Sistema operativo: Windows XP+ - Processore: Intel Core 2 Duo E4500 a 2.2GHz or AMD Athlon 64 X2 5600+ a 2.8 GHz - Memoria: 2 GB di RAM - Scheda video: ATi Radeon HD 2400 or NVIDIA GeForce 7600+ - DirectX: Versione 9.0c - Memoria: 2 GB di spazio disponibile
Redattore: Ivan 'MrIvan' GuzzardiPubblicato il: 22/05/2017
Affronta un lungo viaggio intrinseco di pericoli e puzzle da risolvere per scoprire perche' tutti i robot si siano improvvisamente disattivati. Sei rimasto l'unico essere al mondo a poter svolgere questo arduo compito
I videogiochi appartenenti al genere platform hanno ricevuto, nel corso degli anni, un certo calo di interesse per quanto riguarda il loro sviluppo. Sia software house che publisher hanno volutamente lasciato perdere questa tipologia di giochi per concentrarsi maggiormente su un target più “maturo”, preferendo sviluppare delle tematiche più adulte e realistiche. Ormai è raro vedere un prodotto realizzato con una grafica morbida e dolce che implementi una narrativa semplice, sezioni platform e sfide legate ad esse.
La quinta generazione di videogiochi (la prima PlayStation, Nintendo 64, Sega Saturn e così via) era colma di questi titoli, ma con il passare degli anni l’interesse dei videogiocatori è cambiato e adesso difficilmente si può trovare qualcosa di simile, seppur, attualmente, sembra che diverse case sviluppatrici stiano facendo un piccolo passo avanti per riportare in auge questo genere, cercando di tastare il terreno prima di poter confermare se ne vale la pena o meno (un esempio può essere il prossimo remake di Crash Bandicoot che uscirà a fine Giugno -NdR).
Inoltre, grazie al panorama indipendente, abbiamo di fronte una scelta molto più vasta di questa tipologia di videogiochi rispetto agli scorsi anni. Un esempio è Scrap Garden, titolo uscito per PC sviluppato da Egidijus Bachur e Alexey Davidov che cerca di riportare alla mente l’atmosfera e il gameplay tipici di questo genere.
ABBASSO L'INQUINAMENTO
La storia di Scrap Garden è tanto semplice quanto interessante e ci catapulterà in una cittadina abitata da soli robot. In particolare ci ritroveremo nei panni di Canny, piccolo robottino che, a causa del suo essere un modello vecchio, deve effettuare una speciale manutenzione in modo che la sua batteria venga sostituita con qualcosa che produca meno inquinamento. Durante questo processo accade qualcosa di strano e il nostro protagonista si disattiverà improvvisamente, andando a finire in un lungo sonno. Al suo risveglio la città è totalmente cambiata: tutti i robot sono disattivati e alcuni animali selvaggi che vivono nei dintorni sono diventati più feroci e violenti di prima. In questa landa desolata dove tutto tace, Canny sembra essere l’ultimo robot rimasto in vita e sarà compito suo scoprire cosa è successo e, soprattutto, trovare un modo per poter riportare il tutto alla normalità.
Una trama basilare ma che riesce a creare una certa curiosità nella mentalità del giocatore, invogliandolo ad esplorare ogni angolo della mappa di gioco per capire i segreti che cela questa narrativa, il tutto condito da un’atmosfera post-apocalittica con elementi fantasy che non fa altro che incrementare la voglia di giocare e di scoprire.
TROPPO FACILE
Purtroppo ciò che di buono è stato scritto fino ad ora viene abbattuto quasi completamente da uno sviluppo del gameplay approssimativo e molto superficiale. Ciò che dovrebbe essere la punta di diamante del genere platform può essere considerato, in questo caso, il lato debole di Scrap Garden.
I comandi che potrà eseguire il nostro robottino saranno semplici ed essenziali, si potrà saltare e, con l’uso di un solo tasto, si potranno interagire con vari elementi della mappa di gioco come ad esempio tirare una leva, prendere un oggetto e lanciarlo, premere un bottone e così via. L’intero gioco sarà essenzialmente costituito dal solo utilizzo di questi due comandi, rendendo l’esperienza complessiva semplice e, arrivati a circa metà gioco, anche ripetitiva. I vari nemici con cui ci scontreremo avranno un intelligenza artificiale facile da prevedere e basterà un solo colpo (eseguibile saltando sopra di loro. -NdR) ad eliminarli, senza che essi possano avere delle mosse particolari da sfoggiare, magari andando a combattere Canny utilizzando attacchi a distanza o prese. L’unica cosa che l’avversario sarà in grado di fare è semplicemente avvicinarsi a noi ed eseguire un mero attacco fisico, senza utilizzo di combo per cercare di variegare il proprio moveset. Fortunatamente le bossfight contenute nel gioco avranno un diverso pattern rispetto ai nemici classici e ognuna di esse avrà bisogno di un approccio diverso per ottenere la vittoria.
