Recensione PC
Titolo del gioco:
Portal 2
Anno di uscita:
2011
Genere:
First Person Puzzle
Sviluppatore:
Valve
Produttore:
Valve
Distributore:
Electronic Arts Italia
Multiplayer:
Localizzazione:
Solo testo, no audio
Sito web:
Requisiti minimi:
Pentium 4 3 GHz, 1GB RAM per XP / 2GB RAM per Vista e Seven, scheda Video DirectX 9 con almeno 128 Mega di RAM
  •  L'effetto dell'acqua fa ancora impressione!
  •  Giusto per dare l'idea dell'atmosfera che si respira agli Aperture Laboratories...
  •  Con un gioco di portali sono riuscito a inquadrarmi, notare i rinforzi alle gambe
  •  Gioco di specchi
  •  Ecco lo spettacolare gel, da vedere assolutamente in movimento!
  •  Ehm... Mi ricorda qualcosa...
  •  Guarda un po' chi si rivede!
  •  Combinazione di strumenti
  •  E ora a tutta velocità!
  •  Ma cos'è? Il flusso canalizzatore?
  •  Un po' di umorismo nero nel cartello...
Redattore:  Lorenzo 'TAD' Di Gaetano                        Pubblicato il:  31/05/2011
Dopo una lunghissima attesa, l'eroina silenziosa Chell si risveglia negli Aperture Laboratories pronta ad affrontare una nuova, incredibile e ben più lunga avventura...
Portal, per me, è stata una vera rivelazione "ritardata". Uscito nel 2007 in bundle con l'Orange Box di Valve (contenente sia Half Life 2 che le sue prime due espansioni ufficiali), il gioco mi aveva sempre incuriosito. Quando uscì Half Life 2: Episode 2 optai per l'acquisto singolo dell'espansione su Steam, dato che avevo già comprato i primi due episodi di HL2 e non avevo intenzione di ricomprarli con l'Orange Box. Ebbene, dopo 3 anni ho dovuto cospargermi il capo di cenere, in quanto ho capito di essermi perso uno dei più bei giochi che abbia mai provato nei 25 anni di videogaming che oramai porto sulle spalle. L'occasione fu quindi ghiotta quando, nel Maggio dello scorso anno, Valve decise di offrire gratuitamente Portal per un periodo di tempo limitato. Risultato? 1 milione e mezzo di download nel giro di pochi giorni! Tra questi c'ero anche io, incuriosito dal gioco e attratto dall'offerta. Fu un vero e proprio shock, che mi ha portato ad attendere spasmodicamente il secondo capitolo...

FIRST PERSON PUZZLE
Come definire Portal? In effetti è talmente originale da aver di fatto creato un nuovo genere. Non è uno sparatutto, in quanto non si sparano munizioni, né si uccide nessuno. E' un puzzle game? Sì, perché bisogna risolvere degli enigmi. Ma non solo: spesso per risolverli bisogna agire in fretta, unendo il ragionamento ai riflessi pronti, rendendo ancora più affascinante e originale l'esperienza di gioco. Affrontiamo la recensione del seguito descrivendo il gioco per coloro che non avessero giocato il primo episodio (male! Correte immediatamente su Steam!). La protagonista del gioco è una misteriosa e silenziosa ragazza di cui si conosce solo il nome: Chell. Ella si ritrova nuovamente, centinaia di anni dopo gli eventi del primo episodio, imprigionata all'interno di una mastodontica e misteriosa struttura chiamata "Aperture Laboratories", ormai in decadenza. Come nel primo episodio, dovrà fronteggiare una serie di "test" generati da GlaDOS (Genetic Lifeform and Disk Operating System), una inquietante intelligenza artificiale di cui inizialmente si sente solo la metallica voce femminile, riattivatasi dopo la sconfitta subita in precedenza. Ad ogni test ci ritroveremo in una stanza in cui saranno presenti un ingresso e un'uscita: per raggiungere quest'ultima bisognerà risolvere alcuni enigmi, attivando meccanismi, premendo pulsanti, spostandosi da un punto all'altro dell'ambiente. Unico strumento? La mitica Portal Gun, vera colonna portante di tutto il gioco. Oltre a speciali stivali che permettono di sopportare cadute da altezze elevatissime.

