Recensione PC
Titolo del gioco:
Outland
Anno di uscita:
2014
Genere:
Platform
Sviluppatore:
Housemarque
Produttore:
Ubisoft
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Co-op online
Localizzazione:
Solo testo, no audio
Sito web:
Requisiti minimi:
OS: Windows XP/Windows7; CPU: Intel Core 2 @ 2GHz / AMD Athlon 64 X2 4200+; RAM: 2GB Scheda Video: 512MB; Nvidia GeForce GTX 460/550 o AMD Radeon HD 5770; DirectX: 9.0c; Spazio richiesto su Hard Disk: 650MB
  •  All'inizio del gioco, istruzioni su schermo ci insegnano come far muovere il personaggio
  •  Questo valzer di luci lo ritroviamo ogni volta che completiamo un livello
  •  Non abbiamo ancora il potere blu, quindi quei raggi ci faranno parecchio male
  •  Quella specie di botte in basso a destra è un teletrasporto, ma dobbiamo prima acquisire l'abilità giusta per poterlo usare
  •  Quando incontriamo queste statue, possiamo scambiare le nostre monete con potenziamenti per la salute e per la forza
  •  Ora abbiamo la chiave del guardiano...apriamo la sua tana e affrontiamolo..
  •  Il Golem a guardia del tempio, ma noi non abbiamo paura di nessuno...
  •  ..anche se è abbastanza grosso, e come se non bastasse, ci sono nemici a terra e raggi che piovono dal cielo
  •  Quei raggi laser hanno il nostro stesso colore, quindi non ci arrecheranno alcun danno
  •  Questi sono i portali sfide, attivabili solo se stiamo giocando in multiplayer
  •  Il mondo di Outland in tutto il suo "splendore"
  •  E questa è invece la mappa di un livello
  •  Noi siamo blu e il drago è rosso, possiamo abbatterlo ma occhio a non farci colpire
  •  Questi guerrieri armati di asce sono ostici da superare
  •  Quella è una bomba...se la colpiamo con la spada possiamo spingerla dove vogliamo, naturalmente prima che esploda
  •  Quel drago non è semplice da superare, dovremo colpirlo diverse volte prima
  •  Questi laser di colori diversi ci costringeranno a cambiare spesso il nostro status, ma dovremo essere veloci e precisi
  •  Ecco gli elmi nascosti da trovare, ma non sarà facile scovarli..
  •  Quasi quasi ci converrebbe tornare indietro, peccato che quello sia un passaggio obbligato
  •  Questa strega è il secondo boss di fine livello, non è per nulla semplice superarla...
Redattore:  Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri                        Pubblicato il:  06/10/2014
Terribili incubi turbano le nostre notti, chissa' se il vecchio sciamano e' in grado di aiutarci...
Il concept di Outland è parecchio semplice: il protagonista soffre di terribili incubi che non risentono neanche di dosi massicce di camomilla, finchè decide di rivolgersi allo sciamano del posto che, anzichè curarlo, gli racconta di storie lontane iniziate all'alba dei tempi, quando due divinità, prima crearono il mondo e poi decisero di distruggerlo.
Le Due Sorelle, questo il loro nome, vennero fermate da un eroe di quei tempi che le imprigionò per millenni: fra un indulto e l'altro però adesso la punizione è finita e le divinità sono tornate per completare l'opera. Naturalmente in questa congrega di matti ci siamo finiti proprio noi...
In un valzer continuo di ricordi, flashback e ambienti adatti ad un set di film horror dovremo correre, saltare, schivare, colpire e soprattutto trovare: potenziamenti, chiavi, stanze segrete e ovviamente dovremo riuscire a tornare a casa tutti interi. In realtà il problema onirico del nostro eroe si trasforma subito in una lotta per la sopravvivenza dell'umanità stessa: da noi dipende la salvezza del pianeta e, se saremo capaci di arrivare fino in fondo potremo goderci il meritato riposo dopo aver ricevuto i giusti tributi per l'impegno messo nell'avventura.

