttore:
Darkwind Media
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Locale a 2 giocatori
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 7 SP1, Windows 8, Windows 10 - Processore: AMD Athlon 64 X2 5600 o Intel Core 2 Duo+ - Memoria: 4 GB di RAM - Scheda video: NVIDIA GeForceGTX 680 o ATI Radeon R9 280 o superiore - DirectX: Versione 9.0c - Memoria HD: 8 GB di spazio disponibile - Scheda audio: 100% DirectX9.0c compatibile - Prezzo: €14,99
  •  Possiamo scegliere la versione standard o quella arcade...quanto siamo bravi ?
  •  Caradoc, il più bilanciato, finiremo per sceglierlo il più delle volte
  •  Brennus è adatto per chi predilige l'attacco rispetto alla difesa...
  •  ...mentre Guinevere, l'unica donna, è esattamente il contrario
  •  Una volta per ogni livello potremo chiamare i lupi in soccorso, spesso si riveleranno indispensabili
  •  Caricando la barra azzurra saremo invincibili per un po', meglio conservarcela per i boss finali
  •  Se l'avversario è a terra potremo esequire un'esecuzione, diversa a seconda del personaggio utilizzato
  •  Dobunni Champion non è difficile da superare, basta prendergli il tempo
  •  Questa donna arciere è molto più ostica invece..ha diversi tipi di attacco a disposizione...
  •  ...ma con un po' d'impegno abbiamo battuto anche lei
Redattore:  Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri                        Pubblicato il:  14/02/2018
Camminare menando colpi a destra e a manca, rigorosamente su fondali 2D. Finalmente un picchiaduro a scorrimento come ai bei tempi...
Negli anni '90 questo tipo di giochi andava per la maggiore, grazie soprattutto alla versatilità delle versioni Coin-Op che proponevano una storia semplice, tante legnate da dare (e da ricevere) con l'obiettivo di giungere al livello successivo. Perle di programmazione come Golden Axe, ma anche Crime Fighters, Double Dragon e potremmo continuare per ore, divertivano i ragazzi di allora grazie ad un concept di gioco semplice, ma al contempo rilassante. Niente meccaniche stealth, né enigmi da risolvere, solo una barra di energia da non far vuotare, un numero di vite limitato e livelli farciti del solito boss finale. Poi, all'improvviso, il genere è passato di moda, lasciando spazio a titoli molto più strutturati con meccaniche più complesse ma non per questo più divertenti.

SIAMO A NORD

Il gioco ideato da Fully Illustrated e pubblicato da Darkwind Media ha richiesto ben 5 anni di sviluppo, necessari affinché il prodotto finale convincesse gli sviluppatori così come si è soliti fare per i prodotti Indie. Va detto tuttavia che il mercato delle produzioni indipendenti risente di una progressiva crescita non solo nel gradimento degli utenti che, con una spesa tutto sommato abbordabile, possono portarsi a casa ottime realizzazioni, ma anche dal punto di vista della qualità intrinseca dei giochi stessi, con prodotti che offrono quasi sempre un alto livello di innovazione (che purtroppo spesso manca ai giochi tripla A) e, quando attingono da prodotti del passato, aggiungono sempre qualcosa di nuovo.

Wulverblade non fa eccezione, proponendo un gameplay di stampo classico (tipico dei picchiaduro a scorrimento a due dimensioni) ma aggiungendo anche una trama abbastanza articolata, la presenza di collezionabili e soprattutto le parate ai colpi degli avversari che non siamo abituati a vedere in un gioco di questo tipo. La storia ci porta cronologicamente al 120 d.C. con l'invasione dei romani nel nord dell'isola oggi conosciuta come Gran Bretagna. La paura, l'istinto di sopravvivenza e, perché no, un po' di sano arrivismo sociale hanno convinto alcune popolazioni autoctone a schierarsi a fianco dell'invasore aiutandolo a vincere le ultime resistenze tribali del luogo. Va da sè che noi, invece, dovremo schierarci proprio a favore di questi ultimi, aiutandoli contro tutto e tutti a resistere contro il nemico e a guadagnarsi la libertà. Le ambientazioni stesse ricalcano naturalmente il periodo storico di riferimento con folti boschi, montagne e popolazioni tipiche di tutte le saghe cinematografiche uscite finora (da Vikings a Braveheart giusto per citarne un paio). La stessa colonna sonora di accompagnamento si ispira chiaramente a musiche scozzesi mentre il design dei personaggi ci offre guerrieri rudi, tozzi, abituati alla dura lotta per la sopravvivenza.

