La nostra analisi della versione console di Daymare: 1998 non comprenderà per filo e per segno tutto quello che riguarda il gioco. Per quella potete fare affidamento alla recensione della versione PC, realizzata in modo impeccabile dal nostro Giuseppe. Analizzeremo maggiormente la qualità del porting non realizzato da Invader Studios, ma dalla danese Slipgate Ironworks (comunque sotto la supervisione dello sviluppatore italiano) e già vi diciamo, con i dovuti limiti per un utilizzo non proprio massiccio dell'Unreal Engine e da qualche problema di IA e compenetrazione poligonale, che il risultato finale non è affatto da buttare via.
Un survival horror in terza persona che vuole essere un atto d'amore al genere, con una struttura che omaggia la storica saga di Resident Evil a partire dal quarto episodio, del quale si vocifera addirittura che Capcom sia al lavoro su un remake. Che a realizzare il gioco sia un team tutto italiano è pur sempre una nota di merito, anche se non significa essere di parte o dare un voto più alto. È semplicemente il fatto che il nostro paese pian piano si sta facendo conoscere a livello internazionale e lo sviluppo indipendente si sta estendendo sempre di più, anche se c'è ancora molta strada da fare.
Un breve accenno alla storia giusto per comprendere in che ambientazione ci si muoverà e il perché. Daymare: 1998 si svolge in un breve, ma intenso, arco di tempo nell'agosto del 1998 e nei panni di tre personaggi dovremo far luce sugli agghiaccianti esperimenti fatti dalla nota multinazionale Hexacore Biongenetics. Il tutto alla totale insaputa della popolazione locale di Keen Sight, con lo scopo di espandere l'accoppiata Gas Castor e il virus Pollux in tutto il mondo. Di certo non una proposta solidale, ma ci vuole pur sempre un “cattivo” da contrastare ed eliminare per far felici i videogiocatori, giusto?
Non siamo di fronte ad una storia originale ma comunque molto approfondita e sfaccettata grazie ai numerosi documenti che si troveranno nel mondo di gioco, buona parte dei quali criptati. Perleggerli ci si dovrà spostare su un sito apposito creato dagli sviluppatori.
Daymare: 1998 non è una passeggiata di salute. Si può scegliere tra tre livelli di difficoltà, ma vi consigliamo di partire con quello “normale” per avere un buon tasso di sfida. Il movimento di ognuno dei tre protagonisti è molto simile a quello di Resident Evil 4, forse un pelino più legnoso. Non esiste la giravolta a 180° e ci sono due tipi di ricarica dell'arma, una veloce lasciando cadere un caricatore a terra - per poi raccoglierlo dopo - e l'altra classica ma più lunga per avere l'arma sempre carica.
L'inventario possiede dodici slot con i quali gestire caricatori, munizioni e i consumabili. Quest'ultimi si suddivido in tre tipi: resistenza, mentale e salute. Se alcuni di essi, come la barretta energetica si possono consumare da soli, altri vanno combinati con altri per ottenere la versione completa per essere utilizzati. Ad esempio si può combinare una bevanda energetica con un additivo-H per ottenere un consumabile per ripristinare una porzione media di energia.
Correndo e colpendo in stile melee i nemici si consuma una parte della stamina e, se controlliamo lo stato della missione, la mappa, l'inventario e altro tramite il nostro cellulare, il gioco non va in pausa. Questo, seppur in minima parte, lo avvicina in un certo senso ad un soulslike dove si avverte un senso di ansia e di difficoltà soprattutto se si ha la salute bassa.
Per quanto riguarda gli enigmi, questi sono vari e alcuni di essi non semplici da risolvere. Qui Invader Studios ha svolto un ottimo lavoro costringendo i giocatori a spremersi le meningi. Enigmi ben studiati e molto interessanti con una qualità superiore a quelli di survival horror ben più blasonati.
Con alcune munizioni speciali è possibile far saltare la testa e gli arti ai nemici per facilitarne la loro morte e risparmiare qualche colpo. Non mancheranno alcuni agguati di nascosto e una tensione che il gioco eleva grazie ad un comparto sonoro davvero all'altezza della situazione. Non mancheranno alcuni collezionabili che andranno trovati quando si avverte un rumore di disturbo ed un suono “pacioccoso”.
