Recensione PC
Titolo del gioco:
Akalabeth: World of Doom
Anno di uscita:
1979
Genere:
Gioco di Ruolo
Sviluppatore:
Richard Garriott
Produttore:
California Pacific Computer Company
Distributore:
California Pacific Computer Company
Multiplayer:
No
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
Apple II con floppy drive o PC 8086 con floppy drive
  • A sud di dove vi trovate (voi siete la "X") c'è il castello di Lord British!
  • Il negozio del'avventuriero, dove potrete trovare di tutto
  • La scala per uscire da un tenebroso dungeon
  • Avete appena trovato uno scrigno pieno (più o meno) di tesori
  • Un nemico classico: il ladro, che cercherà di farsi valere nelle sue "qualità"...
  • La discesa al livello inferiore...avrete il coraggio di proseguire?
  • Un orco vi sta attaccando, ma non dovreste avere problemi a sconfiggerlo
  • Uno dei nemici più pericolosi che incontrerete...un demone!
Redattore:  Stefano 'Tyrant' Peracchi                        Pubblicato il:  26/11/2008
Molti giochi sono stati definiti storici, ma si contano sulle dita di una mano quelli che rappresentano la Storia con la S maiuscola. Akalabeth è uno di questi.
Siamo sicuri che Akalabeth sia un nome assolutamente sconosciuto ai più, probabilmente anche ai veterani dei videogiochi per computer. Il motivo è che i suoi "figli" sono diventati talmente tanto famosi che tutto il resto è stato oscurato, per scelta o per necessità. Eppure Akalabeth dovrebbe essere riverito quasi ai livelli di Pong, SpaceWar!, OXO e Tennis for Two (ovvero, i primi 4 videogiochi della storia). Perchè? seguiteci e lo scoprirete...

LA STORIA RIPORTATA ALLA LUCE
Lo sviluppatore di Akalabeth è Richard Garriott, nome che forse vi ronzerà in mente senza riuscire ad associarlo a nessuno in particolare... ma se vi dicessimo che Richard Garriott è ai più conosciuto come Lord British? Bene bene, vediamo che finalmente si sono spalancati molti occhi e molte bocche (vergogna invece per chi è rimasto con il punto interrogativo sulla testa!) (Tyrant, abbi pietà, non tutti hanno la tua veneranda età.. NdBoZ). Lord British è in effetti la leggenda che ha dato vita ai giochi di ruolo della serie Ultima, e ad un occhio attento non sfuggiranno certamente le somiglianze tra la celebre saga fantasy e questo Akalabeth.
Per farvi capire le emozioni provate a suo tempo giocando a questo "Adamo" di tutti i videogiochi di ruolo (ripubblicato tra l'altro all'inizio degli anni '90 in una collection di tutti gli Ultima, dove ha preso il nome di Ultima 0: Akalabeth), non ci resta che parlarne più approfonditamente, mostrandovelo per quello che offriva ai primi role-player su computer...e ancora oggi ai retrogamer più vintage e dalla mentalità più aperta.

LA SEMPLICITA' INCARNATA
Scritto oramai più di trenta anni fa, Akalabeth è un gioco impossibile da giudicare secondo gli standard odierni. E' un RPG molto semplice e molto breve per il quale forse la definizione più corretta è "dungeon-crawler", ovvero un gioco in cui l'unico scopo è quello di esplorare dei dungeon uccidendo più mostri possibile e diventando al tempo stesso ricchi sfondati. A dire la verità, però, un obiettivo principale c'è: venite convocati al castello di Lord British (no, non aspettatevi un castello in stile Ultima VI, ovviamente... NdR), il quale vi sottopone ad una prova di coraggio dopo l'altra: il vostro compito sarà uccidere mostri sempre più potenti, e tornare indietro per riferire dell'impresa compiuta con successo. Una volta ucciso anche il mostro più pericoloso, la vostra avventura sarà finita e riceverete il ringraziamento da parte del vostro signore e Re.
Tutto qui, direte voi? Beh sì, ma d'altronde si parla di un gioco di 30 anni fa, scritto con limitatissime risorse sia umane che hardware... e dopotutto non è che molti dei giochi di adesso, una volta tolta la maschera audio-visiva, siano molto meglio. E in fondo, cosa possiamo desiderare di più da un gioco di ruolo? Dungeon in quantità (anche se, a parte la mappa, tra di essi non cambia nulla), tesori idem, svariati oggetti da recuperare tra cui un amuleto magico che ha poteri imprevedibili, il classico negozio per la compravendita...insomma: non sarà Ultima IX ma Akalabeth ha tutte le carte in regola di un tipico GDR.