QUANDO SI PICCHIA?

All'inizio del gioco ci viene chiesto se optare per la modalità standard oppure per la modalità arcade. La differenza sta nella possibilità di poter utilizzare i vari checkpoint disseminati lungo il percorso oppure di poter ricominciare dall'ultimo salvataggio, a dispetto della configurazione arcade che ricalca invece le vecchie versioni Coin-Op di questo tipo di giochi dove cioè si gioca tutto d'un fiato fermandosi solo alla fine oppure al game over. La seconda schermata invece ci permette di scegliere se affrontare la modalità campagna con la classica avventura da completare fino al suo epilogo oppure affrontare la modalità sopravvivenza in sette diverse arene dove resistere alle orde nemiche il più possibile.

Fin dall'inizio si nota la cura riposta dai programmatori nel comparto narrativo con delle cutscene d'effetto che ci raccontano dell'assalto romano contro il nostro villaggio e del loro tentativo di soggiogarci, per non parlare delle varie lettere e documenti trovati in giro che, facenti parte dei collezionabili arricchiscono la trama di gioco con approfondimenti abbastanza accurati. Se poi aggiungiamo che questi riferimenti (ma anche l'intera storia) non sono inventati ma ricalcano perfettamente fatti realmente avvenuti in quel periodo storico allora il plauso è ancora maggiore. Lo step successivo riguarda la scelta del nostro alter ego virtuale: come in ogni picchiaduro a scorrimento che si rispetti potremo orientarci fra più personaggi, tutti con caratteristiche diverse (ma sempre con uno più bilanciato rispetto agli altri). Abbiamo quindi Caradoc guerriero tozzo, tatuato, rigorosamente baffuto e con un buon bilanciamento tra forza e agilità, Brennus il classico gigante dotato di forza devastante ma molto lento nei movimenti e Guinevere una donna agilissima e velocissima ma, purtroppo, dotata di forza limitata.

All'inizio il livello di difficoltà è abbastanza abbordabile, giusto per prendere confidenza con il sistema di controllo tutto sommato abbastanza intuitivo. Il nostro eroe può colpire con la sua spada, effettuare un attacco più forte (e inevitabilmente più lento) con un'arma secondaria di durata limitata, correre, parare i colpi avversari e poco altro. Una volta per livello, aiutandosi con i grilletti posteriori e possibile chiamare in nostro soccorso dei lupi che faranno strage di tutti i nemici presenti sullo schermo così come riempiendo una barra azzurra accanto alla barra energetica, sarà possibile con il tasto LB (del Joypad Xbox 360/Xbox One) attivare un periodo di immunità dalle botte degli avversari approfittandone per menare colpi a destra e a manca.

GAMEPLAY SEMPLICE ED EFFICACE

Il gioco è classificato come PEGI 18 visto anche l'alto livello di gore presente sulle scene. Con i nostri fendenti ci capiterà spesso di smembrare i nostri avversari, decapitarli, ridurli in poltiglia, per poi raccogliere i monconi (comprese le teste) caduti per terra ed usarli come armi contro i nostri avversari. Il livello di sangue è alto, ma smorzato fortunatamente da una grafica molto cartoonosa e perfettamente stilizzata. Infatti tutti i personaggi, gli sfondi e gli elementi su schermo sono stati disegnati interamente a mano conferendo così a Wulverblade un aspetto molto caratteristico, tutto sommato bello da vedere.

La struttura di gioco è abbastanza semplice, e si lotta sempre ad arma bianca eccezion fatta per le prese, effettuabili quando siamo vicini a un avversario, dove bisognerà anche menar le mani. All'inizio affronteremo quasi esclusivamente orde di guerrieri locali passati al soldo dei romani ma, andando avanti nell'avventura, i soldati della città eterna si faranno avanti mettendo sul piatto guerrieri sempre più forti e resistenti. Ne vien fuori un gioco che è tutt'altro che facile, con un livello di difficoltà tendente all'alto, soprattutto nelle boss fight quando ci toccherà affrontare nemici davvero ostici. Durante il nostro percorso incontreremo anche tanti oggetti presenti sulla scena che sarà possibile lanciare contro gli avversari oppure rompere con la nostra spada. Spesso e volentieri all'interno vi troveremo del cibo utile per rimpinguare la nostra barra di energia oppure delle piccole pozioni blu che invece riempiranno (spesso parzialmente) la nostra barra delle abilità speciali, o anche documenti e lettere antiche che invece arricchiranno il comparto narrativo. Quando si finiscono le vite a disposizione si riparte dall'ultimo checkpoint raggiunto: non ce ne sono tanti, spesso uno o due al massimo per livello, ma comunque sono sufficienti mentre quando si chiude il gioco si può ripartire dall'ultimo salvataggio effettuato coincidente per lo più con la fine di un livello, a patto naturalmente di optare per la modalità standard e non per quella arcade. Una trovata carina riguarda la possibilità, quando si ricomincia, di continuare l'avventura con un personaggio diverso.

