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La Saga degli Assassini cerca le proprie origini tornando indietro fino all'era di Cleopatra d'Egitto.
TUTTO HA UN INIZIO – E UN SEGUITO
Parlare della saga di Assassin’s Creed è stato per anni sinonimo di parlare di qualcosa che gettasse le sue basi in Altair e negli eventi accaduti durante la Crociata di Riccardo Cuor di Leone: a partire da quel primo capitolo targato 2007 Ubisoft ha infatti progressivamente spostato in avanti il riferimento storico passando per il Rinascimento Italiano, la Rivoluzione Americana e quella Francese, fino ad arrivare al periodo Vittoriano, con solo un piccolo passo indietro all’epoca dei Pirati.
Al di là di alcuni capitoli spin-off (più o meno canon) pubblicati sottoforma di romanzi o fumetti, dunque, non ci era mai stato concesso di sapere quale fosse la storia di Assassini e Templari prima dell’era delle Crociate… fino ad oggi. In occasione del decennale della serie, infatti, ecco arrivare Assassin’s Creed Origins, il quale riavvolge il calendario fino al 48 Avanti Cristo e ci presenta Bayek, di cui parleremo più approfonditamente tra un attimo.
La saga è però famosa anche per la sua duplice storyline: le vicende degli Assassini (e di qualche Templare) del passato sono infatti rivissute nel presente tramite un apparecchio denominato Animus, realizzato da Abstergo Industries, ovvero la società “di facciata” dell’Ordine dei Templari. Per svariati capitoli il protagonista del “presente” è stato Desmond Miles, discendente di Altair, Ezio e Connor, ma in seguito questo è stato “spersonalizzato”, forse per dare al giocatore un maggior grado d’immedesimazione. Con Origins Ubisoft si gioca la carta del “nuovo protagonista moderno”: non vi diremo molto a questo proposito, ma sappiate che le vicende di Bayek e sua moglie Aya saranno rivissute dalla giovane dottoressa Layla, una rampante ricercatrice dell’Abstergo.
ALL’OMBRA DELLE PIRAMIDI
Parlavamo dunque di Bayek, più precisamente Bayek di Siwa, destinato ad essere ricordato come primo degli Assassini ma in realtà ultimo dei Medjay: erano questi un popolo di guerrieri originario della zona sud-occidentale dell’Egitto dalle forti tradizioni e dal forte senso dell’onore, tanto da essere stati scelti dai Faraoni come loro guardia personale e in seguito come agenti speciali e giudici sul territorio (una sorta di “polizia militare”). La stirpe dei Medjay si estinse però quando la dinastia dei Tolomei decise di eliminarla: Bayek e la sua famiglia ne sono dunque un ultimo retaggio.
Sarà la morte del figlio, causata da un gruppo di misteriosi individui mascherati identificati dal nome L’Antico Ordine, a trasformare la pacifica vita di Bayek e di sua moglie Aya in un lungo pellegrinaggio di vendetta. Bayek attraverserà l’Egitto in lungo e in largo, dal deserto alla foce del Nilo, dalla città di Alessandria alla capitale Menfi passando per le grandi piramidi di Giza, incontrando personaggi storici del calibro di Cleopatra e Giulio Cesare.
L’Egitto di Assassin’s Creed Origins è suddiviso in un gran numero di regioni e una volta superato il Prologo, ambientato esclusivamente in quella di Siwa, Bayek potrà potenzialmente viaggiare liberamente in qualsiasi luogo desideri. “Potenzialmente” è però un parametro da non sottovalutare: ciascuna regione è infatti contrassegnata da un intervallo numerico che ne indica il grado di sfida. Per fare un esempio, una regione contrassegnata 15-18 offrirà sfide e missioni adatte per un Bayek di quei livelli e, parimenti, ne presenterà i rischi anche durante l’esplorazione: se il livello di Bayek fosse troppo basso sarebbe dunque consigliabile evitare questa regione, dato che qualsiasi soldato o animale feroce sarebbe in grado di ucciderlo senza sforzo (una curiosità: sapete che l’animale Africano che statisticamente miete più vittime tra gli uomini è l’ippopotamo? Se volete un consiglio, tendete ad evitare questi bestioni anche in Origins… -NdR).
Va da sé naturalmente che man mano che prosegue nella trama principale Bayek dovrà addentrarsi in regioni sempre più pericolose, tanto da dover di volta in volta accarezzare l’idea di staccare il piede dall’acceleratore e dedicarsi piuttosto a missioni secondarie in modo da accumulare l’esperienza e i livelli necessari per proseguire in scioltezza. Il gioco è in verità abbastanza generoso in quanto conferisce una piccola quota di esperienza anche solo alla “scoperta”, ossia alla prima visita, di una nuova regione o locazione, nonché all’uccisione di un qualsiasi nemico; il “piatto grosso” sarà però ovviamente quello delle missioni vere e proprie e presumibilmente se ne lasceranno parecchie da parte per l’after-ending.
