Ebbene sì, non è facile distinguersi dalla massa. Soprattutto in questi tempi dove non solo si assiste ad un'accelerazione delle produzioni tripla A, ma anche e sopratutto a un ampliamento, in fatto di publisher e sviluppatori, del mondo dello sviluppo indipendente. I titoli indie li troviamo accanto a quelli più blasonati all'interno delle piattaforme digitali di Sony e Microsoft, e soprattutto di quella PC (Steam in primis. Attenzione alla neonata “Epic Game Store”, che vorrebbe sfidare in campo aperto proprio la piattaforma di Gabe Newell. -NdR).
Di sviluppatori esordienti ce ne sono davvero tanti, ognuno con un titolo da far scoprire ai giocatori nella speranza di ottenere un po' di fama in un difficile ambiente come quello dell'industria dei videogiochi. Ed è qui che gli editori entrano in gioco cogliendo quel talento cristallino che può dare la possibilità ad un team di sviluppo indipendente di fare quel salto di qualità verso il grande pubblico. Funcom, non proprio un publisher qualunque, ha captato proprio quel talento e passione che ha permesso al team di sviluppo svedese The Bearded Ladies -che si è fatto conoscere con Landit Bandit su PlayStation 3- di entrare nel mondo degli strategici a turni alla XCOM (se non conoscete il genere, vi invitiamo a leggere la nostra approfondita recensione di quel capolavoro che è XCOM 2) con il nuovissimo Mutant Year Zero: Road to Eden.
Sulle nostre pagine trovate alcune news relative a questo titolo, di conseguenza sarete arrivati preparati a questa recensione che, già ve lo anticipiamo, sarà più che positiva. Infatti, dopo un'intensa prova sul campo, la versione console (in questo caso PlayStation 4) si è rivelata ottima e giocabilissima con un buon uso dell'Unreal Engine 4 e meccaniche di gioco alla portata di tutti, ma allo stesso tempo dall'alto tasso strategico grazie alle tante varianti da mettere in campo per avere la meglio sul nemico.
Possiamo dire con certezza, che l'ambientazione post-apocalittica la sta facendo da padrone in questi ultimi tempi. Non a caso è uscito un certo Fallout 76 il quale, al momento, sta raccogliendo più cocci che consensi sia da parte dei giocatori che della stessa stampa. Non dimentichamoci che nel 2019 arriverà il folle RAGE 2 e l'atteso Metro Exodus (andato da poco in gold e in uscita a febbraio). Probabilmente tale scenario è riuscito a stimolare la fantasia degli sviluppatori svedesi che hanno creato una storia che fa da sfondo ad una terribile guerra mondiale che ha devastato il pianeta a tal punto dal far quasi estinguere la razza umana. Tale guerra ha lasciato negli anni e secoli successivi terribli strascichi come delle mutazioni che hanno colpito una parte dei sopravvissuti facendoli diventare degli ibridi umano/animale.
Ed è qui che entriamo in gioco noi, controllando due improbabili personaggi chiamati Persecutori: Bormin, un cinghiale/umano antropomorfo armato fino ai denti, e Dux, un essere umano con la testa da papero specializzato nella furtività e nell'uso delle armi silenziate. Il tutto fungerà da tutorial per imparare le basi per sopravvivere in quest'ambiente ostile, allo scopo di ritornare sull'Arca che rappresenterà il nostro quartier generale e luogo dove gestire al meglio il proprio equipaggiamento.
Attraverseremo le prime zone obbligatorie che serviranno per apprendere le meccaniche di gioco appartenenti al genere degli strategici a turni molto vicine a quelle della serie XCOM come vi abbiamo anticipato, con la differenza che l'apprendimento sarà pressoché immediato e indolore e le mappe saranno più piccole, ma questo non vuoldire che sarà tutto più facile.
Una volta apprese le basi, i due tronchi principali di Mutant Year Zero: Road to Even sono l'esplorazione e il combattimento. In ognuno dei luoghi da visitare, facenti parte della campagna principale e non, l'esplorazione servirà per raccogliere i rottami, i manufatti, i biglietti e altri oggetti utili per arricchire l'equipaggiamento della squadra. I primi fungono da moneta da usare nel negozio dell'Arca, i secondi saranno importanti per migliorare la forza della squadra come l'uso delle armi da fuoco e da lancio, nonché aumentare la percentuale di critico per essere più letali in combattimento e in altri campi. I biglietti, invece, servono più che altro a scoprire di più sugli Antichi, una testimonianza della razza umana prima che la Terra diventasse il pianeta pericoloso e letale di adesso. Tale situazione ambientale ci ha riportato alla mente Horizon: Zero Dawn, dove abbiamo trovato alcune similitudini.
