| |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Titolo del gioco:
|
Mechwarrior 4: Vengeance
|
|
Anno di uscita:
|
2002
|
|
Genere:
|
Simulazione di combattimento su robottoni
|
|
Sviluppatore:
|
FASA Interactive
|
|
Produttore:
|
Microsoft Game Studios
|
|
Distributore:
|
Leader
|
|
Multiplayer:
|
Si
|
|
Localizzazione:
|
No
|
|
Sito web:
|
|
|
Requisiti minimi:
|
Processore da 300 MHz, 64 MB di RAM, scheda video da 8 MB, 650 MB liberi su hard disk
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Redattore: Lucio 'Fallingwater' Libertini Pubblicato il: 28/03/2009 | | | All'alba del quarto millennio l'umanità combatte le proprie guerre con i Mech, mastodontici robot da battaglia grandi come palazzi e pilotati da uomini di fama leggendaria: i MechWarrior. | | CI SONO ROBOTTONI E ROBOTTONI...
Se state pensando ai classici robottoni fatti per imitare i movimenti del pilota in modo da donargli agilità e forza sovrumane, capaci di salti altissimi, serrati combattimenti corpo a corpo e evoluzioni da circo... beh, siete completamente fuori strada. I Mech (abbreviazione del nome completo "BattleMech") non hanno nulla a che vedere con i mezzi resi famosi da anime come Gundam, Full Metal Panic o Evangelion. Sono infatti lenti, goffi e poco maneggevoli, e hanno controlli più simili a quelli di un carro armato che non di un'armatura mobile... e nonostante questo sono le unità più importanti sul campo di battaglia. La ragione è presto detta: viste le loro dimensioni sono in grado di supportare una quantità spaventosa di potentissimi armamenti, nonchè un'armatura talmente resistente da rendere futile qualsiasi attacco che non provenga da un altro Mech (con rare eccezioni). Grazie alla locomozione su gambe piuttosto che su ruote o cingoli sono inoltre in grado di attraversare qualsiasi terreno, e sono anche completamente isolati, quindi capaci di combattere in condizioni climatiche o atmosferiche che renderebbero impossibile un approccio più normale.
UN PO' DI STORIA
I Mech nascono da BattleTech, originariamente un gioco in miniature simile per molti versi a Warhammer, da cui nel 1988 venne creato un videogioco, "BattleTech: The Crescent Hawk's Inception". Si trattava di un RPG/avventura a turni per MS-DOS, che nulla aveva a che fare con le simulazioni; per potersi mettere ai comandi di un Mech si dovette aspettare l'anno dopo, in cui uscì il primo MechWarrior. Mechwarrior 1 passò abbastanza in sordina: l'argomento poco conosciuto ai più, i bug, la grafica troppo spartana per rappresentare decentemente una simulazione e un'intelligenza artificiale molto scadente gli impedirono di far breccia nel mercato. Diverso fu, per fortuna, il destino dei suoi successori. A Mechwarrior seguì nel 1995 Mechwarrior 2: 31st Century Combat della Activision. Pur dotato di grafica spartana anche per l'epoca (quasi tutto il gioco era in shading), e pur avendo anch'esso una discreta dose di bug, offriva comunque una giocabilità solida, effetti sonori coinvolgenti e un'atmosfera molto immersiva. Era però una simulazione piuttosto complessa, e comunque con un tema di fondo poco familiare alla maggior parte del pubblico, quindi il successo che ottenne fu limitato. Ma sempre di successo si trattava... furono quindi sviluppate due espansioni, e 4 anni dopo la Zipper Interactive produsse un altro sequel: Mechwarrior 3. Il terzo capitolo rese più immediato il gameplay e dette nuova grafica alla serie, cose che gli permisero di rendersi godibile anche a giocatori che non avevano apprezzato il predecessore. Rimanevano invece svariati bug, che spesso a tutt'oggi danno problemi ai retrogamer che vorrebbero giocarci. Ignorando MechCommander e MechCommander 2, giochi non di simulazione bensì di pianificazione tattica usciti nel frattempo, giungiamo così finalmente a Mechwarrior 4: Vengeance, prodotto dalla FASA Interactive, sussidiaria della Microsoft. Ironicamente, MW4 è stato il primo gioco della serie MechWarrior senza bug importanti (tanto che viene da chiedersi perchè alla MS non abbiano assunto il personale nella sezione sistemi operativi). La giocabilità e la grafica, entrambe ulteriormente migliorate rispetto a MW3, lo rendono il punto di partenza migliore per chi oggi voglia dedicarsi alla simulazione nel mondo di BattleTech.
