In quest'era di evoluzione tecnologica dove - probabilmente - solo quest'anno PlayStation 5 e Xbox Series X|S inizieranno a mostrare i muscoli, con il PC sempre più potente e costoso con le nuove schede NVIDIA, c'è ancora spazio per produzioni che provengono dal mondo dei 16-bit? Gli sviluppatori brasiliani di JoyMasher credono fermamente in questo essendosi specializzati su questo genere. Non a caso con il loro precedente titolo - Blazing Chrome - ci catapultavamo nel pieno degli gloriosi anni '90 con sparatorie, azione e piattaforme che lo avvicinano ai capostipiti di quel tempo come Metal Slug. Inoltre del loro curriculum fanno parte anche Odallus: The Dark Call e Oniken.
Da pochi giorni è disponibile il loro nuovo gioco che mischia sapientemente le dinamiche action/platform dei migliori titoli a 16 bit, nel quale la trama ha la sua importanza pur non essendo centrale ai fini del gameplay. Le ispirazioni sono più di una, come quella della serie Shinobi e anche in piccola parte quella di Turrican. Comunque un tale prodotto non è assimilabile da tutti, avendo una difficoltà intrinseca medio-alta con tanto di trial and error (normale per l'epoca) e una longevità non di certo elevata. Di sicuro la durata non era di certo il focus sul quale si sono concentrati gli sviluppatori, ma sul level design e sull'intensità dell'esperienza dove, secondo noi, hanno centrato in pieno il bersaglio.
Conosciamo meglio Vengeful Guardian: Moonrider nella nostra recensione!
Le vicende si svolgono nella nazione di Penral dove a capo c'è una regime totalitario che sopprime ogni sommossa etichettando chi si oppone come terrorista. Purtroppo una di queste rivolte è stata fermata con il sangue. Dalle profondità di un laboratorio, all'interno di un luogo non meglio definito, un cyborg dalle fattezze di un ninja si risveglia senza un particolare motivo rivoltandosi contro i suoi stessi creatori, schierandosi apertamente contro il regime che sta piegando senza pietà la popolazione.
Il Moonrider, questo è il suo nome, dovrà prima di tutto riprendere le piene funzioni per poi affrontare otto livelli pieni di nemici, piattaforme e svariati boss fino ad arrivare alla resa dei conti non solo di chi trama nell'ombra ma anche di se stesso, poiché è dotato di una coscienza decisamente evoluta. Da qui in avanti sarà possibile scegliere liberamente i livelli da affrontare fino al loro completamento per poi approdare alla parte finale.
Come da tradizione per i titoli moderni, in Vengeful Guardian: Moonrider è disponibile il tutorial selezionabile all'interno delle opzioni di gioco. Consigliamo di giocarlo in modo da comprendere tutte le meccaniche principali, con tanto di nemici e boss finale per applicare tutto quanto imparato appena prima.
A questo punto è possibile scegliere uno dei livelli a disposizione all'interno della schermata che si presenta. Una volta fatto abbiamo la possibilità d'installare due dei potenziamenti all'interno del corpo del Moonrider. Ovviamente, essendo all'inizio, non saranno disponibili ma ottenibili in punti nascosti all'interno di ogni livello. Precisamente sono dei chip che permettono di ottenere poteri passivi e attivi in modo da migliorare, rendere meno difficile l'avventura e altre facilitazioni che lasciamo a voi il piacere di scoprire. I chip sono in buona quantità tanto da permettere una personalizzazione dell'esperienza di gioco in base ai propri gusti e capacità.
I comandi principali sono il salto, la corsa con la quale arrivare a piattaforme più lontane tramite il salto, l'attacco con la spada e quello speciale. Premendo tre volte il tasto di attacco eseguiremo un triplo attacco con la spada in grado di eliminare direttamente alcuni dei nemici all'interno dei livelli. Consigliamo caldamente di utilizzare un controller, decisamente più adatto al contesto dove serve precisione nell'impartire i comandi. In alto a sinistra potremo tenere sotto controllo lo stato di salute e la quantitativo di energia disponibile per eseguire gli attacchi speciali.
