Redattore: Simone Maria '7ornado' Fumagalli Pubblicato il: 08/11/2010 | | | Il campionato del mondo rally con licenza ufficiale torna sui nostri monitor. Sarà valsa la pena attendere tanto? | | UN GRADITO RITORNO Dopo anni di assenza (dato che l’ultima incarnazione di un titolo rallystico come si deve risale a Colin McRae Rally 2005 NdR) abbiamo tra le mani un titolo che ci permette di rivivere in prima persona il World Rally Championship 2010, con licenza ufficiale FIA e tutto quel che ne consegue: piloti, auto e tracciati ufficiali. Non ci dilungheremo a parlare delle classiche modalità di gioco, che prevedono la gara singola, il singolo rally composto dalle varie prove speciali, il campionato del mondo e le sfide a tempo su qualsivoglia prova speciale sparsa per il globo. Anche lato multiplayer sono state implementate buone soluzioni: la modalità “hot seat” è pensata per chi ha a disposizione un solo pc, diversi amici da sfidare “live” e può fare a meno della connessione a internet, mentre per chi gli amici li incontra online le sfide sono rigorosamente a tempo, come secondo tradizione, quindi dimenticatevi le sportellate furibonde dell’ultimo nato di casa Colin McRae.
TANTA ROBA Un po’ come è successo con SBK 2010, anche in questo caso Milestone e Black Bean hanno fatto le cose in grande. Per quanto riguarda il single player è stata introdotta una modalità carriera molto articolata e interessante, che se da un lato non aggiunge niente di nuovo a quanto visto anni fa in Grid, per lo meno regala diverse ore di divertimento in single player, nonché la possibilità di provare le diverse categorie di veicoli che prendono parte a questo grande circo e impratichirsi nella guida. Si parte proprio dall’inizio, ovvero dall’acquisto di un’auto con i crediti che ci vengono dati a disposizione. Prima di prendere parte alle gare e man mano che procederemo potremo dilettarci nel cambiare la livrea dell’auto e i colori che compongono la stessa, ma soprattutto potremo scegliere di volta in volta gli sponsor, che ci premieranno con una certa somma di denaro in base ai risultati raggiunti. La carriera è strutturata a livelli, ovviamente di difficoltà crescente. Ogni livello è composto da 6 eventi e in base all’obiettivo raggiunto in questi eventi verranno sbloccate nuove sfide, nuove auto e un sacco di nuove grafiche per l’auto. Inutile dire che per passare al successivo bisogna completare una certa percentuale di quello attuale. Certe sfide inoltre potranno essere affrontate con un solo modello di auto, ma non saremo costretti ad acquistarlo se non ci interessa partecipare (o non ci interessa l’auto). Insomma, al giocatore è lasciata una certa libertà decisionale che regala la piacevole sensazione di non sentirsi in catene e dover fare tutto per forza di cose. Tutto questo ovviamente non è fine a sé stesso, perché in base al nostro rendimento verremo contattati da un team più o meno competitivo che gareggia nella massima serie del WRC…per cui, date gas! Per i neofiti, che i rally li hanno sempre visti in tv, è stata introdotta la rally academy, una specie di scuola guida in cui ci viene chiesto di eseguire determinate manovre in certe sezioni del tracciato e c’è la possibilità di osservare la traiettoria da seguire, che cambia colore in base ai punti di frenata e accelerazione. Oltre a mettere tanta carne al fuoco con queste nuove modalità di gioco, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire non solo le vetture che vanno a giocarsi il campionato del mondo, ma anche quelle che corrono nelle “leghe” minori. Per cui accanto a Citroen C4 e Ford Focus, troveremo modelli meno potenti come Ford Fiesta, Suzuki Swift, Fiat Punto e tante altre, facenti parte di diverse categorie legate a potenza e tipologia dell’auto.
ALLA PRIMA CURVA SEMPRE DRITTO Lo dico subito chiaramente: WRC 2010 non è una simulazione di guida a tutti gli effetti. Anche disattivando tutti gli aiuti e alzando il livello di bravura dei piloti avversari gestiti dalla IA, il comportamento dell’auto in strada ha sempre un qualcosa di arcade. Non che sia facile entrare in un tornante di traverso dopo un colpo di freno a mano, anzi, è più facile finire dritto, però in certi casi si riescono a percorrere delle curve col piede piantato sull’acceleratore come nulla fosse e la cosa è decisamente poco plausibile. In generale si può dire che fisicamente la vettura risponde in maniera verosimile ed eventuali variazioni ai parametri di trasmissione e impianto frenante si ripercuotono in maniera realistica sulla guida. Strascichi di arcade, dato che ne ho appena parlato, li ritroviamo anche nel menù delle regolazioni delle parti meccaniche: una vera simulazione avrebbe avuto sicuramente più parametri e avrebbe permesso settaggi molto più fini, mentre qui si tratta di spostare una barra tra un più e un meno in base alle nostre sensazioni per quanto riguarda le parti fondamentali: differenziale, freni, sospensioni e poco altro. Per quanto riguarda il realismo, possiamo parlare anche del modello dei danni. Graficamente parlando si può dire che la cosa sia perfettamente riuscita, infatti dopo qualche urto è possibile notare la carrozzeria deformarsi, perdere paraurti o avere i cristalli frantumati. Nei casi peggiori, quando gli urti sono veramente seri, alcune marce non entreranno più, il motore avrà un rombo strano per via del riscaldamento o l’auto tirerà tutta da una parte se la convergenza delle ruote è andata a farsi benedire. Ma mai e poi mai saremo costretti a ritirarci dal rally per problemi tecnici o per aver completamente distrutto l’auto. é realizzata con cura la fase di riparazione, con ogni intervento che richiede del tempo e quando c’è da mettere pezze ovunque l’ora a disposizione non basta mai. Il problema è che anche facendo incidenti al limite della disintegrazione, non avremo il ritiro immediato, ma “solamente” dei danni riparabili.
GIOIE E DOLORI WRC è mosso dallo stesso motore grafico di SBK X e ne eredita gli stessi pregi e difetti. Se da un lato abbiamo un’ottima resa dei modelli e delle grafiche delle vetture (oltre che delle parti ammaccate), i tracciati e l’ambiente circostante in generale risultano un po’ trascurati, un po’ spogli. Mi riferisco specialmente al modo in cui sono stati realizzati gli alberi in lontananza e, ancora peggio, i centri abitati che in alcune occasioni si attraversano. C’è una generale scarsa cura dei particolari dello scenario, ma non dappertutto. Ad esempio nei rally di Turchia e Giordania, dove i tracciati passano in mezzo a zone montuose o più in generale semi desertiche, si nota un generale miglioramento e la bellezza del paesaggio è decisamente superiore. Non ci sono condizioni meteo variabili in tempo reale. È incredibilmente varia invece la condizione dei fondi stradali che possiamo trovare, dallo sterrato secchissimo al fango estremo, a seconda del paese in cui ci troviamo a gareggiare. Insomma, anche in questo caso, luci e ombre per quanto riguarda il motore grafico, mentre non c’è nulla da eccepire sul sonoro, con ogni auto caratterizzata dal suo particolare rombo (pian piano ci farete l’orecchio). Non è invece sempre preciso il nostro navigatore, non tanto per quanto riguarda le indicazioni sul tracciato, ma piuttosto per gli interventi relativi alle nostre prestazioni: capita spesso di sentirlo dire che abbiamo guadagnato delle posizioni quando in realtà è l’esatto opposto. Certo, sono delle pecche che si potevano correggere con poco, ma quando si è concentrati sulla gara non ci si fa nemmeno caso. |
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