Se ci pensate bene, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 gli appassionati di giochi di ruolo avevano la manie delle mappe. Ma perché? Perché i GdR di quei tempi erano in buona parte in prima persona... e ci si muoveva a caselle! Non esistevano le mappe in tempo reale come nei giochi di adesso, per cui ci si adattava con matita e gomma a crearle per conto proprio.
Se torniamo con l'immaginario a trent'anni fa, c'era una maggiore immedesimazione e coinvolgimento legato soprattutto alla risoluzione degli enigmi e al fascino del fantasy che a quei tempi aveva una presa maggiore. Il motivo è dato dal fatto che le piattaforme di adesso a quei tempi erano pura fantascienza, di conseguenza si andava molto più in là con la mente e con i pensieri e ci si divertiva con poco. Ma era veramente poco? Se pensiamo a capolavori come la serie Dungeon Master (il primo episodio uscì prima su Atari ST e poi su Commodore Amiga), quella storica di Eye of the Beholder, senza dimenticare Black Crypt (giocato dal sottoscritto, quando era ancora un ragazzo spensierato... -NdR) e Lands of Lore - degli storici Westwood Studios - erano il non plus ultra, e gli appassionati li attendevano con ansia. Black Crypt, appositamente sviluppato per Amiga da Electornic Arts, fu uno dei primi ad avere la mappa automatica, segnando un'evoluzione del genere che oggi ha preso il nome di dungeon crawler.
Potremmo citarne molti altri usciti negli anni '90, ma dobbiamo tornare al presente per analizzare un rappresentante di questo genere, che rimane comunque di nicchia e che ha dovuto adattarsi all'evoluzione tecnologica. Parliamo di Vaporum, in uscita in questi giorni sulle maggiori console. Già disponibile su PC da oltre un anno e mezzo, l'adattamento su piattaforme che non contemplano (anche se non è proprio così...) mouse e tastiera non è stata una passeggiata di salute, ma nel complesso il lavoro svolto è più che buono con qualche piccola sbavatura che non inficia il gameplay.
Nella sequenza introduttiva, da involontari protagonisti, veniamo attratti inspiegabilmente da una strana costruzione metallica che assomiglia ad una Torre. Avvicinandoci ad essa si apre una specie di entrata, quasi ad invitarci al suo interno. Senza esitare varchiamo la “porta”... ad attenderci tanto metallo fumante, strane forme e costruzioni ed una speciale tuta metallica da indossare tra quelle a disposizione, ognuna delle quali offre dei bonus specifici che verranno sfruttati nel corso del gioco.
Come scritto in precedenza, l'interessante titolo della slovacca FatBot Games - con sede a Bratislava - è un vero e proprio gioco di ruolo in prima persona con movimento a caselle che si ispira ai capostipiti del genere degli anni' 90 ma anche ad una serie che ha dato una nuova linfa ai dungeon crawler, ovvero quella di Legend of Grimrock (v'invitiamo caldamente a leggere la recensione del secondo capitolo). Un ritorno al passato sfruttando le tecnologie moderne, ma col fascino di allora.
Una volta indossata la tuta avremo il pieno controllo sull'utilizzo delle armi, degli attacchi speciali - tramite specifici gadget - che sfruttano l'energia della tuta (ovvero il mana) e ovviamente la gestione dell'inventario, la cui capienza non è molto estesa ma più che sufficiente per gestire gli oggetti che potremo ottenere dalle casse sparse per tutti i 12 livelli che compongono la Torre e dai suoi strani e ostili abitanti.
Come per ogni dungeon crawler che si rispetti, i pilastri portanti del nostro peregrinare nella Torre saranno i combattimenti e gli enigmi di diverso tipo con cui avremo a che fare. Se vogliamo fare un paragone con la serie Legend of Grimrock, la difficoltà degli enigmi è più bassa e le botole sul pavimento non porteranno al livello sottostante ma saranno mortali! In Vaporum si sale, non si scende... l'ambientazione steampunk - a suon di metallo fumante -, l'elettricità, i muri d'acciaio e le creature metalliche saranno il nostro pane quotidiano alla ricerca della verità che si nasconde attraverso le tante note e registrazioni sparse per i livelli che getteranno una luce inquietante sul collegamento che esiste tra noi e la Torre. In più, questa volta, non saremo muti: infatti il protagonista parlerà in base ad alcune specifiche registrazioni e in punti precisi dell'avventura. Rispetto ad altri titoli dello stesso genere, Vaporum da più peso alla storia mettendo sempre più curiosità al giocatore attraverso nuovi e imprevisti risvolti man mano che esplora più a fondo la struttura.
