GetsuFumaDen: Undying Moon vede finalmente la luce con l'uscita ufficiale dall'accesso anticipato, dopo un lungo periodo di annunci e rinvii. Il gioco presentato da Konami vuole offrire al pubblico, in veste adeguata ai tempi un sequel per il primo titolo uscito esclusivamente su piattaforma Nintendo nel lontano 1987 ed edito, esclusivamente in Giappone, dalla stessa Konami. Un concept semplice, con una trama a malapena accennata oggi come allora con il semplice pretesto di scaraventarci subito nel pieno dell'azione e giustificare una mattanza senza precedenti.
Quello che ci troviamo avanti è comunque un gioco che rispecchia in pieno (forse troppo) i canoni dei roguelite con un focus particolare sulla progressione del personaggio che comunque sbatte il muso sul dover ricominciare praticamente da zero ogni volta che ci fanno fuori. Di conseguenza, lo diciamo fin da subito, non stiamo parlando di un gioco adatto a tutti perché potrebbe farvi imbestialire fino al limite della scomunica.
Come dicevamo la storia è abbastanza semplice e striminzita. Una pace interrotta dopo mille anni dall'apertura della porta dell'inverno con conseguente orda di spiriti maligni pronti a invadere il "nostro" mondo. Sarà compito del nostro protagonista Getsu Fuma rimettere le cose a posto. Fin dall'inizio del gioco potremo scegliere tra due livelli di difficoltà: apprendista e persona comune. La differenza è tuttaltro che sottile dal momento che stiamo parlando di un gioco già difficile di suo, quindi non scartate a priori la modalità semplice. A un primo impatto sembra di trovarsi davanti a un coloratissimo platform anche se, fin da subito, il combat system diventa la caratteristica preponderante di tutta l'avventura.
Con il nostro controller (quello di Xbox360... -NdR) ottimamente supportato dovremo zompettare da una piattaforma all'altra, cercando di arrivare alla fine del livello e soprattutto di sopravvivere agli attacchi dei nemici che mineranno in continuazione la nostra barra dell'energia. È a questo punto che la caratteristica roguelite di GetsuFumaDen: Undying Moon verrà fuori. Se ci fanno fuori saremo costretti a ricominciare dall'inizio del livello perdendo quasi tutte le abilità conquistate e comunque tutte le armi raccolte in giro. Ci toccherà provare quindi un'altra run in ambientazioni che per la verità si modificano ben poco di volta in volta, o almeno sono troppo simili fra una run e l'altra per parlare di un gioco in stile metroidvania. Secondo gli sviluppatori infatti GetsuFumaDen: Undying Moon è da definirsi un roguevania, termine che nasce dalla fusione dello stile Metroidvania e Roguelite. Nella realtà il prodotto finale però attinge solamente a queste caratteristiche dalle quali si discosta un po' troppo se paragonato ad altri giochi dello stesso genere come Dead Cells (qui la nostra recensione).
Paradossalmente il nostro obiettivo principale è quello di potenziare quanto più possibile il nostro Getsu in modo da consentirgli di poter affrontare i boss di fine livello e poter proseguire nella storia. All'inizio comunque ci toccherà ripetere un livello più e più volte fino allo sfinimento, questo perché ogni volta che ricominceremo vedremo che il nostro eroe avrà mantenuto solo una minima parte del raccolto e, con dei parametri di miglioramento tarati troppo in alto, l'impresa sarà davvero ardua. Fondamentalmente si raccolgono item dai vari forzieri disseminati in giro oppure avendo ragione dei cattivi su schermo e, sotto questo punto di vista, c'è davvero tanta carne sul fuoco. Gli oggetti più importanti sono sicuramente le anime: quattro di esse ci permetteranno di conteggiarne una di colore viola, la memoria d'anime, indispensabile come moneta di scambio (insieme al denaro contante) per potenziare le nostre armi, sia dal punto di vista dell'efficacia in combattimento che attraverso una serie di miglioramenti che ne permettono la completa personalizzazione. Le semplici anime, invece, ci aiutano durante la partita in corso incrementando salute aggiuntiva ed effetto di arma principale o secondaria. Oltre ad acquistarle, alcune armi potremo anche trovarle in giro e in tal caso potremo farle nostre (con il tasto RB) oppure smantellarle per recuperare interessanti gadget.
Possiamo portare con noi due armi principali e due secondarie per volta, poi saremo costretti a scegliere se e quale rimpiazzare con altre disseminate nel gioco. Le armi comunque fanno davvero la differenza in battaglia e le preferiremo in base al nostro stile, potendo optare fra spade, ventagli, ombrelli, mine appuntite, archi, fruste e altro che lasciamo a voi il piacere di scoprire. Ogni arma infatti gode di un proprio set di mosse (soprattutto nelle combo), di una propria velocità e anche di abilità secondarie che però andranno attivate in base alla disponibilità degli oggetti giusti.