Ogni livello, in genere, è suddiviso in tre parti inframmezzate da mid-boss, con il boss vero e proprio che aspetta alla fine dello stesso. Una volta sconfitto quest'ultimo otterremo un nuovo attacco speciale selezionabile dalla ghiera attivabile dall'apposito tasto. Il design di ogni livello - legato ad ogni potere acquisito e ai chip ottenuti - è abbastanza variegato da regalare un'esperienza varia, fresca e coinvolgente mettendo alla prova le capacità del giocatore che dovrà per forza di cose essere concentrato per riuscire ad avanzare. Fondamentale sarà riuscire a capire i pattern d'attacco di ognuno dei numerosi boss e mid-boss che incroceremo nel corso dell'avventura. La difficoltà è di livello medio-alto, come abbiamo detto prima, di conseguenza servirà una certa manualità ed occhio attento per proseguire. Comunque nella nostra prova non abbiamo trovato difficoltà insormontabili, poiché i pattern d'attacco sono chiari e ben visibili. Interessante la variazione sul tema quando saremo in sella ad una moto in due sezioni precise di gioco con la grafica che diventa tridimensionale nonostante sia mossa completamente da elementi bidimensionali, creando un forte effetto nostalgia. Dovremo evitare e poi eliminare i nemici che arriveranno da dietro e quelli volanti davanti a noi.
Dopo aver completato ogni livello riceveremo una valutazione, in base al nostro operato, che va dalla più bassa (E) fino alla più alta (S). Se ad esempio inseriremo il chip dell'armatura, il nostro Moonrider subirà meno danni ma la valutazione massima scenderà alla B. Un altro chip è in grado di trovare punti nascosti nei livelli, mentre un altro è in grado di attivare il doppio salto per arrivare in punti non raggiungibili in condizioni normali.
Per i cacciatori di trofei Vengeful Guardian: Moonrider contiene 13 achievements Steam. Per ottenerli tutti servirà un po' di olio di gomito come eliminare tutti i boss principali, completare un livello senza subire danni ed avere una valutazione A ed S in tutti i livelli.
Com'è successo durante la prova di Chained Echoes (qui la nostra recensione), abbiamo testato la versione PC del platform/action di JoyMasher con una configurazione al di sotto dei requisiti minimi. La nostra esperienza si è svolta con un portatile Lenovo avente un processore Intel i3 di quarta generazione, una scheda integrata AMD Radeon R5 230 con 2 GB di RAM e un Intel HD Graphics 4400, il tutto supportato da 4 GB di RAM di sistema. La nostra esperienza è stata buona con un framerate sì altalenante, ma che in buona parte si manteneva tra i 45 e i 60 fotogrammi al secondo, garantendoci un'esperienza abbastanza fluida e senza problemi di sorta.
Non capiamo perché mettere requisiti minimi che rischiano di tagliare fuori una buona fetta di appassionati. Consigliamo, se avete un sistema al di sotto dei requisiti minimi indicati, di provare la demo prima di valutare un eventuale acquisto.
Abbiamo utilizzato sia il controller Xbox Series X|S di Microsoft che il DualShock 4 di Sony. Il gioco li ha riconosciuti correttamente, adattando e visualizzando i tasti a schermo. Abbiamo provato anche con il DualSense di PlayStation 5: il controller è stato riconosciuto, ma l'audio è sparito come nel caso di Chained Echoes. Tolto il Pad l'audio tornava; non sappiamo se questo problema è legato al nostro portatile o al controller di nuova generazione.
Ricordiamo che Vengeful Guardian: Moonrider oltre che su PC è disponibile anche per PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch.
Dal punto di vista tecnico c'è poco da dire se non che la grafica è realizzata come se avessimo tra le mani una console come il SEGA Megadrive, il SuperNES, il PC Engine (la gloriosa e potente console a 8-bit di NEC) o addirittura un Commodore Amiga. Lo scrolling è multidirezionale e in alcune sezioni risulta in parte guidato, facendoci per un secondo, ricordare quel capolavoro senza tempo che è Turrican 2 (a proposito, leggetevi la nostra recensione approfondita dei due volumi della Turrican Anthology), inoltre l'inizio di uno dei livelli sembra preso da Turrican 3 (qui la nostra recensione dell'originale su Amiga).
Potremo attivare l'opzione per simulare un monitor CRT dando un tocco ancor più vecchio stile per farci comprendere come si giocava negli anni '90. La colonna sonora è decisamente gradevole e di ottima fattura, dando quel tocco di coinvolgimento in più a chi ama i videogiochi a 360 gradi.
Alla fine di questa disamina di Vengeful Guardian: Moonrider c'è poco da dire: la qualità del design e di gioco è cristallina e non farà rimpiangere quei giocatori che amano le sfide, e ai nostalgici (come il sottoscritto. -NdR) che hanno vissuto gli anni d'oro dei computer e console e 16-bit. Se volete riassaporare quei tempi con un gioco ben realizzato, il titolo JoyMasher è quello che fa per voi.
Modus Operandi:
Abbiamo guidato il Moonrider contro il regime totalitario di Penral attraverso un codice gentilmente datoci da Cosmocover.