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Titolo del gioco:
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A Vampyre Story
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Anno di uscita:
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2009
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Genere:
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Avventura grafica
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Sviluppatore:
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Autumn Moon
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Produttore:
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Focus
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Distributore:
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Crimson Cow
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Multiplayer:
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No
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Localizzazione:
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Solo testo, no audio
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Sito web:
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Requisiti minimi:
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Processore: Intel Pentium 1.6 GHz o equivalente; RAM: 512 MB; Scheda video: qualsiasi con 256 MB di memoria grafica e compatibile con le DirectX 9.0c; Sistema operativo: Windows XP SP 2 o Windows Vista; DirectX: 9.0c o superiori; Hard Disk: 3,0 GB; Scheda audio: compatibile con le DirectX 9.0c
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Redattore: Sabrina 'Sabu-chan' Votano Pubblicato il: 05/09/2009 | | | Pensavate di trovarvi davanti ad un gioco sanguinolento e cupo? Giammai! Mona rifugge il suo essere vampira e lo fa con stile, ironia e lirica di alta qualità... | | VAMPIRA D’OPERETTA Draxsylvania, fine ‘800. Il nebbioso Lago Wark, circondato da una foresta poco ospitale, ospita nel suo centro un antico e sinistro castello, dagli esterni cupi e imbiancati dalla neve e dagli interni piuttosto confortevoli. Questa è la dimora (indesiderata) di Mona De Lafitte, una giovane e talentuosa cantante d’opera costretta alla vita-non-vita da un vampiro di altezza e morale piuttosto modeste, il Barone Shrowdy von Kiefer. Perché trattenere una fanciulla dall’ugola d’oro (e dagli alti fin troppo… alti!) e contraria alla sua condizione vampiresca? Ovviamente per farne una delle tante amanti. Pare, però, che la ragazza non sia del tutto compiaciuta di questa scelta, al punto da sottomettere con la sola voce squillante il suo carceriere. E dire che la poverina avrebbe desiderato tutto meno che quella misera esistenza. Il suo sogno infatti era quello di prendere baracche e burattini e fuggire a Parigi, dove veder esaudito il suo desiderio di poter cantare alla famosa Opera. Restare in quel posto tristo e mesto, dove perfino il padrone di casa non poteva sopportare il suo candido canto, era veramente un inferno. Una notte il Barone ritarda il suo ritorno alla dimora. Occasione piuttosto ghiotta: perché non approfittare della sua assenza per cercare una via di fuga? Magari accompagnata dal tuo unico fido confidente, il pipistrello Froderick? La via per Parigi sembra illuminarsi all’orizzonte, ma guai a svolazzare via: Mona rifiuta il suo essere non morta, si sente umana ed in quanto tale vuole aggrappare bene i piedi a terra. In tutti i sensi.
QUESTO LO PRENDO, QUESTO NON LO PRENDO… Problema che affligge la maggior parte delle donne: cosa mettere nella borsetta? E quando il bagaglio è a forma di bara, lo spazio extra è garantito! Essenzialmente avrete bisogno di due tasti durante il gioco, il tasto sinistro ed il tasto destro del mouse. Tenendo premuto il primo potremo accedere ad un menù particolare che ci lascia liberi di scegliere l’interazione con un determinato oggetto. E’ infatti possibile parlare, prendere o semplicemente dare un’occhiata a ciò che desideriamo (il puntatore iniziale dev’essere però rosso, non è possibile interagire con ogni pixel nel gioco). Mona, inoltre, è in grado di trasformarsi in pipistrello e svolazzare verso oggetti posti molto in alto o mete in altro modo irraggiungibili. Scelta piuttosto rara, dovuta alla sua indole molto più umana che vampiresca. Il tasto destro aprirà l’inventario, una bara in cui poter collezionare un determinato numero di oggetti; solitamente non ne vengono raccolti più del previsto in quanto vengono usati in giuste quantità a termine “capitolo”. Vi saranno inoltre degli arnesi che per motivi di spazio e/o pesantezza verranno semplicemente segnalati in azzurro: se desiderate usarli Mona tornerà indietro a prenderli con alcuni cambi di scenario, ma senza che dobbiate portarcela voi. Dialoghi noiosi? La voce di Mona vi irrita? Il filmato vi toglie il gusto dell’avventura? E’ stato previsto anche questo: un semplice colpo di barra spaziatrice e porterete avanti il gioco. Sarebbe però consigliato l’ascolto e la lettura degli interi dialoghi, in quanto danno informazioni essenziali sulla trama complessiva e qualche piccola curiosità sulla storia dei personaggi. Nella schermata di gioco non vi saranno alcune indicazioni di rilievo: Mona resterà ferma nella posizione da noi scelta finché non decideremo di farle fare qualcosa. Per l’interazione ci affideremo completamente al puntatore del mouse che cambierà a seconda delle azioni eseguibili, per esempio si trasformerà in freccia per indicarci una possibile via o si illuminerà su un dato oggetto. Il tasto Esc, come nella maggior parte dei giochi, ci permetterà da cambiare alcuni parametri di gioco (davvero pochi, potremo solo regolare il volume e l’anti-aliasing), salvare, ricominciare la partita da capo o tornare a Windows. Nessuna mappa, nessun suggerimento: il trucco sta nell’ascoltare bene i dialoghi dei personaggi, che offriranno molti indizi sul proseguimento di gioco.