Quando ripartiamo dalla nostra villa, incontriamo un'amica che ci permette di attivare nuove armi oppure di sbloccare abilità supplementari di Getsu. Questo avviene spendendo alcuni oggetti trovati in giro, sempre che ne abbiamo a sufficienza per sbloccare nuovi livelli del nostro personaggio. Noteremo però che la nostra dipartita ci ha fruttato solo un oggetto (rispetto ai tanti che avevamo) mentre il gioco ne chiede a dismisura per permetterci di scalare il gradino successivo. Di conseguenza continueremo la run nella speranza di superare il boss finale perché se contiamo di migliorare con i residui delle nostre raccolte allora possiamo stare freschi, almeno finché non riusciremo a sbloccare alcune abilità particolari come quella che ci consente, in caso di dipartita, di conservare il 30% degli item nascosti.
Le mappe di gioco sono molto belle e ottimamente disegnate anche se, in alcuni casi, possono risultare confusionarie specialmente durante le azioni concitate. Inoltre la pecca principale è che il terreno non è quasi mai funzionale allo scontro tanto che non ci aiuterà durante le battaglie. Non avremo vie di fuga il più delle volte e non potremo utilizzare parti dello scenario per ottenere un vantaggio contro i nemici, a differenza delle boss fight dove ci troveremo ad utilizzare il terreno per sfuggire ai pattern d'attacco degli enormi e ben disegnati mostri. La verità è che, vista la posta in gioco, la paura di morire e dover ricominciare la fa spesso da padrona tanto che utilizzeremo molto le armi secondarie che colpiscono a distanza oppure ci lanceremo in manovre di schivata (tasto B) per evitare il combattimento. Una volta presa la mano con i vari mostri presenti nei livelli, non avremo comunque problemi salvo poi sbattere il muso contro il boss finale se non avremo migliorato il nostro personaggio o le nostre armi al giusto punto.
Come dicevamo in precedenza ad ogni ripartenza la mappa di gioco cambia nella struttura (ma non eccessivamente), invece cambia la collocazione di alcuni item sullo scenario. Questo, in un gioco che si basa sulla continua ricerca di elementi per far crescere il personaggio, può essere un limite dato che introduce una certa componente aleatoria che rende impossibile pianificare qualunque forma di strategia.
L'edizione Digital Deluxe include anche un porting dell'originale GetsuFumaDen del 1987. Un giochino che comunque mantiene i suoi anni e che può attrarre solo i veri appassionati dato che presenta tutti i limiti dell'invecchiamento per il gameplay e, purtroppo, ha mantenuto la localizzazione in giapponese eccetto per i menu. Un extra quindi che potrebbe interessarvi possedere oppure no.
Il gioco è anche disponibile su Nintendo Switch, che segue l'uscita ufficiale dall'accesso anticipato su Steam avvenuta la settimana scorsa.
GetsuFumaDen: Undying Moon si presenta come una buona idea, ma si rivolge a un pubblico di nicchia proprio per la sua natura roguevania che lo rende davvero arduo e a volte anche impietoso. Va da sé che un gioco roguelite debba essere particolarmente difficile, ma la penalizzazione che si subisce ad ogni morte secondo noi va un pochino oltre, costringendo il giocatore a continui e continui loop alla ricerca continua di materiali sullo schermo per poter andare avanti. Il combat system è veloce e dinamico e si sente l'influenza delle diverse armi in uso anche se a volte il protagonista sembra essere particolarmente lento come reattività di risposta ai nostri comandi. Lo stesso si può dire per alcune lievi imprecisioni nella fase platform che ci indurranno più volte in errore senza un motivo apparente.
Il comparto grafico, invece, è veramente bello da vedere con uno stile ukiyo-e che calza veramente a pennello. Buona la localizzazione dei sottotitoli nella nostra lingua così come buona la soundtrack di accompagnamento. Tecnicamente parlando non ci sono problemi degni di nota salvo le schermate di intermezzo dove vengono dispensati alcuni consigli che scompaiono alla fine del caricamento (spesso velocissimo) senza darci il tempo di poterle leggere. Il problema più serio riguarda un certo sbilanciamento nelle richieste, troppo esose, di materiali utili per farci andare avanti, come se in questo modo gli sviluppatori avessero cercato di allungare un po' il brodo. Parliamo di un gioco difficile, a tratti anche troppo cattivo, ma che in un modo o nell'altro invoglia continuamente a provare un'altra partita quanto meno per vedere cosa c'è più avanti. Non sarà un capolavoro assoluto, ma se amate questo genere di giochi molto longevi e ardui da completare allora dovreste dargli una possibilità.
Modus Operandi:
abbiamo aiutato Getsu Fuma nella sua avventura grazie a un codice gentilmente fornitoci dagli Laboratorio Comunicazione.