Come scritto all'inizio, la versione console non è stata sviluppata direttamente da Invader Studios, ma da un team esterno. La qualità generale rispecchia la versione PC e la giocabilità pad alla mano è buona e abbastanza fluida. Certo, si avverte un po' di macchinosità e la mancanza di girarsi di 180° ma l'esperienza nella sua interezza risulta essere di buon livello se si entra nell'ottica che siamo di fronte ad un titolo indipendente e non un tripla A.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo degli alti e bassi. I nemici più comuni sono quelli curati meno, essendo di poche tipologie e con gli stessi movimenti. Le ambientazioni sono quasi tutte avvolte nell'oscurità, anche quelle esterne. Crediamo che non sia solo per tenere la tensione alta, ma anche per mascherare alcune mancanze grafiche o visive. L'uso dell'Unreal Engine (arrivato alla sua quinta versione) è solo discreto con alcuni punti che sembrano proiettarci nella generazione precedente, in altri invece si vede uno sforzo maggiore ed un uso migliore di poligoni e texture.
Daymare: 1998 contiene 46 trofei suddivisi in 34 di Bronzo, 9 d'Argento, 2 d'Oro e l'immancabile Platino. Per ottenerli tutti si dovrà - in pieno stile survival horror - sputare sangue. Alcuni di essi, davvero pochi, si ottengono proseguendo con la storia, tutti gli altri vanno ottenuti con svariate azioni legate al finire il gioco a difficoltà massima, ottenere tutti i collezionabili, tutti i documenti, smenbrare i nemici, eseguendo un tot numero di ricariche veloci e lunghe e molto altro che lasciamo a voi il piacere di scoprire.
Il gioco è aggiornato alla versione 1.03. Sono stati sistemati diversi problemi e bug, come quelli relativi al salvataggio, all'individuazione della lingua, miglioramenti sull'uso della GPU e altro.
L'opera dell'italiana Invader Studios non è perfetta e abbiamo incontrato qualche glitch e bug che hanno, comunque in minima parte, minato l'esperienza di gioco. Il porting ha portato con se un framerate non sempre perfetto e una IA fin troppo semplice e qualche compenetrazione poligonale non sempre bella da vedere.
Per chi vuole è disponibile una speciale versione fisica, solo per PS4, chiamata Black Edition al prezzo di €39,99. La standard edition e quella digitale sono disponibili al prezzo di €34,99. Il gioco è disponibile anche su Xbox One e PC.
Segnaliamo infine la canzone di “In My Name”, realizzata per il gioco dal gruppo musicale In The Loop composto da Velentina Schiavo e da Alessandro Gualtieri. Vi consigliamo di ascoltarla perché ne vale davvero la pena. Inoltre lo stesso Alessandro ha composto la colonna sonora all'interno di Daymare:1998. Uno sforzo non comune per promuovere lo sviluppo videoludico nel nostro Paese.
Le animazioni facciali, così come il budget a disposizione, sono lontane da quelli dei titoli più blasonati ma la storia è ben scritta e piena di spunti interessanti... forse addirittura troppi. Il gioco è sottotitolato nella nostra lingua con un doppiaggio in inglese abbastanza buono. Come abbiamo detto qualche paragrafo sopra il comparto audio è probabilmente quello maggiormente riuscito, in grado di creare ansia e tensione. La longevità si attesta sulla decina di ore, anche se una volta conosciuto a menadito si può completare anche in metà tempo.
Il consiglio che vi diamo è quello di non fare l'errore, come compiuto da alcuni redattori di siti e testate più blasonate, di pretendere cose che il gioco non può dare perché si tratta di un titolo indipendente. Se inquadrato nella sua essenza l'esperienza sa essere addirittura coinvolgente, a patto che si chiuda un occhio su alcune magagne come una IA semplicistica e qualche compenetrazione poligonale.
Modus Operandi:
Siamo tornati a Keen Sight per testare la versione console del survival horror dell'italiana di Invader Studios grazie ad un codice gentilmente datoci da PR Outreach.