Recensione PC
PC
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Titolo del gioco:
Alt254
Anno di uscita:
2020
Genere:
Avventura / Azione / Puzzle / Indie
Sviluppatore:
Rename Studio
Produttore:
Rename Studio
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 7 o superiore a 64bit - Processore: 2Ghz o superiore - Memoria: 300 MB di RAM - Scheda video con 448x252 di risoluzione minima - DirectX: Versione 11 Hard Disk: 200 MB di spazio disponibile - Prezzo: €9,99
Box
  • Nuova partita o carichiamo una gi&agrave; salvata?
  • Ecco l'assegnazione dei tasti al controller, tutto molto semplice.
  • Quella rossa &egrave; la barra del salute, la verde quella dello scatto.
  • Alla nostra destra le scale, alla sinistra un pixel rosso assassino.
  • Le scale fanno cambiare scena su schermo, utili per scappare o per muoverci sulla mappa.
  • Quando ci fanno fuori accediamo a questa stanza di rigenerazione. Basta andare sul puntino bianco e premere B.
  • La mappa di gioco, utile per orientarsi.
  • Quell'area grigia &egrave; insuperabile se non disponiamo bene i pixel viola dalla stanza accanto.
  • Per leggerlo dovete munirvi di uno specchio o di tanta fantasia.
  • Quando dicevamo di un open world esteso...
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 14-09-2020
Può un gioco all'insegna del minimalismo più sfrenato divertire un giocatore nel 2020?

L'idea di Rename Studio è estremamente coraggiosa: proporre un gioco profondamente minimalista nell'era dell'inseguimento all'alta qualità audio-visiva è in controtendenza con le leggi di mercato. Con l'arrivo ormai imminente delle nuove console, l'inseguimento al frame rate, la corsa al 4K e l'avvento delle nuove schede grafiche NVIDIA e AMD (che, detto tra noi, costano un botto) riportare l'intrattenimento alla definizione grafica del pixel richiede una certa dose di coraggio e, perché no, incoscienza. Qua non stiamo parlando di un gioco "pixelloso" che fa tanto vintage e che potrebbe attrarre i nostalgici delle prime macchine anni '80. Rename Studio ha spostato ancora più indietro la lancetta del tempo trascinandoci ai tempi della definizione grafica offerta da Atari 2600, Mattel Intellivision et similia (se non ancora più indietro... -NdNew_Neo). Nella nostra analisi vedremo se la scommessa si è rivelata vincente oppure no, ma badate, potreste anche sorprendervi.

UN OPEN WORLD IN PIXEL-MODE?

Detta così il riferimento a Minecraft sembrerebbe scontato ma comunque di Open World si parla. L'enorme scenario tutto da esplorare di Alt254 effettivamente prova a disorientare il giocatore pur riuscendoci solo in parte, anche se la conformazione labirintica delle varie locazioni che si succedono una dopo l'altra inizialmente sembra farci perdere il senso dell'orientamento salvo, dopo un po', capire che i percorsi sono il più delle volte obbligati.


Come avrete capito noi controlliamo un pixel, infatti il titolo del gioco deriva dalla generazione di un puntino grazie alla combinazione sulla tastiera dei pulsanti ALT+254 in puro alfabeto ASCII. Lo scopo è quello di muoversi sulla mappa cercando di evitare i pericoli e "sbrogliando" alcuni enigmi ambientali come l'apertura di porte, l'attivazione di determinati pulsanti e così via. Visto e considerato che non c'è alcun tutorial in-game, dovremo imparare da soli, sulla nostra pelle, le dinamiche di gioco. Siamo circondati da altri pixel singoli o agglomerati tra loro, a volte statici, altre volte dinamici. Uno degli elementi in grado di distinguere aiuti e pericoli risiede nel colore dei vari puntini. Scopriremo che gli agglomerati blu sono in grado di ucciderci, mentre quelli grigi ci rimandano allo scenario precedente, così come i pixel rossi sono letali mentre gli altri sono lì, in attesa della nostra interazione, per fungere da chiave di sblocco di qualche accesso inizialmente precluso.

MINIMALISTA ANCHE IL GAMEPLAY

Una volta installato il gioco noteremo fortunatamente il pieno supporto al controller di gioco (quello di Xbox 360 è stato usato per i nostri test) e la possibilità di settare la risoluzione su schermo. In questo caso naturalmente è meglio scendere verso il basso optando magari per la minima possibile, un bel 448x252 che comunque è ancora alta rispetto alla risoluzione originaria del gioco tarata a 21x26. Faremo fatica a leggere il testo su schermo, rigorosamente in lingua inglese ma (con lieta sorpresa) sottotitolato in italiano, mentre non riscontreremo difficoltà di sorta sulla comprensione grafica del gioco. Usando la crocetta direzionale nel menu potremo anche intervenire sull'audio, vedere la mappatura del controller e accedere ad altre piccole opzioni. Con la levetta analogica di sinistra muoveremo il nostro pixel mentre il tasto B ci permetterà di agganciare altri blocchi da trascinare in giro e il tasto X ci permetterà uno scatto veloce.


