Parlare del nuovo gioco di Crazy Monkey Studios senza citare i vari capisaldi del passato ai quali il gioco si ispira sarebbe un vero peccato. Parliamo di un platform-sparatutto a scorrimento orizzontale, quindi ogni riferimento a Metal Slug e tutt'altro che casuale. Le analogie comunque non finiscono solo in un banale confronto di genere. Il gioco del team belga riprende anche lo stile scanzonato, i piccoli enigmi, le armi con conseguenti esplosioni spettacolari del gioco sopra citato. Non possiamo comunque parlare di Guns, Gore and Cannoli 2 senza tirare in ballo il primo episodio del gioco uscito all'incirca un anno fa. Effettivamente adesso abbiamo tra le mani un sequel, anche se i due titoli possono essere affrontati indipendentemente l'uno dall'altro, però ad ogni modo i riferimenti alla trama ci sono, eccome.
Il primo episodio, ambientato cronologicamente in pieno proibizionismo, ha visto Vinnie Cannoli affrontare un boss della mala nella città di Thugtown per scoprire poi che un'epidemia aveva colpito gli abitanti trasformandoli in zombie. Per fortuna i gas tossici responsabili della mutazione non avevano interessato il nostro protagonista al quale è quindi toccato l'arduo compito di risolvere la situazione. Adesso invece ci troviamo nel 1944 (circa 15 anni dopo gli eventi del prequel), costretti ad affrontare il Don Oscuro un ambiguo personaggio che ha deciso di eliminarci, infatti il gioco inizia con noi legati ad una sedia e due sicari pronti a finire il lavoro. Naturalmente ci liberiamo subito e iniziamo a fare quello che sappiamo far meglio, saltare e sparare. Avanzando nel gioco ci toccherà ritornare all'ormai città fantasma di Thugtown per scoprire (finalmente) il complotto che ha causato quell'orrenda mutazione in tutti gli abitanti. Senza voler andare oltre sul comparto narrativo per non svelare nulla ai nostri lettori, diciamo però che l'intero racconto è un po' meno articolato rispetto al primo episodio, con un numero minore di colpi di scena e con una storia leggermente meno avvincente, pur rimanendo comunque funzionale allo scopo.
Come in uno sparatutto a scorrimento orizzontale mixato con un platform che si rispetti, il nostro protagonista è in grado di correre, saltare, sparare ed evitare i colpi avversari: un numero limitato di cose che però apprenderemo fin da subito a fare bene prevalentemente per un sapiente sistema di controllo e anche per le indicazioni su schermo che ci insegneranno nelle battute iniziali come muoverci bene sullo scenario. Ottima anche l'implementazione con il Controller (che nei nostri test abbiamo preferito di gran lunga alla tastiera. -NdR): mentre con la levetta analogica sinistra il nostro Vinnie andrà avanti e indietro, con quella di destra potremo gestire il nostro sistema di puntamento che adesso ci consente di mirare a 360° oppure di far girare il nostro personaggio dall'altra parte. Questo sistema, più facile da giocare che da spiegare, ci permette di far fuoco senza mai voltare le spalle ai nostri nemici oltre che di poter mirare praticamente ovunque grazie anche all'implementazione di un puntatore laser che ci facilita un po' le cose: se inizialmente si può riscontrare qualche difficoltà bisogna dire che ci si prende subito la mano, già dopo i primi minuti di gioco. Il miglioramento del sistema di controllo rispetto al primo episodio è evidente, grazie anche alla possibilità di eseguire un doppio salto (con il tasto dorsale LT) che ci aiuta a raggiungere punti all'apparenza inaccessibili. Un'altra miglioria riguarda infatti i fondali, adesso esplorabili in lungo e in largo con palazzi penetrabili da ogni direzione e pregni di armi e bonus nascosti in ogni angolo. Il tasto B invece ci permette di sferrare un calcio per allontanare i nemici troppo vicini a noi mentre con LB si può rotolare per schivare i colpi o per meglio fuggire durante un inseguimento. Ottima l'idea di prevedere una ghiera delle armi (associata al dorsale RB), buona per selezionare velocemente l'arma adatta (e sono tante) mentre con il tasto Y si seleziona l'arma disponibile immediatamente successiva a quella in uso nell'ordine previsto dalla suddetta ghiera.
Anche se non ci sono più le care vecchie granate, ora abbiamo un lanciagranate di tutto rispetto, ma la pletora delle armi disponibili è davvero ampia partendo da una motosega fino ad arrivare al lanciarazzi, con tutte le sfumature presenti in mezzo: spazio quindi a mitragliatori, fucili a pompa e chi più ne ha più ne metta. Gli effetti sono spettacolari, ma la scelta della giusta arma è spesso vincolata anche dai nemici che abbiamo di fronte, migliorati come varietà e come pattern di attacco rispetto al prequel. Per alcuni sarà più efficace la motosega mentre per altri meglio un mitragliatore per tenerli a distanza e così via per tutti i livelli del gioco. Importante, naturalmente, è anche l'interazione con lo stesso scenario: spesso, sparando a dei carichi sospesi potremo far fuori tanti nemici in un colpo solo così come può essere determinante utilizzare barili esplosivi e mine a nostro vantaggio. Nella nostra disamina sulle innovazioni rispetto al primo capitolo non possiamo esimerci dall'analizzare la mancanza della barra di energia non più presente in alto sullo schermo ma limitata ad una piccola indicazione sulla testa del nostro Vinnie: in questo modo è molto meno ingombrante rispetto a prima pur mantenendo la sua funzionalità. Buona anche l'implementazione dei check point che, sottoforma di semafori sparsi lungo il percorso ci permetteranno di ricominciare da quel punto una volta che ci avranno eliminati.