Durante l'esplorazione dei vari scenari non mancheranno diversi interventi dei membri della nostra squadra che sembrano non sapere nulla di questi fantomatici Antichi. Inoltre, lo scopo dei persecutori è quello di spingersi verso le zone più pericolose e ancora inesplorate per cercare di migliorare le condizioni dell'Arca e sapere di più sulla situazione del mondo circostante. Infatti sia Bormin che Dux fanno riferimento all'Anziano, che è quello che li ha trovati ed insegnato come vivere e convivere con gli umani superstiti facendogli entrare nell'Arca. Nonostante tutto Dux nutre dei dubbi su di lui, mentre Bormin non discute ed esegue pedissequamente i suoi ordini/consigli.
La trama è resa davvero bene e ad ogni nuovo territorio da esplorare si scoprono nuove situazioni e il nemico, vero o presunto, con cui si avrà a che fare; anche se il tutto lascia più di un dubbio su quale sia la verità. Come si evince dal titolo, si è venuto a sapere di un luogo chiamato Even (Paradiso), dove sembra si possa realmente vivere senza più il pericolo di zone pericolose e radioattive. Un vero e proprio nuovo mondo pieno di risorse e incontaminato dove ricominciare realmente una nuova vita. Sarà vero o no? Starà a noi scoprirlo...
Ed ora veniamo all'altro ramo fondamentale di gioco, senza il quale non si potrà andare avanti, ovvero il combattimento strategico a turni. Di base ogni membro della squadra avrà due turni per agire: in genere il primo serve per muoversi in un posto sicuro in modo da avere un percentuale più alta di evitare il fuoco nemico. Il secondo servirà principalmente ad usare il proprio equipaggiamento per cercare di eliminare uno o più nemici o metterli in difficoltà con diversi gingilli, quali bombe fumogene, bombe a mano, molotov, granate EMP (queste per i nemici meccanici) ed altro. In più le armi saranno diverse e differenziate a seconda se vorremo agire di soppiatto o attaccare facendo rumore. L'importante è non entrare nella visuale del nemico indicata in chiaro se saremo furtivi e in rosso se corriamo con la torcia in mano per illuminare l'ambiente davanti a noi.
Ed è proprio qui che sarà importante sfruttare un componente fondamentale: lo stealth, agire furtivamente per tendere un'imboscata agli ignari nelle vicinanze. Questo tipo di strategia diventa fruttuosa se si riesce ad uccidere uno o più nemici in maniera silenziosa. E' una tattica molto importante perché permette di eliminare quei nemici che non sono vicini agli altri. Il motivo è presto detto: se non riusciremo nell'intento questi avvertiranno gli altri mettendoci in difficoltà con il problema di affrontarne parecchi. E non prendiamoli sottogamba, perché l'IA non si fa gli scrupoli del giocatore, sfruttando in maniera intelligente lo scenario circostante nascondendosi bene ed attaccando al momento giusto, mettendo quindi in crisi le nostre strategie. Non poche volte siamo stati costretti a ricaricare l'ultimo salvataggio a causa di una cocente sconfitta o nel non aver usato la giusta strategia.
Oltre alle armi e all'uso dell'equipaggimento in battaglia, intervengono le mutazioni, ovvero l'uso di poteri attivi e passivi di ogni componente della squadra, che si ottengono dalle uccisioni dei nemici e che fruttano esperienza. Ogni membro della squadra (più avanti potremo reclutarne altri) ha le sue caratteristiche peculiari: Bormin, ad esempio può abbattere porzioni di scenario e atterrare un nemico, mentre Dux può bloccare temporaneamente un antagonista e addirittura volare. In maniera analoga potrà fare il nemico, per cui serve molta attenzione su come approcciare i combattimenti sfruttando lo scenario e le postazioni sopraelevate. Da un'altezza maggiore, grazie a degli specifici oggetti, potremo avere un vantaggio sul nostro avversario. Sta a noi sfruttare le numerosi varianti a disposizione per creare una strategia adatta al momento e al contesto in cui ci troviamo. Dopo la fine dello scontro un'esplorazione completa dello scenario occupato dai nemici può rivelarsi molto utile come il ritrovamento delle casse che, se aperte, posso rivelare oggetti da indossare o nuove armi, magari più potenti, per rivaleggiare al meglio in aree con nemici più forti.
Come nella serie XCOM, anche qui la probabilità di colpire ed essere colpiti gioca un ruolo importante. Le probabilità sono 25%, 50%, 75% e 100%, ma rispetto ad XCOM 2 ad esempio, siamo riusciti più volte a centrare il nemico con il 50% di possibilità. Da questo punto di vista abbiamo sperimentato una maggiore equità di trattamento, che nel titolo Firaxis non trovavamo (quasi come se giocasse volutamente sporco).