I DIFETTI...
Nella sua immediatezza il gioco non è comunque così semplice da terminare, in quanto Richard Garriott ha inserito due variabili del tutto appropriate, anche se forse non ne ha calibrato bene il loro impatto sulla giocabilità:

1) Mano a mano che si scende nei livelli del dungeon, ci si trova ovviamente di fronte a mostri sempre più potenti; il problema è che spesso e volentieri si viene aggrediti da 2 o 3 lati contemporaneamente e si subiscono dunque altrettanti colpi, mentre noi ovviamente possiamo combattere solo verso un lato per volta; questo rende in alcuni casi frustrante il combattimento.
2) La nostra scorta di cibo è limitata, e se si esaurirà moriremo. Questo sarebbe un tocco di realismo molto efficace se non fosse per il fatto che mentre si cammina la riserva diminuisce fin troppo rapidamente, e che all'interno dei dungeon uno dei mostri che incontreremo è il famigerato gremlin, famoso non tanto per i suoi attacchi fisici quanto per la sua capacità di rubare parte del cibo in nostro possesso! Basterà dunque entrare in contatto con costui per vedere dimezzata la nostra scorta di cibo, e dato che gli scontri con i gremlin non sono affatto rari potete ben immaginare la brutta fine che si rischia di fare, in particolare nei livelli inferiori dei dungeon.

Questi elementi incrinano un po' la stima che abbiamo per questo gioco, e quel che è peggio rendono la giocabilità meno stimolante, ma non ce la sentiamo di infierire troppo dato che simili difetti si ritrovano in produzioni ben più recenti, blasonate e costose... certo è che l'esperienza di gioco avrebbe potuto essere perfezionata, soprattutto quando Richard Garriott cominciò effettivamente a vendere le copie del suo gioco dopo averle impacchettate in bustine di plastica (ci mancava solo che te le spedisse lui di persona a casa...cosa che in realtà non mi sento di escludere! NdBoZ)

...E I PREGI
Per fortuna ci sono anche molteplici lati positivi. In particolare entrare nel gioco è assolutamente immediato, anche per chi non ha mai giocato ad un RPG su computer (anzi, Akalabeth potrebbe essere proprio l'introduzione giusta a questo genere) e i dungeon - nonostante seguano tutti la stessa impostazione di 9 livelli ciascuno delle dimensioni di 9x9 - sono nel complesso ben architettati e sufficientemente "misteriosi", con scale, botole e le immancabili porte segrete. I mostri inoltre presentano un piccolo elemento di Intelligenza Artificiale che li porta ad arretrare il più bossibile da noi quando essi saranno messi " a mal partito"; a questo punto, curiosamente, se li rincorreremo per attaccarli rimarranno fermi senza rispondere ai nostri colpi.
Infine, è stata introdotta una variabile semi-casuale costituita da un oggetto che, seppur utilizzabile solo da una delle due classi di personaggio selezionabili, potrà portare effetti benefici o negativi in modo abbastanza imprevedibile.

IL PASSARE DELLE DECADI
Giocando a questo RPG non si può fare a meno di pensare a tutto ciò che, in campo computeristico, è successo in 30 anni; da Akalabeth e la nascita del mitico Apple II si è passati a Guitar Hero e alla X-Box 360: la tecnologia ha fatto passi da gigante e questo è sicuramente un bene dato che tutti ora - grazie agli emulatori - possiamo godere degli sforzi compiuti in epoca pioneristica da sviluppatori, ingegneri, visionari, investitori e sognatori...come il grande Lord British. Forse però, lungo il tragitto, si è persa quella ingenuità e genuinità che caratterizzava i primi veri anni del videogaming: chissà se qualche ragazzino di oggi, dopo le risate iniziali, riuscirà ad apprezzare anche solo per mezz'ora un esemplare come Akalabeth...

Nota del caporedattore: cercando su Google, ho scoperto che Akalabeth ha subito diverse modernizzazioni sotto forma di remake. Se vi interessano, alcune le potete trovare qui...
E' ovvio che un gioco come questo, alla veneranda età di quasi 30 anni, debba essere valutato per quello che rappresentava all'epoca, e non secondo gli standard odierni. E devo dire che, preparato alla sua rozza semplicità, mi sono anche molto divertito a giocarci, sempre con un nostalgico sorriso stampato sulle labbra. La grafica in wire-frame è funzionale, il sonoro è scarso e gracchiante, ma d'altronde stiamo parlando della preistoria del videogioco e di un Matusalemme al quale bisogna solo portare rispetto! Una volta superato l'impatto estetico potrete dedicarvi qualche ora con spensieratezza a mappare i dungeon di Akalabeth, orgogliosi della "missione" affidatavi dal grande Lord British. Dopodichè, una volta completato il gioco, potrete riporlo nel cassetto, felici di aver rivisto il protagonista di un evento davvero storico.
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