Recensione PC
Titolo del gioco:
Sam & Max episode 2: Situation Comedy
Anno di uscita:
2006
Genere:
adventure
Sviluppatore:
Gametap
Produttore:
TellTale games
Distributore:
solo vendita on-line
Multiplayer:
non presente.
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
Un Pc di fascia media è ancora sufficiente a gustarsi il gioco...
  • LORD REGINALD? Bosco che si è fumato il cervello..
  • l'infame skinbody dal pelo rasato!!!
  • la televisione vi darà  indizi utili anche stavolta
Redattore:  Andrea 'Peachy_k' Panatta                        Pubblicato il:  05/03/2007
Un nuovo episodio dell'adventure in pillole per i collezionisti della nuova generazione? forse!
Non tutte le ciambelle escono col buco, e comunque non mi risulta che le ciambelle le facciano pagare otto dollari e novantacinque. Va bene il retrogaming e va bene l'adventure, ma la sostanza rischia di andare a farsi benedire. Come mai questo sfogo, vi starete chiedendo? semplicemente, non stavo nella pelle quando ho giocato a Culture Shock, che nella sua brevità mi aveva comunque acchiappato un pò perchè c'era la novità, un pò perchè Sam & Max in 3D era tutta un'altra cosa, dunque mi aspettavo un secondo capitolo più polposo dal punto di vista soprattutto degli enigmi. Intendiamoci, non che Situation Comedy sia particolarmente brutto, è solo che il tutto appare davvero troppo simile all'episodio precedente, a partire dalla sequenza bicromatica iniziale dei due protagonisti che scorrazzano, pelo al vento, sulla Desoto. Ma tant'è, questo è quello che offre la casa: andiamo ad analizzarlo un pò più nel dettaglio…

Seconda indagine dunque per i nostri due detective freelance autogestiti. Nell'intreccio suburbano di vite di un'America pazza e fumettosa, ha luogo questa nuova delirante "miniadventure" che ha come tema di fondo il mondo dello spettacolo e della televisione, con qualche occhiolino strizzato ai problemi delle gang metropolitane e ai sedicenti guru di mezza età. Credete forse che questi temi siano stati affrontati con serietà e professionalità dai nostri due eroi? Certo che no, e non avrebbero potuto nemmeno se lo avessero voluto. In effetti, non so quanto voi restereste seri se lo sceriffo vi chiamasse per dirvi di fermare Myra Stump, nota presentatrice di prodotti per casalinghe che ha deciso apparentemente senza ragione di tenere in ostaggio una folla di spettatori inermi, nè restereste seri se scopriste che il buon vecchio Bosco fa finta di essere un lord inglese (con tanto di accento e slang britannico da morire dal ridere) e si è messo una bombetta in testa per non farsi riconoscere da una certa band filonazista che si fa chiamare skinbodies (invece di skinhead…) composta da topi che rubano bombolette di schiuma da barba per rasarsi il pelo e sparlano con un gergo street style… No, sicuramente noi non potremmo proprio prendere nulla di tutto questo seriamente, ma Sam e Max rimangono anche questa volta imperturbabili nel loro modo caratteristico di risolvere certi casi.
E allora, stavolta ci troveremo in situazioni ancora più esilaranti rispetto al primo episodio, situazioni che - ahimè - richiederanno forse ancora meno tempo per essere risolte.

Per quanto riguarda il comparto audio-video del gioco, questo è rimasto pressochè immutato rispetto a Culture Shock, con l'aggiunta di qualche animazione in più rispetto al capitolo precedente. Stesso discorso per la giocabilità che è sempre caratterizzata da una profonda linearità, enigmi quasi mono-locazione e assenza totale dello "scervellamento" tipico di capolavori assoluti come Monkey Island 2 e 3 (eh, bei tempi quelli del "metti il pollo sulla carrucola" NdBoZ). Ciò non toglie che alcune parti dell'avventura siano tanto strampalate quanto divertenti: chi scrive ha trovato adorabili in particolare Hugh Bliss (strampalato clone degli oggi milionari guru delle sette spirituali americane) e la scena sul set di Midtown Cowboys.
Dal punto di vista della longevità, questa è - ahimè - alquanto limitata: un avventuriero pratico non faticherà a terminare la storia in brevissimo tempo, complice un numero esageratamente limitato di locazioni. In effetti, l'intera avventura si esaurisce in tre o quattro locazioni che, nonostante siano meravigliosamente descritte, sono sempre troppo poche per un videogioco completo, anche se inteso come "mini gioco".
In conclusione, Situation Comedy è davvero troppo facile e corto per giustificare gli 8 dollari e 95 del prezzo. Un conto è infatti un adventure completo in sei parti, di difficoltà magari progressiva ed enigmi che si snodano su più locazioni, con oggetti composti e un minimo di esplorazione, un altro conto è un gioco basato su quattro o cinque stanze (di cui tre riciclate dal vecchio episodio) che altro non è che il secondo quadro dello stesso gioco. Non capisco la logica degli autori, anche se devo ammettere che per quelle poche ore che dura (minuti, se siete bravi negli adventure) il tutto è semplicemente geniale. Il sonoro, per fortuna, rimane meraviglioso e coinvolgente.
Insomma, credo a questo punto che l'acquisto dell'episodio 2 sia soltanto una questione di passione per la spocchia di Max e la calma imperurbabile di Sam: tutti gli altri farebbero bene a dirottare verso qualcosa di più completo ed appagante.
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