COME TI GUIDO IL MEDJAY
Al di là dell’impostazione free roaming dei vari mondi di Assassin’s Creed, i giochi della saga hanno sempre conservato una molteplice natura di parkour/combattimento/stealth. Come gli Assassini che l’hanno preceduto (…o seguito?) Bayek può correre, saltare e arrampicarsi in maniera piuttosto fluida: di base sarà sufficiente impostare la traiettoria con l’analogico sinistro per superare gli ostacoli più comuni, ma per scalate e salti più impegnativi occorrerà premere anche il tasto Croce; viceversa Cerchio è il tasto preposto alla discesa e se premuto singolarmente permette di acquattarsi in mondo da sfruttare come nascondigli gli immancabili cespugli o macchie di vegetazione. Triangolo è il tasto deputato alle tecniche d’assassinio, mentre Quadrato è preposto alla schivata.
In combattimento entrano invece in azione i tasti laterali: attacco veloce, attacco potente e parata, più la mira con l’arco. Quando Bayek sfodera le armi può anche utilizzare ulteriori combinazioni per attivare eventuali abilità speciali che vanno però precedentemente sbloccate nel menù della progressione; per fare un esempio, può cercare di impattare con lo scudo un colpo in arrivo in modo da sbilanciare un avversario oppure scagliare una bomba fumogena nel bel mezzo della mischia. Sparisce dunque lo storico (e assai criticato) sistema di combattimento basato principalmente su parate e contrattacchi “automatici” in favore di uno più tradizionale che strizza l’occhio ai classici action-game e ai picchiaduro.
C’È MEDJAY E MEDJAY
La progressione del personaggio si sosterrà su due binari principali: quello dell’esperienza e quello dell’equipaggiamento. Il primo, di cui abbiamo già accennato, garantirà un incremento di salute e del danno di base con tutte le armi ogni volta che si “passa di livello”; inoltre, assegnerà dei punti-abilità con cui sbloccare le forme d’attacco avanzate o altre abilità speciali tramite l’apposita schermata. L’esperienza è anche fondamentale quando si affrontano i nemici: se il loro livello fosse superiore al suo, Bayek potrebbe trovarsi in difficoltà; se il livello del nemico fosse addirittura sostituito da un’icona a forma di teschio, allora sarà proprio il caso di darsela a gambe perché la differenza di forza sarà letale. Molto importante: neppure le tecniche da Assassino, come ad esempio l’uso furtivo della lama celata, saranno in grado di sconfiggere un nemico di questo livello.
L’equipaggiamento comprende sia le armi e gli scudi che Bayek potrà acquistare o trovare in giro sia gli oggetti speciali a sua disposizione come l’armatura, la lama celata o la sacca degli attrezzi. Le prime avranno anch’esse un livello: Bayek non potrà utilizzare armi di livello superiore al proprio e in generale avrà bisogno di armi sempre più potenti man mano che proseguirà nella sua avventura; fortunatamente basterà pagare un fabbro (profumatamente) per poter potenziare una qualsiasi arma fino al proprio livello. L’equipaggiamento speciale può invece essere potenziato tramite un sistema di crafting: pelli di animali, minerali, legno e altri oggetti potranno dunque essere investiti in questo utilizzo (o venduti).
E l’occhio d’aquila? Che ne è dello strano potere di Altair e dei suoi discendenti? Beh, Bayek non possiede questo potere paranormale, ma in compenso è accompagnato da una vera aquila, la bellissima Senu, con la quale ha un legame speciale. In qualsiasi momento (tranne durante i combattimenti) è possibile passare alla visuale del caro volatile; inoltre, bloccandolo in volo stazionario è possibile marchiare i nemici o individuare casse del tesoro o altri segreti. Gli oggetti marchiati rimarranno tali anche all’occhio di Bayek, offrendogli dunque una suggestiva alternativa “drone-like” al classico occhio d’aquila. Inizialmente il campo di percezione di Senu sarà piuttosto limitato, ma verrà incrementato ogni volta che Bayek si sincronizzerà con un nuovo punto d’osservazione.
ARCHITETTURA MONUMENTALE EGIZIA
Un altro rinomato punto di forza del brand è la realizzazione di ambientazioni vaste, dettagliate e il più possibile (compatibilmente con le esigenze di gameplay) storicamente ed architettonicamente accurate. In questo senso Origins non solo tiene fede alla tradizione ma la esalta a nuovi standard: tanto per cominciare, diciamo subito che la mappa di gioco è enorme, ed anche se la scala di riferimento non è certamente di 1:1 rispetto alla realtà sarebbe necessario molto tempo per attraversarla tutta. È pur vero che, trattandosi di una regione che comprende vaste porzioni di deserto, non mancano aree relativamente spoglie, sebbene il “nulla completo” non sia contemplato: anche il deserto abbonda infatti di rovine, tombe, accampamenti, oasi, promontori, tane di animali e tanti altri punti di interesse.