La trama di Outland è semplice, forse anche troppo: l'eterna lotta fra il bene e il male, fra il buio e la luce, opposte ma entrambe necessarie per l'esistenza della vita. Il nostro eroe avrà a che fare con entrambi: dovrà superare nemici che usano la luce e altri che invece trovano la loro forza nell'oscurità. Questa capacità di adattamento che si acquisisce nel corso dell'avventura gli permetterà di entrare in simbiosi con l'una o l'altra essenza a seconda degli avversari che si troverà di fronte.

SEMPLICEMENTE PLATFORM...

Outland è un platform a due dimensioni, nel senso più ampio del termine. Da questo punto di vista infatti ricorda tantissimi altri titoli che ci hanno così divertito in passato e che hanno fatto la storia del mondo videoludico.
Ci troveremo in un'enorme mappa, suddivisa in diverse stanze, tutte collegate fra loro e stracolme di trappole, enigmi e, naturalmente, di "gente" pronta a farci la pelle.
Il nostro uomo ha, dalla sua, un'agilità spaventosa: è in grado di correre, saltare, arrampicarsi, usare le pareti come rampe per raggiungere punti più alti e soprattutto, come i gatti, riesce benissimo ad attutire le cadute.
All'ingresso di ogni location ci tocca quindi osservare lo scenario, per studiare la strategia migliore e poi lanciarci a colpi di gamepad con la speranza di raggiungere la location successiva.
Già fin da subito è evidente la similitudine con altri titoli dello stesso genere, uno fra tutti, il classico Prince of Persia (la versione in 2D ovviamente...NdR). Il gioco dei ragazzi che hanno creato Stardust HD e Dead Nation, tanto per citarne qualcuno, ricorda parecchio le avventure del principe più famoso della storia dei videogames, dalle animazioni, all'agilità, alle trappole e allo studio necessario dello scenario.
Dalla sua Outland aggiunge un impatto grafico/sonoro di tutto rispetto, una velocità nello scrolling davvero apprezzabile e soprattutto la continuità delle stanze che, come tessere di un puzzle, compongono una mappa davvero enorme. Saremo spesso costretti a tornare indietro in zone già visitate, per sbloccare delle porte che prima non potevamo aprire, oppure per raggiungere luoghi prima inaccessibili e ora alla nostra portata grazie alle nuove abilità man mano acquisite.
Se vogliamo azzardare un paragone con qualche titolo più moderno, invece Outland ricorda come struttura anche Deadlight uscito qualche tempo fa su Xbox 360 (potete leggere la nostra recensione qui), ma del resto il genere è già parecchio inflazionato, ciò che fa la differenza in questo tipo di titoli è, come vedremo più avanti, la capacità di "incollare" il videogiocatore allo schermo.

INIZI L'AVVENTURA...

Dopo alcuni filmati introduttivi, piuttosto semplici, ma che evidenziano un doppiaggio inglese davvero di buon livello, siamo pronti ad iniziare, scegliendo se cimentarci nella campagna single player oppure provare la modalità co-op online. Dico fin da subito che è possibile, anzi strettamente consigliato, l'uso del controller dal momento che i comandi da tastiera non sono proprio comodissimi e sicuramente non hanno la stessa precisione di un gamepad, almeno in questo tipo di giochi dove il tempismo nell'esecuzione di un salto è fondamentale.

