Il nuovo gioco di Invaders Studios, già visti all'opera con il controverso Daymare:1998, si propone come un prequel al titolo precedente, narrandoci i fatti avvenuti 4 anni prima: eventi che dovrebbero poi portare all'apocalisse zombie che abbiamo già affrontato 3 anni fa. Proprio per la struttura della narrazione non serve aver giocato il titolo precedente anche se diverse citazioni e anche alcuni personaggi richiamano in modo neanche troppo velato alcuni eventi della base Aegis e di Keen Sight.
Strizzando, naturalmente, l'occhio allo stile di Resident Evil, Daymare: 1994 Sandcastle punta sempre sull'horror claustrofobico, ad alta tensione, con nemici che spuntano fuori da ogni angolo e all'improvviso, anche se sotto questo aspetto Dead Space rimane inarrivabile. Naturalmente gli sviluppatori si sono impegnati a sistemare e provare a correggere gli errori dell'esperienza precedente, lavorando su comparto grafico e gameplay per offrire ai videogiocatori un'esperienza più performante. Come vedremo nella nostra analisi però se alcune magagne sono andate a posto altre, nuove, hanno fatto la loro comparsa.
In Daymare: 1994 Sancastle vestiremo i panni di Dalila Reyes, una soldatessa appena tornata dalla Guerra del Golfo che partecipa a una missione di ordinaria amministrazione (leggasi recupero) nei pressi dell'Area 51 insieme alla propria squadra, l'unità H.A.D.E.S. Naturalmente nulla va per il verso giusto e la nostra eroina, insieme al maggiore Radek e al capo Foster, si troverà nei guai fino al collo. All'interno dell'Area infatti si stavano conducendo esperimenti tutt'altro che etici e soprattutto leciti con la creazione di particolari mostri alimentati da onde elettromagnetiche estremamente pericolosi. Da questo punto in poi il rischio di spoiler è dietro l'angolo quindi non vi diremo altro sulla trama che comunque si dipana attraverso spazi angusti, mostri che sbucano all'improvviso e soprattutto sulla necessità di capire cosa diamine sia successo in quel laboratorio. Ad ogni modo la trama di gioco, raccontata attraverso i vari documenti reperiti in giro e con alcune cutscenes di intermezzo oscilla tra alti e bassi per tutto l'avventura, passando da momenti in cui tutto sembra chiaro ed intellegibile ad altri in cui si abbia la sensazione che ci sia molta confusione e troppa carne sul fuoco. Ad ogni modo a vincere è sempre la curiosità, di conseguenza andrete avanti anche e soprattutto per vedere dove vogliono andare a parare gli sceneggiatori e questo è sicuramente un punto a favore di Daymare: 1994 Sancastle.
Come ogni buon soldato "moderno" che si rispetti la nostra eroina si porta dietro un armamentario di tutto rispetto. Il cavo di hacking ad esempio le serve per cercare di bypassare tutto ciò che può essere aggirato tramite un computer. Un espediente per aggiungere nel gioco qualche piccolo enigma ambientale nel quale, ad esempio, risolvere alcune semplici password per andare avanti. La Reyes è munita anche di uno scanner che le servirà per passare in rassegna i vari oggetti presenti nello scenario e recuperare in questo modo ricariche di munizioni oppure vecchi audiolog che racconteranno in questo modo altri dettagli della trama. Naturalmente gli oggetti da scansionare non saranno indicati su schermo quindi, almeno inizialmente, punterete lo strumento su ogni elemento dello scenario salvo poi convincervi che non ne vale effettivamente la pena fregandovene dello scanner e delle manie di completismo. Mentre il cavo di hacking può essere selezionato dall'inventario dal quale selezionare anche alcuni consumabili utili durante la missione, lo scanner va utilizzato tramite la crocetta direzionale del controller attraverso la quale potremo equipaggiare anche la torcia, un fucile a pompa e un mitragliatore. La torcia ad esempio sarà utilissima negli spazi bui se non fosse che la luce prevista alla sua accensione è troppo fioca: il risultato è che spesso ci troveremo a brancolare nel buio anche con la lampadina accesa.
Durante la nostra esplorazione, comunque veicolata da una linearità regolata da ostacoli che ci obbligheranno a seguire solo i percorsi previsti dagli sviluppatori, incontreremo nemici pronti a farci la pelle in ogni momento. La varietà non è il punto forte del gioco e in linea di massima i nemici che incontreremo saranno di tre tipi. I decoy ad esempio corrono alla disperata cercando di afferrarci e di succhiare la nostra energia: sono di due tipi, quelli blu che potremo abbattere con una fucilata ben assestata e quelli rossi invulnerabili alle munizioni ma sensibili al congelamento del nostro Frost Grip.
A questo punto si rende necessaria una piccola panoramica sulle armi in gioco: lo shotgun ha una potenza devastante ma pochi proiettili anche se si ricarica velocemente (anche troppo rispetto alla realtà). Il mitra invece fa pochissimi danni, è molto più veloce nei colpi ma si ricarica molto lentamente (sembra quasi un paradosso), inoltre non riesce neanche a rallentare i nemici che ci vengono incontro. Infine c'è il Frost Grip, sicuramente la trovata migliore del gioco che ci permetterà (consumando l'azoto liquido presente in un serbatoio che ci portiamo dietro) di lanciare sfere congelanti sui nemici oppure di congelare loro stessi per poi distruggerli con un colpo ben assestato (esecuzione premendo il tasto RT). Il nostro serbatoio si ricarica lentamente da solo oppure utilizzando determinate cartucce di ricarica da trovare in giro oppure in alcune stazioni di servizio. Spesso e volentieri sarà l'unica nostra vera difesa contro i nostri nemici come nel caso dei decoy rossi che, come dicevamo prima, sono invulnerabili ai proiettili.
