Recensione PC
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Titolo del gioco:
Cavern of Dreams
Anno di uscita:
2023
Genere:
Avventura / Platform 3D / Retro
Sviluppatore:
Bynine Studio
Produttore:
Super Rare Originals
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
No
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 7 (SP1+) e Windows 10 - Processore: x86, x64 architecture con SSE2 instruction set support - Scheda video compatibile con DX10, DX11, DX12 - 250 MB di spazio libero su disco - Prezzo: €12,79
Box
  • Ecco una bella immagine di un livello.
  • E la stessa con il Blur Filter.
  • Un paio di ali aiutano a raggiungere posti prima inaccessibili.
  • Poverino ha smarrito il cibo per pesci.
  • Zompando in allegria... chiss&agrave; cosa c'&egrave; su quella scaletta.
  • Anche il freddo ci toccher&agrave; affrontare.
  • Ecco il nostro Fynn in tutto il suo splendore.
  • Si pu&ograve; anche attivare la visuale in prima persona, non proprio consigliatissimo.
  • La grafica &egrave; minimalista, ma non &egrave; niente male.
  • Dal menu accessibile con il tasto start del controller si pu&ograve; fare ogni cosa compreso attivare o disattivare il Blur Filter.
  • Una bella custom art? Perch&eacute; no!
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 12-11-2023
Zompettando in allegria e ricordando i vecchi tempi...

Il nuovo platform di Bynine Studio, arrivato quasi all'improvviso sul mercato e soprattutto nell'assoluto silenzio del marketing, non punta solamente a riproporre il vecchio sano mondo del platform 3D ma mira a toccare le nostre corde nostalgiche proponendo un pacchetto che ci riporta indietro nel tempo, precisamente al mondo del Nintendo 64 (N64 per gli amici) con tanto di blur filter, e modelli low poly.


Una volta lanciato il gioco sembra di trovarsi davanti a Super Mario 64 oppure a Banjo-Kazooie, giusto per citare un paio di titoli. Naturalmente il genere Platform 3D non è mai stato esclusiva della console Nintendo anche se comunque l'N64 fece da vero spartiacque tra il vecchio mondo del platform in 2D e, finalmente, la visuale in 3 dimensioni. Da allora i fan dei salti da una piattaforma all'altra si sono divisi tra chi preferisce la vecchia visuale di gioco e chi invece la nuova anche perché proprio per un gioco che richiede la massima precisione nei salti la differenza c'è, eccome. Entrambi i generi sono comunque andati avanti (e continuano a farlo), sia nel 3D come Yooka-Laylee e il suo degno seguito ma anche nel campo del 2D come l'ultimo capitolo di Trine (qui la nostra recensione di Trine 5: A Clockwork Conspiracy), con gli ultimi due votati più a una via di mezzo come il 2.5D. Insomma l'elenco sarebbe troppo lungo ma l'evoluzione del genere si è accompagnata a un rinnovamento tecnico e soprattutto di gameplay, per non parlare della narrazione.


Quando si carica Cavern of Dreams invece l'impressione è quella di trovarsi davanti alla console Nintendo di qualche anno fa, più per una scelta stilistica che per carenze di programmazione: a partire dai grossi pixel, fino alla palette limitata di colori e, immancabile, al livello di difficoltà tosto come era usuale in quei tempi. Come si pone un gioco simile nel contesto odierno? Scopriamolo nella nostra recensione.

DOVE SONO I FRATELLI?