La Portal Gun è una formidabile arma in grado di generare tunnel che mettono in comunicazione due punti dello scenario. Con il tasto sinistro del mouse si aprirà il portale arancione, col destro quello blu. Una volta sparati entrambi, si potrà passare in un lampo da un punto all'altro della mappa. Ovviamente i carchi non possono essere aperti su tutte le superfici della mappa, ed è questo uno dei principali elementi di difficoltà del gioco. La Portal Gun, inoltre, ci permetterà di raccogliere oggetti per spostarli in altri punti della mappa. Non aggiungiamo altri elementi alla trama per non rovinarvi la sorpresa. Trama? Sì! Esatto!

FINALMENTE UN PO' DI SOSTANZA...
Il primo Portal fu un gioco meraviglioso, intrigante e dotato di un fascino sottile di rara bellezza, ma fu rovinato da un imperdonabile difetto: era brevissimo, in quanto concepito come titolo "minore" all'interno dell'Orange Box. Dopo tutti i premi e i riconoscimenti ricevuti, alla Valve hanno deciso di cambiare musica e di onorare uno dei concept più originali di tutti i tempi con un seguito molto corposo, che finalmente renda giustizia alla qualità dell'idea. A questo proposito, non fatevi ingannare dai cartelli sparsi durante la prima fase del gioco, la quale consta di una ventina di test piuttosto semplici che ricordano parecchio quelli del primo episodio: si tratta solo di un antipasto al vero gameplay!

Rispetto al primo Portal, in cui la Portal Gun serviva quasi sempre per aprire i portali e trasportare oggetti, in Portal 2 è stata inserita una quantità stupefacente di nuove tipologie di enigmi e strumenti per risolverli. Oltre ai tipici blocchi da recuperare e appoggiare sopra appositi pulsanti per sbloccare meccanismi, avremo a che fare con tantissime novità: laser il cui raggio va deviato con apposite lenti per colpire degli interruttori, pareti elettrificate da spegnere, piattaforme semoventi da attivare, tunnel che ci trasporteranno da una parte all'altra della mappa, barriere di luce da usare sia come ponti che come scudi e rampe di lancio capaci di scagliarci lontanissimo, da usare con attenzione.
Ma la novità più geniale sono i gel. In alcune mappe avremo infatti a disposizione alcuni gel colorati, ognuno con la sua funzione. Quello azzurro ci permetterà di effettuare salti più potenti, quello arancione ci accelererà ad altissima velocità, quello bianco renderà possibile aprire portali in zone della mappa che non lo permettevano. In molti frangenti, chiaramente, per risolvere i problemi dovremo utilizzare una combinazione di tutti gli strumenti appena elencati. Non sarà quindi difficile ritrovarsi a saltare da un punto all'altro della mappa per recuperare un blocco, recarsi su una piattaforma, creare un portale per far cadere il blocco su un pulsante che attiverà il movimento di questa piattaforma per permetterci di completare il livello! Nelle fasi più avanzate, infatti, per raggiungere l'uscita bisognerà attivare più di un pulsante o meccanismo, secondo una logica e una precisa sequenza che solo un attento studio dell'ambiente ci permetterà di individuare.
LASCIA...O RADDOPPIA?

L'eccezionale avventura single player non vi basta ancora? Valve ha voluto strafare, inserendo una modalità cooperativa con mappe e trama dedicate! Nel multiplayer, i giocatori assumono il ruolo di Atlas e P-Body, due robot dichiaratamente ispirati a Stanlio e Ollio e dotati ciascuno di una Portal Gun che, su "gentile richiesta" di GlaDOS, dovranno affrontare una lunga serie di "test cooperativi" che metteranno alla prova ancor più della campagna in singolo le meningi dei giocatori, oltre alla loro capacità di coordinazione. Per aiutarli in questo, compaiono alcuni strumenti aggiuntivi quali puntatori per indicare all'altro dove aprire un portale o timer per attivare interruttori in contemporanea. Benché la campagna cooperativa sia più breve e dalla trama molto meno interessante di quella principale, il divertimento e il coinvolgimento dei giocatori toccheranno vette inaspettate grazie ad enigmi estremamente interessanti e all'onnipresente humor nero!

