Sistema Operativo: Windows 10 / 8.1 / 8 / 7 SP1 / Vista SP2 - CPU: Intel Core 2 Duo @ 1.8 GHz (AMD Athlon X2 240 o equivalente) - RAM: 1 GB - Scheda Video: nVidia GeForce 8800 / ATI Radeon X1600 / Intel HD Graphics 3000 o superiore - DirectX: Versione 9.0c - Hard Disk: 9 GB di spazio libero Scheda audio: compatibile con DirectX 9.0c
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci SareriPubblicato il: 12/10/2015
E chissa' quanti ne hai visti e quanti ne vedrai, di giocatori tristi che non hanno vinto mai...
Il famosissimo brano di De Gregori è praticamente un inno per tutti gli appassionati di calcio, dal momento che narra le gesta del ragazzino timido, timoroso del giudizio del pubblico, decide di buttarsi anima e corpo nella sua passione mettendo "il cuore dentro alle scarpe" e correndo "più veloce del vento". Quello che è definito lo sport più bello del mondo conta milioni e milioni di appassionati in tutto il globo, dai semplici simpatizzanti ai tifosi accaniti, con gente che vive praticamente a pane e calcio. Naturalmente questo fenomeno non poteva passare inosservato all'industria dei videogiochi, la quale da decenni ha puntato parecchio e sicuramente continuerà a puntare sui titoli calcistici, facendo leva sull'amore viscerale che tantissimi videogiocatori provano per questo sport. Tantissimi videogiochi, alcuni belli altri un po' meno, si sono occupati dell'argomento a partire dagli albori con International Soccer per C64 (e Match Day per Spectrum... -NdCJ) fino ai giorni nostri: questa evoluzione ha visto cambiare radicalmente grafica e meccaniche dei giochi di calcio, per la naturale parabola ascendente che ha interessato il comparto tecnico, generando profonde mutazioni nel gameplay nel tentativo di rendere l'azione quanto più simulativa possibile.
Durante questo percorso il pubblico si è spaccato praticamente a metà nel tifare (è il caso di dirlo) per l proprio videogioco preferito a discapito di quello partorito dalla concorrenza, un po' la storia atavica che ha riguardato computer e console, e nello difendere la propria scelta in tutte le comunità online, anche a costo di negare l'evidenza: chi è appassionato di Pro Evolution Soccer difficilmente ammetterà che FIFA gli è superiore e viceversa. A causa di questo campanilismo sfrenato, spetta quindi al redattore l'arduo compito di descrivere pregi e difetti di un gioco senza lasciarsi influenzare dai propri gusti personali, oppure quanto meno di provarci.
VENT'ANNI DI STORIA
L'esperienza di Konami con i giochi di calcio risale al lontano 1995 con l'uscita di International Superstar Soccer approdato sulla console Super Nintendo. Da allora per ogni anno, è uscito un gioco ispirato al calcio, approdando man mano sulle varie console e su PC, cambiando anche nome più volte, ma sempre con l'idea iniziale di mantenere una meccanica di gioco più da simulatore che da arcade.
La serie ISS è stata pubblicata fino al 2003 su Nintendo, PS2, gamecube, Xbox e PC. La vera ossatura di Pro Evolution Soccer invece ha visto la luce nella serie Winning Eleven uscita sempre nel 1995 e approdata in Italia l'anno seguente con il nome Goal Storm, poi con il più conosciuto International Superstar Soccer Pro mantenuto fino al 2001 esclusivamente per Sony PlayStation. Il primo Pro Evolution Soccer risale invece al 2001 come conversione europea di Winning Eleven 5 e approda su PlayStation 1 e 2. Da allora e per ogni anno fino a PES 6 uscito appunto nel 2006, Konami ha rilasciato una versione di Pro Evolution Soccer, estendendo la pubblicazione del gioco anche ai sistemi Microsoft - con la versione per Windows e per Xbox - e a Nintendo. Da allora, ad accompagnare il nome del gioco troviamo l'anno, riferito a quello successivo alla pubblicazione, come ad esempio PES 2016 uscito in realtà nel 2015, oltre che per PC, anche per le console di attuale generazione e old-gen.