TRAMA
L'universo di BattleTech ha una storia molto elaborata, e anche i giochi che ne derivano ereditano questa caratteristica. Nel caso di MW4V ci troviamo calati nei panni di Ian Dresari, figlio del duca del pianeta Kentares IV e erede al trono. Quando William Dresari, cugino di Ian, usurpa il trono, uccide suo padre, buona parte della sua famiglia e si allea con la Lyrian Alliance e il suo leader Katrina Steiner, sul pianeta si scatena una sanguinosa guerra civile. Ian, determinato a combattere per vendicare la morte dei suoi cari e abbattere il despotico governo di Steiner, si allea immediatamente con la resistenza, e con l'aiuto di un manipolo di MechWarrior e tecnici fedeli alla causa si appresta a dar battaglia agli usurpatori. Seguiranno sette campagne, ognuna divisa in 4 o 5 missioni, durante la quale Ian e il suo gruppo condurranno operazioni ben legate tra di loro e si avvicineranno sempre di più alla tana del despota...
ATMOSFERA
Ci sono due importanti fattori in qualsiasi gioco della serie BattleTech che richiedono una buona dose di sospensione dell'incredulità: l'impossibilità pratica che i Mech esistano nella realtà, e la bizzarra balistica delle armi. Per quanto gli sviluppatori si sforzino di giustificare l'insolito sistema di locomozione dei Mech, la verità è che questi hanno le gambe solo e unicamente perchè fanno tanto ma tanto "cool", e questo è sufficiente. Per quanto riguarda le armi, invece, bisogna essere in grado di sopportare la gittata incredibilmente corta. Considerando che un normale fucile dei giorni nostri ha una gittata di diversi chilometri, sulle prime può sembrare piuttosto strano che le armi a lungo raggio più efficaci non arrivino oltre i 1200 metri, che i missili più potenti perdano efficacia oltre i 1000 e che i laser non arrivino oltre gli 800 (e le armi leggere tendono a avere gittate ancora più piccole). La ragione è presto spiegata: MechWarrior sarebbe un gioco molto poco divertente se i combattimenti fossero effettuati a distanze di decine di km, con missili balistici e colpi laser sparati nel nulla contro un punto rosso sul radar. Così com'è, invece, il gioco rende possibili entusiasmanti combattimenti in cui il nemico è (quasi) sempre visibile, ed è possibile vedere di prima persona le conseguenze dei nostri colpi.
Una volta superato l'impatto contro questi due elementi, l'atmosfera di Mechwarrior 4 diventa rapidamente molto immersiva. Le località in cui si combatte sono varie e tutte piuttosto dettagliate (per gli standard del 2002, chiaramente): foreste, deserti, montagne e città sono solo alcuni esempi. Abbiamo particolarmente apprezzato la riproduzione delle mappe cittadine: le strade e gli edifici sembrano effettivamente facenti parte di una città, e non piazzati la solo per fare da ostacolo ai Mech che ci combattono in mezzo. Inoltre, passando il mirino sopra gli edifici, ci verrà svelato di che edificio si tratta (palestre, centro commerciali, edifici residenziali... addirittura si può trovare la sede della FASA Interactive!); ciò è completamente inutile ai fini pratici del gioco, ma è un buon esempio dell'attenzione al dettaglio che è stata riposta nella realizzazione delle mappe, e contribuisce molto all'atmosfera.
