Dopo diverse ore vissute nel mondo di Outward siamo rimasti affascinati, invogliati ad esplorare, ma al contempo delusi ed arrabbiati. Si tratta di un'esperienza dalle molte sfaccettature, ma per forza di cose bisogna scendere a compromessi: non è il gioco ad adattarsi a noi, ma il contrario! Saremo noi a subire le conseguenze dei nostri errori e delle nostre scelte. Non solo dovremo gestire il fisico (fame, sete, caldo, freddo, malattie e status positivi e negativi), ma sopravvivere in un mondo ostile che non ha pietà se saremo avventati in un combattimento impegnativo o se non saremo preparati ad esplorare un luogo nuovo e pericoloso.
Con la nuova e fresca patch, da poco disponibile a quasi due mesi dall'uscita, non solo il gioco ne ha beneficiato dal punto di vista grafico ma sono stati sistemati un quantitativo di bug e problemi non indifferente, e questo non potrà che influenzare positivamente il voto finale... anche se non è un gioco per tutti, sia per la libertà messa a disposizione al giocatore sia per i suoi limiti.
Dopo la storia introduttiva che narra di legami tra tribù e di errori fatti da nostra nonna negli anni precedenti, usciremo indenni da un naufragio e senza aver praticamente nulla dovremo cercare un luogo dove poter riposare e quindi tornare nella città di Cierzo. Affronteremo le conseguenze di ciò che è accaduto pagando un prezzo di sangue o ottenere un favore tribale. Riuscendo in questa piccola “impresa” potremo mantenere la proprietà del Faro che ci tornerà utile non solo per dormire in un letto, ma anche per cucinare pietanze che ci manterranno sazi durante il viaggio. Ma questa è solo la punta dell'iceberg di Outward in un action RPG open world di stampo survival che ci ricorda i titoli di diversi anni fa dove mancano quegli aiuti a cui oggi siamo fin troppo abituati.
La mappa di ognuno dei quattro territori esplorabili non ha un indicatore della nostra posizione, inoltre all'interno dei numerosi dungeon, grotte e affini non esiste alcuna mappa automatica... dovremo arrangiarci da soli. Non esiste il passaggio di livello: il nostro personaggio lo evolveremo attraverso le abilità dateci dagli istruttori sparsi per territori e città e con il miglioramento del nostro equipaggiamento, analizzando le caratteristiche del vestiario e delle armi con queste legate agli attacchi speciali insegnateci dagli istruttori allo scopo di infliggere un malus ai nemici, come ad esempio il sanguinamento dato dalla spada con l'abilità opportunamente “attivata”.
Prima di avventurarci fuori dalla città di Cierzo, dovremo imparare le regole di sopravvivenza e di combattimento nonché usare le mani per creare molti oggetti che vanno da una benda per fasciare le ferite, armi, armature, fino a tisane e pozioni per guarire da malattie e infezioni e ripristinare i punti ferita e molto altro. Fondamentale sarà anche sapersi nutrire e mantenere costante la temperatura corporea vestendosi adeguatamente per non soffrire il freddo o il caldo. I cibi possono offrire dei bonus salute, di mana e di energia. Dovremo bere quando il corpo lo richiede, ma solo l'acqua potabile sarà buona per il nostro corpo mentre quella di fiume e soprattutto quella salata andranno “bollite” attraverso un fuoco da campo o in pentola, potendo essere consumate solo negli appositi otri.
Il peso degli oggetti ha la sua importanza. Più saremo carichi e meno agilmente ci muoveremo. Il peso viene gestito dagli zaini e dalla tasca: ci sarà più di uno zaino a disposizione con un diverso limite di peso. Nella tasca, avente anch'essa un limite di peso, andranno portati solo quegli oggetti che saranno utili in base alle diverse situazioni da affrontare come un combattimento, esplorare un dungeon, tenersi sazi, bere se siamo assetati e così via.
Non sottovalutiamo il sonno, perché in base all'attrezzatura per dormire perché c'è una certa differenza ad esempio tra un sacco a pelo improvvisato o una tenda. Nello specifico otterremo un bonus di energia che durerà per un certo tempo in base alla comodità con la quale riposeremo. Le ore di sonno sono divise in tre parti: quelle classiche, quelle di guardia per non incorrere in imboscate e quelle di riparazione degli oggetti equipaggiati. Riparare l'equipaggiamento come l'armatura e tutto il resto risulta molto utile, poiché questo va in decadimento con l'uso. Anche il cibo va a male, per cui bisogna tenere a mente anche questo.