In Cavern of Dreams vestiamo i panni di Fynn, un giovane drago che dovrà trovare i propri fratelli (leggasi uova) sparsi in giro per i vari mondi del gioco e che sono stati rapiti da un fantomatico quanto misterioso cattivone. Ce ne sono circa 40 sparsi nei vari livelli, ben colorati e densi di trappole ed enigmi ambientali di vario genere ma anche ricchi di collezionabili tutti da raccogliere. Subito dopo l'inizio faremo la conoscenza di Sage, una creatura fatata presente in quello che poi rappresenta il vero e proprio hub di gioco che ci inviterà ad un piccolo tutorial iniziale e "convertirà" le uova che le porteremo in tante nuove abilità per il nostro draghetto. Naturalmente trovare il primo uovo sarà abbastanza agevole e questo ci sbloccherà la possibilità di colpire con la coda (tasto B del controller, come al solito abbiamo usato quello della Xbox Series X|S). Il resto dei comandi di gioco è fondamentalmente semplice con la levetta sinistra che muove Fynn, quella destra che regola la telecamera (permettendo anche di passare dalla terza alla prima persona, quasi un suicidio in un platform), la X per interagire e il grilletto posteriore per assumere la posizione seduta. Naturalmente ogni tasto assumerà funzioni diverse a seconda delle circostanze ma tutto è abbastanza semplice comunque.

Il Blur Filter faceva parte di Nintendo 64: utilizzato praticamente sempre era molto comodo agli sviluppatori per mascherare con un pizzico di sfocatura le basse risoluzioni delle texture di allora. Va anche detto però che a suo tempo le console non si confrontavano con i nuovi tv led. Effettivamente (come si vede anche in un paio di immagini allegate) il paragone tra blur Filter attivo e non è impietoso nelle risoluzioni moderne, diverso magari su un TV CRT.


Le analogie con il Nintendo 64 in Cavern of Dreams non si fermano qui, estendendosi anche alla grafica low poly e perfino alle soundtrack che sembrano derivare proprio da quell'epoca. Carino, come effetto, per dare quel tocco di "amarcord" al tutto ma, onestamente, abbiamo testato tutto il gioco con il blur filter sempre disabilitato.

AMBIENTI VARI... ED EVENTUALI...

Il nostro scopo sarà quello di girare ed esplorare, praticamente ovunque, alla ricerca delle 40 uova da trovare e di alcuni collezionabili da recuperare (ce ne sono tanti). Fondamentalmente i livelli non sono molto lunghi quindi il rischio di perdersi non c'è ma tutti riescono a nascondere parti segrete, di solito sbloccabili risolvendo enigmi ambientali, puzzle o, semplicemente, trovando un accesso alternativo. Man mano che si procede nel gioco il nostro Fynn assumerà sempre maggiori abilità, potendo raggiungere posti prima inaccessibili: un buon motivo per tornare sui nostri passi e rigiocare i vari livelli.


Non ci sono combattimenti degni di nota in Cavern of Dreams, ma questo non vuol dire che non ci siano pericoli. Come sempre accade in un platform il pericolo principale è il nostro errore, sempre dietro l'angolo, quando si tratta di zompettare in punti davvero ostici. Durante il nostro viaggio faremo la conoscenza di personaggi davvero stravaganti, tutti con qualcosa da chiederci e pronti a ricompensarci in qualche modo, così come dovremo interagire con semi, piante, alberi e molto altro che preferiamo non raccontarvi. Ogni collezionabile inoltre è ben descritto in una sorta di enciclopedia presente nei vari livelli. In più le varie azioni sono ben collegate e correlate tra loro: ad esempio procurare alla tartaruga il cibo per pesci permetterà poi di liberare una nuova area da esplorare così come a volte potremo portare gli oggetti da un mondo all'altro.

