| |
|
|
|
|
 |
|
 |
|
|
|
|
Titolo del gioco:
|
Zak McKracken and the Alien Mindbenders
|
|
Anno di uscita:
|
1988
|
|
Genere:
|
Avventura grafica punta e clicca
|
|
Sviluppatore:
|
David Fox & Matthew Kane
|
|
Produttore:
|
Lucasfilm Games
|
|
Distributore:
|
Lucasfilm Games
|
|
Multiplayer:
|
No
|
|
Localizzazione:
|
Solo testo, no audio
|
|
Sito web:
|
|
|
Requisiti minimi:
|
Commodore 64 e disk drive
|
| Altri formati: | |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
 |
|
 |
|
|
|
 |
|
 |
|
|
|
|
|
|
|
 |
|
 |
|
|
Redattore: Stefano 'Tyrant' Peracchi Pubblicato il: 24/07/2008 | | | Zak McKracken : Commodore 64 = Monkey Island : PC. Potrebbe bastare questa proporzione matematica per farvi capire l'importanza di questo gioco. | | UN FULMINE A CIEL SERENO
Nel 1987 la Lucasfilm produsse un'avventura grafica (una delle prime "punta e clicca", se non la prima) chiamata Maniac Mansion, che ebbe un successo enorme grazie al suo humour nero, alla sua difficoltà alta ma non esagerata, alla sua interfaccia perfettamente user-friendly e ai suoi enigmi logici e (quasi) mai astrusi. Tantissimi C64isti, me compreso, si erano buttati a capofitto nella soluzione di quest'avventura in cui si comandavano addirittura tre personaggi, e il nome della software house americana era diventato popolarissimo tra i possessori del gioiello di casa Commodore. Un anno dopo, esattamente nel dicembre 1988, mi reco ad acquistare il nuovo numero della rivista Zzap! e tra i titoli di copertina leggo "Zak McKracken", che riceve una medaglia d'oro (premio virtuale assegnato dalla rivista ogni mese al migliore, o ai migliori, gioco di quel numero). Incuriosito, vado alle pagine della recensione, e leggo "Zak McKracken and the Alien Mindbenders (Maniac Mansion II)! Il seguito ultraumoristico e megaentusiasmante di Maniac Mansion dalla Lucasfilm". Il mio cuore, come quello di tantissimi altri videoavventurieri, batte a mille, perchè evidentemente ci troviamo di fronte ad un altro capolavoro. Procuratomi immediatamente il gioco io ed un mio amico ci immergiamo immediatamente nelle irreali avventure di Zak McKracken, giornalista aspirante al Premio Pulitzer ma non molto considerato dal suo capo. A dire la verità capiamo subito che questo non è assolutamente il seguito di Maniac Mansion, bensì "semplicemente" un'altra avventura punta e clicca di altissimo livello, ancora più divertente, più coinvolgente e più stressante del suo predecessore.
ALLA SCOPERTA DI UN GIOCO QUASI PERFETTO
La difficoltà degli enigmi è stata fortunatamente abbassata un pochino, le situazioni comico/assurde si susseguono continuamente (resterà per sempre famoso lo scoiattolo a due teste sul quale avreste dovuto indagare in quel di Seattle!), l'interfaccia è rimasta assolutamente uguale e la grafica è stata leggermente migliorata, giusto per dare quel tocco in più che fa sempre piacere. Ultima ma non ultima l'incredibile presentazione del gioco, che assomiglia, con i dovuti paragoni di tecnologia, al trailer di un film... un episodio onirico lungo e intrigante che già da subito fa capire che siamo di fronte al secondo capolavoro targato Lucasfilm. Ma Zak McKracken non era una "semplice" avventura grafica, bensì un nuovo modo di intendere il videogioco su Commodore 64, e generò un'orda di fan urlanti (sono pronto a scommettere che, se fosse stato organizzato un evento dal vivo con i programmatori del gioco e con un uomo vestito da Zak, ci sarebbero state scene di delirio stile Beatles anni '60...) che, piano piano, scoprivano sempre più particolari buffi e irriverenti in questo gioco nel quale le sorprese sembravano non finire mai. Un grosso miglioramento rispetto a Maniac Mansion era l'ambientazione dell'avventura: mentre in quest'ultimo vi muovevate solo all'interno di una casa, ovvero la Mansion del titolo, in Zak McKracken (abbreviato ZMKATAM per gli amici) vi trovavate a viaggiare in tutto il mondo, e non solo! (Non chiedetemi cosa io intenda con "non solo"...scopritelo da voi... dopotutto Zak esiste anche per PC, e gli emulatori per C64 sono facilissimi da usare). Un altro interessante particolare innovativo era che dovevate stare persino attenti ai soldi in vostro possesso, in quanto ogni viaggio costava, e non poco! Inoltre potevate anche morire... evento rarissimo, ma possibile: non potete immaginare la disperazione mia e del mio amico quando venimmo teletrasportati in una locazione senz'aria, senza aver preventivamente preso la bombola d'ossigeno... Zak soffocò e morì, concludendo così l'avventura e costringendoci, dopo esserci ripresi dallo shock, a caricare una posizione salvata poco prima.