Inizialmente non incontreremo molti nemici e avremo quindi modo di prendere confidenza con il nostro personaggio e con gli scenari. Ogni location presenta delle trappole sempre più complesse: nei primi momenti sarà facile venirne a capo, ma nei livelli più avanzati gli enigmi diventano davvero difficili, se non nell'interpretazione, quanto meno nell'esecuzione: piattaforme che ne attivano altre, sotto l'influsso di cannoni che ci sparano addosso, il tutto condito da un bel guardiano nemico messo proprio nel punto di atterraggio. A complicare le cose c'è sempre il dualismo luce/oscurità: infatti alcune piattaforme saranno di colore rosso, altre di colore blu. Mentre all'inizio potremo utilizzare solo quelle che hanno il nostro stesso cromatismo, più avanti il nostro eroe acquisirà la capacità di cambiare a piacimento la sua inclinazione al bene o al male. Premendo il tasto Rb del controller potremo quindi diventare di colore rosso oppure blu e quindi poter utilizzare le piattaforme che hanno il nostro stesso colore. In uno stanzione enorme, dove ci sono diverse piattaforme da raggiungere, tutte di colore diverso, è facile immaginare come il cambiamento di status al volo fra un salto e l'altro non renda Outland uno dei platform più semplici da giocare.
Come se non bastasse, anche i nostri nemici hanno un colore e, noi potremo abbatterli solo se il nostro eroe è del colore opposto, mentre i cannoni che sparano laser, ci saranno innoqui se acquisiamo lo stesso cromatismo del laser che ci viene sparato contro, letali nell'altro caso.
I livelli avanzati del gioco Housemarque di conseguenza sono davvero ardui e richiederanno una certa dose di pazienza e di agilità, senza tuttavia mai scadere nella frustrazione.

QUANTI OGGETTI CARINI...

Uccidere i nemici ci ripagherà con delle monete e con dei cuoricini verdi che andranno a rimpolpare la nostra barra dell'energia. Le monete poi le potremo scambiare, in appositi totem, con dei potenziamenti che ci permetteranno di incrementare la nostra salute oppure la nostra forza: mentre all'inizio il nostro eroe può solo correre e saltare, proseguendo nel gioco acquisirà la facoltà di combattere, scivolare, colpire dopo un salto e soprattutto di assestare un colpo più potente al nemico di turno, spendendo una piccola parte della propria energia.

Va detto che gli item generati dalla dipartita dei nostri nemici non rimangono sullo scenario in eterno, dovremo quindi essere rapidi a raccogliere le monete altrimenti le vedremo scomparire sotto i nostri occhi. Naturalmente ci sono in giro tantissimi vasi contenenti oggetti di interesse, per non parlare dei famigerati Marks of Gods.
Questi oggetti sotto forma di un elmo, saranno disseminati per tutto il gioco, ma in luoghi spesso difficilmente accessibili oppure in stanze nascoste. Trovarli tutti oltre a completare al 100% il gioco, ci permetterà di sbloccare tante piccole sorprese che lascio a voi il piacere di scoprire.
Ogni volta che si perde una vita, si riparte dall'ultimo checkpoint attivato, ma i soldi e gli elmi trovati nel frattempo non vengono conservati quindi se abbiamo fatto i salti mortali per recuperare un oggetto in un posto improponibile e poi moriamo, dovremo rifare la procedura per raccoglierlo di nuovo, con buona pace del nostro sistema nervoso.
I Guardiani sono dei boss di fine livello, raggiungibili solo dopo aver trovato la chiave necessaria per liberarli: enormi e parecchio cattivi, richiederanno tutta la nostra abilità per poterli superare.
Tutto questo, naturalmente innalza il livello di longevità del gioco che, anche se richiede intorno alle 7 ore per il suo completamento, può impegnare per molto più tempo a seconda del nostro grado di abilità e, soprattutto, per la difficoltà di trovare tutte le stanze segrete e recuperare tutti gli elmi nascosti. Nel gioco troveremo nemici di tutti i tipi, dai ragni che si nascondono sottoterra pronti a saltare fuori al nostro arrivo a degli animali esplosivi che ci caricheranno non appena ci vedono, da soldati armati di spada e scudo a dei draghi che ci lanceranno contro oggetti letali, tutti con il loro colore di appartenenza e tutti di conseguenza da affrontare con la giusta predisposizione diurna o notturna. Ci saranno poi cannoni che spareranno dei laser e altri che ci lanceranno delle granate che dovremo sfruttare (prima che esplodano ovviamente) per aprire dei varchi nelle mura e tanto, tanto altro.

