Recensione PC
Titolo del gioco:
Burnout Paradise: the Ultimate Box
Anno di uscita:
2009
Genere:
Guida arcade
Sviluppatore:
Criterion Games
Produttore:
Electronic Arts
Distributore:
Electronic Arts
Multiplayer:
A turno sullo stesso pc, LAN, Internet
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
CPU: dual core 1,8GHz (consigliato dual core 2,5GHz), RAM: 1GB (2GB), VGA: ati 9800 pro (nvidia 7600/ati 1900), SPAZIO SU HD: 3,5GB
  •  Eccoci nei panni di una gentil donzella: impavida viaggia impennando al centro della strada...
  •  ...ed eccola dopo aver incrociato un autobus
  • Uno degli sport praticabili in Burnout Paradise: sfondare le recinzioni dei lavori in corso!
  •  Un replay istantaneo mostra quanto siamo passati vicini al muretto...effettivamente avevo calcolato male
  •  Un altro sport praticabile: il salto, in tutte le sue varianti possibili. Sfruttate tutte le rampe che trovate!
  •  Terzo e ultimo degli sport: sfondare i cartelloni pubblicitari che reclamizzano il gioco
  •  A folle velocità ho mancato la deviazione e sono andato a sbattere: ecco le conseguenze...
  •  La gara che in assoluto diverte di più: il takedown. Un replay per ogni avversario messo fuori gioco
  •  Nel takedown bisogna stare attenti a non trovarsi dal lato sbagliato della strada... ovvero quello vicino ai muretti
Redattore:  Simone Maria '7ornado' Fumagalli                        Pubblicato il:  10/04/2009
Dall’incrocio tra Gran Turismo e GTA, ecco un gioco tutto da guidare, derapare e saltare. Benvenuti nel parco giochi di Paradise City!
BENVENUTI NEL PARADISO DEI PILOTI
Mettiamo subito in chiaro le cose: Burnout Paradise è si un gioco di corse, ma ben diverso dai Need for Speed a cui siamo da tempo abituati. Anche qui c’è una città tutta da scoprire, grazie alla possibilità di esplorare i vari distretti in tutta libertà, in modo imparare ad affrontare determinati tratti di strada al massimo e trovare eventuali scorciatoie che ci faranno comodo durante certe gare.
La cosa più importante però è che non avremo il fiato delle forze dell’ordine sul collo. Potremo letteralmente fare quello che vogliamo, con un peso in meno sulle spalle e quindi concentrarci sulla strada e provare a fare qualsiasi evoluzione pensabile.
Ho detto strada volontariamente, in quanto non esistono circuiti o percorsi obbligati di sorta: ogni gara mette a disposizione del giocatore l’intera città, con tutte le sue highway, vie e viuzze. Niente muri invisibili o cartelli segnaletici, ma la possibilità di scegliere il percorso a nostro piacimento (e convenienza). Onestamente al primo impatto ci si trova un po’ spaesati e la cosa che viene più naturale da fare è seguire gli avversari gestiti dall’intelligenza artificiale fin quando manca poco al traguardo e poi affidarsi alla mini mappa.

Anche con questa non è facile prendere subito confidenza, in quanto non ruota in modo da essere concorde con la direzione in cui procediamo, per cui bisogna anche dare un occhio alla bussola (posizionata centralmente in alto appena sotto il nome della via che stiamo percorrendo). Ovviamente questo riguarda solo un paio di tipi di gare, in quelle per così dire “freestyle” ovviamente non ci importa nulla di dove andiamo e che strada facciamo. In quel caso conviene sapere a memoria i luoghi con più salti o spazi aperti possibili per effettuare le varie acrobazie richieste.
In poche parole, per i centauri e i piloti più sfegatati, Paradise City sembrarà un immenso parco giochi, dove potersi allenare e poi affrontare le gare.