MECH LEGO
Una delle caratteristiche principali dei giochi della serie MechWarrior è sempre stata la possibilità di modificare a piacimento i propri Mech. Questi si dividono in categorie a seconda del peso (light, medium, heavy, assault) e da chi li ha prodotti (Inner Sphere e Clan; a parità di peso i mech dei Clan sono sempre migliori), e sono completamente configurabili a seconda delle necessità e del proprio stile di combattimento. Le armi disponibili sono di 3 tipi diversi: a energia, a proiettili o missili. Le armi a energia pesano di meno e non hanno bisogno di munizioni, ma producono molto calore; al contrario quelle a proiettili possono essere usate anche in condizioni di calore critiche. I missili hanno più che altro un ruolo d'appoggio: la scarsa velocità e l'alta dipendenza dalle scorte di munizioni li rendono difficili da usare come armi primarie. Ciò non toglie che, nelle mani di un MechWarrior capace, siano anch'essi capaci di creare seri danni. Ogni Mech ha degli slot che sono normalmente utilizzabili per un solo tipo di arma (per esempio, lo slot del braccio sinistro in un Mech che ha un lanciamissili nel braccio in questione potrà montare solo e unicamente un'arma a missili), fatta eccezione per i mech dei Clan che hanno quasi sempre almeno uno slot "omni" (ovvero utilizzabile per qualsiasi arma). Gli slot poi possono avere dimensioni diverse, limitando il tipo di armamento che ci si può montare: in uno slot doppio, per esempio, si possono montare due laser piccoli o un laser grande, ma non si può montare un cannone a particelle che occupa tre spazi.
Ogni Mech ha una configurazione diversa di slot: alcuni sono adatti a chi preferisce combattere con armi a energia ma totalmente sprovvisti di slot per armi a proiettili, altri montano principalmente armi a proiettili e hanno solo uno o due slot piccoli per armi a energia come backup, altri ancora hanno grandi slot per missili ma poco spazio per armi dirette (facendone quindi ottime unità di supporto da far guidare ai compagni di squadra). La maggior parte dei Mech, tuttavia, ha un variegato bilanciamento dei tre tipi di arma. Al di la delle armi, i Mech possono anche essere modificati cambiando l'armatura o aggiungendo alcune opzioni non strettamente da combattimento ma comunque molto utili, come per esempio i jump-jet (che permettono di volare per brevi distanze) o la visione a infrarossi per le missioni notturne.
GAMEPLAY
MW4, come tutti i giochi della serie MechWarrior, non è un gioco d'azione "duro e puro" in cui saltare ai comandi di un Mech e mettersi subito a distruggere tutto ciò che capita a tiro. O almeno non se si spera di a) portare a termine le missioni, e b) sopravvivere per più di due minuti. Le missioni in questione hanno obbiettivi primari e secondari da compiere; visto che questi obbiettivi sono spesso (ma non sempre) più elaborati della semplice distruzione totale, sparare indiscriminatamente può facilmente risultare in un bel messaggio "mission failed". Tra le missioni che dovremo svolgere ci saranno scorte a veicoli amici, difesa di basi, distruzione di bersagli particolari, assalto a basi strategiche, annientamento totale delle forze nemiche e anche un paio di duelli contro MechWarrior particolarmente capaci che decideranno di sfidarvi personalmente.
Il materiale di cui disponiamo viene determinato dalle missioni stesse: man mano che avanzeremo cattureremo depositi nemici, e alcune volte recupereremo dei Mech nemici abbattuti, aumentando via via il nostro inventario. Attenzione, perchè se perdiamo un Mech in missione (se, per esempio, un nostro alleato viene abbattuto) non potremo più usarlo nel gioco, assieme alle armi che ci avevamo montato... Per affrontare in modo efficace le missioni bisogna saper configurare sapientemente i nostri Mech. Per esempio, se sappiamo di trovarci in una parte particolarmente calda del pianeta, non ci converrà montare solo armi a energia, o potremmo trovarci surriscaldati in men che non si dica, incapaci di sparare e alla mercè del nemico...
