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Titolo del gioco:
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Risen
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Anno di uscita:
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2009
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Genere:
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Action RPG
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Sviluppatore:
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Piranha Bytes
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Produttore:
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Deep Silver
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Distributore:
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Koch Media
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Multiplayer:
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No
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Localizzazione:
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Solo testo, no audio
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Sito web:
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Requisiti minimi:
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Minimi: Windows XP SP 3, Processore: 2 GHz Intel® Pentium™ 4 Single-core Processor, Memoria: 1 GB RAM, Grafica: 256 MB DirectX™ 9.1c compatible graphics card (nVidia® GeForce® 7900/ATI Radeon™ X1800 or better), DirectX®: DirectX™ 9.1c compatible graphic card driver
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Redattore: Francesco 'Benjamin Ficus' Ficarelli Pubblicato il: 12/11/2009 | | | Un uomo entra in un caffè... SPLASH!
| | Cosa c'entra l'uomo che entra nel caffè con Risen? Niente, ma almeno è più interessante e divertente dell'ultimo gioco della Piranha Bytes (qualcosa mi dice che non è stato di tuo gradimento.. NdBoZ).
IL MONACO FA L'ABITO: INTRODUZIONE
 Per chi ha memoria - o semplicemente lo ha letto sulla Wikipedia - Piranha Bytes è la stessa casa di sviluppo che ha realizzato la serie Gothic; detto questo, detto tutto: già, perchè se ci avete giocato non noterete molte differenze...ed è proprio da qui che incominciano le nostre critiche. Risen è molto simile a Gothic come impostazione di gioco: si tratta di un RPG in terza persona con combattimenti in tempo reale, focalizzato sulla libera creazione del proprio eroe, migliorabile tramite l'allenamento grazie all'aiuto di determinati maestri capaci di potenziare le proprie caratteristiche fisiche come forza e destrezza, o la tecnica con la spada, la magia, l'alchimia... e la lista potrebbe andare avanti. Squadra che vince non si cambia: peccato però che la serie di Gothic, soprattutto il terzo capitolo, non abbia mai riscontrato un enorme successo di critica e sarebbe stato piacevole trovare un pò più di novità in questo nuovo progetto. L'impressione generale che si ha con Risen è infatti di "già visto": confrontate un suo screenshot con quello di qualunque RPG occidentale (non un RPG giapponese... per intenderci) uscito di recente, o con gli stessi Gothic, e non noterete molte differenze.
UN ANONIMO ROBINSON CRUSOE: IL PERSONAGGIO
La storia principale ci vede impersonare un "mister nessuno" di cui appunto non si sa neanche il nome (altro punto in comune con Gothic NdBoZ), naufrago su di un'isola che a detta della casa di produzione dovrebbe essere mediterranea; dubitiamo tuttavia che i tedeschi di Piranha Bytes siano mai scesi più giù di Lugano, e che abbiano le idee un pò confuse su cosa sia realmente il "clima mediterraneo"... Comunque, l'isola in questione ha al suo centro un gigantesco vulcano a cui manca solo l'occhio di Sauron per essere più inquietante, e continue piogge e vegetazione tropicale la rendono più simile ad un atollo di Samoa. Lupi e case medievaliggianti fatte di grossi mattoni scuri ci fanno invece credere di essere ai confini di una qualche città europea del 1200... insomma, avrete capito che dal punto di vista estetico c'è un pò di confusione. Ma torniamo al nostro anonimo malcapitato, che appena ripresosi dallo shock dell'incidente decide su consiglio dell'unica superstite, una procace fanciulla, di andare in esplorazione per cercare aiuto. L'idea che sulle prime ci siamo fatti dei due superstiti è che la nave fosse diretta inizialmente a Liberty City: lui sembra un qualche bulletto di città appena evaso dal penitenziario di Sing Sing, mentre lei, complice moine un pò troppo azzardate, trucco pesante e abiti succinti, una donna di facili costumi. Ma sorvoliamo su queste cattiverie ed esploriamo l'isola (che è meglio.. NdBoZ)...
Nel nostro peregrinare, dopo aver incontrato un villico questo non esita a darci una panoramica sulla travagliata situazione geopolitica dell'isola; noi, dopo averlo ascoltato attentamente, siamo convinti che sicuramente dovremo far parte di una delle due fazioni presenti, trovare un lavoro e metter su casa... ma le cose non stanno esattamente così, e questo ci ha creato un pò di problemi. Immaginate di naufragare su di un'isola sconosciuta, quale sarebbe la vostra prima preoccupazione? Rimettervi in mare e raggiungere la vostra meta! Non di certo insediarvi in pianta stabile nell'isola... Questa forzatura è ovviamente ai fini del gioco, ma combinata all'assenza di dettagli sul protagonista, alla sua repentina decisione di metter su casa ed al fatto che egli immediatamente si dimenticherà della sua amica (rimasta speranzosa sulla costa ad aspettarlo!), beh di certo non contribuisce a coinvolgere il giocatore, che anzi rimarrà piuttosto apatico di fronte a tali eventi.
