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Titolo del gioco:
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Dragon Age: Origins
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Anno di uscita:
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2009
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Genere:
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RPG interattivo
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Sviluppatore:
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Bioware
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Produttore:
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Electronic Arts
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Distributore:
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Electronic Arts Italia
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Multiplayer:
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no
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Localizzazione:
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Solo testo, no audio
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Sito web:
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Requisiti minimi:
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Windows XP: Service Pack 3, Intel Core 2 1,6 ghz o AMD 64 2,2 ghz, 1 GB Ram, ATI Radeon X850 128 MB o NVIDIA GeForce 6600 GT 128 MB.
Windows Vista: Service Pack 1, Intel Core 2 1,8 ghz o AMD 64 2,6 ghz, 1,5 GB Ram, ATI Radeon X1550 256 MB o NVIDIA GeForce 7600 GT 256 MB.
NOTA: Le versioni notebook delle schede video supportate potrebbero causare problemi di driver o un calo delle prestazioni.
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Redattore: Simone 'BoZ' Zannotti Pubblicato il: 07/10/2010 | | | Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per un Ferelden oscuro, ché la diritta via era smarrita. "Miserere di me", gridai a lui, "qual che tu sii, od ombra o Prole Oscura"! | | Non sono mai stato un “radical gamer” dei RPG fantasy in terza persona. Men che meno di quelli punta e clicca. E infatti, passato il periodo Amiga, mi sono sempre tenuto a una certa distanza da tutto ciò che fosse privo di componente “First Person”. Al massimo sono riuscito a tollerare una visuale ravvicinata alle spalle del protagonista (vedi i vari Gothic), ma i miei capisaldi del genere rimangono i titoli della Bethesda, nei quali la prima persona la fa bene o male da padrone.
Ordunque, questo preambolo per dire che Dragon Age: Origins, nuovo recente titolo della canadese Bioware, è riuscito a catalizzare la mia attenzione nonostante mantenga ben saldo al suo interno, e non faccia nulla per nasconderlo, il sistema di comando punta e clicca già utilizzato nei precedenti, mitici titoli della Bioware, Baldur’s Gate e Neverwinter Nights in primis. E se è riuscito ad entusiasmare me, non vedo perchè non potrebbe piacere anche a voi che state leggendo: seguitemi e cercherò di convincervi...
SEI ORIGINI Tutte le avventure hanno un punto di partenza: Dragon Age Origins (DAO da adesso) ne ha addirittura sei - le famose "origini" menzionate nel titolo - che rappresentano un gustoso antipasto, o se preferite un lungo e completo training di un paio d'ore, alla trama principale. L'originalità di questo nuovo titolo Bioware stà proprio nel fatto che la nostra origine (legata alla razza e alla classe che sceglieremo al momento della creazione del nostro personaggio) avrà importanti ripercussioni sulle vicende che affronteremo nel corso dell'avventura, per cui volendo potremo rigiocare la Storia principale da ben sei punti di vista totalmente differenti, affrontando nuovi eventi, possibilità e situazioni di gioco lungo il nostro cammino.
INTERFACCIAMOCIL'interfaccia, situata nella parte superiore centrale dello schermo, consente di accedere ad alcune parti fondamentali del gioco. Queste sono: Impostazioni Personaggio. Contiene le schede-personaggio contenenti informazioni dettagliate su ciascuno dei nostri uomini. Incantesimi e Talenti. Permette di gestire i talenti. Abilità. Consente di accedere alle diverse abilità disponibili per ciascun personaggio del nostro party. Inventario. Apre l'inventario del gruppo e permette di gestire l'equipaggiamento dei singoli uomini. Diario. Contiene l'elenco delle missioni in corso, l'elenco di quelle completate, il Codice (praticamente l'enciclopedia del gioco), il riepilogo dei dialoghi e una sezione dedicata ai DLC, i contenuti aggiuntivi acquistabili online. Mappa. Apre la mappa dell'area in cui ci si trova attualmente. Tattiche. Consente di gestire il modo in cui ciascuno dei nostri uomini si deve comportare di fronte a determinate situazioni. Modifica Gruppo. Permette di cambiare la costituzione del Party. Come esempi di possibili "start", citiamo: la classica combinazione razza umana + classe guerriero ci metterà nei panni del secondogenito/a di Teyrn Bryce Cousland, uomo nobile e potente le cui gesta sono note in tutto il regno del Ferelden, in un momento estremamente delicato: la partenza per una battaglia di nostro padre e dell' "amico" Arl Howe dal castello dei Cousland, ovvero la nostra "fortezza di famiglia". Tra un combattimento con gli immancabili ratti giganti e l'esplorazione della fortezza, entreremo presto in contatto con un personaggio chiave dell'intero gioco: Duncan, un custode grigio il cui vero scopo ci verrà presto svelato. Invece, la combinazione elfo + mago ci porterà a vestire i panni di un apprendista mago/a alle prese con un passaggio fondamentale della propria "carriera": il rituale del Tormento, una dura prova che avverrà nell'Oblio e che deciderà se il "candidato" ha le carte in regola per diventare un vero mago. Anche in questo caso, tra una magia, un dialogo e un pò di esplorazione, comparirà Duncan a svelarci il suo piano.