Sullo schermo ci saranno due barre, una delle quali indicherà l'energia del nostro puntino mentre l'altra, che si ricaricherà nel tempo, indicherà la possibilità di eseguire uno scatto veloce. Spostando alcuni pixel su altri dello stesso colore (quelli rosa) o interagendo con altri statici presenti su schermo potremo sbloccare alcune porte in maniera definitiva, mentre altre volte la porta rimarrà aperta solo per un breve periodo di tempo (da qui una delle tante utilità della funzione scatto). I quadratini azzurri fungono come check point mentre le aree grigie sono collegate di solito a qualche stanza vicina nella quale dovremo sistemare i pixel rosa in un certo modo per far sì che la configurazione si replichi sulla zona grigia e ci permetta di andare avanti. Sulle mappe oltre ai pixel dei quali abbiamo già parlato troveremo anche delle scale che, manco a dirlo, ci permettaranno di accedere ad altre aree.

UN MONDO STRAORDINARIAMENTE VASTO

Accompagnati dalla rilassante colonna sonora, naturalmente in puro stile synth giocheremo partita su partita senza neanche renderci conto del tempo trascorso. Per farsi un'idea della vastità della mappa basterà premere il tasto select del controller e poi giocare con le varie frecce direzionali. I pixel arancioni ad esempio ci permetteranno di portarci dietro delle chiavi (fino a un massimo di tre) per sbloccare alcune barriere dello stesso colore che troveremo in giro, inoltre alcune volte sarà necessario tornare indietro sui nostri passi perché magari abbiamo dimenticato di percorrere una via secondaria che magari cela la soluzione all'enigma del momento. A parte i piccoli momenti action quando ad esempio dobbiamo sfuggire al letale pixel rosso che ci insegue apparentemente senza rispettare un pattern d'attacco il più delle volte saremo costretti a ragionare sull'enigma di fronte a noi, consci del fatto che il gioco non è assolutamente disposto a darci aiuti e/o suggerimenti. Naturalmente saremo premiati da un certo appagamento personale ad ogni soluzione trovata anche perché il gioco non ci chiede mai di risolvere due volte lo stesso dilemma. Se ci fanno fuori, ricominciamo da una stanza di rigenerazione che subito ci fionda all'ultimo check point attivato ma le porte che abbiamo aperto in precedenza le troveremo comunque già aperte.

C'È MOLTO PIÙ DI QUEL CHE SEMBRA IN ALT254

Apparentemente siamo di fronte a un giochino banale ed estremamente minimalista, ma dopo le prime battute di gioco ci rendiamo conto che non è così. C'è anche una storia dietro, ma ci verrà rivelata piano piano, come dei piccoli frammenti che ricostruiscono un puzzle e che alla fine mostrano il quadro completo. Ce ne rendiamo conto quando, dopo un enigma impegnativo (nelle fasi iniziali) ci compare su schermo (naturalmente in versione speculare, quindi scritta al contrario) la frase "vedi che se vuoi, puoi?". Oltre a una narrazione c'è anche della tecnica: il pieno supporto al controller, con un'ottima risposta ai comandi, fa capire che gli sviluppatori hanno voluto puntare su un gioco apparentemente minimalista per volontà e non per necessità (come avveniva invece ai tempi delle console che abbiamo citato sopra). Un'altra piccola chicca riguarda poi la colonna sonora, davvero ben realizzata, per non parlare dell'apprezzatissima localizzazione in italiano snobbata di solito da produzioni anche più imponenti.

LA RISPOSTA ALLA DOMANDA

Ci siamo chiesti all'inizio se la scommessa di Rename Studio fosse vincente o no, e abbiamo anche detto di quanto fosse rischiosa la mano di gioco se spulciamo nel mercato Indie moderno (non parliamo poi dei titoli AAA). In realtà Alt254 risponde ad un altro quesito: è vero che il gameplay non è strettamente collegato al comparto audio/visivo di un gioco? La risposta è assolutamente sì: Alt254 è un gioco che intrattiene, diverte e regala tantissime soddisfazioni al punto da ergersi a testimonianza, caso mai ce ne fosse bisogno, che per trascorrere qualche ora di relax videoludico non servono produzioni di alto rango. Tutto nel gioco è minimalista, semplice, ridotto ai minimi termini, eppure è dannatamente divertente partita dopo partita. Del resto non avevamo già visto qualcosa del genere all'uscita di Tetris?


Alt254 è un gioco che potrebbe andare oltre l'universo PC e puntare al mercato mobile, pronto a catturare frotte di giocatori. Ottima infatti la scelta di sviluppatori di utilizzare il sistema di checkpoint per non scoraggiare mai il giocatore, riproponendogli sempre l'ultimo enigma che non è riuscito a risolvere così come il puntare su una sorta di trial & error per il tempo necessario a comprendere i vari puzzle che si presentano di volta in volta e che non ci vengono spiegati da nessuno. In conclusione quindi, per noi, la scommessa di Alt254 è ampiamente vinta, perché se è vero che un gioco deve divertire prima ancora di piacere ai nostri occhi, allora siamo incappati nel titolo giusto.

Modus Operandi:

abbiamo esplorato il mondo di Alt254 grazie a un codice fornitoci da Jaleo.

Alt254 è una scommessa difficile, quasi impossibile. Eppure è la chiara dimostrazione che non serve un comparto grafico di alto livello per divertire il giocatore e lo fa puntando su una realizzazione tecnica volutamente minimalista ma comunque ben realizzata. Ottimo il supporto al controller, gradita la localizzazione in italiano, anche la musica di accompagnamento è ben realizzata. Se sarete disposti a mettere da parte i pregiudizi e a dargli una possibilità vi troverete davanti un prodotto che sarà in grado di incollarvi allo schermo partita dopo partita.
  • Una bella scommessa...
  • Gameplay avvincente
  • ... ma solo se siete disposti a giocarla
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