Il gioco presentato da Whitethorn Digital ci riporta indietro nel tempo. Concept semplice, grafica "pixellosa" rigorosamente in 2D e un platform alla vecchia maniera farcito di enigmi che sembrano concepiti dalla mente di un folle. Sembrano tanti i riferimenti ad altri giochi di piattaforma che hanno fatto la storia del mercato videloudico ma ci si rende subito conto che Evan's Remains non vuole somigliare a nessuno: sfodera la sua personalità grazie ad un'idea abbastanza originale che è una ventata d'aria fresca di questi tempi. Diamoci da fare quindi e aiutiamo la nostra amica nella sua missione "quasi" impossibile.
Tutto inizia con una lettera, chiara richiesta d'aiuto, firmata da un certo Evan Goldstein, un ragazzo impiegato presso la Up-Bring, un'azienda scientifica che si occupa di tecnologia innovativa e che ha già brevettato alcuni progetti particolarmente interessanti come i portali dimensionali. Evan non è un impiegato qualunque, ma un genio a tutti gli effetti punta di diamante di tutta l'organizzazione. Il messaggio arriva da un'isola sconosciuta, presumibilmente disabitata e chiede l'intervento di un altro membro della Up-Bring, la giovane Dysis. La ragazza, che guideremo durante tutta l'avventura si presenta subito carina e coccolosa e con uno stile che rimanda sicuramente alla fine degli anni '70. Lunga veste, largo cappello dal quale fuoriescono i bei capelli castani e, come stile manga insegna, grandissimi occhioni penetranti. Dysis ha un carattere tutto suo, coraggiosa e impaurita al tempo stesso ma guai a dirglielo perché lei, come ripete più volte durante il gioco, non ha bisogno dell'aiuto di nessuno.
L'inizio della storia ci viene presentato con una cutscene dove dei personaggi parlano tra loro farfugliando una lingua incomprensibile ma tradotto su schermo in stile fumettoso e in modo comprensibile. Un modo un po' ruffiano per evitare costi di doppiaggio e lasciare il tutto in mano al testo su schermo. Le cutscene saranno tante e spezzeranno il ritmo di gioco continuamente al punto da riuscire nell'impresa non semplice di risultare esaustive e fastidiose allo stesso tempo. Segno evidente comunque della grande importanza data dagli sviluppatori al comparto narrativo.
Una volta giunti sull'isola ci metteremo in comunicazione con Nikola, altro membro dell'organizzazione che dovrebbe (ci proverà almeno) darci i giusti consigli per avanzare nella missione. Il gioco prevede uno scrolling orizzontale da sinistra a destra con schermate fisse che, una volta risolte, ci permetteranno di giungere alla successiva. Subito dopo le prime battute di gioco ci troveremo infatti dinanzi al primo enigma vero e proprio. Gli scenari di questo tipo prevedono un ostacolo sulla destra di solito superabile saltando su determinate piattaforme presenti sullo sfondo. Naturalmente le cose non sono così semplici: alcune piattaforme scompariranno una volta che salteremo su di esse, altre si attiveranno saltando su altre piattaforme con una clessidra raffigurata, altre ancora attiveranno una sorta di teletrasporto portandoci in un'altra parte dello stesso scenario. Lo scopo è di sfruttare i nostri salti per "zompare" da una piattaforma all'altra e riuscire a superare l'ostacolo sulla destra dello schermo potendo quindi proseguire. Detto così sembra tutto molto semplice ma possiamo garantirvi che proseguendo nel gioco le cose si faranno abbastanza complicate. Alcune piattaforme infatti si attiveranno/disattiveranno a blocchi e ci toccherà spremere bene le nostre meningi, passando attraverso una buona dose di trial & error per trovare il modo di proseguire.
Il gameplay è tutto qui: semplice all'inverosimile, basti pensare che useremo solo il tasto A del controller per il salto, e al contempo molto impegnativo. Più avanti incontreremo anche piattaforme in grado di fungere da trampolino lanciandoci verso l'alto con un'intensità direttamente proporzionale all'altezza dalla quale vi saltiamo sopra. Premendo il tasto "pausa" del controller si apre anche la possibilità di poter saltare un determinato enigma ma onestamente vi sconsigliamo di usarlo. Ogni locazione superata infatti regala una certa soddisfazione che sarebbe un peccato perdere.
Per tutte le cinque ore necessarie al suo completamento Evan's Remains ci intrattiene con una narrazione efficace, articolata e capace di seguire un giusto filo logico. Faremo la conoscenza di Clover Emor, un ragazzo che scrive continuamente su un taccuino cercando di interpretare un messaggio celato in tutti i monoliti presenti sull'isola e che dovrebbe rivelare la via d'accesso all'immortalità. L'isola infatti cela storie antiche, di una civiltà che pare avesse raggiunto un'alta soglia tecnologica prima di scomparire nel nulla. Ogni monolito è una di quelle locazioni che dobbiamo superare piene di enigmi, ma le sorprese non finiscono qui. Più volte infatti si vede Clover parlare con un ragazzo ospitato a casa sua e che ci farà porre diversi interrogativi circa la propria identità. Si tratta di Evan? Perché Clover ci nasconde continuamente delle informazioni? Dove sono finiti tutti gli abitanti dell'isola? Tantissime domande che troveranno una risposta avanzando nella storia grazie, come dicevamo, a una narrazione che non lascia dilemmi irrisolti e che si rivela appassionante ed avvincente. Forse c'è una certa ridondanza dei dialoghi, come quando Dysis riceve Clover nella sua cameretta (raggiunta attraverso uno dei portali attivabili grazie alla scienza della Up-Bring) e che dura veramente troppo. E' naturalmente possibile far scorrere i dialoghi su schermo premendo il tasto A, ma finiremo per leggere tutto quanto e, a volte, anche di stancarci. Il problema di tanta narrazione infatti è quello di interrompere troppo spesso il ritmo di gioco.
Dal punto di vista tecnico, puntando sullo stile retrò gli sviluppatori si sono messi al riparo da buona parte delle critiche. La grafica pixellosa è comunque abbastanza pulita e ben colorata. I fondali sono semplici ma non per questo privi di dettagli, basti vedere gli interni delle varie stanze. La musichetta di accompagnamento è sufficientemente rilassante mentre, come già detto, non c'è doppiaggio di alcun tipo. Buona la localizzazione con i sottotitoli in italiano che, malgrado qualche sporadica sbavatura, ci rendono la storia godibile e soprattutto comprensibile. Il gameplay è semplicissimo, bisogna solamente saltare e riflettere su come sbloccare il passaggio allo stage successivo, tuttavia gli enigmi sono davvero ben congegnati e impegnativi al punto giusto. Buona anche la storia che riesce ad articolarsi senza perdersi e a tenerci sul filo di lana dall'inizio alla fine. Naturalmente stiamo parlando di un gioco che può essere consigliato solo a una ristretta cerchia di persone: gli appassionati di platform e di puzzle. Queste persone, però, troveranno pane per i loro denti grazie a un gioco che viene anche venduto a un prezzo abbordabilissimo e che, alla fine dei conti, presenta un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Modus Operandi:
abbiamo aiutato la simpatica Dysis alla ricerca di Evan grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite The Indie Bros.