SQUADRA VINCENTE NON SI CAMBIA...
La serie PES giunge quest'anno alla ventesima edizione (vedi box a lato): mica bruscolini per uno dei videogiochi più longevi della storia. Dopo la flessione degli anni passati, che ha visto il titolo Konami cedere parecchio terreno al diretto concorrente di casa Electronic Arts, l'anno scorso gli sviluppatori sono riuscito a ridare lustro al titolo: un gameplay finalmente riveduto e opportunamente modificato ci aveva regalato un gioco in grado di insistere nuovamente su quello che, come abbiamo sottolineato, è da sempre il suo punto di forza, cioè l'aspetto simulativo. Il nuovo motore grafico Fox Engine infatti viene aggiornato ogni anno nel mese di agosto e, con un'appropriata tempistica, permette agli sviluppatori di poter già cominciare ad immaginare il gioco dell'anno successivo proprio mentre stanno completando quello attuale, ottenendo in tal modo una notevole riduzione dei tempi di lavorazione, caratteristica non da poco per un prodotto che esce con cadenza annuale. Quest'anno si è provveduto quindi ad apportare delle migliorie al prodotto dell'anno scorso che, per il successo riscontrato dal pubblico, rappresenta una buona base di partenza su cui lavorare.
Purtroppo uno dei talloni d'Achille del prodotto Konami, la gestione delle licenze, risulta piuttosto carente anche quest'anno, con parecchie squadre e diversi giocatori che non presentano il loro nome reale: va da se che non è semplice e soprattutto economico poter acquisire tutte le licenze, ma sarebbe opportuno quanto meno dividersele a metà con la concorrenza (opportuno dal punto di vista di noi giocatori; da quello delle compagnie, tutt'altro -NdCJ), invece il titolo EA risulta più completo da questo punto di vista. Di conseguenza i campionati stranieri ci presentano squadre apparentemente sconosciute mentre lo stesso campionato italiano ci regala perle come il Sangiagulo (eeeh? -NdCJ) al posto del Sassuolo. Oltre al problema delle licenze ce n'è un altro altrettanto spinoso che riguarda i trasferimenti dei giocatori: ogniqualvolta il gioco esce sugli scaffali si nota infatti che i movimenti del mercato estivo non sono stati aggiornati dagli sviluppatori, i quali si preoccuperanno poi di rilasciare una patch per correggerli in corso d'opera. Laddove per la versione PC basta ricorrere ad una delle tantissime modifiche scaricabili (alcune davvero spettacolari) per mettere a posto le cose, sulle console l'operazione non è impossibile ma leggermente più complicata.
Caratteristica importante della serie PES è infatti l'editor che permette di modificare nomi squadre, giocatori, stadi, scarpini fino ai parametri individuali dei calciatori: questo ha permesso la nascita di intere comunità di persone dedite alla personalizzazione del gioco, in grado di metterci a disposizione patches davvero di ottima fattura, con buona pace del problema delle licenze.
È SIMULAZIONE O NO ?
Chi ha avuto modo di cimentarsi con la versione dell'anno scorso, ha notato come il nuovo approccio degli sviluppatori al gioco abbia ripristinato quell'aspetto simulativo che ha sempre contraddistinto il gioco Konami. Malgrado ci siano ancora tanta strada da fare e tanti parametri da migliorare, siamo sul giusto sentiero. Intervenendo sui parametri di difficoltà e regolandoli sui passaggi manuali e sul livello di abilità campione-professionista, ci sembra di assistere davvero ad una partita di calcio reale. Fare gol non è semplice, per il buon movimento dei giocatori controllati dalla CPU che a volte sembrano leggere le nostre intenzioni oltre ad essere in grado di costruire azioni davvero spettacolari. Non si può, in parole povere, prendere la palla e andare dritto alla porta avversaria, poiché verremo sicuramente fermati, a tutto vantaggio del gioco di squadra; parimenti, non basta premere il tasto X del controller per centrare lo specchio della porta senza aver calibrato bene mira e tiro.