Ovviamente le cose cambiano quando ci si avvicina agli insediamenti abitati, soprattutto a grandi città come Alessandria e Menfi: queste locazioni antiche non sono probabilmente vaste quanto le Gerusalemme, Firenze, Venezia, Roma, Parigi e Londra visitate dagli Assassini degli anni futuri ma non mancano comunque di offrire meravigliose opere architettoniche tra palazzi, statue e templi, fino ad autentiche Meraviglie quali il Faro o le Piramidi. Il tutto, cosa molto importante, senza soluzione di continuità: il caricamento progressivo fa infatti sì che si possa esplorare liberamente il mondo senza dover attendere eventuali pause; solo l’ingresso in locazioni molto specifiche – come le arene – il viaggio rapido o l’attivazione di eventi richiederanno dei caricamenti.
Il gioco è come sempre accompagnato da un’ottima colonna sonora, con musiche perfette per i vari ambienti e le varie situazioni che bisogna affrontare. I testi di gioco sono interamente in Italiano, mentre i doppiaggi sono inizialmente disponibili solamente in Inglese: come già realizzato per Syndicate, però, è possibile scaricare gratuitamente il DLC con le ottime voci in Italiano (o in qualsiasi altra lingua si preferisca). Purtroppo è anche giusto segnalare il presentarsi di qualche estemporaneo bug: ci è capitato di dover riavviare una missione a causa di un personaggio “incastrato” da qualche parte o in seguito a un crash del software; anche nei doppiaggi qualche volta l’intonazione non è perfetta per il contesto, ma in un’opera così monumentale si tratta di peccati veniali. Mancano invece totalmente le note storiche a margine dell’avventura: ok che Layla non ha il supporto di Shawn e Rebecca, ma è innegabile che qualche informazione in più su luoghi, personaggi, monumenti e religioni avrebbe fatto comodo.
IL LUNGO CORSO DEL NILO
Origins ha il grande pregio di riuscire a dare un colpo di spugna sulla saga senza però cancellarla per niente: per quanto i riferimenti a Desmond e all’Abstergo ci siano, l’intuizione di introdurre due nuovi personaggi – Bayek e Layla – lontani dai fatti noti si è rivelata vincente e permette ai neofiti di avvicinarsi al gioco senza timore di non possederne le basi. D’altro canto, anche per i fan di lunga data sarà consigliabile disimparare parte delle capacità di gameplay accumulate negli anni per potersi interfacciare al nuovo gioco, soprattutto al nuovo sistema di combattimento. Origins rappresenta dunque veramente un ottimo nuovo inizio per una saga che in passato ha dovuto fare i conti con alti e bassi.
A valle di questo reset in termini di trama e gameplay il gioco è comunque (lo ripetiamo at nauseam) straordinariamente vasto ed offre una quantità impressionante di luoghi da esplorare e quest secondarie da affrontare; non mancano neppure eventi random come la vendetta per la morte di un altro giocatore o a tempo come le richieste del mercante itinerante. Durante il suo peregrinare Bayek dovrà inoltre guardarsi le spalle dalla minaccia dei Phylakes, potenti cacciatori di taglie sguinzagliati alla sua ricerca, ma potrà ritagliarsi anche del tempo per gareggiare nelle corse delle bighe all’ippodromo o per duellare nell’arena in cerca di gloria, fama – e ricompense. E se l’esperienza di gioco fosse troppo facile o troppo ardua, la selezione della difficoltà potrà aiutare ad adattarla alle esigenze di ognuno.
NULLA È REALE, TUTTO È LECITO
Assassin’s Creed Origins può in conclusione essere ascritto tra le migliori produzioni realizzare da Ubisoft in questa saga: un capitolo assolutamente imperdibile per tutti coloro che hanno già rivissuto le vicende di Altair, Ezio eccetera, ma anche un gioco assolutamente aperto ed ammiccante ai neofiti.
Modus operandi:abbiamo esplorato il territorio egiziano nei panni di Bayek grazie ad una copia promozionale gentilmente mandataci da Ubisoft Italia.
Assassin’s Creed riscopre le sue origini proponendo nuovi personaggi e contesti, svecchiando il gameplay e in generale offrendo un’esperienza di gioco rinnovata senza però negare quanto realizzato nei precedenti capitoli. L’accuratezza e soprattutto la vastità della realizzazione fanno di Origins una vera perla nel brand per un capitolo che non mancherà di appassionare neofiti e fan di lunga data.