Se le origini possibili sono sei, lo scopo principale del gioco resta invece sempre e soltanto uno: sconfiggere la cattivissima Prole Oscura, il male che - ancora una volta - attanaglia e minaccia il Regno del Ferelden, ed uccidere la sua "guida spirituale", l'Arcidemone. Il Ferelden, un'area collocata nella parte sud-orientale del continente Thedas, è un mondo del tutto originale, appositamente ideato e disegnato dai designer BioWare; il sistema studiato dai programmatori per visitarlo è quello del caricamento a blocchi: questo significa che il mondo non sarà liberamente esplorabile (Oblivion, Gothic) ma al contrario solo alcune parti fondamentali potranno essere effettivamente raggiunte e visitate.
Per compiere la nostra missione di pace non saremo quasi mai totalmente da soli (in caso contrario, vista l'entità della minaccia, avremo potuto tranquillamente chiamarci "Rambo X" NdR): il nostro peregrinare per le terre del Ferelden ci porterà infatti a visitare molti posti diversi, da villaggi più o meno abbarbicati sui monti ad ampie radure, da edifici e strutture letteralmente infestate di nemici a tranquilli campi base, e a conoscere via-via nuovi personaggi che potremo aggregare al nostro party. In questo modo, controllando fino a quattro personaggi diversi, andremo avanti nel nostro viaggio scontrandoci regolarmente con i cattivoni che ci si pareranno davanti. Tutti gli altri personaggi, oltre i 4 del nostro gruppo, che decideranno di unirsi a noi e alle nostre peripezie, verranno "depositati" in un particolare campo base da cui potremo attingere alla bisogna e dove potremo andare in qualsiasi momento per organizzare e attrezzare i nostri uomini...o anche solo per scambiare quattro chiacchiere con loro. Ma che razza di gioco è, esattamente, questo Dragon Age Origins? scopriamolo insieme nel prossimo paragrafo... RPG INTERATTIVO Come accennato nell'introduzione, il gioco è sostanzialmente un RPG punta e clicca con una forte componente strategica associata in particolare ai (tanti) combattimenti a cui dovremo obbligatoriamente andare incontro. A questo proposito, è "addirittura" possibile mettere il gioco in pausa in qualsiasi momento ed impartire con calma i comandi da eseguire alla ripresa dell'azione. A coronare l'aspetto strategico ci pensa il menù tattico inserito dai programmatori: si tratta di un potente strumento - per chi avrà voglia di approfondirne l'uso - che permette di decidere in che modo ciascuno dei nostri personaggi dovrà comportarsi di fronte alle varie situazioni che gli si presenteranno...ovviamente quando non saremo noi a controllarlo di persona.
Nonostante l'approcio tattico-strategico, l'azione si sviluppa fluidamente e riesce a mantenere l'attenzione del giocatore su livelli costantemente molto elevati: questo è possibile in particolare grazie ad eventi mai banali e ricchi di sorprese e colpi di scena, conditi da bellissimi filmati di intermezzo (sempre altamente cinematografici) che infarciscono un pò tutto il gioco. Alla base di tutto, sia esso azione strategica, caotico mazzulamento o intermezzi cinematografici, vi sono però una lunghissima serie di dialoghi con i personaggi chiave del gioco, oppure con altri di minore importanza ma che potrebbero far partire delle interessanti quest secondarie. Questi dialoghi, realizzati nel classicissimo sistema a risposta multipla (alla Monkey Island, per capirci.. NdR), possono protrarsi anche per parecchi minuti e svelarci importanti aspetti della trama, ragione per cui occorre trovare il tempo e la pazienza per gustarseli con l'attenzione che meritano. I dialoghi inoltre, mai noiosi o scontati, non rappresentano solo un piacevole diversivo tra un combattimento e l'altro, ma grazie alle nostre decisioni indirizzeranno pesantemente la storia in una direzione piuttosto che in un'altra. Insomma: se esiste un titolo che può fregiarsi della definizione di 'Gioco di Ruolo Interattivo', questo è Dragon Age: Origins! Dal punto di vista sonoro, musiche ed effetti sono sempre in perfetta sintonia con ciò che si vedrà muoversi sullo schermo; un plauso speciale va però alle voci dei diversi personaggi (in inglese ma con sottotitoli in italiano): impossibile non notare la cura e l'enfasi riposta in fase di registrazione, un lavoro di gran classe realizzato da veri professionisti in questo campo. E il risultatto è sotto gli occhi...pardon orecchie, di tutti.
