Mentre il Ryu Ga Gotoku Studio si sta attualmente occupando dello sviluppo di Judge Eyes, nuovo progetto dai toni investigativi, in Occidente arriva fresco di localizzazione inglese il loro ultimo videogioco. Un prodotto nato dalla volontà di vedere una fusione incentrata sul famosissimo Ken Il Guerriero, manga (poi trasposto successivamente ad anime) creato da Tetsuo Hara e Buronson, con lo stile e il gameplay che ha sempre contraddistinto la saga di Yakuza. Stiamo parlando di Fist of The North Star: Lost Paradise. Anche perché in fin dei conti Kazuma Kiryu (protagonista, appunto, di Yakuza) ha molte somiglianze con Kenshiro, e non a caso il doppiaggio di quest’ultimo è affidato proprio al doppiatore di Kiryu. Qui sotto andremo ad analizzare se di fatto siano riusciti a sfruttare al massimo il potenziale che avevano tra le mani.
Fist of The North Star: Lost Paradise è un titolo sviluppato da SEGA uscito su piattaforma PlayStation 4 il 2 Ottobre 2018.
La trama di Fist of The North Star: Lost Paradise è abbastanza semplice e mescola elementi narrativi presenti nel manga con la nuova storia creata dal Ryu Ga Gotoku Studio. Ci troviamo in un modo post-apocalittico nucleare dove i pochi esseri umani sopravvissuti vivono nelle rovine di quello che rimane delle città, cercando di sopravvivere dagli assalti frequenti di predoni e criminali. Qui incontriamo il nostro protagonista, Kenshiro: il legittimo erede della divina scuola di arti marziali di Hokuto che vaga alla ricerca della sua amata Yuria. Questo viaggio lo porterà in una piccola cittadina chiamata Eden, dove scoprirà che dietro la scomparsa della sua donna c’è una motivazione ben più grave e pericolosa che Ken dovrà fronteggiare.
Come si può ben notare, il gioco ha realizzato un miscuglio di ciò che accade nell'opera originale con nuove porzioni di trama che proporrà nuovi personaggi, nuovi scenari e nuovi colpi di scena. Nonostante questo, incontreremo anche i classici Toki, Raoh, Jagi e così via. La cosa simpatica è che ognuna di queste voci è doppiata da un personaggio proveniente dalla saga di Yakuza. Abbiamo particolarmente apprezzato la voce del protagonista di Yakuza 0 Majima Goro sul personaggio di Jagi, portandolo ad essere completamente fuori di testa e creando un personaggio totalmente ridicolo e comico e questa, lo diciamo ancora con le lacrime agli occhi per le troppe risate, è una caratterizzazione che ci è piaciuta tantissimo.
Ma al di là di questo, ci sono varie cose che ci hanno anche fatto storcere il naso per quanto riguarda il lato narrativo. La trama risulta simpatica a livello di personaggi ma per il resto rimane abbastanza banale. La storia non sarà interessante e il suo voler introdurre anche i vecchi personaggi aggraverà la situazione. Invece di dedicarsi pienamente alla storia nuova, il Ryu Ga Gotoku Studio ha voluto creare un miscuglio di cose fin troppo grande da gestire in un gioco solo. Questa scelta ha portato personaggi dalle stupende personalità come Toki e Raoh (ma anche molti altri) ad essere delle semplici comparse giusto per far felice i fan del manga, cancellando quasi totalmente ogni loro tipo di caratterizzazione. In parole povere, risultano essere delle macchiette. Avremmo preferito una gestione migliore per loro.
E’ un peccato, siamo sicuri che il team di sviluppo poteva tirare fuori una narrativa migliore di quella presente all'interno del gioco, ma probabilmente si son voluti concentrare maggiormente nel lato gameplay. In definitiva, una narrativa senza infamia né lode ma che comincerà realmente ad ingranare giusto nella parte finale. Un vero peccato.
E passiamo subito al gameplay, punto di forza di questo videogioco. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, non c’è tanto da aggiungere rispetto a ciò che avevamo scritto nella nostra anteprima di qualche mese fa. Controller alla mano, i combattimenti risulteranno veloci e fluidi, con possibilità di utilizzare sia attacchi leggeri che pesanti. Oltre questo, Kenshiro potrà anche utilizzare delle speciali mosse finali, ognuna proveniente dal comparto mosse della scuola di Hokuto. Queste finisher potranno essere eseguita ogni qualvolta riusciremo a danneggiare e stordire il nemico e, tramite l’esecuzione di piccoli QTE (Quick Time Event) potremo infliggere ingenti danni all'avversario. Solo applausi da questo punto di vista, ogni mossa finale è realizzata in maniera eccellente e faranno letteralmente esplodere in un cumulo di sangue diverse parti del corpo del nemico. Il culmine di questo sistema avviene durante gli scontri contro i boss dove si dovrà anche imparare il moveset dell’avversario per reagire al meglio. Possiamo affermare con certezza che questi particolari scontri sono una delle cose che più ci hanno fatto apprezzare questo gioco.
Quando abbiamo provato la demo, avevamo espresso qualche dubbio e preoccupazioni per diversi elementi. Uno di questi era proprio il comparto mosse del sistema di combattimento, tanto bello da vedere quanto ripetitivo. Beh, siamo lieti di annunciarvi che non è così. Tramite l’acquisizione di punti esperienza e facendo level up, sarà possibile spendere questi punti in varie abilità. Oltre ai classici potenziamenti di salute, attacco, difesa e così via, ci saranno anche l’acquisizione di nuove mosse finali e combo da aggiungere a quelle basi. A tutto questo aggiungiamo pure mosse esclusive che potremo imparare eseguendo determinate missioni secondarie. Insomma chi riuscirà ad esplorare per benino il mondo di gioco, si troverà un comparto mosse di tutto rispetto.
Altro punto positivo è la difficoltà. Per chi ha seguito le nostre ultime recensioni degli Yakuza, avrà notato come abbiamo sempre criticato il livello di difficoltà abbastanza basso. In Fist of The North Star: Lost Paradise questa cosa, fortunatamente, non si applica. Il gioco ha al suo interno un livello di difficoltà soddisfacente anche al livello Normale. Verrà sempre premiata l’abilità del giocatore nello schivare e usare combo differenti per sovrastare i nemici più forti. In parole povere, sarà necessario bilanciare bene attacco e difesa. Combattere alla cieca e andando sempre in offensiva risulterà, anche alla difficoltà standard, in una sonora sconfitta.