TECNICAMENTE PARLANDO… Non ci troviamo davanti al gioco più innovativo di sempre in ambito avventure grafiche, sappiatelo; tuttavia, è di sicuro un piccolo capolavoro per svariate ragioni, anche perché stiamo parlando di un gioco firmato Bill Tiller, ex Lucas Arts che ha lavorato a titoli come “The Curse of Monkey Island" curandone l’intera parte grafica (e nel gioco che vi stiamo presentando si nota eccome). La maggior parte del gioco si concentrerà dentro al castello, mentre solo una seconda breve parte sarà ambientata all’esterno; in sostanza il gioco non sarà molto lungo e nemmeno troppo difficile, considerando che gli enigmi più “tosti” sono risolvibili con qualche oggetto e parecchio dialogo. Salterà subito all’occhio una grafica cartoonesca al limite, a tratti spigolosa: qualche tentativo di “smussatura” degli angoli è stato eseguito e almeno non abbiamo a che fare con enormi placche di pixel piuttosto retrò: non riuscireste ad immaginarvi la prosperosa Mona puntuta, vero? I fondali sono stati realizzati in 2D e per necessità alcune parti diventano 3D grazie ad un ottimo passaggio dimensionale che non farà minimamente notare la differenza. I movimenti dei personaggi sono molto fluidi e mai forzati; l’espressività facciale è curata davvero egregiamente e rende in maniera eccellente il loro morale. Ottimi i giochi di luce, soprattutto i riflessi sulla pelle della protagonista; leggermente carenti gli effetti del fuoco e dell’acqua: i primi sono piuttosto cartoonizzati con qualche lieve fiammella che si alza dalla massa di luce, nei secondi si poteva migliorare l’animazione e la trasparenza. Una nota d’onore va al sonoro: le musiche di sottofondo riportano alla mente paesaggi burtoniani con un tema diverso per ogni scenario. La parte vocale è in inglese, in particolare le parti cantate del personaggio di Mona sono eseguite dalla soprano Carla Isabel Moniz. Nota dolente per il parlato della vampira: siamo certi che sia una fanciulla per benino e piuttosto schizzinosa, ma anche se la sua voce è squillante al punto da rendere perfette queste sue caratteristiche, può raggiungere livelli davvero irritanti.
IRONIA, PORTAMI VIA Se troverete difficoltà nel dialogare con la vostra pelle d’orso o il gargoyle di turno avrà la faccia troppo stupida per sostenere un dialogo, Mona sarà lì, più pungente che mai. Altro punto di forza del gioco è infatti l'humor della protagonista e del suo amico alato: non mancherà occasione in cui la nostra beniamina non abbia qualcosa da dire a riguardo di qualcosa o qualcuno, facendo della freddura e dell’ironia due ottime armi per portare avanti la sua fuga senza perdersi d’animo. Sebbene si sia detto in precedenza che la sua voce possa rivelarsi fatale per le orecchie, la doppiatrice inglese è stata in grado di interpretare al meglio le tonalità della vampira quando spara a zero sul malcapitato. Mona infatti si incupirà quando racconterà che le sono state regalate delle rose… morte; sembrerà quasi stupita nello scoprire che il gargoyle è tanto ottuso perché nel cervello ha solo… pietra; simulerà commozione quando il Barone Shrowdy le lascerà un disegno eseguito con la maestria di un artista… un bambino. Ovviamente saremo assecondati dal nostro amico pipistrello, che non solo ci aiuterà in alcuni enigmi ma sarà ottimo compagno di scambio di battute. |
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