QUESTIONE DI PUNTI DI VISTASostanzialmente, è possibile spostarsi sulla mappa di gioco in due modi diversi: uno è quello punta e clicca, tipico dei precedenti titoli Bioware e più in generale di qualsiasi RTS, e prevede la classica accoppiata pulsante sinistro del mouse per selezionare le unità, pulsante destro per spostarle nel punto desiderato; l’altro metodo invece prevede l’utilizzo della tastiera per muovere direttamente il personaggio selezionato. Se nel primo caso si adotterà generalmente una telecamera “alta” alla Baldur's Gate ( "visuale tattica", a quanto pare presente solo nella versione PC NdR), utile per avere un quadro generale della situazione, nel secondo si potrà zoomare abbassandosi fino ad arrivare molto vicini al personaggio: molto utile per ammirare i dettagli delle ambientazioni...e per calarsi maggiormente nelle parti . Attenzione però: se pensate di poter controllare il vostro eroe in perfetto stile Gothic avrete una delusione; infatti la telecamera non si orienterà mai automaticamente nella direzione presa dal vostro uomo, ma bisognerà continuamente utilizzare il pulsante destro del mouse per ruotarla. Nessun vero cambio di rotta nella visuale, dunque, rispetto a Baldur’s Gate & co. , nonostante la possibilità di avvicinare la telecamera contribuisca enormemente ad immergere il giocatore all’interno del bellissimo mondo dark-fantasy ricreato dai designer. E chissà che il futuro non ci riservi qualche sorpresa... ROUND ONE...FIGHT! I combattimenti si spartiscono fifty-fifty il gameplay insieme a filmati & co., lasciando spesso la componente esplorativa in secondo piano. Tecnicamente parlando, un combattimento ha inizio nel momento in cui uno dei nostri personaggi entra nel raggio visivo o d'azione di un nemico: questo comporta che, mediante qualche stratagemma, è anche possibile attirarlo verso di noi e riempirlo di botte senza che i suoi compagni nelle vicinanze si accorgano di niente! Purtroppo questo trucchetto non sempre è possibile , per cui non saranno rari in casi in cui andremo incontro a furibonde risse che coinvolgeranno anche più di dieci personaggi contemporaneamente. Ogni volta che uno dei nostri personaggi esaurisce la sua energia, egli cadrà a terra e li vi rimarrà fino a quando il combattimento non avrà avuto fine (vedi video precedente): una caratteristica che ci porterà a valutare attentamente l'equipaggiamento in dotazione a ciascun personaggio, oltrechè la composizione del nostro stesso party, in modo da sperare di sopravvivere anche con un unico uomo rimasto a combattere.
Per fortuna, la frustrazione post-mortem è scongiurata dalla presenza di salvataggi rapidi e "standard", ma soprattutto (novità!) dalla possibilità di ripristinare la nostra energia con una semplice attesa di qualche secondo: una scelta che ha fatto storcere il naso ai puristi di Baldur's Gate, ma che evidentemente strizza l'occhio a un mercato più vasto e scanzonato. Altra possibilità per ripristinare l'energia è quella di utilizzare un qualche impiastro curativo che potremo raccattare addosso ai cadaveri dei nemici uccisi, oppure dentro bauli, botti e simili sparsi in giro per le mappe. Come in ogni GDR che si rispetti, non mancano inoltre alcuni mercanti pronti a vendere-scambiare la loro mercanzia.
ROSSO POMODORO Se anche con una visuale dall'alto è possibile ammirare un mondo affascinante e curato nei minimi particolari, è solo avvicinando la telecamera (vedi box) che si può realizzare quanto dettaglio sia presente nel gioco. Certo non siamo al livello degli ultimi FPS, le texture appaiono un pò sfocate per gli (altissimi) standard attuali, alcune animazioni negli spostamenti appaiono un pò innaturali e di tanto in tanto si può anche assistere a qualche strana compenetrazione, tuttavia è nell'insieme che l'aspetto visivo di Origins può essere definito grandioso.
Forse L'unica critica "seria" all'engine che può essere mossa è che utilizza un sistema di caricamento "a blocchi" oramai obsoleto, soprattutto se confrontato con titoli come Oblivion (che ricordiamo essere del lontano 2006) che permettono di ridurre al minimo essenziale i tempi morti. Data la rapidità dei caricamenti e il tipo di gioco, che vede la componente esplorativa disposta in secondo piano rispetto ad altri aspetti del gameplay, si può tuttavia chiudere un occhio. Un dettaglio su cui i grafici hanno invece evidentemente esagerato, e che non passerà certamente inosservato a moralisti & co., è il sangue che dopo ogni combattimento macchierà in maniera molto pesante i corpi e gli abiti dei nostri personaggi: più che le tracce di una cruenta e sanguinosa sfida all'arma bianca sembrano infatti i resti di un allegro bagno di gruppo in una vasca di pomodori... Esagerato, infine, è a nostro parere il PEGI 18+ affibiato al gioco: passi infatti per il pomod...ehm, sangue che abbonda in alcune scene, ma in un tripudio di ambienti fantasy, musiche epiche e dialoghi sofisticati non si intravedono a nostro parere gli estremi (violenza gratuita, scene raccapriccianti, linguaggio scurrile, etc.) per giustificare una tale restrizione. |
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