MULTIPLAYER

Outland può essere giocato in co-op online: se trovate qualcuno che giochi con voi, potrete cimentarvi nella stessa mappa, anche senza incontrarvi sullo schermo ma comunque legati ad un doppio filo per quanto riguarda la vostra sorte. Infatti se uno dei due muore, lo stesso accade anche per l'altro, in qualsiasi punto ci si trovi. Inoltre nelle location è facile trovare dei teletrasporti di sfida necessari per attivare le sfide online.
Nei tentativi da noi fatti, non è stato facile trovare delle partite alle quali accedere, probabilmente perchè ancora il gioco è uscito da poco ma, con un po' di pazienza, ci siamo comunque riusciti.
Il gioco in multiplayer offre qualcosa in più rispetto alla campagna in single, pur senza eccellere ma è comunque un valore aggiunto.

TECNICAMENTE PARLANDO...

Dal punto di vista tecnico Outland è davvero ben realizzato. La grafica è d'atmosfera e utilizza alla grande le sfumature fra i vari cromatismi mentre le animazioni sono fluide, e soprattutto precise. Belli anche gli effetti di parallasse presenti in tutto il gioco, così come le ambientazioni dark di certe location, per non parlare di alcuni effetti speciali come la pioggia, davvero ben realizzati. Di buona qualità il doppiaggio inglese, mentre la musica che accompagna il gioco è davvero bella, soprattutto in livelli come la giungla dove acquisisce delle sonorità tribali davvero coinvolgenti.
Il vero punto di forza del prodotto è però la giocabilità: riesce ad incollare allo schermo senza alcuna pietà. All'inizio è tutto facile ma, man mano che la difficoltà cresce, aumenta anche il nostro livello di ablità, con il risultato che il gioco nei livelli avanzati diventa difficile, impegnativo, ma mai frustrante.
Inoltre accresce in noi il senso di curiosità, dal momento che non si riesce a resistere dalla voglia di scoprire quello che c'è immediatamente dopo, a costo di passare tutta la notte per superare un boss di fine livello. Unica nota dolente è rappresentata dalla trama di gioco, davvero solamente accennata e comunque povera rispetto ai prodotti che arrivano sugli scaffali dei negozi in questi giorni, magari un approfondimento della storia lo avremmo preferito.
Tuttavia Outland arriva su PC dopo tre anni dall'uscita per PlayStation 3 e Xbox 360 e viene distribuito su Steam ad un prezzo davvero irrisorio (parliamo di 11,89 € per la Special Edition, comprensiva di Artbook e Colonna Sonora), quindi se non l'avete giocato a suo tempo su console, non dovreste pensarci due volte a portarvelo a casa.


DUE CHIACCHIERE CON HOUSEMARQUE

Abbiamo raggiunto gli amici di Housemarque che, oltre ad averci fornito il gioco per il test (e per questo naturalmente li ringraziamo), ci hanno rilasciato anche una breve intervista direttamente dalla voce dall'italianissimo Community Manager Tommaso De Benetti:

GamesArk.it: La maggiori parte dei giocatori vi conoscono a partire da Super Stardust HD, Dead Nation e per l'ottimo Resogun su PS4. Diteci un po' di Voi raccontando brevemente la vostra storia. Siete i padri della serie Stardust (a suo tempo Bloodhouse) quando uscì su Amiga 500 nel 1993? Diteci di si perchè il nostro PR lo ha adorato alla follia e finito più volte! (e lo ha perfino recensito!)
Tommaso De Benetti: Sì, Stardust è il primo episodio della serie, se vogliamo, anche se ovviamente il brand nel tempo si è evoluto e, nella mente di molti giocatori, è associato più con PlayStation che con Amiga. Harri Tikkanen, che all'epoca aveva sviluppato Stardust con il team di Bloodhouse, è ancora Creative Director di Housemarque.

GamesArk.it: Outland rappresenta il vostro primo excursus nel mondo dei platform game. Qual'è stata la vostra visione durante lo sviluppo del gioco?
Tommaso De Benetti: Il gioco, nelle intenzioni iniziali, doveva essere una sorta di "Indiana Jones incontra Pitfall". I primi pitch con i publisher non andarono benissimo, fino a quando non mostrammo alcuni artwork che andavano in una direzione completamente diversa, quelli con la silhouette nera che sono poi diventati lo stile del gioco. E' possibile acquistare una versione del gioco su Steam che include anche la colonna sonora e l'artbook. Lì si può vedere come era effettivamente il gioco all'inizio.