TECNICAMENTE PARLANDO...

Il lavoro di Fully Illustrated è ben realizzato. Con un comparto tecnico all'altezza, eccezion fatta per i caricamenti un po' oltre la soglia di sopportazione
, ci viene presentato un picchiaduro a scorrimento graficamente bello da vedere, con un gameplay solido e immediato e con un comparto narrativo comunque abbastanza articolato e soddisfacente. In realtà una nota negativa potrebbe riguardare il livello di difficoltà, dal momento che procedere nella storia sarà tutt'altro che semplice soprattutto quando ci troveremo di fronte ai boss finali. Sotto questo aspetto però è doverosa una precisazione: chi è abituato ai picchiaduro a scorrimento vecchio stampo sa già che questo tipo di giochi richiede molta abilità e soprattutto una certa dose di pazienza per andare avanti; i giovincelli invece abituati alla maggior facilità dei giochi odierni potrebbero riscontrare più di una difficoltà ad affrontare Wulverblade. Fermo restando, quindi, che bisognerebbe rendersi conto di quale sia la nostra fascia di appartenenza, il gioco è difficile senza però scadere mai nella frustrazione. I nostri eroi non godono di molte abilità speciali e le stesse combo sono abbastanza semplici ed intuitive, ma siamo davanti a un gioco che non può essere affrontato a testa bassa premendo pulsanti a casaccio. Così come capitava con i boss di fine livello di un tempo anche oggi ci toccherà quindi osservare l'avversario, individuarne il punto debole e poi provare a superarlo. I continui tentativi saranno ripagati da una certa dose di soddisfazione una volta superato lo scoglio e anche da una certa curiosità verso ciò che ci aspetta, inducendoci a continuare a tentare.

L'intera campagna è strutturata in otto livelli, per un totale di 5-6 ore di gioco: se il livello di difficoltà dovesse risultare troppo ostico, è comunque possibile affrontare l'avventura insieme ad un compagno in una rigorosa co-op locale. In questo caso con un'altra spada amica le cose si faranno più semplici e il divertimento tenderà (naturalmente) a salire. Un'altra nota dolente invece riguarda la mancata localizzazione in italiano, con tantissimi testi scritti sia nei reperti trovati in giro che nelle cutscene (doppiate in inglese) che potrebbero creare difficoltà a chi l'inglese non lo mastica affatto facendogli perdere parte della narrazione.
In conclusione ci troviamo davanti a un prodotto più che valido, divertente, interessante e ben realizzato. Se una futura patch dovesse introdurre la possibilità di scegliere il livello di difficoltà e la localizzazione nella nostra lingua, ci troveremmo davanti a un piccolo capolavoro. Comunque allo stato attuale Wulverblade vale i soldi richiesti per portarselo a casa.

Modus operandi: siamo tormati un po' indietro nel tempo con meccaniche di gioco risalenti alla storia dei picchiaduro a scorrimento grazie ad un codice gentilmente datoci dagli sviluppatori.


Con una bella ambientazione e un comparto tecnico all'altezza, Wulverblade ci offre un po' di sano divertimento come non avveniva ormai da anni. Rispecchiando pienamente i vecchi picchiaduro a scorrimento di una volta, aggiunge quel pizzico di varietà in più che non guasta mai. Peccato per la mancata localizzazione in italiano e per il livello di difficoltà tarato verso l'alto che può rappresentare una manna dal cielo per alcuni, una disgrazia per altri. Visto nel suo insieme però è un gioco che diverte e spinge il giocatore a provare un'altra partita per vedere cosa c'è dopo e quindi è un titolo che vale il suo prezzo. A meno che odiate proprio il genere, dovreste correre subito a procurarvene una copia.
PRIMO IMPATTO
GRAFICA
SONORO
GIOCABILITA'
LONGEVITA'
GLOBALE