Il movimento avverrà fluidamente tra una casella e l'altra, ma grazie alla quantità non indifferente di opzioni di gioco, potremo personalizzare l'avventura come meglio crediamo. I livelli di difficoltà sono ben cinque, dal Casual al Brutal, e potremo passare dall'una all'altra in qualunque momento. Se siamo degli inguaribili nostalgici potremo divertirci a giocare quasi come trent'anni fa, usufruendo di pochissimi aiuti e senza mappa automatica. Il titolo FatBot Games si adatta ad ogni tipo di giocatore: dal casual all'hardcore, segno di un gran lavoro di playtesting e di attenzione per i dettagli.
Il combattimento contro le creature metalliche (e non...) sfrutterà, ovviamente, le caselle. Se avremo spazio almeno di un quadrato di 2x2, potremo girare in tondo a nostro vantaggio, poiché i nemici faranno lo stesso. Quando questi cambieranno direzione saranno vulnerabili ai nostri colpi che possono essere ravvicinati (melee), a distanza tramite pistole e fucili o attacchi speciali dei nostri gadget. Potranno essere di tipo elettrico, velenoso o addirittura di prosciugamento dell'energia vitale (drain), ma rispetto ad altri titoli dello stesso genere, alcune creature passeranno velocemente da una casella all'altra - per via orizzontale - con la possibilità di colpirci se non lasceremo immediatamente quella che occupiamo.
Essendo un GdR, l'esperienza la darà il Fumium rilasciato dalle creature eliminate che verrà assorbito dalla nostra tuta. Riempita la barra azzurra aumenteremo di livello con il completo ripristino dei punti ferita e dell'energia della tuta. Otterremo un punto da spendere per potenziare la parte circuitale della tuta (Circuit) attraverso le numerose voci che vanno dell'uso delle diverse tipologie di armi, dell'armatura, del bloccaggio con lo scudo, a diversi effetti passivi come ad esempio il tempo che intercorre tra un attacco e l'altro e sul tempo di ricarica dei gadget in nostro possesso. C'è praticamente l'imbarazzo della scelta, in grado di dare la giusta libertà al giocatore per trovare il proprio stile di gioco. Sa saremo a corto di punti vita e di mana, sia all'interno delle casse che rilasciati dai nemici potremo usare il Repair Kit (kit di riparazione) e l'Energy Cell (cella di energia).
Gli enigmi saranno anche meno complessi di altri esponenti del genere, ma non vanno sottovalutati per nessun motivo. Quelli più “semplici” si basano nel trovare alcune chiavi per aprire specifiche porte, o alcuni pannelli sul pavimento da premere o da tenere abbassati con un oggetto per poter proseguire. Più avanti troveremo enigmi meno agevoli, ma nulla che non si possa risolvere utilizzando un pizzico di materia grigia. Se ci si trova bloccati e non si sa cosa fare, bisogna controllare se non sia scappata una leva o un bottone da qualche parte, e guardare l'ambiente circostante nelle vicinanze dell'enigma. Comunque il gioco è tarato molto bene e non metterà mai alla frusta il giocatore, perché man mano acquisterà la giusta esperienza per riuscire a progredire con qualche bella soddisfazione.
Vaporum porta con se 39 trofei suddivisi in 18 di Bronzo, 17 d'Argento, 3 d'Oro e l'ambito Platino. Per ottenerli tutti servirà una bella impresa. La parte facile sarà l'ottenimento automatico di specifici trofei in base all'uso delle tipologie di armi e uccidere specie diverse di nemici, fare un tot numero di passi, evitare e parare un certo numero di attacchi e così via. La parte davvero difficile sarà quella di completare il gioco con la modalità Old School ed Elite, ma soprattutto effettuare una speedrun di 90 minuti. Al momento nessuno giocatore ha platinato il gioco.
