Recensione PlayStation 4
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Titolo del gioco:
Blasphemous
Anno di uscita:
2019
Genere:
Action/Platform
Sviluppatore:
The Game Kitchen
Produttore:
Team17
Distributore:
PlayStation Store
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Console della famiglia PlayStation 4 (PS4, PS4 Pro) - una connessione internet a banda larga - Un account PlayStation Network per il download - 3 GB di spazio libero su disco fisso - Prezzo: €24,99
Box
  • Questo &egrave; tutto ci&ograve; che vedrete del volto del Penitente
  • Il gigante si fa un riposino
  • Scivolare tra le trappole appuntite? Bazzecole!
  • Ci addentriamo in una nuova pericolosa struttura
  • Al cospetto di un grande potere
  • Diffidate di chi si porta in spalla una bara di pietra
  • Ovviamente anche i Boss saranno contorti e blasfemi
  • Il risveglio dell'unico sopravvissuto
  • Nel gioco incontrerete anche dei mercanti: tutte le loro merci sono utili, a loro modo
  • Nelle lande dei sogni incontriamo un gigante calcificato
  • Nessuna piet&agrave; contro questi nemici
  • Una bella esecuzione e il nemico rimpiange di aver avuto quello scudo
  • A proposito di nemici blasfemi...
  • Primo piano della pixel-art
  • Non ho gi&agrave; visto da qualche parte quel muso lungo?
  • Forse fare un'esecuzione a un chierichetto non &egrave; la scelta migliore se c'&egrave; uno spettro che ti bombarda...
  • Una testa in meno di cui preoccuparsi, almeno per un po'
  • Quattro nemici alla volta e cancelli chiusi: siamo nei guai...
Redattore: Tommaso 'Tatsumaki' Alisonno
Pubblicato il: 12-09-2019
Un penitente armato di spada, un mondo in cui il Miracolo è una maledizione, una storia troppo blasfema per essere raccontata.
UN MONDO CONTORTO E MALVAGIO

Il mercato moderno dei videogiochi AAA è sempre più frequentemente composto da titoli dal sapore commercialmente mainstream e non desta dunque scalpore il fatto che quei pochi giochi che cerchino di “osare” un po' di più saltino immediatamente all'occhio del pubblico, della critica e talvolta anche dell'opinione pubblica. In realtà basterebbe allargare la ricerca ai prodotti delle software house più modeste o addirittura al mercato Indie per imbattersi in titoli che riescono ad osare molto di più. È il caso per esempio di Blasphemous, il quale ci catapulta in una versione distorta e contorta dei secoli più bui dell'umanità, dimostrando sin dalle prime battute l'assoluta fedeltà al proprio titolo.

Nel mondo di Cvstodia, realizzato da The Game Kitchen per conto di Team17, infatti, rivestiamo i panni del Penitente, un guerriero soggiogato al voto del silenzio (il “Dolore Silenzioso”) che indossa un alto elmo a forma di cono in cui riversa il sangue dei nemici sconfitti per dare vigore alla sua causa. Se già questo sarebbe sufficiente per far storcere il naso ai più puri di cuore, le cose si fanno veramente disturbanti quando si scopre che il mondo è falcidiato da una terribile maledizione nota come il Miracolo, con l'estremizzazione del concetto di redenzione legata alla piaga della sofferenza: lo stesso Penitente è legato in un ciclo infinito di dolore, morte e ritorno in vita. La sua missione consisterà pertanto nel fronteggiare le tre piaghe che ammorbano la regione prima di potersi confrontare coi suoi demoni interiori.

UN METROIDVANIA CON CONTORNO DI SOULS-LIKE

Al netto dell'ambientazione, tanto affascinante quanto (per l'appunto) blasfema, Blasphemous appartiene di diritto alla categoria dei Metroidvania: è, cioè, un platform bidimensionale con una spiccata componente action, enigmi da risolvere, segreti da individuare e robuste dosi di backtracking. Contemporaneamente strizza l'occhio all'assai più recente filone dei souls-like, centellinando i savepoint e implementando il respawn in maniera punitiva. Ma andiamo con ordine.


Il nostro Penitente potrà saltare con Croce, attaccare con Quadrato, parare con R1 e effettuare una schivata/scivolata con R2; tutti questi comandi saranno estremamente basilari all'inizio del gioco: salto singolo, combo di tre colpi, parata di un solo istante; in seguito, mediante oggetti equipaggiabili o abilità speciali sbloccabili, sarà possibile avere effetti sempre migliori, come ad esempio combo più lunghe, attacchi in picchiata, affondi contestuali alla schivata o addirittura un attacco a distanza tramite Cerchio. Il penitente apprenderà inoltre dei poteri speciali utilizzabili con L2 (ne potrà equipaggiare solo uno alla volta) la cui attivazione consumerà però un segmento della sua barra del mana, qui chiamata Fervore. L1 permetterà infine di curarsi consumando una delle (sempre troppo poche) fiale di Icore a sua disposizione. L'ultimo tasto del controller, Triangolo, è deputato alle interazioni con oggetti e persone, anche se occasionalmente può essere utilizzato in battaglia per compiere una esecuzione su un avversario stordito. Completano la panoramica Options per accedere al meno di equipaggiamento e pausa e il Touchpad per visualizzare la mappa schematizzata.

Qua e là saranno presenti degli Altari che fungeranno da checkpoint: interagendo con essi oltre a salvare la partita si potrà ripristinare la barra della salute e tutte le fiale possedute dal Penitente; l'altro lato della medaglia è il respawn di tutti i nemici comuni mentre boss e nemici speciali resteranno morti. Ogni volta che il penitente incontrerà la morte – o, per utilizzare il termine scelto dagli sviluppatori, la Scomunica – ripartirà dall'ultimo altare visitato subendo una riduzione alla sua barra del Fervore; questa riduzione potrà essere reintegrata toccando il proprio cadavere (potrete lasciarne più di uno in giro) oppure espiando – a pagamento – presso un “confessionale”.