Seguendo il tutorial iniziale e con molta pratica, saremo in grado anche noi di progredire nel gioco e di imbastire azioni di tutto rispetto. Anche quest'anno è stato supportato il Team ID già visto l'anno scorso: le squadre cioè godono di una propria personalità, quindi se affronteremo il Barcellona assisteremo al loro famoso (e irritante... -NdCJ) Tiki-Taka, mentre contro il Paris Saint-Germain ci toccherà cambiare strategia perché, come nella realtà, pratica un gioco estremamente offensivo. Le squadre minori si comportano come tali, preferendo un gioco difensivo con ripartenze in contropiede e chiudendosi a riccio se riescono a passare in vantaggio.
Questa caratteristica, comunque personalizzabile intervenendo su schema di gioco, posizione dei giocatori e così via, gode anche dell'affinità dei calciatori con un determinato ruolo, in grado di incidere nel parametro spirito di squadra che potenzia o riduce l'impatto di una compagine sulla partita. I parametri da modificare sono davvero tanti, basta sbirciare nel menù di un giocatore a caso, col risultato che diventa quasi impossibile per gli sviluppatori riuscire a riportare il giusto "assetto" per ogni giocatore senza incappare in qualche piccola sbavatura. Comunque gli appassionati più "tecnici" del gioco troveranno pane per i loro denti.
Un altro aspetto da migliorare è rappresentato dagli stadi: sono ben pochi quelli licenziati, molti altri sono anonimi o inventati e giocare in uno di essi durante una Champions League non ha un bell'impatto sull'atmosfera di gioco. Per il resto i giocatori sembrano quasi reali, soprattutto con il parametro stanchezza che incide pesantemente sul loro rendimento nel rettangolo di gioco, tanto da permetterci di vedere un Cristiano Ronaldo il quale, spossato per la fatica, può commettere errori piuttosto grossolani sotto porta.
VAI DI GAMEPLAY
L'incidenza dei parametri di gioco sull'andamento della partita è quindi considerevole e visibile a occhio nudo. Sbagliare un modulo contro una squadra forte ci renderà vulnerabili agli attacchi avversari con il rischio di farci perdere la partita. Una nota di merito va alla reintroduzione del meteo accantonata l'anno scorso, ancora più accattivante se impostato su casuale. Ad esempio potremo iniziare una partita all'asciutto per assistere ad una bella pioggia durante la gara; le condizioni meteorologiche non sono solo coreografiche, ma incidono nettamente sul terreno di gioco e sulla velocità di palla e giocatori, soprattutto dei portieri.
Dalle prove fatte in redazione, grazie ad un codice Steam gentilmente fornitoci da Halifax il quale ci ha permesso di testare il gioco, risultano ancora alcuni sbilanciamenti che sarebbe il caso di correggere. Ad esempio i passaggi filtranti riscono quasi sempre a superare la difesa avversaria in quanto i difensori difficilmente azzeccano una diagonale giusta, quindi far partire il lancio al momento opportuno ci mette il più delle volte in condizione di andare direttamente in porta. Inoltre i portieri manifestano ancora parecchie lacune alternando parate spettacolari a papere impressionanti, soprattutto per la tendenza di respingere il tiro centralmente oppure di impappinarsi quando sono pressati da altri giocatori.
