Il brand Borderlands si è sempre distinto per la sua atipicità. Teoricamente questi giochi si definiscono looter-shooter (letteralmente spara e saccheggia), praticamente uniscono il genere FPS con l'RPG con il loot nudo e crudo, eccetera eccetera eccetera. Fatto sta che per definire un gioco di questo tipo non serve ricorrere alla lingua inglese, ma basta usare un vocabolo univoco come: divertimento. Come vedremo nel corso della nostra analisi, Borderlands 3 è un gioco che soprattutto diverte e lo fa al punto da accalappiare il videogiocatore e non mollarlo più per tantissimo tempo. Di conseguenza vi avvisiamo: se cadrete nelle sue "grinfie" lo farete a vostro rischio e pericolo.
Chi ha giocato i precedenti episodi (Borderlands uscito nel 2009, Borderlands 2 uscito nel 2012 e Borderlands: The Pre-Sequel pubblicato nel 2014) conosce sicuramente il pianeta Pandora, dal momento che su questo mondo lontano si sono giocate le avventure precedenti e comunque da qui nuovamente partiremo per contrastare stavolta i gemelli Calypso che guidano un gruppo di scalmanati chiamati I figli della Cripta. In realtà, a differenza di quanto pensava Jack il Bello, il villain del secondo capitolo, non esiste solo la cripta di Pandora ma ce ne sono tantissime altre sparse nell'universo, tutte indicate in una fantomatica mappa delle cripte. Urge quindi un modo per cercare di localizzare tutti questi tesori e appropriarsene in una specie di gara a chi arriva per primo. Diciamo fin da subito che la caratterizzazione di Jack il Bello, considerato a ragione uno dei meglio riusciti cattivoni della storia videoludica non si è ripetuta in questo nuovo episodio ma l'impresa non era affatto semplice. Nella loro follia comunque i gemelli Calypso escono abbastanza bene dal confronto, grazie alla loro caratterizzazione condita a base di mistero e psicosi e a quell'alone di mistero voluto dagli sviluppatori che ritarderanno il più possibile il loro esordio in prima persona facendoceli prima conoscere (nei livelli iniziali) grazie alla loro attività social e ai commenti dei loro fan. Troy e Tyreen sono comunque parecchio pericolosi grazie alla loro capacità nello sfruttare il potere delle Sirene che usano per attirare a loro nuovi seguaci e cercare quindi di fermare la resistenza. A questo punto entriamo in gioco noi: ingaggiati da Lilith (la sirena salvatrice di Pandora) nella squadra dei Crimson Raider, faremo del nostro meglio per scalare le gerarchie del potere ed eliminare l'unico (grande) ostacolo a una vita di sane razzie per tutto l'universo.
Una volta installato il gioco e sorbitoci il (lungo) caricamento iniziale, ci verrà chiesto innanzitutto come giocare la nostra partita all'interno della modalità gruppo: potremo scegliere quindi fra la cooperativa (il bottino è tutto nostro) e la competitiva (i livelli non sono equilibrati e si può rubare il bottino altrui). Fatto questo Marcus, nelle veci del narratore, ci racconterà un po' di storia iniziale del gioco quindi saremo chiamati a scegliere il nostro alter ego virtuale per questa nuova avventura: potremo optare fra Amara che possiede i poteri di sirena, Fl4k che invece ha un ottimo feeling con il mondo "animale" di Pandora, Zane strapieno di gadget tutti da scoprire e Moze. Diciamo fin da subito che i quattro protagonisti dei Crimson Raider non sono diversi solo nell'aspetto, ma si caratterizzano anche e soprattutto per la crescita del personaggio e per le abilità in-game.