GAMEPLAY

Imparare a gestire Fynn non è difficile, sia perché i comandi sono semplici da memorizzare ma anche perché nelle fasi iniziali almeno il gioco non è molto punitivo con le hitbox che anzi ci sono sembrate ben curate. Più avanti, naturalmente, le cose si fanno difficili anche per qualche strana scelta degli sviluppatori: ad esempio se per saltare basta premere il tasto A del controller, per eseguire un salto più alto, che in genere si esegue con una doppia pressione di A, bisogna atterrare e premere nuovamente il tasto del salto con un tempismo richiesto che farà fallire la maggior parte dei tentativi. Se su questo ci si può allenare nei momenti di pausa, farlo mentre ci si trova già su una piattaforma sollevata da terra il più delle volte ci farà cadere nel vuoto. Il nostro draghetto comunque sopporta le cadute anche da grandi altezze (salvo i burroni) e, in caso di dipartita, ricompare subito nelle vicinanze del fattaccio. In certi livelli poi ci sono spunti molto interessanti come gli stivali che ci permettono di fluttuare a mezz'aria e che possiamo utilizzare solo in quell'area giusto per fare un esempio. Non neghiamo che in certi punti un minimo di frustrazione arriva, soprattutto quando dobbiamo eseguire dei salti complessi e ci tocca provare milioni di volte prima di imbroccare, quasi fortuitamente, il giusto sprint.


Diciamo che Cavern of Dreams se la cava meglio con l'esplorazione e soprattutto meglio con l'atmosfera rilassata che seriamente impegnata: i platform di quest'ultimo tipo infatti sono molto più esigenti dal punto di vista della responsività ai comandi di gioco e delle hitbox che devono rasentare la precisione maniacale.

DI CONSEGUENZA...

Cavern of Dreams proprio per l'intera sua ambientazione si rivolge a un pubblico molto giovane, essendo adatto ad ambienti familiari e ai bambini dal momento che ha bandito dal suo interno ogni forma di violenza. Gli ambienti sono ben colorati, con pochi colori ma comunque gradevoli da visitare mentre i pixel anche se grossi non impediscono di individuare la connotazione dei personaggi e di tutti gli ambienti stessi. Carine anche le musiche di accompagnamento che creano la giusta atmosfera. Inoltre ci sono tante cose da fare tra abilità da sbloccare e collezionabili da scovare per un totale di 6-8 ore di gioco che non sono neanche poche per un indie. Inoltre i personaggi che incontreremo sono tutti molto simpatici.


Naturalmente non parliamo di un titolo del livello di Yooka-Laylee oppure di Spyro the Dragon (al quale si ispira tantissimo) ma di ben altra disponibilità di risorse soprattutto economiche. Cavern of Dreams è un gioco molto leggero, in grado di girare praticamente su ogni PC non troppo antico richiedendo risorse hardware davvero irrisorie. E non si può non tenere conto, in sede di valutazione, dello sforzo da parte di chi lo ha realizzato offrendo un prodotto tutto sommato onesto e in grado di ben figurare se preso nel suo insieme. Effettivamente, se non avete troppe aspettative, Cavern of Dreams potrebbe intrattenervi per qualche ora in assoluto relax e, pur se migliorabile dal punto di vista tecnico, tutto sommato il prezzo richiesto per averlo potrebbe anche essere giustificato. Se amate i platform potreste farci un pensierino.

Modus Operandi:

abbiamo aiutato Fynn nella sua avventura grazie a un codice datoci da Dead Good Media.

Cavern of Dreams è un'idea carina che fa leva sull'effetto nostalgia di molti giocatori riportandoli allo stile di alcuni capolavori del Nintendo 64. Ci sono tanti spunti interessanti, a partire soprattutto dalle varie abilità da sbloccare, dai collezionabili da raccogliere e dalla rigiocabilità di alcuni livelli per scoprire luoghi prima inaccessibili. Carina anche l'idea di dedicarlo ad un pubblico molto giovane. Tecnicamente si difende discretamente, se si eccettua qualche scelta infelice nei controlli come nel caso del doppio salto, a patto però che non si sia troppo esigenti. Per il prezzo proposto ci si può fare un pensierino, ma se siete esigenti la concorrenza in giro è davvero agguerrita.
  • Belle idee come le abilità da sbloccare e i collezionabili
  • Nessun segno di violenza una volta tanto
  • Adatto a famiglie e a bambini
  • Niente localizzazione in italiano
  • Qualche scelta nel gameplay è discutibile
  • Un po' troppo punitivo in certi punti
GLOBALE