I contrasti sono un po' sbilanciati: quasi sempre il giocatore più possente ha la meglio anche a causa di uno dei difetti maggiori di PES 2016 che riguarda gli arbitri; speriamo venga corretto al più presto. I direttori di gara fischiano poco e sembra abbiano dimenticato di tirar fuori i cartellini se non per plateali falli da dietro: in questo modo si predilige il gioco duro a discapito dei tecnicismi, per cui la squadra più forte fisicamente quasi sempre ha la meglio sull'altra. Quindi contrasti di gioco e tackle vedono sempre premiato l'autore del gesto anche se dal replay si vede il contatto nettissimo con le caviglie dell'avversario. Una nota di merito va invece alle nuove esultanze che adesso sono selezionabili in tempo reale grazie alla pressione di un apposito tasto. Ce ne sono per tutti i gusti, molte delle quali ispirate a controparti reali che hanno fatto storia (come il selfie di Totti... -NdR).
COMPARTO OFFLINE...
I miglioramenti sul comparto "non in linea" del gioco interessano prevalentemente l'aspetto grafico, con menù nuovi e più intuitivi, mentre la trama di gioco è rimasta pressoché invariata. Di conseguenza avremo, al solito, la modalità Diventa un mito che ci permetterà di creare un giocatore completamente sconosciuto e renderlo famoso, magari utilizzando l'inquadratura in terza persona sul campo per rendere tutto più realistico, e ovviamente la consueta e apprezzatissima Master League. Va detto che in questo caso i trasferimenti sono stati resi un po' più difficili, dal momento che non potremo stabilire noi il prezzo d'acquisto o di vendita ma ci dovremo limitare a chiedere uno sconto (spesso accettato), oppure possiamo pretnedere più quattrini per cedere un nostro giocatore. A far la parte del leone nel mercato sono ovviamente gli osservatori: a seconda di chi scegliamo, saranno in grado di farci fare ottimi acquisti oppure no. Va detto che qui la parte realistica non sempre viene rispettata, dato che può capitare di aggiudicarsi campioni dando in cambio emeriti brocchi e una sommetta a conguaglio. Come sempre, nella Master League si può scegliere la squadra con cui iniziare l'avventura e se questa deve avere giocatori reali oppure sconosciuti, oltre naturalmente al campionato che si vuole giocare. Se saremo bravi come allenatori ci verrà offerta l'opportunità di andare ad allenare squadre più blasonate oppure la nazionale.
MY CLUB
Il massimo divertimento di PES riguarda ovviamente il gioco online con una marea di opzioni selezionabili. Va detto fin da subito che quest'anno i server sembrano più reattivi rispetto all'anno scorso, ma abbiamo riscontrato un po' di fastidioso lag in più di una partita: questo è un aspetto che sarebbe il caso di migliorare al più presto dal momento che sembra affliggere la versione PC molto più delle corrispettive su console.
Nel My Club possiamo scegliere una squadra fra le tante disponibili ma con giocatori completamente casuali e praticamente sconosciuti. Sarà compito nostro potenziare il team ingaggiando giocatori sempre più forti e scalando le varie classifiche. Si nota fin da subito che non ci viene permesso di scegliere quale giocatore acquistare, dal momento che a seconda dell'osservatore di cui disponiamo dovremo partecipare ad una specie di roulette con il solo compito di premere un tasto e vedere cosa esce fuori. Di conseguenza osservatori forti hanno più probabilità di pescare giocatori forti, ma a patto di spendere i nostri GP oppure le nostre monete che tanto faticosamente abbiamo guadagnato giocando online. Durante la sessione in rete si può acquistare virtualmente tantissima altra roba, come slot aggiuntivi per la nostra squadra, la possibilità di far recuperare subito la resistenza di un giocatore e così via. Se ci viene assegnato un giocatore che a noi non serve, potremo convertirlo in allenatore in modo che si possa dedicare personalmente ad un membro della nostra rosa: quest'ultimo vedrà innalzare alcuni suoi valori, mentre alla fine dell'allenamento il giocatore convertito andrà via.Va detto che aggiudicarsi un giocatore non risolve i nostri problemi poiché questi rimarrà con noi per un numero limitato e predeterminato di partite: rinnovargli il contratto può comportare un esborso in GP o in monete.