Come scritto nei paragrafi precedenti avremo a che fare con un open world suddiviso in quattro macro aree da esplorare allo scopo di scoprire le tre fazioni alle quali unirci attraverso una serie di missioni da compiere per avanzare nella storia (che non vi sveliamo), ma nessuno ci vieta di girovagare liberamente per scoprire magari, segreti, tesori e oggetti per migliorare il nostro equipaggiamento. Il nemico principale non sarà rappresentato solo dalle creature poco amichevoli che abitano il mondo di gioco, ma anche da noi stessi e dalla nostra capacità di adattamento alla situazione in base a quello che abbiamo in testa di fare. Se combatteremo dovremo valutare l'entità dell'avversario e usare le armi adatte e le abilità adeguate, perché gli scontri sono molto simili ad un soulslike (la serie Dark Souls e Bloodborne firmate da From Software per intenderci).
Durante il combattimento è altamente consigliato togliere lo zaino per sentirsi più leggeri in modo da essere più veloci nelle schivate. Ogni attacco, schivata e protezione con lo scudo consuma energia, per cui serve una gestione oculata della stessa. Se usciremo vincitori potremo depredare il cadavere o i cadaveri, se invece verremo sconfitti non moriremo (il gioco non contempla la morte) ma subiremo le molteplici conseguenze della nostra dipartita: in base a chi ci sconfigge e al luogo dove ci troviamo potremo ritrovarci in un posto differente, all'interno di una grotta, di un dungeon, tornati in città, aiutati da un uomo misterioso o addirittura prigionieri dei banditi se saremo nelle vicinanze di una fortezza non lontano da Cierzo. Se giungeremo all'interno della Montagna della Convergenza, superando uno dei diversi percorsi, otterremo il mana che ci permetterà di lanciare incantesimi ed impararne di nuovi dagli istruttori. Attraverso otto slot, suddivisi in due parti da quattro slot ciascuno, attivabili con i tasti dorsali del Dual Shock 4, potremo decidere cosa inserire tra oggetti e abilità in base alla situazione in modo da utilizzarli immediatamente senza accedere all'inventario.
Il gioco salva dopo ogni cambio di area e dopo ogni sconfitta e concede un solo slot di salvataggio classico. Come diretta conseguenza non potremo tornare indietro sui nostri passi, ogni scelta che faremo potrebbe risultare nefasta se non saremo capaci di gestire le situazioni ed i combattimenti. Tutto questo può portare ad una certa frustrazione anche perché dopo ogni colpo subito o sconfitta rimediata i punti ferita massimi scendono. Questi potranno essere ripristinati solamente dormendo. Insomma Outward non è un gioco per tutti anche se dal punto di vista del gameplay è adatto ai più grazie al corposo e completissimo tutorial accessibile attraverso l'opzione apposita nella schermata principale.
Come potete comprendere il titolo Nine Dots Studio è una gran bella gatta da pelare e padroneggiarlo a dovere sarà tutt'altro che facile, ma riesce a offrire quella scintilla necessaria a spingerci a tentare di nuovo, magari con uno spirito ed equipaggiamento diverso. Uno dei metodi migliori è quello di non essere avventati, cercando di stare nelle condizioni fisiche migliori, portare con se quello che realmente serve per quella specifica missione, dungeon o altro conoscendo le caratteristiche del nemici che andranno affrontati.
Il denaro sarà importante per fare gli acquisti per migliorare il proprio equipaggiamento, e anch'esso andrà usato saggiamente. Lo otterremo non solo dai nemici sconfitti ma anche dagli oggetti sparsi per il mondo di gioco che riempiranno man mano il nostro zaino, così da venderli ai negozianti i quali per qualche soldo ci potranno chiedere qualche commissione o magari portare un oggetto da una creatura specifica, ad esempio da una pericolosa Manticora nella Foresta di Enmerkar.
Il titolo della francese Nine Dots Studio è arduo anche nell'ottenimento dei 45 trofei suddivisi in 31 di Bronzo, 10 d'Argento, 3 d'Oro e l'immancabile Platino. Per ottenerli tutti si dovrà sudare parecchio, non solo unirsi alle tre fazioni presenti nel gioco ma terminare tutte le missioni e con altre richieste particolari come apprendere un quantitativo di ricette, ottenere un set leggendario ed altro che lasciamo il piacere di scoprire.