Più avanti nel gioco incontreremo anche gli Sparker estremamente pericolosi e un terzo tipo che è una sorta di mix tra i primi due in grado di attaccarci dalla lunga distanza. Fatto fuori un nemico una sfera elettromagnetica si leverà in aria cercando un nuovo corpo ospite tra i cadaveri sul pavimento oppure un altro decoy nelle vicinanze (che in questo caso sarà potenziato). Si potrà sparare un proiettile di ghiaccio sulla sfera per bloccare il contagio ma quasi sempre ci troveremo in quella situazione con il serbatoio scarico oppure la sfera sarà così veloce che non potremo colpirla.
Buona parte dei cattivi, soprattutto gli Sparker, sono capaci di teletrasportarsi vicino a noi o di comparirci all'improvviso alle spalle mettendoci in seria difficoltà. A peggiorare le cose ci pensa la lentezza della nostra protagonista abbastanza impacciata non solo nei movimenti ma anche nel cambio delle armi con il risultato di trovarsi quasi sempre in condizione di svantaggio e di essere costretti alla fuga. Correre spesso è l'unica salvezza anche perché, paradossalmente, andando dritto per dritto i nemici non saranno in condizione di raggiungerci permettendoci, nel frattempo, di ricaricare il frost grip. Naturalmente non avremo sempre a disposizione gli spazi giusti per correre e il più delle volte non potremo neanche sfruttare questo "bug di programmazione" (perché di questo si tratta) e dovremo soccombere continuamente. Ad esempio, nelle fasi più concitate, diversi tipi di nemici ci attaccano contemporaneamente e se non abbiamo scorte industriali di frost grip non riusciamo a venirne a capo. A questo punto sarebbe auspicabile tornare indietro sui nostri passi a cercare munizioni e ricariche se non fosse che il gioco non lascia poi tutta questa libertà di esplorazione. In alcuni scenari poi lo scontro è inevitabile dal momento che non potremo proseguire se non vinceremo la nostra battaglia con il risultato di rimanere bloccati per molto tempo. Sarebbe stato interessante ad esempio eliminare i cadaveri dallo scenario, magari utilizzando risorse, per evitare problemi dopo (The Evil Within docet) ma questo non è consentito. Di conseguenza la nostra speranza risiede nel colpire la sfera vagante o nello sperare che a giro non vengano contagiati tutti i cadaveri sulla scena.
Dal punto di vista grafico sicuramente Daymare: 1994 Sancastle è un passo avanti rispetto al suo predecessore. Ci sono scenari con qualche texture a bassa risoluzione (anche troppo) ma in linea di massima l'effettistica 3D funziona bene. Meno credibili alcune animazioni, soprattutto durante la corsa (abbastanza impacciata) della nostra protagonista mentre il walk cycle è un po' legnosetto. Le espressioni facciali, sicuramente migliorate, non fanno gridare al miracolo ma in linea di massima il lavoro grafico degli sviluppatori è accettabile. Sullo schermo sono presenti, appositamente evidenziati, i punti di interesse con i quali interagire. Peccato che alcuni di loro non portano a nulla anzi uno, all'interno di un ufficio, ha generato un enorme crash costringendoci a riavviare il gioco con buona pace dei nemici che avevamo eliminato con tanta fatica per giungere fino a quel punto. In effetti il gioco salva automaticamente (ma solo in determinati punti) o permette il salvataggio manuale tramite appositi terminali sullo scenario. Nel caso da noi citato però nessuna delle due soluzioni è stata sufficiente. Rivedibile la gestione delle armi, estremamente sbilanciate tra di loro: onestamente userete il mitra solo quando rimarrete senza munizioni per il fucile a pompa o sarete a corto di frost grip. In alcune sezioni poi il vostro senso di impotenza prevarrà a causa di nemici troppo veloci e imprevedibili e della scarsità di risorse della protagonista.
In conclusione è difficile dare un parere su Daymare: 1994 Sandcastle. Il nuovo titolo di Invader Studios offre cose buone come la trama e l'ambientazione che spingono ad andare sempre più avanti per vederne la conclusione e alcune cadute di stile tecniche che, soprattutto a causa dello sbilanciamento negli scontri, rischiano di rovinarvi il gusto di giocarlo. È una produzione tutta italiana (anche se il doppiaggio è solo in inglese, decisione tutto sommato accettabile anche perché i sottotitoli sono ottimi) portata avanti con un budget tutto sommato risicato, quindi qualche magagna potremmo anche perdonargliela. Anche perché parliamo di difetti che potrebbero benissimo essere corretti con qualche patch. In quel caso la nostra valutazione ne risentirebbe positivamente. Il piccolo passo indietro rispetto al predecessore deriva dal ritmo più frenetico che, conseguentemente, evidenzia qualche piccola pecca in più che nel capitolo precedente era rimasta ben nascosta. Allo stato attuale vi consigliamo di provarlo prima dell'acquisto perché potrebbe comunque regalarvi qualche ora di divertimento.
Modus Operandi:
abbiamo provato Daymare: 1994 Sandcastle grazie a un codice fornitoci da Laboratorio Comunicazione.