Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri Pubblicato il: 10/11/2012 | | | Avevamo tutto: soldi, fama, prestigio e potere... e ora ce l'hanno portato via. Siamo ridotti come dei miserabili e costretti a nasconderci come dei delinquenti, ma qualcuno dovrà pagare per tutto questo ! | | È sempre la solita storia: dopo tanta fatica per conquistare la nostra posizione, il destino ha deciso di metterci lo zampino. Di ritorno da una nostra missione diplomatica alla ricerca di una possibile cura per l'epidemia di peste che sta flagellando la nostra città, mentre riferiamo alla nostra regina ciò che abbiamo scoperto, qualcuno decide di assassinarla sotto i nostri occhi e di rapirne la figlia. Lo scenario del delitto è classico: ci scoprono vicino al cadavere e ci incolpano dell'omicidio condannandoci subito alla pena capitale...
In realtà le cose sono un pochino più complesse dal momento che il complotto messo in atto per uccidere la regina mira a insediare sul trono un losco individuo. Risulta logico quindi che questi non voglia testimoni scomodi e decida di farci fuori. Il nostro nome è Corvo Attano, ma tutti ci conoscono come Lord Protettore e siamo la guardia del corpo dell'Imperatrice e della sua figlioletta Emily, quindi vedere uccidere la nostra protetta sotto i nostri occhi è uno smacco ben maggiore dell'essere accusati di omicidio. Non c'è tempo però per rimpianti e rimorsi, la piccola Emily è stata rapita e tutto fa pensare che non l'abbiano fatto per un riscatto.
UN NUOVO INIZIO
Il gioco comincia qui, con noi rinchiusi in gabbia in attesa di un'esecuzione capitale che fa più male al nostro cuore che alla nostra mente: una vita passata a servire fedelmente la famiglia reale, ad affezionarsi a loro per poi vederci togliere tutto in questo modo. Tuttavia il diavolo fa le pentole e non i coperchi, infatti il Lord reggente usurpatore del trono ha fatto i conti senza l'oste. Un gruppo di persone infatti, i Lealisti dell'Impero, sta complottando per rimettere le cose a posto. Aiutati dall'Esterno, un'entità semidivina dotata di poteri straordinari, hanno scelto proprio noi per raggiungere il loro scopo, di conseguenza ci aiutano ad evadere dalla prigione e ad estrinsecare la nostra mai sopita voglia di vendetta.
UNA CITTÀ IN ROVINA
Dunwall non è più quella di una volta, sembra l'ombra della città sfarzosa e allo stesso tempo ordinata che era un tempo. Flagellata dalla peste, dall'anarchia e dal regime soppressivo del nuovo tiranno, riesce a stupire per il degrado che si coglie in ogni angolo. In realtà Dunwall non è assimilabile a nessun tipo di aggregazione urbana da noi conosciuto, dal momento che è rappresentata come una miscela fra una città del futuro e una di matrice ottocentesca. Vi troviamo congegni sofisticatissimi come quelli ammirati nella serie di Syberia e macchinari piuttosto arcaici come un audiofono in grado di leggere schede perforate alla Bioshock.
La peste ha poi contribuito ad aggravare pesantemente lo stato delle cose. Si vedono cadaveri ovunque e soprattutto ratti ovunque. I roditori alla ricerca di nuovi spazi da conquistare, non popolano più solamente le fogne, ma si sono fatti avanti uccidendo e divorando chiunque gli capiti a tiro. Come se non bastasse, noi siamo dei fuggitivi e perciò stesso ricercati. Le guardie del Lord Reggente non andranno tanto per il sottile se dovessero beccarci, dal momento che siamo fra i pochi a conoscere la verità, quindi testimoni piuttosto scomodi.
L'ESTERNO
Quasi subito faremo la conoscenza dell'Esterno: un'entità semiumana (o semidivina) che confida tantissimo in noi, tanto da donarci fin dall'inizio qualcuno dei suoi superpoteri. Dopo averlo incontrato infatti saremo in grado di teletrasportarci più o meno dove vogliamo, ma con la promessa di altre abilità speciali se raccogliamo le varie rune sparse per gli scenari di gioco. Più avanti saremo in grado di vedere attraverso i muri, di respingere i proiettili nemici, di comandare a nostro favore orde di ratti e roba di questo genere. Tutte queste azioni richiedono una piccola parte del nostro mana, rappresentato da una barra blu che potremo reintegrare man mano che troviamo delle ricariche in giro. Assieme al mana, dobbiamo naturalmente tenere sotto controllo la barra dell'energia di colore rosso che naturalmente cala per ogni colpo che ci viene inferto e si ricarica man mano che mangiamo o troviamo dei medikit in giro.
ALL'AZIONE DUNQUE!