Ma andiamo avanti. In un RPG dobbiamo in qualche modo affezionarci al nostro eroe, provare simpatia per lui: anche quando manca la trama, come in un MMORPG, l'attaccamento al protagonista avviene almeno nella creazione di un personaggio che ci assomigli, simile a ciò che vorremmo essere (un mago fiammeggiante con il nostro stesso taglio di capelli, un eroico guerriero con gli occhiali, ecc.). In Risen nulla di tutto questo accade, lasciandoci perplessi e scettici.
FIGHTERS, ARE YOU READY? COMBATTIMENTO
 La seconda forma di vita che incontreremo sull'isola è un uccellaccio simile ad un dodo alto 2 metri: tra le due, ci sono buone probabilità che saremo noi la specie in via di estizione... Purtroppo il grado di calibrazione delle sfide - sia contro animali che contro umani - lascia molto a desiderare, ma ciò che lascia ancor più contrariati è il terribile sistema di combattimento che ci porterà spesso a venire riempiti di botte dai nostri avversari senza poter fare nulla o quasi per evitarlo. In tutto questo la visuale in terza persona non aiuta di certo, dato che riesce difficile capire la reale distanza che si trova fra noi e il nostro avversario. La maggior parte dei fendenti che lanceremo saranno o troppo corti, o verranno parati o schivati dal nemico con un balzo all'indietro. Potremo allora provare a spingere l'avversario "spalle al muro", ma la compenetrazione tra poligoni fa si che il nemico alle volte sparisca nel muro ed il colpo rimbalzi contro la parete, aprendo così la guardia ai colpi dell'avversario. Avanzando nel gioco si può diventare più forti e disporre di tecniche più raffinate, ma nonostante questo i combattimenti sono molto frustranti. Non è una questione di abilità e tecnica, ma di stupidi riflessi come in un odioso Quick Time Event (quando sullo schermo appare un bottone e voi dovete premerlo subito NdR).
LA STORIA INFINITA: TRAMA
A questo punto c'è da sperare che la trama risollevi un pò il morale. E' facile infatti sorvolare sui difetti di un gioco se la trama riesce a coinvolgere ed appassionare...ma anche in questo caso, ahimè, c'è poco da stare allegri! Secondo voi, quanto tempo è necessario ad un gioco per far capire al giocatore cosa deve fare? Tralasciamo le missioni secondarie e facciamo riferimento solo alla trama, quegli eventi che spiegano perchè un gioco, ed in particolare un RPG, sia stato creato e cosa voglia raccontare. Prima di rispondere ci teniamo a fare una premessa: i giochi di ruolo sono rinomati per "perdersi" in lunghi ed estenuanti dialoghi (in particolar modo i JRPG), ma mediamente è sempre stato chiaro cosa è necessario fare...o non fare.  In Risen, solo per avere un'idea vaga di quello che succede sono necessarie come minimo DIECI ore di gioco, e temiamo anche di più perchè noi, curiosi di approfondire la storia principale, ci siamo subito diretti in questa direzione, tralasciando quelle secondarie.
Come è possibile tutto ciò? Una risposta possiamo darla. Risen non vanta un mondo vasto e pieno di soprese come potrebbe essere quello di Oblivion o Fallout 3, ma vuole comunque far parte di quell'elite di giochi sandbox, con un mondo aperto, dove è il giocatore a crearsi la propria avventura esplorando il territorio circostante. Questo porta ad un grosso problema, perchè non c'è molto da fare al di fuori della storia principale e ogni metro quadrato di terreno civilizzato risulta pieno di disperati disposti ad affibiarci una qualche missione secondaria. Questo modus operandi è palese e grottesco nella prima (ed unica) città del gioco: si tratta della nostra meta all'inizio dell'avventura ed è qui che passeremo le prime ore parlando con ogni villico, manovale o pescatore.
A Città del Porto sono presenti due fazioni, inquisitori (legali e magici) e briganti (guerrieri e sporchi), in perenne battaglia fra loro. Noi saremo l'ago della bilancia che farà pendere la vittoria da una parte o dall'altra. La scelta non è motivata da questioni etiche, poichè entrambe le fazioni vengono dipinte come un male per la comunità, ma andrà fatta in relazione a quello che vorremo diventare: un eroe da mischia in armatura, oppure un "mago fighetto" col bastone. Noi abbiamo scelto il mago fighetto: innanzitutto perchè usa la magia e delle lance gagliarde come armi da mischia, e in secondo luogo perchè gli inquisitori sembrano gli unici a sapere cosa stia realmente accadendo sull'isola.
