Recensione X-Box Series X-S
<<
<<
Titolo del gioco:
Hell Let Loose
Anno di uscita:
2021
Genere:
Sparatutto / Simulazione
Sviluppatore:
Black Matter Studios
Produttore:
Team17
Distributore:
Microsoft Store
Multiplayer:
Online fino a 100 giocatori (50 vs 50)
Localizzazione:
No
Requisiti minimi:
Console Xbox Series X|S - una connessione a banda larga - un Abbonamento Xbox Live Gold - 23 GB di spazio libero su disco - Prezzo: €39,99
Box
  • Un bel fucile da cecchino e un'ottima postazione. Chi ci ferma?
  • Naturalmente muoversi di notte &egrave; ancora pi&ugrave; difficile.
  • Dobbiamo coprire il nostro amico... ma occhio a non sbagliare.
  • Un mitragliatore &egrave; quello che ci vuole nelle fasi d'assalto.
  • Occhio a quella granata. Rischiamo di farci del male da soli.
  • Muoversi con circospezione &egrave; il metodo migliore per salvare la pelle, ma non sempre riesce.
  • Il mirino del fucile da cecchino ci da una posizione di assoluto vantaggio.
  • Ci hanno colpiti e il gioco ci consiglia di usare un medikit. Sempre che ci diano il tempo.
  • La schermata strategica iniziale. Non molto intuitiva per la verit&agrave;.
  • Dovremo attraversare questo lungo prato per cercare un riparo. Occhio perch&eacute; siamo veramente allo scoperto.
  • Una pistola in mezzo a una foresta? Potrebbe bastare se ci muoveremo bene.
  • La bella cover art del gioco meritava una menzione speciale.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 11-10-2021
Lanciati nel bel mezzo della seconda guerra mondiale... e, naturalmente, non potremo vincerla da soli.

Il concetto di sparatutto rivisto da Black Matter Studios è un po' diverso dal genere FPS (First Person Shooter) al quale siamo ultimamente abituati. Questa volta non saremo eroi, ma semplicemente dei membri di una squadra e saremo costretti a collaborare con gli altri in una continua sinergia di movimenti, appostamenti e azione che avvicina Hell Let Loose più al genere di Battlefield. Un enorme gioco online con grosse squadre formate da altrettanti giocatori, nel tentativo di coordinare le nostre avanzate in territorio nemico e che pone al centro del tutto strategia e comunicazione. Parliamo di un progetto in accesso anticipato da ormai due anni e, grazie alla campagna Kickstarter e poi all'intervento di Team17, finalmente pubblicato prima sulla piattaforma PC e poi sbarcato anche sulle console. Diciamo fin da subito che si tratta di un gioco complesso, anche troppo, che fa della simulazione in combattimento il suo fulcro centrale e che, per diversi motivi che vedremo durante la nostra analisi, non è assolutamente adatto a tutti.

DUE ENORMI SQUADRE IN LOTTA TRA LORO

Una volta installato il gioco ci vengono offerte due modalità: Warfare dove ognuna delle due squadre controlla il 50% della mappa e cercherà di conquistare i punti di controllo presidiati dal nemico e Offensive dove una delle due squadre controlla tutto il territorio e l'altra dovrà cercare di strapparglielo via. Ogni team è composto da 50 membri (leggi utenti), con un comandante e 49 soldati distribuiti in squadre più piccole, ognuna gestita da un ufficiale. Il gioco è interamente online, quindi parliamo di giocatori reali disseminati per il globo. Di conseguenza l'unico modo per non fare una fine impietosa sul campo di battaglia e - magari - cercare di portare a casa la vittoria è quello di comunicare. Il comandante ad esempio può dialogare con gli ufficiali e questi a loro volta possono coordinare le varie squadre. È scontato quindi che senza prestare ascolto alla radio e soprattutto senza sincronizzazione di movimenti non c'è assolutamente speranza di proseguire nel gioco.