Oltre ai combattimenti, il giocatore avrà la possibilità di esplorare le diverse rovine e, approfondendo questa meccanica, sarà possibile ottenere anche degli oggetti particolari provenienti dal mondo reale (che, purtroppo, non aggiungeranno effettivamente nulla alla storia e serviranno esclusivamente per ottenere vari achievement -NdR). Questo fattore esplorativo è reso particolarmente bene anche grazie all’atmosfera che gli sviluppatori hanno voluto offrire utilizzando non solo una particolare ambientazione ma anche il comparto sonoro che darà quel senso di malinconia ad un posto ormai disabitato. Il vedere Canny girare nella vuotezza della città mentre intravede vari robot ormai disattivati che, fino ad un attimo fa, erano intenti a vivere la loro quotidianità, è davvero una sensazione particolare che riesce ad entrare nel cuore del giocatore. Una coppia intenta a conversare mentre sono seduti in una panchina, un poliziotto intento a fare il suo lavoro o un robot solitario che legge il giornale. Tutta questa vitalità spazzata via in un secondo, viene sottolineata agli occhi dei giocatori come un fattore nostalgico, come un qualcosa di ormai perduto da tempo e che rende questo mondo post-apocalittico credibile e ben realizzato.
Purtroppo quello che manca a Scrap Garden è la varietà necessaria affinché il giocatore non si senta annoiato durante l’avventura. Tolta l’atmosfera resa particolarmente bene e una componente esplorativa interessante ma limitata dalla mappa fin troppo semplice grazie ad un level design basilare, il resto del gioco non regge qualitativamente e quello che c’è di buono diventa fine a se stesso. Gli sviluppatori hanno provato a rendere varia ogni componente di gameplay, introducendo ad esempio diverse situazioni da minigioco (come piccoli puzzle, trova la chiave per proseguire o il dover guidare una monorotaia evitando gli ostacoli. -NdR) ma ciò non dà i risultati sperati anche grazie ad una difficoltà quasi inesistente. Il gioco è fin troppo facile e non rappresenterà una vera sfida anche per un neofita del genere, rendendo l’esperienza poco appetibile.
ARRUGINITO
Il comparto grafico del gioco è basilare ma allo stesso tempo funzionale all’interno del suo ecosistema, perché è grazie alla sua semplicità e al suo stile morbido che riesce a rendere credibili le sensazioni che gli sviluppatori hanno voluto trasmettere nella loro opera. Andando più nel tecnico, invece, abbiamo un level design non proprio originale né accattivante, con un cospicuo numero di bug grafici che, seppur non intacchino il gameplay creando crash o situazioni simili, finiscono per essere fastidiosi e particolarmente persistenti ad ogni livello disponibile. Da notificare come la longevità del gioco si attesti su livelli molto bassi (circa 3 ore per completare tutta l’avventura. -NdR), il che, in realtà, non è un fattore totalmente negativo se prendiamo in considerazione la ripetitività del gameplay descritta sopra.
Il sonoro è, anch’esso, realizzato in maniera semplcie. Ciò porta ad una certa ripetitività alla lunga ma in fin dei conti, al contrario di quanto si possa immaginare, questa scelta ha portato a rendere il gioco più accattivante e coerente con le situazioni che accadono di fronte a Canny. Una musica armoniosa e spensierata nelle zone più grandi dove si percepisce il disagio accumulato in queste rovine, e un sottofondo più ansioso e chiuso negli spazi bui e spaventosi, quasi ad evocare un’atmosfera horror. Una composizione non troppo varia ma allo stesso tempo efficace che innalza un po’ la qualità generale del titolo.
Modus Operandi: abbiamo esplorato la città abbandonata dei robot tramite un codice steam fornitoci da Jaleo.
Tirando le somme, Scrap Garden fallisce nell’essere un titolo valido e appagante. Seppur abbia un sonoro e un’atmosfera soddisfacente e coerente con la sua narrativa, la sua mancanza di sfida, il suo gameplay basilare e monotono e il suo level design povero di contenuti, rendono il gioco un’occasione mancata, non riuscendo a lasciare il segno nell’attuale mercato videoludico. Davvero un grande peccato.