Infine segnaliamo che una volta aggiunti nuovi membri del gruppo, il numero massimo con cui potremo esplorare e combattere è di tre unità. Gli altri staranno in “panchina”, ma richiamabili sul campo in qualsiasi momento a seconda delle esigenze. L'esperienza sulle uccisioni la guadagnano tutti, anche i membri della squadra che non agiscono sul campo.
Mutant Year Zero: Road to Even consta di 36 trofei, suddivisi in 21 di Bronzo, 9 d'Argento, 5 d'Oro e l'immancabile Platino. Per portare a termine l'impresa servirà una certa caparbietà e cercare vie alquanto alternative e assurde per ottenere alcuni trofei davvero fuori di testa. Serviranno anche molte ore di gioco per potenziare al massimo le armi, le mutazioni nonché seguire la storia per sbloccare quelli più “semplici”. Insomma c'è molto lavoro da fare per platinare un titolo non semplice, ma anche non impossibile.
Mentre scriviamo il titolo è aggiornato all versione 1.04 con diverse problematiche, bilanciamenti di gioco e bug corretti. Infatti nella nostra prova non abbiamo riscontrato problemi tecnici o crash vari. Delle volte il passaggio del turno tra il nemico e il giocatore non è immediato e soprattuto tra un nemico da noi controllato mentalmente, il gioco tende a bloccarsi per qualche secondo. Inoltre abbiamo notato che se un oggetto si trova su una porzione di scenario successivamente distrutto, esso di trova ancora in quella posizione non permettendo al giocatore di farlo suo. Per il resto ci troviamo davanti ad una versione console (nel nostro caso PlayStation 4, quella da noi testata) in ottima forma.
Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto da The Bearded Ladies è ottimo e a tratti superiore alle aspettative. Se quei GB che avete visto nella scheda vi sembrano pochi, non ci farete più caso quando sarete immersi nel gioco e nelle trama. L'uso dell'Unreal Engine 4 è molto buono con ottimi dettagli e traslucenze davvero realizzate ad arte. Anche le animazioni, per un titolo indipendente, sono fatte decisamente bene non facendo rimpiangere quelle di titoli più blasonati, come anche quelle delle uccisioni che danno quel tocco di realismo che non guasta mai.
Gli scenari non sono vasti, ma pieni di oggetti utili da riportare all'Arca. Una cosa che non si può fare è agire sulla visuale allontanandola o avvicinandola, purtroppo è fissa e può solo essere ruotata orizzontalmente con lo stick analogico destro. Non sarebbe stato male dare ai giocatori anche la libertà di gestire lo zoom dato che ci sarebbe piaciuto ammirare alcuni dettagli più da vicino. Un punto debole dal punto di vista tecnico è l'uso della nebbia volumetrica per gli ambienti illuminati a giorno. Questa è stata sfruttata come espediente per impedire l'apparizione di porzioni poligonali. Se esploriamo normalmente, lo scenario poligonale nascosto dalla nebbia apparirà a scatti dando un po' di fastidio e perdendo in parte il fascino dell'esplorazione. Comunque più avanti ci sa fa la mano, ma se arriverà una patch a togliere questa problematica tecnica sarà la benvenuta.
Dal punto di vista audio è stato fatto un eccellente lavoro con la colonna sonora che si adatta in tempo reale in base al contesto in cui ci si trova. Se esploriamo un'area pericolosa e durante il combattimento tattico sentiremo la musica cambiare in maniera fluida tanto da darci quel coinvolgimento ed immersione in più per cercare di vincere lo scontro in atto. La longevità è più che buona con molte aree da esplorare e una storia scritta molto bene in grado d'instillare nel giocatore la volontà di andare fino in fondo per scoprire la verità che si cela dietro tutto. In media per completarlo serviranno tra le 20 e le 25 ore. Se volete apprezzare l'ottimo comparto sonoro andate ad ascolare l'eccellente brano musicale che accompagna i riconoscimenti. Anche da qui si capisce la qualità di un titolo, non sottovalutate mai questo aspetto.
Chiudiamo la nostra disamina con la localizzazione nella nostra lingua, sia nei sottotitoli che nell'interfaccia ma con due problematiche: i caratteri sono abbastanza piccoli e vanno in parte a fondersi con lo scenario non facendoci leggere con chiarezza le fasi di dialogo nell'Arca e quelli durante l'esplorazione degli scenari. Speriamo che una patch correttiva sistemi un problema da non sottovalutare.
Alla fine Mutant Year Zero: Road to Even è stata una bella sorpresa. Uno stretegico a turni davvero ben fatto e alla portata di tutti con un prezzo relativamente giusto in base ai contenuti. Se poi lo trovate in sconto e siete amanti del genere non fatevelo scappare!
Modus Operandi:
Abbiamo testato quest'interessante strategico a turni, ispirato alla saga di XCOM, grazie ad un codice datoci dalla piattaforma Terminals.io.