In un setting flagellato da proiettili, cecchini e bombardamenti di ogni genere o ci si muove insieme oppure si muore subito. Questo aspetto, che è un vero e proprio punto di forza del gioco, rischia però di trasformarsi in un handicap a causa del matchmaking che può metterci nella stessa partita di giocatori che non hanno assolutamente intenzione di comunicare con noi. Non c'è niente di peggio di un gioco cooperativo dove ognuno va per conto suo, perso in una mappa enorme. Inoltre, quando si inizia la partita i ruoli più importanti vanno via come il pane (e sono limitati), se non siamo abbastanza svelti ci toccherà rivestire il compito del fuciliere il più delle volte. Questo potrà crearci qualche problema nel momento in cui decideremo di far salire di livello un particolare ruolo a noi congeniale o sbloccare nuove armi.

LE CLASSI DI GIOCO

In totale all'interno di ogni Team ci sono ben 14 classi, distribuite tra medici, truppe d'assalto e ingegneri, oltre naturalmente ai soldati specialisti nel controllo dei mezzi e ai cecchini. Ogni squadra può avere un solo soldato per ruolo (escluso il fuciliere), massimo due cecchini e la restante parte di soldati di fanteria che possono organizzarsi in più squadre oppure andare avanti anche da soli (senza alcun limite). Gli ingegneri ad esempio possono costruire cannoni mobili anche sul campo ma necessitano naturalmente di rifornimenti che, oltre alle 50 risorse già trasportate dalla squadra, possono essere recuperati grazie all'ausilio dei camion merci. Questi ultimi non sono sotto il nostro controllo e sono vulnerabili agli attacchi dei nemici e qui entra in gioco la componente strategica del gioco che punta, ad esempio, anche alla difesa dei nostri rifornimenti e al tentativo di intercettare i rifornimenti degli avversari.


Il comandante è un capitolo a parte: innanzitutto può essere impersonato solo da giocatori che hanno raggiunto almeno il Livello 10, disponendo di un menu particolare che gli permette di gestire risorse, rifornimenti e attivare bombardamenti a tappeto sulla mappa. I veicoli presenti in gioco possono essere controllati da almeno due soldati specializzati, uno per guidare e l'altro per sparare, o meglio da tre piazzandone uno anche sulla torretta. Si differiscono tra loro per lo spessore della corazza (fino a quattro livelli) e per la difficile manovrabilità che creerà più di un problema per la loro gestione. Per gli appassionati del genere sono già disponibili veicoli come i Tiger, Sherman, Stuart, Puma e altri (a detta degli sviluppatori) verranno aggiunti in seguito. Ci sono anche i velivoli, ma questi non possiamo controllarli: vengono limitati a bombardamenti e rifornimenti.

LE ENORMI MAPPE DI GIOCO

Fondamentalmente il gioco è ambientato nella zona della Normandia con nomi noti come Carentan, Omaha Beach, Foy, Sainte-Marie-du-Mont, Kursk e spingendosi sempre più a est fino a Stalingrado, grazie alla recente introduzione dell'Unione Sovietica come terza fazione in gioco (oltre a Germania e Stati Uniti). In totale ci sono 9 mappe e sono veramente enormi, anche per 100 giocatori in campo. Naturalmente le due squadre avranno lo stesso speculare numero di giocatori e specialisti, ma il rischio è quello di andare incontro a lunghissime camminate a vuoto se non ci si coordina con i propri compagni. Complice la mancanza di una mini-mappa su schermo è davvero difficile orientarsi e possono volerci anche tanti spostamenti prima di poter entrare nel vivo della battaglia. Durante le prime sessioni, complice anche la difficoltà ad entrare nelle meccaniche del gameplay, abbiamo girovagato senza meta e senza capirci nulla finché non ci siamo trovati colpiti e di conseguenza morti. Inizialmente la frustrazione la fa da padrona. Solo provando e riprovando le cose cominciano ad andare un po' meglio. A calcare un po' la mano ci pensa la staticità dell'ambiente: oltre a non essere distruttibile lo scenario non permette alcuna forma di interazione. D'altro canto le mappe di gioco sono state create in maniera quanto più possibile analoga alla controparte originale grazie a fotografie satellitari e a una certosina riproduzione del campo di gioco.

