L'opera prima di Turtle Knight Games in collaborazione con CobraTekku nasce sotto i migliori auspici, quelli quantomeno che ci fanno apprezzare il mondo Indie. È ai piccoli sviluppatori infatti che si devono le migliori idee, soprattutto innovative ma anche il miglior rapporto sforzo/risultato e ovviamente, dato non trascurabile, il miglior rapporto finale qualità/prezzo. Con una spesa tutto sommato sostenibile, sia in termini di sviluppo che di esborso richiesto al giocatore vengono fuori delle vere e proprie piccole perle dotate oltre a tutto il resto anche di un anima: l'impegno e la passione di chi vi ha dedicato il suo lavoro. Una personalità quindi spesso non presente nelle grosse produzioni dove a suon di budget milionari, di grafica da urlo e di sfrenato marketing, spesso si perde l'essenza vera e propria di un videogame che consiste, non dimentichiamolo mai, nel divertire.
Di conseguenza quando esce fuori un gioco come Footgun: Underground la domanda che dobbiamo porci è: è divertente? Ci coinvolge? Ma soprattutto, quanto riusciremo a resistere nei suoi terribili livelli avanzati? Partendo dal presupposto che stiamo parlando di un roguelike e che, quindi, la semplicità non è di casa da queste parti tuffiamoci nell'avventura.
Il concetto narrativo di Footgun: Underground è praticamente inesistente, due parole messe lì tanto per dare una giustificazione a tutto il resto. Infatti ci svegliamo in un lontano futuro con una gamba bionica e circondati da alieni di ogni specie. L'unico mezzo a nostra disposizione è un pallone, da scagliare con violenza contro i cattivi in modo da poter andare oltre liberando tutte le stanze visitate. Fondamentalmente ci troviamo nei sotterranei tanto che useremo una metropolitana per spostarci e zomperemo da una stanza all'altra in una sorta di schermate statiche: una volta ripulita una stanza, torneremo all'hub di partenza da dove potremo scegliere una nuova destinazione.
La mappa è particolarmente grande e soprattutto libera, nel senso che ci verrà data la possibilità del percorso da seguire anche se andremo completamente al buio. Potremo infatti solo capire se in quella zona è presente un miniboss, uno shop, un livello speciale bonus o addirittura un bel punto interrogativo segno che sarà tutto a sorpresa. Ci sono comunque diversi biotopi (cioè ambienti dove vivono certi organismi), 14 diversi nemici per non parlare di miniboss e boss. Il pezzo forte della produzione però riguardano upgrade e potenziamenti.
I comandi di gioco sono abbastanza semplici in linea di massima. Utilizzando il controller (assolutamente consigliato, noi abbiamo usato al solito quello Xbox su PC), con il tasto A si salta (anche più in alto in base alla durata della pressione), con il dorsale RB si tira tenendo presente che possiamo anche tenerlo premuto più a lungo per aumentare la forza del tiro e quindi il potere devastante della palla, mentre con l'altro dorsale LB si palleggia, operazione questa utile per direzionare il tiro. Inoltre si può anche tirare al volo, colpire in rovesciata, saltare su piattaforme e così via. Lo scopo, come già detto è quello di far fuori tutti gli alieni che compaiono su schermo, prestando attenzione anche a quelli che ci sparano dall'alto, alle trappole sul pavimento e a tante altre amenità che non vi vogliamo "spoilerare", fatto sta che lo scenario è parte integrante e attiva di tutta la discussione.
Dal momento che il pallone rimbalza sulle pareti o gli oggetti della stanza, Footgun: Underground mischia alle basi del calcio anche quelle del biliardo. Infatti imparare a calcolare al volo traiettorie e rimbalzi può assolutamente fare la differenza, anche perché ogni volta che ci colpiscono perdiamo un punto salute e una volta giunti a zero è game over con tutti i guai tipici di un gioco roguelike che ci farà partire dall'inizio facendoci perdere anche i potenziamenti acquisiti. Molto interessanti le stanze bonus dove avremo un tempo limite entro il quale colpire più volte possibile una sorta di "pignatta" posizionata in alto e grazie al quale recuperare monete virtuali da spendere poi negli shop.
Ci sono diversi tipi di potenziamenti presenti in Footgun: Underground, alcuni riguardanti il nostro giocatore, altri il pallone. Questi vengono sbloccati man mano che superiamo i vari livelli e potremo decidere se equipaggiarli subito o tenerli nell'inventario. Lo stesso vale per i potenziamenti riguardanti il pallone. Alcuni poi, uguali tra loro, potremo combinarli insieme generando un potenziamento ancora più efficace. Tutto questo avviene nell'hub di gioco al quale si accede tra un livello e l'altro. in quest'area sono presenti diverse stanze, ognuna con un proprio obiettivo. Nell'allenamento ad esempio potremo affinare la nostra tecnica e la padronanza dei controlli di gioco, mentre nelle statistiche potremo vedere le abilità del personaggio e notare che ce ne sono ancora tantissimi tutti da sbloccare. Molto carina la stanza con la gum machine che simula quelle macchinette con gomme da masticare o giochini una volta presenti nei bar e infilando una moneta se ne tirava fuori una. E poi infine c'è la stanza della stazione dalla quale potremo prendere la metro per andare in un'altra stanza. La gestione dei potenziamenti comunque è in larga parte casuale quindi cambia di partita in partita e alterna potenziamenti interessanti come il salvavita o la palla infuocata ad altri meno importanti.
Il comparto tecnico del gioco se la cava abbastanza bene. La scelta della pixel art è molto azzeccata con il giusto equilibrio di colori e ombre così come le animazioni non hanno mostrato segni di incertezza. Carina la musica di accompagnamento anche se non proprio memorabile ma comunque d'accompagnamento e adrenalinica al punto giusto. Fulcro di tutto il gioco è ovviamente il gameplay. Stiamo parlando di un gioco molto punitivo (è pur sempre un roguelike) quindi ci vorrà tantissimo allenamento prima di riuscire a fare progressi decenti. Tirare pallonate è un conto, palleggiare per prendere la mira è un altro, fare entrambe le cose mentre ci sparano da ogni direzione evitando anche le trappole sul terreno è un'impresa non da poco, anche perché appena si muore bisogna ricominciare dall'inizio. Vero è che il progresso regala comunque importanti soddisfazioni ma bisogna insistervi un bel po'. C'è però un altro aspetto che va considerato.
Per la sua struttura Footgun: Underground si presta a una partita veloce anche se si ha poco tempo: la stessa gestione/successione dei livelli va via in maniera direttamente proporzionale all'adrenalina che riguarda tutto il gioco. Inoltre c'è sempre la curiosità di provare a vedere cosa c'è dopo e questo vuol dire solo una cosa: anche se il gioco è difficile ci riproverete più e più volte a tutto appannaggio della rigiocabilità. In fin dei conti ci siamo divertiti e anche molto durante i test: non è questo già sufficiente per promuovere un videogioco?
Modus Operandi:
abbiamo preso a pallonate gli alieni grazie a un codice fornitoci da BXDXO.