GamesArk.it: Quanto la saga di Metroid vi ha ispirato durante la creazione della struttura e delle dinamiche di Outland?
Tommaso De Benetti: Moderatamente. Il genere è sicuramente "metroidvania", ma all'interno della compagnia abbiamo sia estimatori di Metroid (ed alcuni erano sicuramente nel team di Outland), sia detrattori (Turrican è spesso citato come un gioco concettualmente superiore, sotto certi punti di vista). Io personalmente ho apprezzato in particolare la serie Metroid Prime, ad oggi una delle cose più interessanti da giocare in prima persona, e quel senso di scoperta è sicuramente presente in Outland.

GamesArk.it: Si sta parlando fin troppo delle potenzialità di PlayStation 4 e Xbox One. Molti dicono che il salto generazionale è stato meno marcato rispetto alla generazione appena passata (PlayStation 3 e Xbox 360). Che idea vi siete fatta al momento?
Tommaso De Benetti: Che è un discorso che lascia il tempo che trova, soprattutto ad inizio generazione. La storia dei videogiochi ci insegna che spesso non è il sistema più potente a vendere di più (vedi PS2, Wii), ma quello che ha i giochi migliori o più appeal sul pubblico. Inoltre in questa generazione la differenza la fanno anche e soprattutto servizi e sistemi operativi. Streaming, PS Plus, Live Gold, gestione dei gruppi di amici, remote play, ecc. Sono tutte cose che sommate una all'altra possono far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Ad ogni modo, guardando alla scorsa generazione, abbiamo visto giochi su PS3 e Xbox 360 che erano impensabili ai nastri di partenza. Succederà la stessa cosa anche qui. Poi se vogliamo dire "PC master race" diciamolo, ma alla fine stiamo parlando di modi di fruire i videogiochi spesso diversi, con costi diversi, ognuno con pro e contro. Per esempio, io gioco spesso su pc ma riesco a far crashare tutto altrettanto spesso, con imprecazioni e frustrazioni annesse. Quando non voglio rotture di scatole compro giochi per console e me li godo in tutta tranquillità. Lo stesso vale per fare streaming su Twitch e per molte altre cose. Con il PC c'è un prezzo da pagare, e non si tratta solo di non essere n00b. Si tratta spesso di aver voglia di soffrire ;)

GamesArk.it: Avete mai pensato di sviluppare un titolo AAA? Se si quando?
Tommaso De Benetti: Sì, ma è fondamentalmente un problema di budget e personale. Al momento abbiamo circa 50 impiegati, divisi su diversi progetti. Un titolo AAA ha bisogno di quella quantità di developer (o più realisticamente, del doppio-triplo), focalizzati su un singolo prodotto. Se qualcuno fosse disposto a finanziare l'impresa, perché no, ma stiamo parlando di una situazione che, tanto per spiegarti un problema pratico, ci costringerebbe ad aprire un altro ufficio come minimo. Non è una cosa che può succedere in 24 ore.

GamesArk.it: Grazie e buon lavoro
Tommaso De Benetti: Grazie a voi, un abbraccio a tutti i lettori di Gamesark.it

Outland è un bel gioco a dimostrazione che non servono budget milionari e una campagna di marketing di alto livello per creare un prodotto in grado di divertire e appassionare il giocatore. Di sicuro impatto audio/visivo, ha un livello di giocabilità che riesce ad incollare allo schermo, nel disperato tentativo di scoprire cosa c'è subito dopo. Se l'avete giocato a suo tempo su PS3 e X360 magari potete passare la mano, ma se non l'avete mai provato e soprattutto se amate il genere platform, allora non dovreste pensarci due volte a portarvelo a casa, soprattutto a questo prezzo. Non ve ne pentirete.
PRIMO IMPATTO
GRAFICA
SONORO
GIOCABILITA'
LONGEVITA'
GLOBALE