QUALCHE DIFETTO QUA E LA'...
Accompagnando nelle loro peregrinazioni Zak e gli altri tre personaggi che dovrete controllare durante il gioco, vi troverete di fronte a dei labirinti che dovrete obbligatoriamente attraversare: ad essere sincero, questo è un punto negativo di ZMKATAM, perchè la prospettiva grafica con la quale esplorate il labirinto fa in modo che dopo un po' di tempo rischiate di perdervi irrimediabilmente, anche disegnando una mappa. Questa è l'unica vera nota dolente che un detrattore potrebbe portare come argomentazione, e mi stupisce un po' che la Lucasfilm abbia deciso di inserirli nel gioco: a dire il vero i labirinti sono giustificati, in quanto si trovano in una piramide egizia e in una atzeca, oltre che in una jungla africana, ma dato che ci troviamo comunque in un'avventura grafica l'esplorazione avrebbe potuto essere resa più semplice. Durante il gioco vi troverete davanti ad una realizzazione grafica davvero azzeccata: tanti colori, dimensioni dei personaggi ben proporzionate all'ambiente circostante (buffissimo vedere un mini Zak accanto alle piramidi nelle "riprese" da lontano!), numerose ambientazioni tutte ben definite, e in generale un senso di perfetta funzionalità che rende l'esplorazione davvero gratificante; lo stesso forse non si può dire del sonoro che, lungi dall'essere insufficiente, avrebbe potuto essere sfruttato meglio: dopo una colonna sonora iniziale molto coinvolgente, lungo il resto del gioco si sentono quasi solo vari effetti sonori... azzeccati per carità, ma si sente la mancanza di qualche musichetta aggiuntiva qui e là.
RITIRARSI ALL'APICE DELLA CARRIERA
 Questi sono probabilmente gli unici due veri difetti di un gioco che, comunque, ha raggiunto il massimo realizzabile sul Commodore 64 per quanto riguarda le avventure grafiche. La Lucasfilm aveva realizzato ciò che nessuno riteneva possibile, non tanto come realizzazione tecnica, ma come profondità e atmosfera di gioco in sè. Purtroppo dopo Zak McKracken la casa americana decise che il tempo del Commodore 64 era finito; l'avventura immediatamente successiva, Indiana Jones and the Last Crusade, uscì infatti solo per i computer a 16-bit come Amiga, Atari ST e soprattutto il PC, che si avviava a diventare la piattaforma preferita dai programmatori di giochi "per pensatori".
IL SEGNO DI UN'EPOCA
Indubbiamente Zak McKracken, anche grazie alla cura con la quale ne era stato realizzato il marketing (chi ha avuto la fortuna di possederne una copia originale ha trovato all'interno della confezione una copia del giornale per cui scriveva Zak e un paio di occhiali con naso e baffi finti - se non capite il perchè di questo oggetto, non dovete fare altro che giocare!), ha segnato l'apice delle avventure su Commodore 64, mostrando di cosa fosse capace questo piccolo computer a 8 "miseri" bit. Dopo circa tre mesi ne uscì anche una versione localizzata in italiano, che ovviamente riscosse un enorme successo. Nell'aprile 1989 uscì il normale numero mensile di Zzap!, e potete immaginare la reazione di migliaia di fan italiani di Zak quando sulla copertina lessero "Zak McKracken 2 - The Mindbenders Are Back", per poi leggere una recensione completa, con stupendi screenshot, che come voto globale dava 98%! Addirittura gli importatori italiani, pur non sapendone nulla, menzionavano questo gioco nei loro cataloghi per non mostrarsi impreparati, senza però ovviamente mettere il prezzo di vendita. La triste verità venne rivelata il mese dopo, quando la redazione confessò, in un articolo che credo molti lettori abbiano bruciato per la rabbia, che quel gioco non esisteva, e che era solamente un pesce d'aprile (di grande successo, bisogna ammetterlo) realizzato dai redattori stessi. La delusione era tanta e i videoavventurieri dovettero arrendersi all'evidenza: Zak 2 non esisteva, e l'epoca del Commodore 64, dopo aver raggiunto il suo apice nel 1988, cominciava la sua parabola discendente. Ma Zak McKracken and the Alien Mindbenders rimarrà per sempre. ZLORFIK! |
|
|
|
|
| | |
|
|
|
|
|
|