All'inizio nel My Club possiamo scegliere di affrontare un avversario online, di partecipare ad una divisione nel tentativo di farci promuovere a quella superiore, oppure potremo successivamente partecipare a dei veri e propri tornei i quali richiedono però alcune caratteristiche (costo in GP, spirito di squadra, forza della squadra, ecc..) imprenscindibili per iscriverci. Un ruolo fondamentale riveste naturalmente l'allenatore dal momento che ogni mister gioca sempre e solamente con un solo modulo, con il rischio quindi di trovarci giocatori forti nella rosa ma impossibili da utilizzare. Una volta accumulati abbastanza GP conviene infatti ingaggiarne uno che meglio rispecchi il nostro modo di giocare.
All'inizio del gioco ci viene quasi sempre assegnato un asso (principalmente Aguero) tanto per farci prendere confidenza con la nuova realtà, ma la durata dell'ingaggio è limitata in ogni caso a 5 partite e quindi conviene cercare di rafforzarsi prima che il nostro talentuoso attaccante vada via. Durante una partita online si può aggiustare la squadra solo due volte a testa e non si può perdere tempo per cercare di imbrogliare l'avversario: infatti quando un giocatore perde tempo - ad esempio per battere un calcio di punizione - un cronometro si attiva sullo schermo e pone fine al tentativo di "melina". Una piccola curiosità nella: lista di agenti TOP troveremo i nomi di alcune vecchie conoscenze di PES come Minanda e Castolo.
Ci sono tantissime opzioni, personalizzazioni e competizioni nella parte "in linea" del gioco Konami, si può intervenire praticamente su tutto, ma lasciamo a voi il piacere di scoprirli personalmente, basti sapere che l'esperienza online è praticamente infinita e il divertimento assicurato.
IN CONCLUSIONE... Anche se non scevro da critiche e suscettibile di vari miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda l'arbitro e i portieri, PES 2016 rappresenta comunque un miglioramento rispetto al capitolo precedente. Il comparto grafico è stato aggiornato anche se la versione PC risulta pesantemente penalizzata rispetto alle console(e non riesco proprio a capire il perché... -NdR) gode dell'implementazione delle condizioni meteo che tanto sono mancate l'anno scorso. Buono l'audio, con la telecronaca affidata al solito al duo Caressa-Marchegiani, abbastanza coerente con lo svolgimento del gioco, mentre sarebbero migliorabili gli effetti sonori durante un gol ed i cori da stadio. Il livello di difficoltà risulta ben calibrato a beneficio dell'aspetto simulativo che resta però migliorabile con i piccoli accorgimenti di cui abbiamo già parlato. Il massimo divertimento riguarda sicuramente la sezione online dal momento che ci offre la possibilità di incontrare giocatori sparsi per il mondo nel tentativo di migliorare la nostra squadra e di testare la nostra bravura, a patto che la connessione ci aiuti. Sotto questo aspetto, visti i tanti appassionati che usufruiscono della versione PC, Konami si dovrebbe sforzare di fare un po' di più.
In definitiva stiamo parlando di PES, uno dei giochi che vanta milioni di appassionati, i quali non potranno non apprezzare il lavoro degli sviluppatori, mentre agli estimatori della concorrenza ci sentiamo di consigliare di provarlo almeno una volta.
Dopo la flessione degli ultimi anni, dal 2015 PES è tornato. La versione di quest'anno rappresenta un buon passo avanti sotto l'aspetto della simulazione del gioco più conosciuto al mondo, con tante migliorie aggiunte e qualche piccolo difetto che comunque è possibile correggere in corsa. Gli appassionati di PES non se lo lasceranno di certo scappare, mentre chi non si è mai avvicinato al genere oppure i sostenitori della concorrenza dovrebbero provarlo almeno una volta prima di giudicarlo per partito preso.