Inizialmente saremo armati solo di una spada e di tanta buona volontà. Tuttavia procedendo nel gioco, troveremo altri gingilli piuttosto interessanti, come balestre, pistole, granate e così via. Possiamo tenere un'arma in ogni mano, oppure un'arma e un potere speciale in ogni mano. Ad ogni modo l'inventario degli oggetti è facilmente accessibile e si riesce fin da subito a padroneggiarlo al meglio. Le missioni ci verranno indicate di volta in volta e la trama del gioco, pur semplice nel suo concept iniziale, si sviluppa dinamicamente in base alle nostre azioni. Potremo trasformarci infatti in feroci assassini dando libero sfogo alla nostra vendetta e facendo fuori chiunque ci capiti a tiro, oppure potremo preferire un approccio un po' più stealth al gioco, limitandoci a nasconderci e a stordire le guardie nemiche senza ucciderle. Le nostre decisioni comunque influenzeranno per un verso o per l'altro la nostra anima, e quindi il finale sarà di conseguenza diverso.
NIENTE BINARI?
Malgrado ci sia l'indicazione delle missioni da compiere man mano, ci si rende subito conto che lo scenario di Dunwall può essere esplorato in lungo e in largo, permettendoci di andare praticamente dove vogliamo. Questa caratteristica free roaming del gioco, aiutata dalla possibilità della traslazione con la quale possiamo raggiungere punti impensabili, è il vero punto di forza di Dishonored. La nostra libertà di azione è controbilanciata dagli oggetti da trovare, oltre alle fatidiche rune. Queste sono disseminate per ogni dove, invogliandoci di fatto a esplorare gli scenari in modo molto scrupoloso, anche perché spesso danno vita a missioni secondarie. In Dishonored non ci sono "binari" di gioco, possiamo quindi limitarci a portare a termine la nostra missioncina oppure metterci ad esplorare le locazioni.Da questo punto di vista il divertimento è assicurato, oltre alla longevità, che cresce esponenzialmente. Una volta completato il gioco saremo invogliati a riprenderlo per cercare tutti gli oggetti che ci sono sfuggiti oppure per cambiare le sorti del nostro personaggio.
CHI CI RICORDA?I riferimenti a Bioshock sono tutt'altro che casuali. I ragazzi di Arkane Studios, infatti, hanno collaborato con la 2K Marin per la programmazione di Bioshock 2, occupandosi della parte artistica dal punto di vista del design e dell'animazione. In realtà Dishonored ricorda tantissimi altri giochi, spesso "mostri sacri" del panorama videoludico, come Thief: Deadly Shadows, Half Life 2 oltre allo stesso Bioshock 2. La bella notizia è che malgrado Dishonored rappresenti un piccolo capolavoro, gli Arkane Studios danno l'impressione di poter fare ancora di più. Prospettiva molto accattivante per eventuali uscite future. PERLE SU PERLE
Dishonored è colmo di chicche di programmazione davvero eccellenti. Avremo la possibilità giocare più generi nello stesso gioco, alternando a nostro piacimento parti d'azione a movimenti più stealth. Inoltre potremo spiare da dietro i muri per non farci vedere, spiare dai buchi delle serrature, raccogliere cadaveri da lanciare ai topi per passare indisturbati, stordire i nemici e nasconderne i corpi e tantissime altre cose.
I nostri superpoteri, che guadagneremo man mano durante l'avventura, sicuramente espanderanno il livello della nostra libertà d'azione, rendendo Dishonored un gioco mai noioso. L'ambientazione poi è favolosa. Chi ha giocato a Bioshock troverà diverse analogie, non tanto nella grafica dal momento che le ambientazioni sono diverse, ma nell'atmosfera di degrado davvero resa in maniera eccellente. Ogni congegno, ogni angolo ci mostrerà oggetti che non avevamo mai visto prima d'ora, ma che ci sembrerà di conoscere da sempre. L'audiofono o gli strani congegni del fabbricante di maschere e di armi sono davvero delle perle di fantasia.
COMPARTO TECNICO
Tecnicamente il gioco si presenta molto bene, a tal punto da mascherarne appieno i pochi difetti. Se infatti da un lato si può notare qualche bug soprattutto nella gestione della fisica, dall'altro Dishonored eccelle, come abbiamo detto, nell'ambientazione davvero stupenda, anche per via di un doppiaggio in italiano di buon livello, per i commenti musicali inseriti al punto giusto e per la fantasia dei programmatori che sembra davvero inesauribile.
Il punto forte del gioco tuttavia è la giocabilità. I comandi sono facilmente assimilabili, gli scenari sono immensi e la possibilità di esplorarli interamente non fa altro che elevare la valutazione del tutto. La campagna tuttavia è un po' breve, attestandosi intorno alle otto ore di gioco complessive. Anche in questo caso però la longevità è innalzata dai finali alternativi e dagli oggetti nascosti che ci invoglieranno sicuramente a riprendere in mano il gioco una volta dopo averlo completato. Del resto la direzione artistica del gioco è affidata a Victor Antonov, progettista della City 17 di Half Life 2, quindi da questo punto di vista potete aspettarvi la stessa qualità tecnica.
La trama invece non è molto articolata, ma si incastra bene nel gioco con i soliti appunti trovati in giro da inserire nel nostro diario e con la storia del complotto che si sviluppa pian piano davanti ai nostri occhi nel corso dell'azione. Inoltre il gioco è strapieno di citazioni prese soprattutto da altri videogiochi, chissà se le noteremo tutte.
|
|
|
|
|