Dal punto di vista cronologico/narrativo sono passati 7 mesi dal momento in cui il Veleno Verde nel giorno del Black Friday aveva messo in ginocchio gli Stati Uniti. Adesso ci troviamo a Washington D.C. e non più a New York e gli effetti della devastazione dovuta al virus sono ancora più tangibili.
Tom Clancy non c'è più dal lontano 2013 ma il suo nome continua ad essere strettamente legato alle produzioni Ubisoft: la sua impronta sulla sceneggiatura era forte nel primo The Division (potete leggere qui la nostra recensione) e, naturalmente, la mano del grande scrittore si percepisce anche qui. Washington è diversa da New York, sia perché è passato del tempo durante il quale la natura ha cercato di riprendere ciò che le apparteneva prima della "presenza umana", sia perché è diversa la conformazione stessa delle due città. Washington è molto più caotica, divisa in vari quartieri con al centro la nostra base operativa, la Casa Bianca.
Ad ogni modo lo scenario post-apocalittico ci sta tutto, tanto che le ambientazioni richiamano pellicole cinematografiche e opere letterarie che hanno trattato l'argomento. Facile quindi fare riferimento a Io sono leggenda con Will Smith, o L'ultimo uomo sulla Terra su Dylan Dog nr. 77, giusto per limitarsi a citare un paio di opere, ma la letteratura è immensa sull'argomento. Via quindi a sobborghi sottomessi in parte dalla vegetazione che ha ricominciato a crescere, incontrollata, e a riprendersi il territorio con l'alternanza di zone invece dove la presenza dell'uomo è ancora prepotente. Complice anche la diversità metereologica, rispetto alle aree innevate di New York, abbiamo adesso un tripudio di colori sui vari scenari, resi graficamente bene così come vedremo più avanti.
Nel gioco, a peggiorare le problematiche si segnala anche lo spegnimento della rete di comunicazione Shade da ripristinare immediatamente anche per contrastare l'ondata di anarchia che impera in città: toccherà ancora a noi, nei panni del nostro agente quindi, fronteggiare gruppi organizzati di delinquenti cercando di riportare ordine a Washington, riaccendere la rete Shade e molte altre attività pseudo-suicide che ci verranno richieste più avanti.
La trama di The Division 2 è comunque altalenante, soprattutto dal punto di vista dello spessore narrativo anche se i vari collezionabili disseminati in giro chiariscono diversi dubbi riguardo quanto successo in questi mesi dopo la diffusione del virus. Tra le tante missioni principali e secondarie, paradossalmente, la narrazione secondaria supera spesso quella della storia principale, grazie alle tante registrazioni audio, filmati, murales e messaggi che, oltre a far la felicità dei "completisti" aggiungono mordente a tutta la storia.
Dopo un piccolo prologo che ci fa prendere un po' di confidenza con il gameplay, giungiamo al quartier generale di Washington DC, la Casa Bianca, dove ci si apriranno immense possibilità sulle cose da fare nel gioco. Potremo infatti vendere, comprare, creare equipaggiamento, potenziare il personaggio, sbloccare vantaggi per la Dark Zone e molto altro che lasciamo a voi il piacere di scoprire. La struttura di gioco ricorda quella del primo capitolo anche se, stavolta, gli sviluppatori hanno aggiunto la comodissima possibilità (sbloccabile dopo poco tempo) di farci indicare la prossima attività da svolgere. Solitamente le missioni principali richiedono la conquista di avamposti caduti nelle mani delle forze anarchiche che tengono Washington sotto assedio. Ogni avamposto liberato ci elargirà un interessante bottino e permetterà la successiva attivazione di missioni secondarie. Ad ogni modo, in linea di massima, si tratterà di affrontare un certo numero di nemici sempre più ostici, fino alle battaglie con i vari boss.
Gli scontri presenti in questo secondo capitolo sono comunque più vari rispetto al primo episodio, spesso memorabili per la bellezza dello scenario (come nel planetario o in teatro), per l'I.A. dei nemici sensibilmente migliorata e per la stessa struttura delle missioni. Comunque stavolta non ci saranno scontri casuali, come avveniva a Manhattan, ma le missioni, sempre propedeutiche a qualche attività da svolgere successivamente, consisteranno in schermaglie, salvataggio di ostaggi, bande da estirpare e così via. I nemici sono tanti e ben organizzati: la caratterizzazione migliore comunque ce l'hanno le Iene, True Sons e i Reietti, presenti in maniera spesso territoriale sui vari punti della mappa. Gli insediamenti invece si attiveranno a seconda di determinate azioni che eseguiremo sul campo grazie alla comparsa di missioni secondarie che ci ricompenseranno con progetti per il crafting, mostrandoci la posizione delle casse Shade e con molti altri gadget interessanti: gli insediamenti quindi sono dinamici, cambiando a seconda dell'andamento del gioco.
Questa volta gli scontri con i nemici sono più bilanciati, grazie alla riduzione della loro resistenza che nel primo capitolo tendeva all'esagerazione. Naturalmente alcuni saranno più vulnerabili di altri, non si arriva alla perfezione simulativa, ma ora le battaglie sono un po' più a misura di giocatore. L'intelligenza artificiale è stata positivamente ritoccata, con i nemici che mantengono la posizione, provando anche a sorprenderci alle spalle e richiedendo quindi una maggiore attenzione nell'eliminazione di alcuni avversari posizionati in punti "strategici". Utile anche ricorrere a torrette e droni e soprattutto prestare attenzione allo scenario, spesso determinante per il buon esito di una missione.
Il parco armi offerto da The Division 2 è sicuramente migliorato rispetto al primo capitolo. Le armi adesso sono meglio caratterizzate, al punto da costringerci a impararne bene la corretta gestione utile durante gli scontri. Maneggiare uno shotgun sarà diverso rispetto a un mitra, un fucile d'assalto, una pistola e così via. Come se non bastasse, grazie alle mod sarà possibile personalizzare ulteriormente le varie armi per adattarle al nostro modo di giocare. Interessante anche il nuovo sistema gestione corazza e punti vita, con la prima che si rigenera grazie a speciali kit che però ci immobilizzeranno per qualche istante e con i punti vita che invece si rigenerano non subendo colpi per un po' di tempo.