2 RUOTE + 4 RUOTE = DIVERTIMENTO ASSICURATO
Altra differenza rispetto agli altri titoli di guida arcade è la possibilità di guidare, oltre a bolidi su 4 ruote, anche moto sportive, cosa che eleva Burnout Paradise un gradino sopra gli altri.
Siamo stanchi di prendere a sportellate i nostri avversari? Benissimo: basta fare un salto allo sfasciacarrozze più vicino e montare in sella a una superbike precedentemente sbloccata, e iniziare a girare impennando per il centro. Troppi cavalli? Nessun problema, c’è anche un modello naked un po’ meno spinto. Una cosa curiosa è la possibilità di scegliere il centauro in sella alla moto: può essere un uomo o una donna.
Chiaramente in base al tipo di mezzo che andremo a utilizzare, come è facilmente intuibile, ci saranno diverse tipologie di gare da affrontare.
Per quanto riguarda le auto ne avremo a disposizione ben 75. Forse troppe: alla fine, una volta presa confidenza con le strade e conosciuta meglio la nostra indole di piloti, useremo sempre i soliti modelli in base alla gara da affrontare.
Le auto sostanzialmente fanno parte di poche categorie: abbiamo le muscle car americane, le tanto veloci quanto leggere supersportive e una serie di mezzi che vanno dal furgone al pick-up che fanno un po’ storia a se, ma vengono utili nelle gare in cui conta la resistenza del mezzo. Non ci sono modelli realmente esistenti, ma molti, nomi fittizi a parte, richiamano in maniera evidente auto note.
Per quanto riguarda il tuning del mezzo ci sono poche e semplici opzioni: si può scegliere lo schema di colori da utilizzare o l’eventuale decalcomania, secondo schemi preimpostati. Niente personalizzazione o upgrade, invece, per motore, sospensioni e altre componenti meccaniche.
Le moto sono solo 4, molto simili tra loro; le ultime 2, da sbloccare, sono delle versioni potenziate.

LA PATENTE A PUNTI
La trama, se così si può chiamare, su cui si basa il gioco è molto semplice: siamo dei nuovi arrivati in questa città di pazzi scatenati per tutto quello che abbia un motore e delle ruote. Prima cosa da fare è trovare un mezzo e cominciare a gareggiare. Per cosa? Per fama e rispetto ovviamente!
La nostra guida “radiofonica”, DJ Atomica, ci guiderà in questo paradiso dell’auto passo passo spiegandoci di volta in volta come funziona una gara piuttosto che un altro aspetto del gioco.
Per guadagnarci fama e rispetto dobbiamo arrivare a procurarci la patente A, ovvero quella degli assi delle 4 ruote. Per farlo dobbiamo cominciare la nostra scalata dalla patente D, quella dei dilettanti, tanto per capirci. Ogni patente si ottiene con un certo numero di punti, accumulati ovviamente vincendo gare. Di queste ce ne sono a bizzeffe, come ci dice all’inizio la nostra DJ: ad ogni incrocio presente in città c’è la possibilità di partecipare a un certo evento (contrassegnati con colori diversi sulla minimappa) semplicemente facendo fumare le ruote posteriori.
Chiaramente la difficoltà delle gare e il numero delle stesse necessarie per ottenere la patente aumenterà man mano che saliremo di grado, anche perché nel menu delle opzioni non c’è la possibilità di scegliere un livello predefinito. Per cui, se all’inizio sembrerà tutto molto semplice, non preoccupatevi che le sfide vere arriveranno.
Parliamo delle sfide che ci attendono:
-Gara classica: pronti via, si parte dall’incrocio in cui si è avviato l’evento e bisogna arrivare in un altro punto della città. Come ho già detto, nessun vincolo per quanto riguarda il percorso. Conta solo arrivare primi.
-Furia stradale: ci viene assegnato un tempo limite in cui dobbiamo effettuare un certo numero di takedown, ovvero mettere fuori gioco le auto avversarie (in genere facendole ribaltare); la maniera più facile è dargli una bella botta sulla fiancata con l’ausilio del turbo e mandarli a sbattere contro un muro o un ostacolo non demolibile.
-Prova stunt: freestyle allo stato puro. Qui bisogna raggiungere un certo punteggio prima che scada il tempo. Vale tutto: derapate, salti, 2 ruote, voli… chi più ne ha più ne metta. L’importante è non far arrestare la combo una volta avviata, dato che il moltiplicatore di punti continuerà a salire.
-Uomo nel mirino: siamo la preda e due auto dall’aspetto poco rassicurante ci danno la caccia. Il nostro obiettivo è arrivare al traguardo. Come, in che stato, in quanto tempo non conta: basta arrivare. È ovviamente consigliata un’auto molto resistente e passare per un’officina quando siamo troppo malridotti.