Attualmente Outward ha ricevuto una nuovo aggiornamento nella prima parte di maggio che porta il gioco alla versione 1.04. Sono stati apportati miglioramenti alle texture e aumentata la performance in molte aree di gioco. Inoltre sono stati corretti svariate problemi di natura tecnica e di gameplay. Ora è nelle migliori condizioni per essere giocato rispetto all'uscita del 26 marzo 2019, anche se non è stato corretto il problema del caricamento che va in parte a rovinare l'esperienza con tempi di oltre un minuto se passiamo da una città alla macro area corrispondente. Stesso discorso vale per i dungeon che il gioco non contempla come un'unica area.
Outward è disponibile non solo su PlayStation 4 (oggetto della nostra prova), ma anche su Xbox One e PC tramite Steam.
Outward è un titolo indipendente realizzato con Unity, un motore grafico e di gioco molto utilizzato che ha dato i natali a perle di grande qualità come Pillars of Eternity, Hollow Knight, Wasteland 2 e addirittura Cuphead. In questo caso ci troviamo davanti un titolo in 3D piuttosto vasto con diverse varianti in gioco tra combattimento, esplorazione, sopravvivenza, gestione dell'inventario e delle abilità. Dal punto di vista tecnico non aspettiamoci nulla di strabiliante, lo scenario è discretamente dettagliato con un sistema d'illuminazione non complesso ma sufficiente a risultare fondamentale di notte e nei dungeon dove regna il buio. Le texture da vicino non sono nulla di speciale e prima dell'ultima patch, da poco pubblicata, erano piuttosto semplici e scialbe. Comunque non mancano gli effetti di translucenza ben realizzati che donano alla produzione una discreta qualità grafica che nel ciclo giorno/notte ci delizia con alcuni panorami niente male. Purtroppo durante l'esplorazione dovremo convivere con il fenomeno dello stuttering (almeno nella versione PlayStation 4 da noi testata) che ogni tanto genera un scatto che risulta alla lunga abbastanza fastidioso rovinando in parte l'immersione all'interno di un mondo i grado d'instillarci il fascino della scoperta e dell'esplorazione di luoghi angusti e misteriosi. Purtroppo i caricamenti sono una vera e propria piaga che rallentano terribilmente l'esperienza di gioco se passiamo da un dungeon all'erea principale o ad una città e viceversa.
Dal punto di vista della longevità Outward può essere terminato più rapidamente dagli esperti o diventare lunghissimo e purtroppo frustrante per chi non ama i titoli survival estremi come questo. In condizioni normali e giocato da giocatori navigati, la longevità si aggira tra la 30 e le 40 ore che si estendono a molte di più se si vuole esplorare ogni anfratto e ottenere oggetti, abilità e zaini speciali. Uno dei punti di forza è il comparto audio, con la colonna sonora - realizzata da Jean-Francois Racine - che accompagna l'esplorazione di ogni grande area resa molto bene così come quella all'interno dei dungeon, nelle città e durante i combattimenti.
Chiudiamo con la possibilità di giocare in compagnia di un altro giocatore sia online che addirittura in split screen se abbiamo un secondo Joypad che può essere impugnato da un altro amante dei GdR survival come questo. Un'aggiunta decisamente gradita che faciliterà la vita attraverso un'esperienza migliore e di conseguenza meno frustrante. Per quanto riguarda l'online, non abbiamo purtroppo trovato nessuno ad accompagnarci nella nostra avventura o qualcuno da cercare per dargli una mano. Segno che i server non sono ancora molto popolati.
Outward è davvero particolare è volutamente difficile, anche se tutte le meccaniche survival e di combattimento sono rese abbastanza bene. Chi ha poca pazienza e ama i titoli dove si è aiutati e guidati, è meglio che stia lontano da questo gioco. Nonostante alcuni suoi limiti e assenza di aiuti risulta essere giocabile da tutti e in grado di dare quella forza di proseguire e quel senso di soddisfazione a quei giocatori che non si arrendono alle prime difficoltà.
Modus Operandi:
Abbiamo esplorato l'ostile mondo di Aurai di questo particolare action RPG dalla forte spinta survival, grazie ad un codice gentilmente datoci da Koch Media Italia.