Chiaramente, non mancheranno alcune vecchie conoscenze... Le mitiche torrette! A peggiorare ulteriormente la situazione, infatti, alcune mappe vedranno la presenza delle micidiali torrette killer, che apriranno il fuoco contro di noi appena il loro puntatore laser ci colpirà. In Portal 2 è possibile morire, anche se la morte non è il nostro principale nemico: non esiste alcun livello di energia, semplicemente si muore se si viene colpiti troppo a lungo dalle torrette, o se si cade in uno degli impressionanti pozzi senza fondo in cui ci imbatteremo spesso, soprattutto nella seconda metà del gioco. Studiare attentamente la situazione, osservare l'ambiente, capire dove e come agire, in quale sequenza e con quali strumenti: tutto questo è alla base del gameplay formidabile di Portal 2.

IMPIANTO TECNICO
Dal punto di vista audiovisivo la questione è un po' controversa. Nonostante il Source (l'engine alla base dei giochi Valve) cominci a sentire il peso degli anni, rimane ancora oggi un motore grafico capace di stupire. Dal punto di vista puramente geometrico è ormai un po' "grossolano", in alcune ambientazioni: avvicinandosi con lo sguardo alle pareti della mappa, si nota che il livello di dettaglio non è quello che ormai è possibile riscontrare in altri titoli moderni, ma c'è da dire che la tipologia degli ambienti riesce a mascherare brillantemente questa mancanza, grazie al fatto che nella maggioranza dei casi questi sono stilizzati e tendono più ad essere funzionali che pieni di dettagli. Questa piccola pecca viene ampiamente recuperata da una gestione delle luci e delle ombre che in alcuni frangenti lascia a bocca aperta, e soprattutto da una resa dell'acqua e dei gel (e della loro fisica!) che difficilmente sarebbe potuta essere più realistica. I ragazzi della Valve sono riusciti a prodursi in alcune sequenze di una spettacolarità mozzafiato, riuscendo comunque a sfruttare a dovere il Source e a dotare Portal 2 di una grafica suggestiva, ispirata e profondamente affascinante. Le ambientazioni vanno dalle ipertecnologiche sale dei test alle tristi e decadenti sale macchine degli Aperture Laboratories, rese con uno stile in grado di trasmettere una intensa sensazione di mistero, un luogo tecnologico ma al tempo stesso antico. Non è facile nemmeno immaginare quale sia l'epoca umana in cui si svolgono gli avvenimenti, forse un futuro lontano, in cui il mondo esterno ha preso chissà quali strade mentre noi siamo intrappolati in un microcosmo morente, chiuso e sotterraneo, dominato da un'intelligenza artificiale solitaria e antica.

Durante il gioco, come nel primo episodio, saremo continuamente accompagnati dalla voce femminile e metallica di GlaDos (e non solo lei, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa), caratterizzata da dialoghi pungenti, denigranti e venati di un umorismo nero con punte di fredda inumanità, come potremmo aspettarci da un'intelligenza artificiale priva di sentimenti, una delle caratteristiche tipiche della serie di Portal. Splendido e raggelante allo stesso tempo. Per concludere, un plauso assoluto va all'accompagnamento sonoro. Le musiche in-game sono eccezionali, una perfetta sinfonia di musica elettronica capace di esaltare tutte le situazioni. Alcuni brani in-game cambiano addirittura a seconda della situazione, grazie a una particolare tecnica di generazione procedurale realizzata dal compositore principale Mike Morasky (beh, avrà copiato dal musicista di The Chaos Engine ;-) NdBoZ). E ogni volta che si lancia il gioco la musica della schermata iniziale varia e ci sono alcuni pezzi che vale la pena ascoltare per intero. Unica pecca? La localizzazione. E' infatti da Episode Two che nei giochi Valve manca il doppiaggio italiano e ci dobbiamo accontentare dei sottotitoli (che contengono anche qualche strafalcione.. NdR). Meglio di niente, anche perché seguire i dialoghi con le voci originali non è facilissimo in quanto la voce di GlaDOS è rimodulata per renderla metallica, e le altre voci che si sentono spesso parlano velocemente e sono difficili da seguire anche per chi mastica dignitosamente l'inglese. Ma in alcuni frangenti, dover leggere i sottotitoli e non potersi gustare i vari passaggi di intermezzo fa storcere un po' il naso...
Finalmente la serie di Portal approda in un forma completa, in un vero gioco tripla A che gratifica il suo geniale concept con un'opera imponente, intensa, estremamente stimolante dal punto di vista intellettuale ed estetico. Davvero non si può far altro che tessere le lodi di questo titolo, che dimostra ancora una volta l'enorme capacità, inventiva e originalità della Valve. In due parole, un imperdibile capolavoro.
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