LA DIFFICOLTÀ DEL GAMEPLAY

Come abbiamo detto in prefazione, Hell Let Loose non è un gioco per tutti. I suoi (spesso lunghi) tempi morti e la sua componente strategica così marcata che relega la fase di shooting a un ruolo quasi marginale sono già sufficienti a spostare la curva di attenzione verso una particolare nicchia di giocatori. A complicare le cose ci pensano l'assenza di un vero tutorial e la mancanza totale della localizzazione nella nostra lingua. A un primo impatto infatti il giocatore si trova nella totale incapacità di capire come muoversi e serviranno diverse partite per cominciare a prendere confidenza con il gameplay. La fase di shooting come dicevamo è marginale, non c'è balistica nei colpi ed è tutto sommato semplice far fuori un soldato avversario (basta colpirlo un paio di volte). Questo perché il gioco non centra la vittoria sulle morti dei giocatori quanto sulla conquista dei vari checkpoint.


Altrettanto facile, però, è morire senza neanche capire il perché oppure avanzare con la nostra squadra che improvvisamente viene fatta fuori da una selva di proiettili partita da chissà dove e ritrovarsi soli: tutto questo fa parte dell'aspetto simulativo del gioco che ricalca la concitazione e l'enorme pericolo del trovarsi in un campo di battaglia. Il respawn è naturalmente possibile anche se non proprio immediato. Una cosa la si capisce fin da subito però: senza un minimo di strategia e di comunicazione non si va da nessuna parte. In un paio di partite abbiamo incontrato dei giocatori giunti lì esclusivamente per rovinare il gioco agli altri (si chiamano "giocatori tossici" in gergo). Non crediamo si possa fare molto in merito però è stato abbastanza fastidioso.

COMPARTO TECNICO

Tecnicamente parlando Hell Let Loose si presenta abbastanza bene, pur oscillando tra alti e bassi. Il comparto grafico offre scenari ben realizzati alternando texture di qualità ad altre meno buone (tipo alcune costruzioni). Peccato per la non distruttibilità degli scenari che toglie un po' di mordente all'aspetto simulativo del gioco. Tutto sommato durante i nostri test su Xbox Series X non abbiamo notato più di tanto i rallentamenti denunciati dagli utenti della versione PC anche se qualche fastidioso glitch o qualche sporadica compenetrazione poligonale sono comunque apparsi. A compensare il tutto subentra l'atmosfera di gioco esaltata dagli ottimi effetti sonori e dagli spettacolari effetti di fumo ed esplosioni, principalmente nei bombardamenti a tappeto che, in più di un'occasione ci hanno trasmesso l'angosciosa situazione di trovarsi davvero in mezzo alla battaglia. Il gioco è comunque molto difficile anche a causa della mancanza di un valido tutorial e della localizzazione che ne preclude la fruizione a chiunque non abbia una buona padronanza della lingua inglese. Le partite, poi, godono di una certa aleatorietà nel bene e nel male: sono partite sempre diverse l'una dall'altra, ma se becchiamo nella nostra squadra giocatori poco collaboranti la frustrazione è dietro l'angolo.


In conclusione abbiamo davanti, come dicevamo, un gioco riservato a una ristretta cerchia di appassionati. Il suo alto livello di complessità non lo rende adatto agli avventori dell'ultima ora, ma capirne a fondo le meccaniche dedicandogli il giusto tempo potrebbe comunque regalare qualche soddisfazione.

Modus Operandi:

abbiamo vissuto il dramma della seconda guerra mondiale grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite Press Engine.

Hell Let Loose è un gioco poco adatto a chi vede gli FPS come un'avventura da giocare in singolo. L'alta componente strategica e la complessità rendono la curva di apprendimento davvero ostica. Cominciando a capirne le meccaniche le cose cambiano, a patto di incontrare online partner comunicanti e di fare dell'azione di squadra il nostro credo. Tecnicamente alterna cose buone ad altre meno buone, ma in linea di massima può regalare delle ore di divertimento a chi vorrà dedicarvi il giusto tempo. Peccato per la mancata localizzazione nella nostra lingua che ne preclude la fruizione a chiunque non abbia una buona conoscenza della lingua inglese e che finisce per incidere sulla valutazione finale.
  • Ottima atmosfera di gioco
  • Se ci prendete la mano vi divertite e non poco
  • Esplosioni davvero spettacolari
  • Essendo interamente online ogni partita è diversa dalle altre...
  • Gioco complesso e molto difficile
  • Mappe spesso troppo grandi
  • Manca la localizzazione italiana
  • ... ma non è detto che becchiamo partner collaboranti
GLOBALE