GUARDA MAMMA COME MI DIVERTO
Una volta ottenuta la patente A il nostro obiettivo è raggiunto. È vero, ci sarebbe la patente “elite”, ma vincere altre 90 gare credo sia insostenibile per chiunque. Quindi il gioco finisce? Assolutamente no. Un po’ come in GTA abbiamo delle “missioni” accessorie da compiere: ci sono 400 cancelli (per intenderci, quelli con esposto il cartello giallo che danno accesso alle scorciatoie) da abbattere, molti cartelloni pubblicitari di Burnout da distruggere e un gran numero di location che consentono di effettuare salti e altre evoluzioni da scoprire. Queste ultime sono una vera manna perché è davvero possibile fare di tutto, specialmente con l’ausilio del turbo. Vi dico solo una cosa: provate a sterzare col freno a mano tirato appena prima di prendere il volo.

Altra utilità che può avere il girovagare senza meta per la città facendo i tamarri ad ogni incrocio è quella di scoprire tutte le officine, benzinai, carrozzerie e sfasciacarrozze di Paradise City. Ognuno di questi edifici ha la propria peculiarità: nelle prime possiamo riparare l’auto anche durante una gara, basta solo passarci attraverso; lo stesso vale per i benzinai, che ci faranno il pieno di turbo; gli ultimi 2 ci permettono di colorare la carrozzeria dell’auto come meglio preferiamo e di andare a cambiare l’auto con una appena sbloccata rispettivamente.
Altra maniera per divertirsi, oltre che per sbloccare altre auto oltre a quelle ottenute vincendo le gare, è quella di girare per la città, cercare i modelli annunciati via radio dalla nostra cara DJ e buttarli fuori strada, per poi passare a ritirare l’auto dallo sfasciacarrozze.

CARISMA DA VENDERE
Appena terminate le schermate iniziali, quindi ancora prima di essere catapultati nell’immensa città a nostra disposizione, si viene rapiti dalla colonna sonora del gioco, davvero azzeccatissima. Come poteva cominciare se non con Paradise City dei Guns ‘n’ Roses?
Anche tutte le altre tracce (tra l’altro “skippabili” con un tasto che è possibile settare dal menu delle impostazioni) non sono da meno; il genere prevalente è quello rock, ma il tutto non stanca, anzi, dà la carica giusta per affrontare le gare ed esaltarsi ancora di più per le proprie gesta.
Anche la grafica ci mette del suo per rendere l’esperienza di gioco il più realistica possibile: la deformazione delle auto e i danni subiti negli incidenti sono permanenti oltre che realistici (a tal proposito dovrebbero esserci degli screen che parlano da soli). Inoltre è stato implementato molto bene lo scorrere del tempo, con l’alternarsi del giorno e della notte, mentre pare non ci siano condizioni meteo variabili di giorno.
Per rendere il tutto ancora più arcade e meno realistico, a video non c’è la possibilità di visualizzare né il tachimetro né il contagiri: non sapremo mai a che velocità stiamo andando… ma poco importa, la nostra attenzione sarà tutta sulla strada.
Burnout Paradise potrebbe essere definito inmolti modi, oltre al generico "gioco di guida arcade". Per quanto riguarda la mia esperienza posso solo dire che è la prima volta che vivo così intensamente un gioco di questo tipo. Quello che c'è da fare è guidare, punto. Niente di più, niente di meno. Si guida sempre: a volte puliti, altre volte giocando sporco, altre volte tentando l'acrobazia impossibile. Un grande divertimento.
Dando invece un parere più oggettivo non posso che promuovere a pieni voti il gioco, che nonostante sia un porting pari pari da xbox 360 non ha nulla da invidiare a titoli per pc molto più blasonati. Se aggiungiamo anche una modalità multiplayer immediata, nel senso che non occorre abbandonare la partita in singolo per rientrare nel gioco e la possibilità di confrontarsi con diversi amici sullo stesso pc, direi che Burnout Paradise ha tutte le carte in regola per entrare nell'olimpo dei giochi di guida.
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