Dovremo inoltre scegliere i nostri compagni di squadra, o "lancemate". Durante le prime due o tre missioni saremo da soli, ma presto ci sarà la possibilità di far combattere insieme a noi un alleato (di cui dovremo ovviamente configurare il Mech), e poi più di uno, fino a un massimo di 3. La presenza degli alleati è molto importante, perchè i Mech nemici che andremo ad affrontare avranno dalla loro la forza dei numeri, e se speriamo di sopravvivere dovremo coordinare attentamente i nostri attacchi con quelli dei lancemate, o soccomberemo al fuoco nemico con rapidità imbarazzante. Una volta scesi in campo dovremo assicurarci che gli obbiettivi primari della missione vengano eseguiti senza danni collaterali, cercando nello stesso tempo di massimizzare il danno inflitto ai nemici (suggerimento spassionato: concentrate il fuoco di tutti i Mech a vostra disposizione contro un nemico alla volta) e di minimizzare quello inflitto a voi (i lancemate sono ottime "spugne" per il fuoco nemico, anche perchè se abbattuti si eiettano e potrete usarli di nuovo nella missione successiva con un altro Mech).
Detto così sembra tutto piuttosto semplice, ma presto vi renderete conto che "semplice" non fa parte del vocabolario di un MechWarrior, neanche se si gioca a difficoltà facile. Immaginatevi questa scena: avete appena distrutto un Mech nemico molto ostico il cui fuoco vi ha tranciato un braccio (portandovi via un terzo delle vostre armi)... ora state scappando a tutta velocità da un altro Mech mentre aspettate di smaltire il calore accumulato in modo da poter tornare a usare le armi, e nel mentre quello vi bersaglia da lontano e di tanto in tanto sentite il rumore sordo di un colpo andato a segno contro la vostra sempre più ristretta armatura. Finalmente riuscite a mettere una collina tra voi e il nemico, vi raffreddate a sufficienza, vi apprestate a spuntare di nuovo fuori e a rispondere al fuoco... e improvvisamente sentite la voce artificiale del computer di bordo che vi dice che ci sono altri due Mech nemici in avvicinamento. Ordinate ai lancemate di occupare l'attenzione dei nuovi arrivati sperando di non dover finire voi il lavoro, dopodichè prendete il coraggio a quattro mani e vi lanciate eroicamente contro il vostro nemico, con la consapevolezza che uno dei due non uscirà vivo dallo scontro...
La dinamicità dei combattimenti, il senso di sfida all'ultimo sangue, l'incertezza di sopravvivere, e poi la soddisfazione di farcela scontro dopo scontro, di arrivare a fine missione con un indicatore dei danni che sembra un albero di natale ma vittoriosi... sono questi i punti di forza di MW4, e vi faranno vivere momenti di tensione e di soddisfazione che difficilmente troverete in altri giochi.
ASPETTI TECNICI
MW4:V è uscito 7 anni fa, quindi non ci si può certo aspettare una grafica all'ultimo grido. Anche con queste premesse, tuttavia, l'aspetto grafico del gioco si rivela piacevole e relativamente dettagliato, soprattutto per quanto riguarda i modelli e le texture dei Mech. Anche i modelli degli edifici sono realizzati piuttosto bene, ma le texture del terreno non sono molto dettagliate.
Acusticamente MW4 è un piccolo capolavoro, con suoni dettagliati e originali. I rumori dei Mech, in particolare, danno la sensazione di essere proprio quelli che i Mech farebbero se esistessero davvero. Ogni arma ha un suo rumore: sono tutti molto soddisfacenti, e nessuno di essi sembra fuori posto. L'unica eccezione è il rumore di caricamento del Bombast laser, che continua finchè l'arma è attiva e risulta parecchio irritante, ma non è un problema serio per via dello scarso utilizzo che si fa dei laser in questione.
Per quanto riguarda la stabilità del gioco non c'è nulla da ridire, ma va notato che non parte sotto Windows XP a meno che non venga installata l'apposita patch. |
|
|
|
|
| | |
|
|
|
|
|
|