Il titolo FatBot Games è solido anche dal punto di vista del codice. Non abbiamo trovato un solo bug durante la nostra prova, quasi a ricordarci che tanti anni fa, quando imperavano i computer e console ad 8 e a 16bit era la prassi... anche perché non era possibile intervenire come si fa oggi.
Ricordiamo che Vaporum è disponibile su PC, tramite Steam, dal 28 ottobre 2017 e che ora è approdato su Xbox One e Nintendo Switch. La versione PlayStation 4 (oggetto della nostra prova) sarà disponibile a partire da oggi 15 aprile 2019.
Parliamoci chiaro, Vaporum è un titolo molto solido e facciamo fatica a trovare difetti o problematiche serie. L'esperienza è pulita dall'inizio alla fine senza sbavature, il passaggio da mouse e tastiera al Joypad (nel nostro caso al DualShock 4) è quasi indolore con una mappatura intelligente dei tasti. Il movimento è stato reso bene tramite l'analogico sinistro, mentre con quello destro ci gireremo di 90°, inoltre verrà usato per muovere lo sguardo dalla casella in combinazione con il grilletto sinistro. L'analogico sinistro, invece, fungerà anche da mouse temporaneo insieme al grilletto destro, per l'interazione con l'ambiente. Dalle opzioni di gioco si può personalizzare il tipo d'interazione per dare un impatto più hardcore all'esperienza.
Se vogliamo trovare il pelo nell'uovo, la gestione dell'inventario non è molto agevole proprio a causa del limite intrinseco del Joypad che non può essere confrontato con l'accoppiata mouse e tastiera, comunque una volta presa la mano e la giusta combinazione di tasti si riesce a fare tutto senza problemi. Un'altra problematica potrebbe darla la sensibilità del Joypad durante gli spostamenti: se non saremo precisi rischiamo di fare un passaggio di casella non previsto col rischio di cadere in qualche botola o subire danni durante un combattimento. Anche qui, basta fare un po' di pratica e il problema si supera.
Chiudiamo col comparto tecnico, dove anche qui Vaporum se la cava più che bene grazie ad buona pulizia d'immagine che comprende sia la parte poligonale che le texture. Gli effetti di luce, le translucenze e le animazioni dei nemici sono tutte di ottimo livello, impreziosite dall'audio ambientale anch'esso ben fatto e coinvolgente. Gli amanti del genere ci andranno a nozze, ma anche chi vorrà avvicinarsi cautamente ai dungeon crawler troverà nel titolo FatBot Games tutto quello che serve per un adattamento graduale e senza traumi. La longevità si attesta all'incirca sulle 15 ore per portare a termine l'avventura che si estendono ulteriormente se si vogliono scoprire tutti i segreti e affrontare il gioco a livelli di difficoltà più alti.
Una caratteristica che non ci è andata giù è la mancanza della localizzazione nella nostra lingua, non tanto perché questo genere è pur sempre di nicchia, ma perché nelle 11 lingue in cui il gioco è sottotitolato sono compresi il Ceco, lo Slovacco e l'Ungherese. Essendo gli sviluppatori di Bratislava possiamo più che giustificare la scelta d'includere le prime due lingue, ma non capiamo il motivo della terza. Senza giudicare nessuno, crediamo che il mercato italiano sia ben superiore a quello ungherese, e che questa mancata localizzazione non abbia giustificazioni di sorta. Aggiungiamo che la mole di testo è tutt'altro che indifferente impedendo a chi non conosce altre lingue di comprendere al meglio la trama, fino a frenarne l'acquisto nel nostro paese nonostante le qualità indiscusse di questo dungeon crawler. Ci domandiamo perché la lingua italiana non sia stata presa in considerazione.
Aldilà di questa arrabbiatura, secondo noi giustificata, ci troviamo davanti ad un signor dungeon crawler ed un gioco solido sotto ogni punto di vista. Complimenti vivissimi agli sviluppatori anche perché il porting su PlayStation 4 (svolto da Cypronia) è stato realizzato con grandissima cura e professionalità.
Modus Operandi:
Siamo entrati nella struttura metallica, affrontando nemici metallici e risolvendo enigmi, di quest'interessante dungeon crawler ad ambientazione steampunk grazie ad un codice datoci dalla piattaforma Terminals by Evolve.