Fin dal primo momento comunque non si può non notare la verve umoristica del gioco, a partire dal tizio che viene messo sotto nel filmato introduttivo dopo aver pestato qualcosa di spiacevole. Questa comicità, presente anche negli episodi precedenti ma ancora più marcata in questo capitolo è il segno distintivo di Borderlands e ci intratterrà piacevolmente per tutta l'avventura. Una volta scelto il personaggio e personalizzato il suo aspetto, seppur nel minimo indispensabile dato che le skin più importanti le sbloccheremo man mano, verremo affidati al simpatico robottino Claptrap, apparentemente uscito dal mondo di Wall-E ma senza gli stessi canoni di educazione e umiltà. Esso ci guiderà nel muovere i primi passi e ci insegnerà i rudimenti del sistema di controllo giusto per accompagnarci alla prima missione. In realtà Claptrap è un vero e proprio personaggio con il suo ego smisurato che lo trasforma da servitore a padrone e lo convince di essere uno dei personaggi più amati nel mondo social. Di queste stravaganze comunque ne vedremo a bizzeffe durante tutto il gioco, man mano che incontreremo Tannisc, Vaughn, Rhys e altri che lasciamo a voi il piacere di scoprire.
La trama di gioco non è affatto complessa, puntando tutto sulla ricerca delle varie cripte e sulla lotta contro i gemelli Calypso. Nel mezzo però ci sta davvero tanto: se la missione principale non arricchisce molto dal punto di vista narrativo, lo stesso non si può dire per le tantissime missioni secondarie (siamo nell'ordine di una sessantina) che invece si distingueranno per la loro bellezza. Oltre a farci guadagnare utilissimi potenziamenti, ci permetteranno di incontrare personaggi di spessore già visti negli episodi precedenti e, spesso, ci consentiranno di oltrepassare i limiti di Pandora per puntare ad altri pianeti nella galassia. A beneficiarne sarà la narrazione, infarcita di tanti piccoli passaggi che, come i tasselli di un puzzle, contribuiranno a creare un quadro d'insieme di indubbio spessore. Le tematiche affrontate saranno davvero variegate e tutte di una certa rilevanza, focalizzandosi prevalentemente su uno spirito di gruppo e sull'importanza di una leadership che esploderanno in tutta la loro pienezza nell'endgame, quando cioè si renderà necessaria più che mai la collaborazione di qualche amico per procedere nelle missioni. Incontreremo nelle quest secondarie, personaggi davvero stravaganti, alcuni borderline, altri che hanno già varcato la soglia della pazzia vera e propria, tutti quanti comunque caratterizzati benissimo con il solito condimento di battute (anche sopra le righe) e di un umorismo che, come dicevamo, non ci lascia proprio mai.
Se le missioni iniziali sono abbastanza semplici, trattandosi di uno stile FPS concepito secondo gli standard canonici del genere, fatto fuori il primo boss inizierà la fase di potenziamento e crescita del nostro personaggio. Come già accennato, Borderlands 3 miscela il genere sparatutto alla componente RPG, quanto mai approfondita rispetto alla concorrenza: come stile di gioco quindi ci si potrebbe avvicinare a Destiny o The Division ma con la caratteristica, forse ormai non più tanto azzeccata, di un gioco concepito per l'offline e non per la rete, scelta questa che incide nel bene e nel male.
La prima innovazione evidente è l'aggiunta della scivolata, oltre alla possibilità di arrampicarsi e poi puntare in picchiata verso il suolo con effetti devastanti. Questa seconda novità da un lato permette al gioco di sfruttare anche la dimensione verticale, dall'altro accresce la spettacolarità dell'azione vera e propria. Dal punto di vista delle armi, queste sono tantissime e tutte diverse, alcune anche abbastanza stravaganti, fino ad alcune mod che ci permetteranno una modalità di fuoco secondaria come nel caso dei proiettili raccianti, dello sparo automatico e molto altro. Gli scontri saranno sempre diversi, ma soprattutto saranno intensi, dipendenti oltre che dal nostro armamentario e dalla nostra abilità, anche dalla struttura della corazza dei nostri nemici spesso davvero ostici da buttare giù. L'intelligenza artificiale non è proprio eccellente, ma la componente stealth è comunque presente dal momento che alcuni nemici si possono battere con determinati equipaggiamenti e quindi verremo comunque costretti a rivedere continuamente il nostro inventario prima di avventurarci in alcuni livelli.