Ad ogni passo per le viuzze della città una guardia o simile ci chiederà aiuto per arrestare il malvivente di turno (che si troverà quasi sempre a 20 metri di distanza); a sua volta tale malvivente ci chiederà il modo di fregare la guardia (sempre a 20 metri): questo crea delle situazioni comiche, dato che vengono pianificati complotti di tradimento verso vittime situate a pochi metri di distanza! (fa molto bar sport.. NdBoZ). Decisamente strano, inoltre, il fatto che nessuno ci conosca, ma che tutti siano pronti a svelarci i propri segreti. Altra stranezza, la città portuale vanta forse sessanta abitanti di cui una buona ventina soldati dell'inquisizione, altrettanti briganti e simapatizzanti della ribellione ed i restanti sono solo civili ubriaconi e prostitute... Il risultato è una città surreale dove tutti passano il loro tempo a spazzare la sabbia, fumare erbe di palude e creare insidiosi complotti, non ci sono bambini e neanche un animale randagio... Ma dove siamo finiti, sull'isola di Lost?! Ammettiamo però che a 9 ore e 43 minuti dall'inizio della partita il tizio con la benda di rubino sull'occhio (ovvero quello che compare nel filmato introduttivo e nel menù inizale del gioco) ci ha svelato cosa stà succedendo sull'isola...e l'idea ci è piaciuta.
La trama di fondo ha comunque un qualcosa di magico e misterioso, seppure non brilli in originalità e rimanga misteriosa per parecchie ore di gioco. La sensazione, in definitiva, è che i ragazzi della Piranha Bytes abbiano preso la narrazione della storia un pò troppo per le lunghe, arricchendola con missioni abbastanza tediose.
A BUG'S LIFE: BUG ED ERRORI STRAMPALATI
A peggiorare la situazione troviamo una serie di sfortunati eventi dai toni grotteschi: catturati da dei monaci ed accusati di essere dei criminali veniamo scelti per essere addestrati agli antichi segreti della magia... Anche noi siamo rimasti sorpresi, ma la situazione viene spiegata dal fatto che manca del personale e i "criminali" vengono addestrati all'antico ordine magico. Sorvoliamo... come prima missione ci dicono che dobbiamo addestrarci con l'uso del bastone. Perfetto, troviamo un bastone, visto che il nostro maestro non ce lo vuole dare. Istintivamente proviamo la cassa nella stanza più vicina alla piazza dove ci saremmo dovuti allenare, ma trattandosi dell'alloggio di una recluta veniamo accusati di "ruberia" ancor prima di aprire la cassa e veniamo attaccati. Presi dal panico abbiamo premuto per sbaglio il tasto di salvatoggio rapido invece che di caricamento rapido e abbiamo salvato in memoria la malcapitata situazione. Prevedivibile il seguito: uccisi dai presenti abbiamo caricato il file di salvataggio, ma invece di ritrovarci di nuovo tutte le guardie addosso, queste si erano magicamente dimenticate di noi e della refurtiva. Ovvio che il procedimento è stato ripetuto fino alla noia finche non abbiamo rubato tutto ciò che non era inchiodato al terreno. Abbiamo speso poi ogni soldo "meritatamente" guadagnato per ricevere l'addestramento dai maestri vari neccesario per "salire di livello" e avanzare con la trama.
 Ad un certo punto ci è stato chiesto di sfidare una recluta all'interno di una piccola arena. Nessun problema, tranne che per uno spiacevole bug: durante lo scontro siamo riusciti a spingere il nostro avversario fuori dal ring e nell'inseguirlo per dargli il colpo di grazia abbiamo abbandonato l'area della missione e "fallito" l'obbiettivo. Ne è risultato che il fendente fatale sul nostro avversario è stato considerata un'aggessione: guardie da tutte le parti e brutalità poliziesca a non finire. Per fortuna trovandoci in un luogo "amico" non siamo stati uccisi ma solo tramortiti, e poco dopo ci siamo rialzati. Questa gentilezza però non ha precluso alle guardie di rubare qualche oggetto dal nostro inventario, tra cui la nostra unica arma... Ora ci troviamo bloccati all'interno di questa arena, disarmati, con l'unico obbiettivo di vincere il duello ma senza soldi e senza la possibilità di guadagnarne altri. Così non possiamo riacquistare l'arma dal fabbro e quindi avanzare con il gioco. Strano, e terribilmente frustrante!
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