Quando mi è stato proposto di recensire Wanted: Dead ho accettato senza pensarci due volte, fidandomi dell'ottimo curriculum di Soleil Ltd. che vanta, tra le sue file, un nutrito gruppo di sviluppatori che hanno partecipato alla realizzazione di quel "mostro sacro" che è Ninja Gaiden oltre che a un altro "mostro sacro" come Dead or Alive. Praticamente c'erano tutti gli ingredienti per un mix di successo: un gioco action "ibrido" che avrebbe miscelato l'essenza di uno sparatutto in terza persona, con alternanza tra arma bianca e arma da fuoco, con un pizzico di sano stealth condito con elementi RPG di progressione del personaggio.
Una volta installato il gioco, la intro iniziale, chiaro pretesto (come sempre) per giustificare il plot del gioco, ci presenta una storia ben introdotta e abbastanza interessante. Poi, però, si preme il pulsante start e si comincia a giocare e lì... apriti cielo! Diciamolo fin da subito: Wanted: Dead è un gioco che fa dell'alternanza tra luci e ombre il suo pane quotidiano proponendo al giocatore spunti interessanti intervallati con scivoloni allucinanti. Parliamone più in dettaglio nella nostra analisi.
Hannah Stone si presenta subito come una ergastolana tirata fuori dalle maglie della prigione a vita grazie alle sue abilità che la rendono pedina indispensabile per le alte sfere del governo. Una volta fuori, la donna, si incontrerà con il resto della squadra, un gruppo di ceffi con i quali non usciremmo di certo la notte: Herzog, Cortez e Doc sono dei "mercenari" specializzati in varie fasi del conflitto bellico, fondamentalmente i primi due apportano l'esperienza e la brutalità mentre l'ultimo porta sul campo la scienza medica che, in un conflitto a fuoco, non guasta mai. I quattro "amiconi" formano l'Unità Zombie, una organizzazione paramilitare al soldo dei poteri forti da inviare, e sacrificare ovviamente, nell'impiego in varie missioni impossibili per le forze dell'ordine legalmente riconosciute. I quattro si ritrovano in panineria a raccontarsi le loro esperienze passate quando arriva la prima chiamata di intervento per un attacco alla Dauer. Anche se la narrazione non si presenta subito come un capolavoro di scrittura, i dialoghi risultano piacevoli e interessanti, soprattutto quando (poco dopo) si scoprirà che l'attacco alla fabbrica cibernetica non è avvenuto per caso ma fa parte di un disegno molto più grande. Una volta affrontato un piccolo tutorial iniziale, utile per apprendere i primi rudimentali movimenti e che ci ha fatto dannare per l'esecuzione della combo finale, saremo pronti per scendere in campo, armati di tutto punto e sul procinto di spaccare il mondo.
Ci troviamo in un mondo distopico, di chiaro stampo cyberpunk anche se geograficamente parlando siamo a Hong Kong. Dovremo completare una settimana di attività dell'Unità Zombie, durante la quale cercheremo di scardinare più di un'organizzazione criminale, per la durata di 5 livelli e una giocabilità attestabile intorno alle 10-12 ore di gioco. Ogni missione sarà diversa dalle altre anche se, in linea di massima, il brodo è sempre quello. Dovremo trucidare o fare a fettine tutti coloro che si frapporranno tra noi e il prossimo checkpoint con i vari intermezzi narrativi che cercheranno (non sempre riuscendovi) di spiegare il perché di cotanta violenza gratuita. Dei quattro personaggi sopra citati potremo però manovrare solo Hannah, un soldato spietato e tremendamente efficiente mentre gli altri tre ci seguiranno nelle varie missioni dando (o almeno provandoci) una mano contro intere orde di avversari. In realtà i tre compagni di avventura sembrano più un contorno che un aiuto concreto: infliggono pochissimi danni e al contempo sono stati trasformati in spugne da proiettili dato che sono praticamente immortali. Non potremo neanche direzionarli sullo scenario perché saranno interamente controllati dalla I.A. Hannah invece ha diverse possibilità, soprattutto quella di alternare l'uso di armi da fuoco, spesso recuperabili dallo scenario ad una micidiale katana utile per fare a fette i nemici, parare i colpi (!) e dare spettacolarità alle combo e all'intero massacro. Balza subito alla nostra attenzione la prima stranezza però, dato che le armi bianche sembrano fare più danni di quelle da fuoco: per la serie meglio una coltellata che una raffica di mitra.
Una volta iniziata l'azione noteremo fin da subito che ci sono problemi strutturali di gameplay: ad esempio coprirsi dietro gli elementi dello scenario non è così semplice come avevamo visto nel tutorial con la nostra protagonista che spesso va per conto suo coprendosi male o saltando allo scoperto con il risultato di ricevere una raffica impressionante di colpi e terminare la partita anzitempo. Inizialmente tuttavia le cose sono semplici con nemici che rivelano una certa "idiozia" o per meglio dire una assurda imprevedibilità. A volte ci vengono contro con una spietatezza senza precedenti, altre volte si fanno sorprendere in maniera del tutto incomprensibile. Quello che si intuisce fin dalle prime battute però è che il gioco non fa sconti grazie, o a causa, di una curva di difficoltà che oscilla più di un ponte sospeso nel vuoto alternando momenti incredibilmente semplici ad altri semplicemente impossibili. Ne è prova anche la scelta degli sviluppatori di optare per un sistema a checkpoint che spesso ci costringerà a rigiocare intere sessioni a ripetizione per poi arrivare nel punto di massima difficoltà e farci stroncare di nuovo.
Come dicevamo Hannah la la possibilità di utilizzare la katana, letale negli scontri ravvicinati, oppure armi da fuoco alternando spesso le due cose: caratteristica questa che è un punto di forza del gioco dato che contribuisce a dare varietà ad orde di nemici spesso troppo simili tra loro. In realtà ci sono momenti in cui il giocattolo funziona bene grazie a una buona velocità di gioco e alle esecuzioni altamente spettacolari: ce ne sono una cinquantina, una disponibile da subito e le altre sbloccabili man mano.
Andando avanti nel gioco avremo la possibilità di implementare le nostre abilità intervenendo fondamentalmente su tre skill tree: attacco, difesa, supporto. L'obiettivo è quello di ottenere combo più lunghe (a patto di riuscire a memorizzare le varie combinazioni per ottenerle), migliorare la resistenza della protagonista, ottenere la possibilità di poter utilizzare la granate e così via. Inoltre, eseguendo combo e parate con il giusto tempismo, vedremo salire il livello di adrenalina, rappresentato su schermo da un cerchio giallo che, una volta riempito del tutto, ci permetterà un attacco speciale in grado di stendere o danneggiare seriamente buona parte degli avversari.
Riguardo le armi, ce ne sono un'infinità, spesso da raccogliere sul campo, dai vari tipi di fucili e mitra fino a una sega elettrica. Muovendoci sullo scenario incontreremo di tanto in tanto un drone, verosimilmente in prossimità di un checkpoint che, oltre a ricaricare la nostra energia, ci permetterà di personalizzare le armi intervenendo fondamentalmente su sette caratteristiche diverse, come precisione, capacità dei caricatori, danni e così via. Invece le nuove mosse di Hannah si sbloccano man mano che acquistiamo punti di abilità sul campo con potenziamenti che, a differenza delle armi, sono definitivi.